Il leader dell'Ulivo: "L'Italia paga il pegno di
un governo indecente"
ma Mastella è critico: "Bisognerà rivedere il
ruolo della coalizione"
Rutelli promuove i
girotondi
"Manifestazione magnifica"
ORVIETO - "Magnifica,
significativa": Francesco Rutelli non risparmia
sugli aggettiva e dipinge con entusiasmo la
manifestazione dei girotondini, che ieri ha riempito
piazza San Giovanni a Roma. "Ottocentomila persone o
forse più", come dicono gli organizzatori, ad
ascoltare i discorsi dei "girotondini": da
Nanni Moretti al professor Francesco Pancho Pardi. Con i
leader del centrosinistra mescolati tra la folla, ad
ascoltare.
E Rutelli dice: "La manifestazione dei girotondi è
stata magnifica e significativa", poi aggiunge:
"So che ciò non basta e che bisogna scongiurare il
rischio di autocompiacimento di alcuni settori della
sinistra radicale che sono spinti a isolarsi come
minoranza".
Rutelli difende in modo netto la scelta dei leader
dell'Ulivo di partecipare alla manifestazione: "La
società oggi è mobile e so che non pochi manifestanti
presenti ieri in piazza votano per noi della Margherita.
Sarebbe un errore dunque mostrare disprezzo e distanza
per quelle migliaia di persone, anche perchè è finito
da un pezzo il tempo in cui i leader politici
incontravano i cittadini solo se si rispettavano
determinate liturgie".
E d'altronde, osserva Rutelli,
"così è successo alla Marcia della Pace di Assisi
e al corteo della Cgil a Roma e il tempo ha dimostrato
che avevamo ragione. Noi vinceremo se tutto il nostro
popolo sarà motivato e impegnato. E lo sarà se i suoi
leader saranno disposti ad essere gente capace di
guidare, ma anche di ascoltare".
Molto più critico il leader dell'Udeur, Clemente
Mastella: "Sia chiaro - osserva - che laddove
l'Ulivo diventi così, diverso dalla coalizione, un Ulivo
che sia non solo 'movimentista', ma anche
'giustizialista', con una eticità di troppo e un
moralismo che non mi convince, porrei al mio partito la
questione di un congresso straordinario. A quel punto la
mia prima indicazione potrebbe essere quella di un centro
che si allei con l' Ulivo, ma non all'interno".
Sul futuro dell'Ulivo si è pronunciato anche Rutelli:
"Non va ibernato. Sappiamo bene che il vero problema
del centrosinistra è ridurre la frammentazione esterna e
che allo stesso tempo bisogna tenere tutti insieme. La
memoria del tempo stempera i ragionamenti sul perchè due
partiti si presentarono da soli e quindi contro l'Ulivo.
Ho letto che Bertinotti ha definito l'Ulivo come una
prigione. Sono convinto che saranno pochi gli elettori
democratici che preferiranno uscire da questa prigione
per finire nel 2006 di nuovo nel meraviglioso paradiso in
terra del governo Berlusconi".
Insomma, secondo Rutelli, bisogna "accelerare il
cammino e dimostrare di essere bravi", dare poi
"piena dignità certo a tutti i partner, ma
procedere con decisioni a maggioranza. Sulle questioni di
principio si riunisca l'assemblea dei parlamentari
dell'Ulivo. Se mi troverò in minoranza, voterò
disciplinatamente con le scelte della maggioranza".
L'ultima battuta è una stoccata contro l'esecutivo:
"L'Italia paga il pegno di un governo indecente il
centrosinistra porterà in piazza un milione di persone
durante la finanziaria su temi come sanità, scuola,
economia".
(15 settembre 2002)
LINTERVISTA
/ Fisichella (An): in sede istituzionale si sono ridotti
gli spazi del dibattito e del dissenso
«Nel
Polo sbagliamo a sottovalutarli, lopposizione sta
tornando unita»
- ROMA
- «Il centrodestra non deve sottovalutare la
manifestazione di San Giovanni e non soltanto
perché ha avuto un successo che è andato
probabilmente al di là delle previsioni degli
stessi organizzatori». Domenico Fisichella,
vicepresidente del Senato, evita di ricorrere
allironia usata invece dal suo compagno di
partito Maurizio Gasparri. Adotta invece il
taglio del politologo. Senatore, perché il
centrodestra deve preoccuparsi?
