Comitato sardo
Gettiamo le Basi
Scorie nucleari: il grande
business
L'apparato
militar-industriale, insediato ai vertici della Sogin
dopo aver scalzato la dirigenza
tecnico-scientifica, ha messo saldamente le
mani sulla gestione delle scorie nucleari che
rappresenta anche un colossale business con ampie
prospettive di futuro.
Il generale Jean, investito di poteri da monarca
assoluto di settecentesca memoria, sceglierà il sito
di stoccaggio e limpresa che beneficerà dei
colossali lavori di costruzione del sarcofago,
laffare del secolo.
Vari indizi portano a ritenere che lappalto
plurimiliardario sarà conferito alla Impregilo
S.p.A. il cui presidente è l'economista
cagliaritano Paolo Savona che gode, sia della solida
amicizia del presidente della Sogin, il generale
Jean, sia della fiducia del presidente della Regione
Autonoma della Sardegna, Mauro Pili, che gli ha
affidato lelaborazione del piano di rinascita
dell'isola.
La stampa ha ricordato che la Sogin, investita di
poteri straordinari dalla Regione Campania, ha
predisposto il piano di gestione rifiuti per
larea napoletana e lappalto è andato
alla Impregilo S.p.A., un affare di 320
milioni di euro d'investimenti.
Per approfondire i rapporti tra i presidenti della
Sogin e dellImpregilo S.p.A, Carlo Jean e Paolo
Savona, inoltriamo un articolo inviatoci lo scorso
febbraio da Giuseppe Scano, responsabile per la
Sardegna del sito www.censurati.it. Il titolo è
significativo: "Un giallo italiano a base di
SISDE, militari e nucleare?". Segnaliamo che un
passaggio di scarsa rilevanza del testo è stato
contestato da Marco Trachi, per correttezza,
riportiamo integralmente la smentita in
"aggiungi un commento.
********
Scorie:
il controllo di una risorsa utilizzabile a fini
bellici
E' improbabile che i militari rinuncino al totale
controllo di un patrimonio spendibile per la guerra
stoccandolo in una qualsiasi miniera o tunnel, fuori
dalla loro piena disponibilità. Lo conferma il fatto
che la Sogin ha posposto i criteri rigorosamente
tecnico-scientifici d'individuazione del sito di
stoccaggio e ha privilegiato i criteri più fumosi e
meno verificabili della sicurezza antiterrorismo
affidandone la valutazione alla sensibilità
militare del generale Jean coadiuvato dal Sisde. In
base a questi insondabili parametri neanche il
complesso militare Sella del Diavolo-Sant'Elia è del
tutto al riparo dal rischio di diventare la
pattumiera radioattiva d'Italia.
Il presidente della commissione Ambiente della
Camera, Pietro Armani, ha fatto sua lopzione
militare e ha indicato i poligoni tra i siti ideali
(8 aprile 03). Il generale Jean ha puntualizzato che
uno dei requisiti è il rispetto aereo
della zona. Gli spazi aerei dichiarati
"Proibiti, Ristretti, Pericolosi (Danger) "
alla navigazione civile sono quelli militarizzati.
In Sardegna, il cielo libero da schiavitù
militare è ben poca cosa. Da circa mezzo secolo, Le
F A tengono sotto sequestro, non solo un abnorme
estensione di terra e la stragrande maggioranza dello
spazio aereo che sovrasta l'isola, ma anche le
immense zone aere e marittime che la circondano a est
e ovest. La gabbia d'interdizioni militari in terra,
in mare e in cielo che imprigiona la Sardegna non ha
termini di raffronto con nessunaltra regione
d'Italia.
Non ripetiamo le preoccupazioni argomentate nelle
e-mail inviate il 19 aprile alla stampa, a tutti i
parlamentari sardi, ad alcuni consiglieri regionali,
a movimenti e associazioni di base.
Ribadiamo che troppi indizi fanno ritenere che la
sciagurata scelta sia ricaduta su di un poligono
della Sardegna, senza escludere del tutto dalla lista
dei sospetti le altre strutture militari dell'isola.
