Padre Zanotelli: «Noi affamatori del Terzo Mondo per interesse delle multinazionali»
di Fabiano Massimi

Si parla d'Africa, alla Festa Nazionale dell'Unità, di Africa e povertà, degli sprechi di risorse e delle vite di tanti. Scandali di una sorte che ha oramai la parvenza di destino. Che si vuole
passare, forse, per destino. "I paesi vittima del colonialismo" dice Nicola Manca, moderatore del dibattito di Modena, "vivono oggi una condizione così disastrosa non per caso, ma a causa della politica distorta praticata a suo tempo dai loro colonizzatori, che spogliarono il territorio di tutte le risorse, e gli uomini di ogni dignità. Andandosene, non hanno perso le loro responsabilità".

Lo sa bene padre Zanotelli, che da dodici anni vive in una baraccopoli del Kenya: "Le responsabilità dell'Occidente sono economiche prima che politiche" dice "perché si sa che, come ha detto anche Berlusconi, il Ministero degli Esteri non gestisce la diplomazia globale, ma il business. Chiedete agli africani: nel Corno D'Africa, se chiedete della plitica coloniale italiana, vi rispondono: 'Che politica? Vorrete dire le ditte italiane'. È un dato di fatto che i governi occidentali hanno lasciato fare alle compagnie nazionali prima e alle multinazionali poi quello che volevano: e oggi che il mercato ristagna, l'Africa diventa la frontiera non più solo del furto, ma anche del consumo".

"Il trattato commerciale tra USA e Cina è a un passo" continua il religioso "e l'unico altro mercato che manca è l'Africa. Un continente, pensate, che non fa l'1 per cento del prodotto lordo globale. Eppure il contratto commerciale con l'Africa è già passato, attende solo l'applicazione. Il che significherà ulteriore violenza a una terra che ha cultura sua, diversa dalla nostra, ma della nostra, anche madre. Noi tutti veniamo dall'Africa, lo dicono gli studiosi del DNA: allora dovremmo rifletterci meglio, prima di fare a questa nostra madre il male che le facciamo".

Rincara la dose Famiano Crucianelli, dei Ds: "L'Africa è diventata il laboratorio maligno di processi che toccheranno prima o poi anche noi. Per questo dovremmo stare più attenti. Essere meno egoisti, e non solo per il bene di quel 90 per cento della popolazione mondiale che è dominato dal nostro 10 per cento: anche per il bene di noi minoranza. Attraversiamo una recessione economica gravissima per quale motivo? Ma perché non c'è più mercato per l'Occidente: ed è fisiologico che solo l'accesso di nuovi soggetti al consumo può salvare questa situazione grave".

Le ricette sono le solite: "Abolire le barriere doganali che strozzano il commercio del terzo mondo con il secondo e il primo", come dice padre Zanotelli, o, come dice Crucianelli, "aprire il portafogli, donandolo quel mitico 0,7 per cento del bilancio che avevamo promesso anni fa al Terzo Mondo. Sapete di quella promessa l'Italia che ha fatto? Lo ha decurtato allo 0,13 per cento, un dato irrisorio che la pone penultima nella classifica mondiale. Prima solo degli Usa".

Poi tocca ad un altro missionario, Padre Francesco Zampese, che accusa "un potere occulto, ma a noi vicino" dei mali d'Africa. Il suo Congo non ha strutture, vive nella guerra genocida, "in un 11 settembre quotidiano" in cui non si può nemmeno sognare lavoro e sanità di base. Uno stallo? "No: noi ci siamo riuniti, col nostro potere religioso, per promuovere un pensiero politico, per ricordare che si può fare, non qualcosa, ma tanto. E qualcosa può muoversi". Perché, nelle parole di Crucianelli, "il destino di quest'Africa tartassata non è un destino obbligato: ma uno che si decide quotidianamente". Quotidianamente lottando.

Il segretario della Cgil arriva in piazza tra gli applausi
La gente: "Sergio salvaci tu", tra baci e strette di mano
Bagno di folla per Cofferati
"Sei la speranza della sinistra"

Il leader del sindacato: "Movimenti e politica si rafforzino insieme"
di ALESSANDRO RAMPIETTI

ROMA - Moretti sta parlando da una decina di minuti e piazza San Giovanni lo ascolta attenta, quando all'improvviso si sente un boato. "E' arrivato Sergio Cofferati", grida una signora e dietro di lei un'ala di folla comincia ad acclamare il segretario della Cgil.

Aveva annunciato di voler partecipare come semplice cittadino ma la gente lo chiama, lo invoca come un leader e gli chiede aiuto in modo che sembra quasi metterlo in imbarazzo. I manifestanti lo accerchiano e i suoi accompagnatori faticano per cercare di fargli strada. "Bravo. Bravo. Sei la nostra speranza", gli gridano intorno. "Allora siamo messi bene", risponde lui sorridendo e tira avanti per cercare di raggiungere uno dei quindici gazebo che la Cgil ha sparpagliato tutto intorno a San Giovanni per raccogliere le firme sull'articolo 18.

"Segretario una domanda?", prova a chiedere un giornalista. "Dopo, dopo - risponde Cofferati - sono qui per partecipare alla manifestazione e per dare una mano a raccogliere le firme". Ma la gente incalza. Il popolo dell'Ulivo sembra vedere nel "Cinese" qualcosa in più che nei politici "normali". All'ingresso della piazza si forma un ingorgo. I manifestanti spingono per avvicinarsi.