«A suo tempo, anche il Polo fece ricorso
alle manifestazioni di massa. E così galvanizzò
il suo elettorato e ciò ebbe effetti positivi
sul piano del voto. Ci sono poi altri due
elementi sui quali occorre soffermarsi...».
Quali?
«Il primo. Alle politiche del 2001 il
centrosinistra perse perché non riuscì a
includere Rifondazione comunista e il movimento
di Di Pietro attraverso candidature unitarie.
Sabato scorso viceversa sia luna sia
laltro erano in piazza assieme agli altri
spezzoni del centrosinistra. Quindi esiste alla
base una forte spinta allunità. Tale
unità non si è ancora realizzata perché la
pressione è rivolta soprattutto contro
Berlusconi. Ma è innegabile che vi sia una
spinta verso una piattaforma programmatica nella
quale possano riconoscersi tutte le
opposizioni».
Veniamo al secondo aspetto.
«La manifestazione di sabato ha assunto un
rilievo particolare perché in sede istituzionale
si sono ridotti gli spazi del dibattito e del
dissenso».
Perché?
«Oggi per le minoranze è più difficile
costruire lalternativa allinterno del
Parlamento. Ecco perché trasferiscono in
unaltra arena la competizione. Ciò non
significa che larena parlamentare sia
diventata irrilevante. La piazza costituisce
però un modo per esprimere meglio il loro
dissenso e la loro opposizione allattuale
maggioranza».
Fermiamoci su questo aspetto. Non ritiene che
ricorrere alla piazza sia la conseguenza di una
scelta politica, ossia di non volere interloquire
nelle sedi istituzionali con lattuale
maggioranza?
«Le opposizioni partono da un presupposto.
Gli spazi della comunicazione politica della
sinistra, dicono, si sono ridotti. Il sistema tv
privato è legato al capo del governo, quello
pubblico è vicino alla maggioranza, pertanto
sostengono che le opportunità di un dibattito ad
armi pari diventano più scarse. Cè poi,
sul terreno della produzione legislativa, la
volontà della maggioranza di procedere. E a
questo fa riscontro una rigidità delle
opposizioni. Ecco perché ridimensionata
larena mediatica scelgono la piazza. E la
piazza spinge verso lunità...».
... e questo può diventare un pericolo per
Berlusconi?
«Per ora lo è soltanto da un punto di vista
teorico. Se però le componenti esterne si
saldano allUlivo ed elaborano un progetto
programmatico, i numeri che si creano diventano
pericolosi per il centrodestra».
E la maggioranza come dovrebbe reagire?
«Deve dare prove di maggiore capacità
operativa. Già oggi, se il centrosinistra avesse
recuperato un indirizzo unitario, la maggioranza
vivrebbe una condizione di notevole
difficoltà».
corriere della sera 15 sett.di lorenzo fuccaro.
Commenti positivi da parte dei
dirigenti della Quercia
Ma il segretario ds ha detto: "Non ho sentito il
discorso"
Fassino:
"Ora siamo più forti
Andremo avanti insieme"
D'Alema (assente): "Una grande
manifestazione"
ROMA - L'intero centrosinistra
applaude la gente di piazza San Giovanni. Da D'Alema (che
non c'era) a Fassino, Veltroni e Rutelli che c'erano. Da
Bertinotti, a Rosi Bindi a Franceschini. Più prudenza su
Moretti e sul suo discorso. Fassino dice di non averlo
ascoltato, D'Alema parla più della manifestazione ma
ammette che "è stato bello ed efficace nella
comunicazione", Rutelli spiega il taglio della sua
presenza: "Sono venuto ad ascoltare la gente".
Veltroni, invece, va ad abbracciare il regista e
Franceschini ammette: "Dovremmo dirgli grazie".
Complessivamente, però, la prova sembra superata: un
rapporto tra "girotondini" e partiti del
centrosinistra c'è e la gente che oggi è andata in
piazza San Giovanni aveva più voglia di manifestare e
festeggiare che di fischiare i leader ufficiali della sua
parte politica. Così, dall'altra parte, si preferisce
incassare il risultato di un ritrovato movimento contro
il governo piuttosto che soffermarsi sui distinguo e
sulle critiche dei "girotondini" per altro oggi
pacate e quasi affettuose.