Riproponiamo le forti inquietudini che il sito
prescelto sia
Il Poligono Interforze Salto di Quirra
Motiviamo le ragioni dellallarme:
1) E' il poligono più vasto d'Europa ed è situato
in una delle zone più spopolate d'Europa. Il tipo di
esercitazioni/sperimentazioni, rivolto in prevalenza
da terra verso il mare, consente maggiore sicurezza
rispetto a Capo Teulada, perennemente bombardato da
terra, dal mare e dal cielo;
2) la clientela pagante del poligono, le grandi
multinazionali produttrici di sofisticati ordigni
bellici, non dovrebbero avere ragioni per opporsi,
anzi godrebbero dell'ulteriore vantaggio di disporre
di una discarica legale di rifiuti pericolosi e, al
contempo, di risorse utilizzabili nella
sperimentazione di nuovi sistemi darma.
Alcuni intrecci societari meriterebbero un
approfondimento. Ad esempio: la Fiat Avio è una
delle imprese che "affittano" stabilmente
il poligono Perdas-Quirra per sperimentare e
collaudare i costosi ordigni di morte a tecnologia
avanzata; Fiat Avio e un' altra ditta del gruppo Fiat
( Sorim ) sono presenti anche a Saluggia nel deposito
di scorie nucleari, recentemente, sono state
inglobate nella Sogin;
3) le attività del poligono sono protette da una
doppia muraglia di riservatezza, al
segreto militare si somma il segreto industriale;
4) Sono immediatamente disponibili le gallerie della
miniera d'arsenico di Baccu Locci, in parte già
comprese nel demanio militare la cui linea di confine
spezza il complesso in disuso
5) "La scienza di Stato", ignorante
delle acquisizioni della letteratura medica, ha
spudoratamente conclamato che la causa della
"Sindrome Quirra/Escalaplano" è la vecchia
miniera d'arsenico, di conseguenza, non ci sarebbero
problemi a spostare di poco la perimetrazione del
poligono per metterla sotto totale controllo
militare, ovviamente, per salvaguardare la
popolazione dal terribile arsenico! Inoltre, se lo
stoccaggio delle scorie nucleari dovesse produrre
"effetti collaterali", la "scienza di
Stato" accerterebbe facilmente che l'agente
killer è sempre la solita miniera.
6) Il contesto socio-culturale è tra i più
favorevoli. Isolamento e povertà sono fertile humus
per soffocare proteste e far ingurgitare qualsiasi
abuso. Sindacati e politici, destri e sinistri, sono
sempre stati pronti a scendere in piazza per
difendere il poligono della morte e chiederne il
potenziamento; i pochi che hanno osato denunciare la
"sindrome Quirra-Escalaplano" sono stati
prontamente emarginati; le coraggiose campagne stampa
non hanno scosso l'indifferenza dell'isola verso le
"strane" patologie che devastano le
comunità coinvolte, loro malgrado, dalle attività
della macchina bellica.
Invitiamo tutto il popolo sardo alla massima
vigilanza su questo angolo martoriato dellisola
che sta pagando un costo insostenibile, in termini di
vite umane e di emarginazione economica,
sullaltare dei profitti dellindustria
della guerra e, probabilmente, anche sullaltare
del business del riciclaggio delle scorie
nucleari.
Alcuni segnali aprono una speranza. Alcuni sindaci,
finalmente, hanno unito le forze per opporsi alla
minaccia nucleare; i media danno fiato alla lotta
dellIsola; il Consiglio regionale mette
allordine del giorno il tema; partiti,
sindacati e un numero crescente di organizzazioni
respingono lipotesi che una qualsiasi parte del
territorio sia trasformata in discarica radioattiva.
La lotta istituzionale da sola non basta. La
Sardegna, con un milione e mezzo di abitanti, non
può competere con le altre Regioni con i loro 3-5
milioni di abitanti. Le regole del gioco
democratico la danno perdente.
Solo se ciascuno di noi assumerà il ruolo
dinflessibile sentinella, di scudo umano a
difesa dellIsola avremo la forza di respingere
lennesimo sopruso, lennesimo schiaffo
alla nostra dignità.
