Era il lugio del 1960 quando il
"Nuovo Codice della Strada" voluto da Togni
(non so se imparentato con i celeberrimi domatori di
belve) mi tolse la Vespa 125 - da me ribattezzata
Cenerentola, dal momento che era il modello più
economico - per mancanza di patente di guida.
Non potendola ottenere se non con
un inganno o con una tangente, mi rassegnai e mi
accontentai di un Ducati 60 - Cacasenno -, seguito
nel 1969, da una Vespa 50 -Scoreggina -, che ho
tenuto fino alletà di 67 anni, gli ultimi dei
quali munito di regolare assicurazione, concessami
dallAssitalia,che conosceva i trascorsi della
mia vita e quindi la mia prudenza.
Il motivo per cui non potevo
ottenere legalmente la patente di guida è
semplicissimo: un visus deficiente e sufficientemente
imperfetto a causa di una pupilla lacerata da
interventi chirurgici degli anni 20.
E tuttavia sia con la mia
Cenerentola che con i mezzi più modesti che
dovettero sostituirla, non ho mai avuto un incidente
stradale, pur andando con quel mezzo a scuola tutti i
giorni, portando mia moglie o altra maestra. Si può
dire che ho condotto a scuola con Cenerentola una
buona aliquota delle maestre della Bassa Sabina senza
mai correre rischi.
Non solo: con i mezzi che ho
nominati sono andato a pesca di giorno e di notte
nell Tevere o nel torrente Farfa, sempre sicuro e
indenne, grazie alla coscienza dei miei limiti. Né
basta: divenuto direttore didattico, i mezzi di cui
disponevo mi sono serviti per andare a visitare le
scuole diurne e serale, come, ad esempio i CSEP e
cioè i Centri Sociali di Educazione Permanente
allora attivi, anche in strade di montagna, come le
frazioni di Leonessa e le scuole del Circolo
didattico di Monopoli, tra le quali Mompeo e
Salisano.
Una mia carissima amica, non ancora
trentenne a laureata in scienze elettroniche è stata
ridotta a malpartito da una sanissima conduttrice di
automobili anche veloci, patentata e ripatentata,
malgrado gli incidenti anche mortali causati: quello
causato alla mia amica era il terzo o il quarto da
lei causato. Credo che, se viva, guidi ancora,
perché la patente le era stata anche per la quarta
volta restituita.
Il 23 marzo 2001, mentre andavo a
piedi a fare la mia solita passeggiata di
dieci-dodici chilometri sono stato investito da un
patentato di 74 anni - io ne avevo 82 e marciavo
ancora sul piede di dieci chilometri e mezzo
lora - in un viale a senso unico, Viale
deJuliis di Rieti, dopo che il guidatore assassino
aveva operato una frenata che da un lato era
risultata alla polizia di sette metri e mezzo e
dallaltra di un metro in più, senza che a quel
vecchio patentato sia venuto in mente che sarebbe
bastato ruotare di qualche grado lo sterzo per
evitare non un pedone ma un autotreno.
Ora sono con un equilibrio
compromesso e un cuore massacrato dalla perdita di
sangue che nelloccasione portò la mia
emoglobina al livello di 6,5 da 14 che sarebbe stato
il livello normale
Quanti potrebbero narrare storie
anche più tragiche?
Non passa un fine settimana senza
un elenco raccapricciante di morti e di invalidati
dal traffico, e si legge e si sente per radio e TV di
corse fatte con motori truccati nientepopodimeno che
nel raccordo anulare della Capitale.
A differenza della riforma del 1960
oggi ci sarà la patente a punti: i quali varranno
regolarmente tolti a chi non ha santi in paradiso,
mentre vedranno la chiusura di tutti gli occhi che
dovrebbero vedere qualora si tratti di persona in
vista e"intesa."
E tuttavia la patente continua ad
essere rilasciata solo sulla base dellottima
vista - ma quanti la fanno in barba anche in questo!?
- e del buon udito, e, con accorgimenti, anche a chi
accusa handicap, come fu di mia moglie, la quale ha
guidato una DAF senza mai fare incidenti fino a che
la scienza medica lha uccisa prematuramente
continuandole a fornire clim depositum anche dopo
lablazione per carcinoma solido della prima
mammella.
Ah, mi sovvien di un certo Luciano
De Crescenzo, che non dovrebbe essere proprio ignoto
alle autorità politiche riformatrici del codice
della strada, il quale già qualche decina di anni fa
fece la proposta di vietare che le automobili
potessero sviluppare una velocità di troppo
superiore a quella massima consentita su strade e
autostrade. Faccio mia la saggissima proposta dello
scienziato scrittore e divulgatore di filosofia,
senza speranza però, perché se le macchine non sono
veloci non si vendono, e allora il mercato entra in
crisi e questo è peggio che le troppe morti, che a
prole si piangono da tutti.
Quando coscienza umana e retta
adotterà non solo la proposta De Crescenzo, ma anche
una riforma dellesame di patente che includa la
sicurezza di riflessi e la lucidità mentale, oltre
che una coscienza solidamente rigorosa? (Illusione!
Si vuole anticipare a 16 anni letà della
concessione della patente di guida!)!
Mi duole che non solo queste
proposte non vengano tenute in considerazione dai
politici, ma esse sono poste in non cale persino da
quelle che vengono considerate "autorità"
morali" perché sedicenti seguaci di religioni
false e bugiarde, perché discordi persino con i
testi sacri da esse stesse dichiarati canonici. A
queste preme più un embrione appena fecondato che
tanta gente uccisa e/o assassina nel fior degli anni.
Vuoi mettere il sesso? Ne detesto labuso, ma
non posso ignorare che lo stesso Gesù Cristo fu
misericordioso non solo con la Maddalena, che forse
non era quello che si ritiene, una meretrice, ma
anche con ladultera e con la Donna samaritana,
senza contare che nella sua genealogia Matteo include
persino Raab, nota meretrice di Gerico al tempo di
Giosuè.
E che dire dei "Sindacati,
Confederali e non? A loro basta che ci sia il lavoro:
non protestano neppure se tale lavoro viene offerto
per produrre armi, figurarsi se possono intervenire
perché non si fabbrichino automobili che non vadano
oltre cinque-dieci chilometri di velocità massima
consentita nelle autostrade!
Mi pare verosimile quanto
raccapricciante pensare che questi operai e i loro
bambini, nonché le loro mogli, campano sul sangue
sparso in grazia di produzioni del genere. E questo
mi mortifica perché fui politicamente attivo nelle
file di quello che fu il Partito Socialista e
dirigente provinciale della CGIL.
Frino a quando lumanità
avrà la coscienza così pelosa da sopportare
brutture come queste?
Come quando le pie associazioni e i
parftiti dei lavoratori non insorgeranno per questa
umanità sacrificata al mercato?
Se potesse servire pronuncerei una
maledizione. Mi limito a chiedere a Dio misericordia
per questi assassini e autorizzatori di assassini.
Credo ne abbiano più bisogno degli altri.
Rieti, mercoledì 25 giugno 2003