Piero Fassino, segretario Ds, (pur
confessando di non aver ascoltato Moretti) non vede
alcuna contraddizione tra movimento dei girotondini e
partiti del centrosinistra: "Qui c'è la stessa
gente delle manifestazioni del 2 e del 23 marzo". E
il sindaco di Roma Walter Veltroni è uno dei primi ad
abbracciare Moretti appena terminato il discorso dal
palco di piazza San Giovanni: "Un discorso perfetto.
La responsabilità della politica organizzata è di
entrare in sintonia con questi movimenti e insieme
costruire le condizioni per un programma
riformista". Fabio Mussi, vicepresidente della
Camera, commenta in diretta mentre ascolta le parole
Moretti: "Un discorso molto politico - dice- e molto
di qualità".
La sinistra ufficiale, quella dei Ds, quella che, in
fondo, con il movimento dei "girotondini" ha i
rapporti più contigui e, nello stesso tempo, più
difficili, promuove la piazza e la manifestazione anche
se Fassino, a chi gli ha chiesto un commento sul discorso
di Moretti, ha risposto: "Non l'ho ascoltato, stavo
parlando con la gente". E quando gli sintetizzano il
contenuto, liquida il tutto con quattro parole:
"Terremo conto, terremo conto".
Al suo arrivo, il segretario ds aveva
detto: "L'opposizione esce da questa manifestazione
più rafforzata e più fiduciosa delle proprie
energie". E poi: "Rispetto a un anno fa, le
cose sono cambiate: in questi mesi abbiamo costruito una
opposizione che è cresciuta grazie alla mobilitazione
dei sindacati, dei girotondi ed alle iniziative dei
partiti e alle battaglie in Parlamento. A questo punto il
problema è unire tutte queste forze".
D'Alema, come ampiamente preannunciato, non era presente.
"La7" lo ha intervistato a Reggiolo in Emilia
dove partecipava a una festa dell'Unità: "A Roma
c'è stata una grande manifestazione - ha detto il
presidente ds - manifestazione di cittadini con o senza
partito che rappresenta tutto il centrosinistra e va
anche oltre. Nel paese crescono l'insofferenza e la
delusione nei confronti del governo. Il nostro compito è
raccogliere questa spinta e costruire un'alternativa
facendo una sintesi politica". D'Alema ha evitato
commenti sulla sua assenza "dipinta, come sempre, in
modo esagerato" e ha riconosciuto valore ed
"equilibrio" al discorso di Moretti.
Applausi e grida di "bravo, bravo" e
"salvaci tu" per Sergio Cofferati. Il
segretario della Cgil è arrivato mentre Moretti stava
già parlando e si è capito subito che, per questa
piazza, il sindacalista è tra i leader più amati quanto
e più dello stesso Moretti. "La piazza e la
politica devono andare insieme" ha detto Cofferati
"perchè la piazza è una parte della
politica".
Consensi, ma anche qualche fischio ("Ci hai fatto
perdere") per Fausto Bertinotti: "Continuo a
pensare - replica
Bertinotti - che sia stato un errore drammatico il non
aver visto che da lì cominciava la rivincita delle
destre. Ma ora la nuova stagione comune deve ripartire
con il rifiuto della guerra'.
"Stupendo": un commento anche tecnico, da
attore e regista di teatro ad attore e regista di cinema.
E' il giudizio di Dario Fo sulle parole di Nanni Moretti:
"Il suo è stato un ottimo discorso, preciso,
intelligente, di grande teatro, di grande ironia".
Una piazza in fondo disponibile con i politici del
centrosinistra. Applausi e cenni di approvazione per
tutti. I "girotondini" insomma, sono parsi
disposti a riconoscere la mera presenza come sufficiente
a ristabilire un legame, un rapporto. E senza molte
distinzioni fra i rappresentanti della sinistra e quelli
della Margherita. Francesco Rutelli ha detto di non aver
mai avuto dubbi sul venire o meno: "Una
partecipazione critica di cui abbiamo bisogno. L'unità
la stiamo prepaando ascoltando tutti. Trovo importante il
messaggio sulla giustizia uguale per tutti che viene da
questa piazza".
Rosi Bindi è stata appaludita: Il suo commento: "Un
discorso serio, animato da grande passione civile. Il
modo in cui ha posto il rapporto tra le istituzioni
politiche e i movimenti credo sia stato molto
corretto". Ed Enrico Franceschini (coordinatore
della Margherita) è andato anche oltre: "Dobbiamo
ringraziare Moretti perché ha portato in piazza tutta
questa gente, così diversa ma unita nella stessa
battaglia. E' un fatto straordinario".
(14 settembre 2002)
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