Comitato sardo Gettiamo le Basi
tel
070 823498-- 3386132753
----- Original Message -----
From:
giuseppe scano
To:
Sent: Tuesday, February 11, 2003 12:11 AM
Subject:
Un "giallo" italiano a base di SISDE,
militari e nucleare?
- Un
"giallo" italiano a base di SISDE,
militari e nucleare?
- Una
notizia che stranamente è stata trascurata
da tutti i quotidiani risale al 21 novembre
passato quando a Roma lassemblea della
"Società Gestione Impianti
Nucleari" (Sogin S.p.A [1]), ha nominato
il nuovo consiglio di amministrazione. La
notizia sulle nuove nomine del consiglio è
passata davvero in sordina. Come mai?
- La Sogin
S.p.A. è una società creata appositamente
dalla riorganizzazione dellENEL, a
partire dal 1 novembre 1999, su richiesta del
Governo per la chiusura e smantellamento
delle installazioni nucleari italiane, per la
gestione e allontanamento delle scorie
radioattive prodotte e per il ripristino e
valorizzazione dei siti inquinati.
Attualmente la Sogin S.p.A. possiede una
forza lavoro di circa 600 unità (ereditati
principalmente dalla gruppo Enel) che si
occupano di quattro siti: Garigliano, Caorso,
Trino e un reattore a Latina. Nel 1988, come
conseguenza del referendum popolare
dellanno precedente in cui oltre
l80% dei votanti dice no alla
costruzione di centrali nucleari in Italia,
il governo decise di arrestare anche la
costruzionedelle centrali di Montalto di
Castro e Trino 2 il cui funzionamento doveva
cominciare una decina di anni fa.
- Anche il
ministro dellAmbiente, Altero Matteoli,
intervenendo il 23 dicembre nel corso di
unaudizione alla Commissione bicamerale
dinchiesta sul ciclo dei rifiuti
nucleari, ha detto che la Sogin risulta
"il soggetto ideale" per
individuare il sito nazionale destinato ad
ospitare tutti i rifiuti nucleari presenti in
Italia [2].
- Alla fine
del mese di Novembre dello scorso anno quindi
durante lultima assemblea è stato
nominato anche il nuovo presidente che si
occuperà di coordinare questa delicatissima
questione e che deciderà delle
infrastrutture da smantellare (le ex-centrali
nucleari) e da costruire (siti per i rifiuti
delle centrali) con un giro di affari
milionario, tale Carlo Jean.
- Il nuovo
presidente, che sostituisce il Prof. Maurizio
Cumo Professore Ordinario di Impianti
Nucleari presso l'Università degli Studi di
Roma "La Sapienza", ha un passato
al Centro Informazioni Studi Esperienze
(CISE) e come docente nella Libera
Università Internazionale degli Studi
Sociali [3]. In particolare,
questultima università trae origine, e
motivo di esistenza, negli anni settanta
quando è riuscita ad avere nuova linfa
vitale dallinteressamento economico di
un gruppo di imprenditori, tra cui Umberto
Agnelli, che decidono di investire risorse
umane e finanziarie in un "innovativo
progetto di formazione della classe
dirigente" in cambio di una
scalata nel consiglio di amministrazione
dellUniversità di alcuni imprenditori
italiani di successo.
- In questo
modo la storica ex-Università Pro Deo viene
sostituita, nel 1977, dallUniversità
denominata "Luiss - Libera Università
Internazionale degli Studi Sociali Guido
Carli" e dopo un solo anno l'allora
Presidente di Confindustria Guido Carli
scalandola diventa Presidente
dell'Università prendendone, di fatto, il
comando decisionale [4].
- E
proprio in questo contesto di scalate
cultural-imprenditoriali che ritroviamo a far
lezione agli studenti delle aule affollate il
Docente di Studi Strategici presso la
Facoltà di Scienze Politiche il Prof. Carlo
Jean a testimoniare sempre più la
connessione fra economia e guerra.
- Infatti,
Carlo Jean è in realtà un Generale e
Presidente del Centro Alti studi per la
Difesa (CASD). Questultimo centro, come
si può leggere dalla home page, "e'
l'organismo di studio di più alto livello
nel campo della formazione dirigenziale e
degli studi di sicurezza e di difesa".