Qualcuno esagera: "Salvaci tu". Arrivati al gazebo, in molti si mettono in fila, questa volta per un autografo: chi passa il capellino, chi si toglie la maglietta, ma va bene anche un foglio di giornale o un volantino. "Non ci abbandonare, la Pirelli può aspettare", quasi implora un signore brizzolato con le mani di uno che, nella vita ha fatto lavori pesanti. "Non vi abbandonerò mai, ma riprendo il mio vecchio lavoro", risponde il Cinese. "Sergio, mandaci Fassino alla Pirelli", insistono ancora dal capannello.

Qualcuno, intorno al gazebo intona "Bella ciao", la cantano quasi tutti. Anche una signora del sindacato che però si lamenta: "Qui è un'ora che non raccogliamo una firma". Facendosi spazio tra la folla arriva il regista Mario Monicelli, anche lui vuole firmare a difesa dell'articolo 18.

Poi le domande a Cofferati. Che messaggio manda questa piazza alla politica? "La manifestazione di oggi, così come quella della Cgil, - risponde - sono la dimostrazione che anime diverse possono riunirsi per gli stessi motivi. Per difendere i diritti e chiederne la estensione contro chi vorrebbe ridurli. La giustizia è un elemento fondamentale della nostra vita democratica. Perché definisce delle condizioni che possono essere e debbono essere egualitarie tra tutti i cittadini".

E all'Ulivo? "La piazza è una parte della politica. Ed entrambe devono muoversi assieme. L'opposizione si fa in Parlamento ma bisogna tenere conto anche del consenso e dell'entusiasmo dei cittadini e dei movimenti che nascono. Il centrosinistra deve trarre da questa manifestazione anche elementi di forza e sostegno, perchè la battaglia parlamentare sia più efficace e determinata come lo è stata nelle ultime settimane. C'è una straordinaria necessità di rappresentanza e di questo la sinistra deve tenere conto. Parzialità e radicalità non sono limiti. La politica deve mediare tra le forme tradizionali di partecipazione e altre come questa che sono importanti".

E perché lei non va sotto il palco insieme agli altri politici? "L'ho già detto, il nostro lavoro è raccogliere le firme, stare con la gente". Così dopo due ore e mezza insieme allle sue persone Cofferati lascia la piazza. Ma i manifestanti insistono: "Sergio facci vincere".

(14 settembre 2002)

Domani la manifestazione a Roma in piazza San Giovanni
"Il movimento ormai è una realtà, e crescerà ancora"
Pardi: "E' un grande successo
siamo travolti dall'entusiasmo"

Per il professore fiorentino che salì sul palco a piazza Navona
dopo la giornata di domani "verrà il tempo di fare proposte"
di MARCO BRACCONI

ROMA - Sabato in duecentomila? "Ci arriviamo, e il movimento crescerà ancora". Francesco Pancho Pardi, uno dei "motori" della organizzazione del grande girotondo in piazza San Giovanni, è in viaggio da Firenze a Roma, dove si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli di una manifestazione che cresce di giorno in giorno. "Anzi, di ora in ora - dice Pardi - le dico solo che da Firenze arriveranno in ventimila, più quelli che non ci hanno preannunciato la partecipazione".

Dunque Pardi, travolti dal successo?
"Se parla di entusiasmo, certo".

E l'organizzazione? Duecentomila non sono uno scherzo.
"Beh, tutto è diventato più complesso, come in ogni grande manifestazione. Però la situazione è sotto controllo, grazie anche a chi ci ha aiutato in queste settimane"

Cioè?
"L'Arci, Legambiente, e una miriade di piccole associaizioni sparse sul territorio. Senzo di loro non ce l'avremmo fatta"

Per l'Ulivo adesso siete una risorsa...
"Credo che anche loro hanno capito che domani accadrà una cosa molto, molto importante".

E dopo domani?
"Ormai stiamo parlando di un livello opinione di massa che si è stabilizzata, e non può che crescere".

Più di duecentomila?
"Non è solo questione di numeri. E' che è stato tolto il 'tappo' a un dolore nascosto nell'opinione pubblica. Se poi mi chiede se domani me ne aspetto ancora di più...".

Allora glielo chiedo.
"Guardi, non oso pensarlo, sarebbe un vero trionfo. Però la speranza...".

Insomma, San Giovanni è un altro inizio?
"Forse sì".

Solo forse?
"Dico forse perché sono un cacadubbi, per dirla alla pisana. Comunque del successo oltre le previsioni non c'è da stupirsi. E' così dall'inizio. Pensi che a gennaio, al primo girotondo di Firenze, dovevamo essere 2.000 e ne sono arrivati in 15.000. Se tanto mi dà tanto...".

Niente diretta Rai. Però ci sono sempre i Tg.
"Dai telegionali 'unificati' non mi aspetto niente. Sarà la classica minimizzazione. Le telecamere verranno a riprendere la piazza, ma lo faranno prima che sia tutta piena".

Censura?
"In forma blanda, ma sempre di censura si tratta".

Insisto: e dopo San Giovanni?
"Se andrà come pensiamo, non potremo tirarci indietro dal cominciare a fare qualche proposta.

Francesco Pancho Pardi sa già quello che vogliamo sapere, e allora non ti lascia nemmeno il tempo di chiederglielo. "No, non faremo un partito. Le proposte arriveranno, ma non abbiamo intenzione di diventare protagonisti in prima persona della politica". A proposito di protagonisti, Pardi, Massimo D'Alema non viene..."Beh, spero che ci ripensi".

(13 settembre 2002)

 

 

 

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