perche'
appoggio il ritorno dei palestinesi di giovanni trupo
La Palestina non è una cosa
morta, è un paese vivo e i palestinesi sono la
sua anima.La Palestina è ciò che i palestinesi ricreano
in tempo reale, allo
stesso modo in cui la Francia è ciò che i francesi
creano e ricreano ogni
giorno. Sono menti confuse quelle che pretendono si possa
amare la Francia e
aborrire i francesi, come se la Francia potesse esistere
senza la sua
anima.Soltanto gli stupidi turisti , provenienti dai
paesi ricchi e
perseguitati dai mendicanti, preferiscono stare negli
esclusivi alberghi di
lusso da dove si godono il paese senza mai incontrare gli
abitanti.E' come
amare una bella donna, ma odiarne il carattere e
l'essenza stessa della
persona. Amare un paese e tenersi lontani dai suoi
abitanti, è una specie di
storia d'amore che può attrarre unicamente chi ha una
passione per la
necrofilia.
Il defunto filosofo russo Lev Gumilev
(1912-1992) assicurava che ogni
paese è una simbiosi di popolo e paesaggio. Palestina e
palestinesi sono
inseparabili, i contadini e i loro ulivi, le sorgenti e
le montagne, le
cupole degli antichi sepolcri in cima alle colline hanno
bisogno gli uni
degli altri, e sono complementari gli uni rispetto agli
altri.
I palestinesi non sono un popolo oscuro e
insignificante. Sono i
palestinesi che hanno creato la Stella di Ghassul,(si
tratta di un grande
dipinto sulla parete di una casa nel villaggio
calcolitico di Teleilat al
Ghassul che raffigura una stella policroma, circondata da
mostri e maschere)
scritto la Bibbia, costruito i templi di Gerusalemme e di
Garizin, i palazzi
di Gerico e Samaria, le chiese del Santo Sepolcro e della
Natività, le
moschee di Haram al Sharif, i porti di Cesarea e di San
Giovanni d'Agri, i
castelli di Monfort e di Belvoir. I palestinesi hanno
camminato con Gesù,
hanno sconfitto Napoleone e combattuto coraggiosamente a
Karameh. Nelle loro
vene, scorre il sangue dei guerrieri egei, dei Banu
Israel, degli eroi di
Davide, dei primi apostoli di Cristo e dei compagni del
Profeta, dei
cavalieri arabi, dei crociati normanni e dei capi turchi,
tutti mescolati in
un amalgama storico. Questa fiamma non si è spenta :la
poesia di Mahmud
Darwish ,(Il più noto poeta palestinese,nato vicino a
S.Giovanni d'Agri nel
1941 e profugo all'età di sette anni)la saggezza di
Edward Said,(Nato a
Gerusalemme di famiglia cristiana,oggi professore alla
Columbia University,e
acceso critico degli accordi di Oslo) l'eccellente olio
d'oliva, il fervore
delle preghiere e il grande coraggio dell'Intifada lo
dimostrano.
Senza i palestinesi la Palestina muore. Nei
suoi fiumi scorre acqua
avvelenata, le sorgenti si seccano, le sue colline e le
sue valli sono
sconvolte, per coltivare i campi vengono importati
lavoratori cinesi, mentre
i suoi figli sono imprigionati in un ghetto . Durante gli
ultimi dieci anni,
la folle politica dei governo d'Israele ha fatto sì che
venissero importati
più di un milione di lavoratori rumeni,
russi,ucraini,tailandesi e africani.
Alcuni di questi sostengono di essere di ascendenza
ebraica : tribù
peruviane, indiani dell'Assan e l'interminabile flusso
dei rifugiati dell'
URSS, che sono arrivati in Israele. Ora l'Agenzia Ebraica
ha in mente d'
importare una tribù Lemba(sostengono di avere diritto
alla cittadinanza
israeliana perché praticano la circoncisione e non
mangiano la carne di
maiale) dal Sudafrica, per assicurare così il carattere
ebraico dello Stato
.Paradossalmente, quelli che ancora conservano una parte
delle tradizioni
ebraiche sono isolati nello Stato ebraico, come è
avvenuto per il defunto
rabbino marocchino Aryeh Der'i.(capo del partito
religioso sefardita Shas,
fu condannato nel 1999 per corruzione, un'accusa che
il partito non ha
accettato, sostenendo l'innocenza del loro leader e
paragonandolo a
Dreyfus).
Questa fantasia di raccogliere in tutto il
mondo gli ebrei, si è
frantumata contro la realtà. Finiamola con queste
illusioni. Facciamo sì che
i figli e le figlie della Palestina ritornino e
ricostruiscano Suba e Kakun,
Giaffa e San Giovanni d'Agri.
Invece di sacralizzare la Linea Verde
(La linea del cessate il fuoco del
1948,rivendicata come frontiera dai sostenitori dei
"due stati")
CANCELLIAMOLA E VIVIAMO INSIEME, I FIGLI DELLA PALESTINA,
DEI PRIMI
IMMIGRANTI, DEL MAROCCO E DELLA RUSSIA.
Dovremmo vivere tutti in un unico stato, non
solo per l'evidente
fallimento dell'accordo di Oslo. E' proprio l'idea della
divisione che è
sbagliata. Possiamo seguire l'esempio della Nuova
Zelanda, dove gli
immigrati europei vivono insieme con i nativi Maori,
l'esempio del Sudafrica
di Mandela, l'esempio dei Carabi, dove i discendenti dei
coloni
spagnoli,degli schiavi africani, dei nativi amerindi si
sono fusi in una
meravigliosa nuova razza. Strappiamo la nostra
Dichiarazione di falsa
Indipendenza e scriviamone una nuova di mutua dipendenza
e d'amore
articolo di:
Israel Shamir
Testo integrale ripreso dal libro "Carri armati e
ulivi della Palestina"
libroshamir@libero.it
- Israel Shamir, "Carri armati e ulivi della
Palestina", Il fragore del
silenzio,
Quaderni di Koiné, Editrice Crt, Pistoia, 2002,
euro 15,00. - Israel
Shamir è probabilmente il personaggio più controverso e
criticato
all'interno di Israele. Nato a Novosibirsk, in Siberia,
nel 1947, espulso
dall'università per attività sovversiva nel 1969,
emigrò in Israele e
combattè nella guerra del 1973. E' stato per lunghi anni
giornalista nella
veste di corrispondente in Vietnam, Cambogia, Laos,
Giappone e Russia per il
quotidiano Ha'aretz. Ebbene il pensiero controcorrente e
provocatorio di
Shamir poggia sul rifiuto della soluzione "due stati
per due popoli", perché
ritenuta distruttiva e senza sbocchi, propugnando invece
l'idea di un unico
Stato, tra il Giordano e il mare, con diritti uguali per
tutti i suoi
abitanti, senza discriminazioni etniche o religiose.
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