Il compito di questa istituzione è quello di
fornire "ad un ristretto numero di
qualificati ufficiali di grado elevato, la
possibilità di conoscere gli aspetti della
vita nazionale che si connettono con le
questioni
- militari
e di esaminare, collegialmente,
essenzialmente con fini propositivi,
problematiche relative alla difesa del
Paese" [5].
- Il
Generale Carlo Jean, ora diventato presidente
della "Società Gestione Impianti
Nucleari" in Italia, ha un passato di
tutto rispetto nellambito militare
entrando ed uscendo dallAccademia
Militare di Modena (dal 1953 al 1955) e dalla
Scuola di Applicazione di Torino (1955 al
1957). Ha frequentato anche la Scuola
Superiore di Guerra italiana e francese e il
Centro Alti Studi per la Difesa oltre ad aver
comandato il gruppo tattico "Susa"
(componente italiana della Forza Mobile Nato)
ed aver prestato servizio nelle Brigate
Alpine "Julia",
"Taurinense", "Orobica" e
"Cadore" [6].
- Per farsi
un quadro completo del nuovo Presidente della
Sorin S.p.A., il Generale Carlo Jean, bisogna
considerare anche il suo pensiero politico
oltre che alla posizione e alle amicizie
allinterno dellintellighenzia
italiana.
- Tra le
opere letterarie del militare si può leggere
il libro "Luso della forza: Se
vuoi la pace comprendi la guerra" [7] o
larticolo dal titolo "Russia dove
vai?" uscito in "CHARTA MINUTA-
Ogni mese una tappa. Per far crescere la
destra" insieme a Davide D'Antoni [8].
- Il fine
pensiero politico di questultimo
personaggio è rintracciabile in alcuni
articoli, usciti con la sua firma,
direttamente nella rivista della nuova-destra
"Diorama" [9]
dellex-fuoriuscito dal MSI, negli anni
ottanta per un dissenso con lala
rautiana
- del
partito, Marco Tarchi [10]. ( Marco Trachi ha
smentito i rapporti con Davide
D'Antoni.GettBasi)
- Il
generale Carlo Jean, tra i tanti articoli,
affidava il suo lungimirante pensiero
politico precorrendo i tempi
sullattuale assetto geopolitico ad
egemonia americana, in tempi assolutamente
non sospetti. Infatti, allinizio del
1995, pubblicava larticolo dal titolo
"Geopolitica, geostrategia e geoeconomia
nel mondo post-bipolare" sul sito del
SISDE [11]. Questa sua florida collaborazione
con il SISDE continua fino al 2000 quando
compare il testo tratto dalla conferenza
tenuta il 21/01/2000 presso la Sala Briefing
della Direzione del SISDE dal titolo
"Criminalità organizzata interna e
stabilità nei Balcani" [12] dove è
sostenuta la tesi che "...questa massa
di immigrati balcanici crea in Europa presidi
di capisaldi mafiosi" oltre ad un
capitolo, dal titolo inquietante "armi
nucleari", nel "Il Libro dell'Anno
2000" della Treccani [13].
- Proseguendo
nella sua pubblicistica, il nostro
militar-e/ista Carlo Jean, scrive anche
"Geoeconomia. Il dominio dello spazio
economico" a quattro mani con Paolo
Savona [14].
- Questultimo
[15], oltre ad essere professore ordinario di
politica economica anche lui proprio alla
Luiss-Guido Carli di Roma [16], risulta
essere, dal 14 dicembre 1999, il Presidente
dell'Impregilo S.p.A.[17] per aspettare il 17
Ottobre 2002 quando lAssemblea
Straordinaria di Impregilo S.p.A. ha
deliberato la fusione per incorporazione di
Fisia Partecipazioni S.p.A. (controllata al
99,893% da Impregilo S.p.A.) in Impregilo
S.p.A in modo che la fusione ha comportato
lassegnazione agli azionisti di Fisia
Partecipazioni S.p.A. di 4 azioni ordinarie
di Impregilo S.p.A. per ogni azione ordinaria
di Fisia Partecipazioni S.p.A. [18].
