Santo wrote: < Sono in cerca di consigli, e mi hanno indirizzato a lei. Spero di non venire cestinato, anche se in effetti posso comprendere i motivi che spingono a cestinare i testi di uno sconosciuto, ma in fondo è un gesto gratuito allegare 4 parole e sperare... in consigli. Come una passione diviene mestiere? > * * * Caro Santo, io però non sono uno scrittore ma solo un giornalista. Come giornalista non sono bravo a esprimere fantasie, ma solo a cercare di rappresentare le cose che succedono o sono successe (anche magari solo dentro di noi). In altre parole, sono un artigiano che per fare le scarpe ha bisogno del cuoio. Tu invece, mi sembra da ciò che mi hai mandato, tendi più ad essere un artista, che non ha bisogno che della sua chitarra per suonare. Sono due cose diverse, e sarei molto presuntuoso se - io ciabattino e tu chitarrista - mi azzardassi a dare dei consigli. Comè che una passione diviene un mestiere? Beh, di solito non diventa un mestiere, almeno non in Italia. Camilleri ha cominciato a fare il "mestiere" di scrittore a settantanni. Montale, di mestiere, non faceva affatto il poeta. E Apollinaire, di mestiere, era sottufficiale di cavalleria. E allora? Se per mestiere intendiamo una cosa che ci dà da vivere allora devi cercarne uno vicino (non coincidente) alla tua passione - che so io: sceneggiatura, lavoro editoriale, ecc. - e cercare di diventare un professionista in questo mestiere: il che significa perdere tempo, impadronirsi delle tecniche, faticare moltissimo, farsi un none nel giro. Se invece il nome di mestiere vogliamo darlo direttamente alla nostra passione, allora... beh, allora è un nome nobilissimo, perché porta con sé una concezione concreta e utile della scrittura. Però anche in questo caso non ha molto a che fare col guadagnare: è un mestiere gratuito, come se un ciabattino (per altro orgogliosissimo di essere un ciabattino e non un "artista") volesse dedicare la propria vita a fare il più bel paio di scarpe mai visto, sapendo che non lo venderà mai ma che passerà alla storia della ciabattineria. Ecco, lavorare da ciabattini comunque può essere una cosa buona. I due pezzi che mi hai mandato non sono brutti ma: li hai riscritti almeno 5-6 volte? Allora puoi sperare di diventare un ciabattino. Li hai scritti di getto, sullimpulso della passione? Allora, al massimo, puoi sperare di diventare un DAnnunzio o una Fallaci e di farti i miliardi vendendo il tuo dannunzianesimo, prima o poi > ________________________________________ Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche neri, marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi). Cerano due amici di Palermo che si chiamavano uno Giovanni e laltro Paolo. Essi decisero di combattere contro quelli che rubavano lacqua alla Sicilia e facevano stare male i siciliani. Così diventarono giudici e fecero grandi cose. Alla fine però li ammazzarono. Alla fine però la gente fece un albero per ricordarsi di loro e forse prima o poi farli tornare. ________________________________________ Teniamoci stretti, e buona primavera. ________________________________________ demotikos@eleutheros.el wrote: Canto dei bambini di Rodi < Siamo la rondine, la rondinella che riporta con sé la primavera: eccola, bianca nera e bella che riporta la luce e i bei pensieri. Dai, tira fuori noci e frutta secca e formaggio e focacce e un po di vino: la rondinella viene e se li becca... Aspettiamo, o andiamo dal vicino? Se ci darai qualcosa ringraziamo, se no, non ti lasciamo in santa pace: la porta o la finestra ti rubiamo, ti rubiamo la donna che ti piace. E cosi piccola e leggera, quella! Dai, lasciaci un bel dono sui gradini, apri la porta, cè la rondinella! Non siamo mica i vecchi ma i bambini > ________________________________________ Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente per liberarsene, basta scrivere a riccardoorioles@libero.it -- Fa girare. "A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava) ________________________________________ ________________________________________ riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it> tanto per abbaiare 24 marzo 2003 n.171 ________________________________________ Dopo. Americani isolati, aiutati solo dagli inglesi (con l'appendice australiana) e da 200 polacchi. Però anche americani coesi - il riflesso patriottico è scattato come programmato - e molto più a destra di prima. Seppellito definitivamente Roosevelt