- La stessa
dell'Impregilo S.p.A., appunto presieduta da
Paolo Savona, ha costruito 21 Km del tratto
autostradale "Ecovias dos
Imigrantes" (3 gallerie e 4 Km di
viadotto) che collega laltopiano della
metropoli di San Paolo (18 milioni di
abitanti) con la regione costiera e con il
porto di Santos, mediante finanziamenti (400
milioni di euro) e fondi ottenuti da diverse
banche ed istituti di credito, tra cui: Banco
Interamericano di Sviluppo (BID),
Mediocredito Centrale, Banca Nazionale del
- Lavoro
(BNL), e Banco di sviluppo brasiliano
(BNDES). Questi Istituti naturalmente saranno
rimborsati con i flussi di cassa derivanti
dai pedaggi della concessione autostradale
[19].
- Ma, tra
le banche che hanno concesso il credito al
Presidente Paolo Savona della Impregilo
S.p.A. per costruire lautostrada
brasiliana, si può notare la presenza della
BNL il cui Direttore Generale, e poi
amministratore Delegato, è ancora una volta,
con la dote dellubiquità, Paolo
Savona.
- Alla luce
di questi documentabili fatti quindi il libro
sopracitato "Geoeconomia - Il dominio
dello spazio economico" di Paolo Savona
con Carlo Jean prende forma e applicabilità
nella quotidianità delle transizioni
economiche quando gli stessi finanziamenti
per la costruzione di grandi opere arrivano
da banche amministrate dalle stesse persone
che ne trarranno vantaggi.
- Tra il
"costruttore" e
"autofinaziatore" Paolo Savona e
colui che dovrà individuare i siti italiani
e decidere la costruzione delle
infrastrutture atte allo smaltimento delle
scorie nucleari Carlo Jean i legami non sono
tenui e non finiscono di certo con la stesura
di un solo libro. Infatti troviamo entrambi
allinterno dellAspen Institute
Italia [20Aspen]. Questultima è una
"associazione internazionale non-profit
dedicata alla discussione,
all'approfondimento e allo scambio di
conoscenze,
- informazioni
e valori" e la sua missione "...è
l'internazionalizzazione della leadership
imprenditoriale, politica e culturale del
paese" [21].
- Il
Generale Carlo Jean collabora [22] anche con
Istituto Affari Internazionali in cui uno dei
membri del Comitato Direttivo è ancora una
volta Paolo Savona [23].
- Tra tutti
questi incarichi trasversali il Professore
Paolo Savona rimane comunque un prolifico
scrittore politico non disdegnando di
pubblicare larticolo "Gran bazaar
postmoderno: la scommessa del mercato
globale: una sfida per loccidente"
per la rivista "Ideazione" [24]
nota rivista "di cultura politica di
area liberale e conservatrice" legata
allideologo del centro-destra Domenico
Menniti [25].
- Sorprendentemente
il cerchio si chiude quando si viene a
scoprire che lo stesso Paolo Savona è stato
anche il Presidente del "Consiglio
Tecnico Scientifico della Programmazione
Economica e della Commissione di Indagine sul
Nucleare in Italia" [26].
- Concludendo
il Generale Carlo Jean dovrà smaltire i
rifiuti nucleari italiani decidendo sia la
collocazione dei siti atti a questo fine che
appaltando la costruzione di questi.
- Dopo
tutte queste sue dimostrabilissime affinità
politiche con riviste considerate comunemente
di estrema destra e di amicizie legate ad una
certa gestione del potere e delle operazioni
finanziarie possiamo lasciare la società
civile a trarre le giuste considerazioni
sperando, al contempo, di aver dato modo di
meditare almeno su una domanda: la
"Società Gestione Impianti
Nucleari" è in mano ad una presidente
indipendente oppure il riciclaggio (di un
patrimonio forse bellico non indifferente)
delluranio proveniente dalle
ex-centrali italiane per la produzione di
energia elettrica mediante fissione nucleare
sono in gestione alla cultura militare, con
quello che può derivare nella gestione, e
quali garanzie di trasparenza si possono
pretendere dalluso di queste scorie?
- by GRANDE
FAME
- ****************************
- Riferimenti
di approfondimento:
- [1] http://www.sogin.it/
- [2] copia
cache di http://www.e-gazette.it/ecologia/a7.htm
- [3] http://www.luiss.it/docenti/curricula/index.php?cod=593
- [4] http://www.luiss.it/chisiamo/storia.html
- [5] http://www.centroaltistudi.difesa.it/origini.htm
- [6] http://www.luiss.it/docenti/curricula/index.php?cod=593
- [7] Carlo
Jean Luso della forza: Se vuoi la
pace comprendi la guerra Collana: Saggi
Tascabili Laterza, Laterza, 1996.
- [8] http://www.chartaminuta.it/charta/charta_45_jean.htm
- [9] http://www.diorama.it/n252.html
- [10] http://www.intermarx.com/ossto/marioBO.html
- [11] http://www.sisde.it/sito/Rivista1.nsf/servnavig/3
- [12] http://www.sisde.it/sito/Rivista16.nsf/servnavig/7
- [13] http://www.treccani.it/opere/librodellanno2000.htm
- [14]
Carlo Jean e Paolo Savona"Geoeconomia.
Il dominio dello spazio economico
Franco Angeli, 1995.
- [15] http://www.educational.rai.it/railibro/babele/ospiti2.asp?link=3
- [16]
http://www.luiss.it/docenti/curricula/index.php?cod=045
- [17] http://www.impregilo.it/news/documenti/comun97_it.htm
- [18]
http://www.impregilo.it/news/newsframe.htm
- [19] http://www.impregilo.it/news/documenti/com163_it.html]
- [20]
Tremonti style, preparativi di
guerra di Anemone L. Liberati, Panorama
1/10/2002 in http://www.panorama.it/economia/finanza/articolo/ix1-A020001014319
- [21]
http://www.aspeninstitute.it/AspenWeb/AspenWeb.nsf/All/Identita?Opendocument&Lingua=I&Area=10000
- [22] http://www.iai.it:8500/sections/pubblicazioni/lo_spettatore_internazionale/volumi/n06_1991.htm
- [23]
http://www.iai.it:8500/sections/istituto/staff/staff_it.asp
- [24] http://www.ideazione.com/Rivista/1997/gennaio_febbraio_1997/savona_1_97.htm
- [25]
http://www.ideazione.com/fondazione/speciale_mezzogiorno_mezzogiorno.htm
- [26] http://www.clubeconomia.it/soci/savona.php
-
- aggiungi un
commento
- :<<
Scopro casualmente proprio ora di essere
citato in un suo scritto su SISDE, militari e
nucleari. Vado a vedere il perché e,
naturalmente, risulto il "fuoriuscito
rautiano" dal Msi - nel gennaio 1981...
- che avrebbe ospitato sulla sua rivista
Diorama un articolo "firmato con il
proprio nome" da tale Davide D'Antoni.
Chi era costui? Seguo il link in nota e vedo
che si tratta di un collaboratore di
"Charta Minuta" che mi ha fatto un
anno addietro un'intervista sui giovani di
destra (in cui mi esprimevo molto
criticamente verso questi ultimi). Io l'ho
riproposta tal quale su Diorama. Che Lei ci
creda o meno, di questo signore nulla sapevo
prima dell'intervista telefonica e nulla ne
ho saputo dopo. Quali legami abbia col
generale Jean, le cui idee detesto, lo
ignoro. Mi chiedo perché si debbano
continuare a creare e nutrire equivoci
chiamandomi in causa per presunti legami con
perfetti sconosciuti, resi
"credibili", evidentemente, dal
fatto di aver militato nel Msi fino al 1981.
Del mio percorso successivo ci sono infinite
tracce pubbliche, tutte ispirate ad una
radicale opposizione verso gli ambienti che,
mi par di capire, Lei prende di mira nel suo
articolo: golpisti, atlantisti, ossessionati
dall'anticomunismo, ecc. Non le pare che
sarebbe ora di prenderne atto?
- Grazie
dell'attenzione.
- Marco
Tarchi
- Università
di Firenze
|