e anche la dottrina del "mondo libero" anni '50-'60. Impero e basta, ancorché popolare. La motivazione profonda non è stata il petrolio (oggetto di speculazioni private ma non di un incoercibile interesse nazionale) ma questo scatto "imperiale" ormai maturo. "Delenda Carthago", e poi la Grecia e l'Asia e il "pane e giochi". Questo, naturalmente, rende - come si sente già da un paio d'anni - obsoleta la vecchia democrazia. Nella zona: l'Iran vince la sua antichissima guerra con Bagdad e diventa la potenza della regione. Possiede adesso interessi comuni con la Turchia e, come questa e probabilmente insieme a questa, ha le capacità e gli strumenti ideologici (islamismo sofisticato, eterodosso e moderno) per unificare sul serio, col tempo, l'intera area "islamica". Crollo del rapporto turco-americano (agli Usa i curdi servono) e di riflesso di quello, importantissimo in questi anni, turco-israeliano. Anche per ciò, impegno diretto americano nella zona. Costretti a rimanere in Iraq. Costretti però anche a importarvi un qualche rudimento "democratico" (McArthur) che eserciterà appeal sui ceti medi attualmente sotto dittatura nei regni/regimi "filoccidentali" (in particolare nella penisola). Parallelo e contrastante richiamo (stavolta non fanatico ma credibile e "ragionevole") dell'Iran o dell'asse turco-iraniano. Crisi a breve di uno o più di quei regni/regimi, evoluzione in alcuni casi "democratica" e filoamericana, in altri popolare e panaraba. In ogni caso, ostilità verso l'"Occidente" di *tutti* gli arabi (nessuno escluso, neanche i "filoamericani") per le prossime due o tre generazioni. Abbassamento e cronicizzazione del terrorismo. Pulizia etnica in Palestina. L'Onu non muore affatto: cambia di ruolo. Da cinghia di trasmissione del "mondo libero" con alla testa gli Usa, diventa camera di compensazione di tutti gli interessi anti-americani o anche semplicemente non-americani. Nel caso peggiore (per gli Usa) potrebbe anche diventare il luogo dell'alleanza di fatto fra Europa, Russia e Cina. Europa: spostamento "a sinistra" molto netto, probabile crisi o comunque forte indebolimento delle componenti "di destra" (Inghilterra, Spagna e Italia) con possibili riflessi a breve sulla tenuta dei governi. Non so se sto usando "destra" e "sinistra" in senso politico-sociale o politico-nazionale: ma non cambia molto. In ogni caso, il centrosinistra sta tornando al potere in Europa, ma molto più consapevole e incattivito. Fine di ogni residua velleità di grande politica da parte inglese (si chiude il ciclo delle Falkland, stranamente durato più di vent'anni). Fine anche delle velleità mitteleuropee, di ost-politik ecc. da parte tedesca: gli europei nuovi sono tranquillamente americani (la Slovacchia come il Kirghizistan), e dunque non sono affatto europei ma semplicemente "occidentali", qualunque cosa significhi questa strana parola. L'Europa, esattamente come prima, finisce a Berlino, Salonicco e Vienna. La sua politica naturale, ora come ora, è esattamente quella di De Gaulle: buoni rapporti con Cina e Russia, ostilità per l'America, buone parole al Terzo Mondo. * * * E noi? Intanto, in Italia, abbiamo ottenuto un successo enorme. Abbiamo fermato la spedizione italiana in Iraq (a cui il governo non avrebbe fatto la minima obiezione se non avesse avuto contro il 70 per cento dei sondaggi), abbiamo dunque salvato la vita di non sappiamo quanti concittadini e l'immagine umana del Paese. Questo dobbiamo pensarlo per prima cosa: non è vero che "le manifestazioni non servono a niente". Al contrario, da esse il governo è stato costretto a fermarsi su una classica posizione "andreottiana" ("l'Italia insulta il nemico dal balcone di casa sua") molto lontana dal cowboysmo iniziale. Di questa moderata posizione finale va dato correttamente atto al governo: partito per aggredire la Costituzione, alla fine ne è rimasto - a mio parere - entro i limiti formali, sia pure pagando un tributo al senso del ridicolo di ogni osservatore neutrale. Il transito per le basi non è un peccato di questo governo, ma il frutto "bipartisan" dell'esistenza stessa di quelle che prima erano basi straniere in Italia, ma ora sono basi straniere in Europa. * * * Una vittoria nostra, ripetiamo, su cui bisognerà costruire, a partire dall'immediato, il futuro. "Nostra", di chi? Ah, questo lo sento benissimo con le emozioni ma non riesco ad esprimerlo in parole. E' nata finalmente la sinistra, questo è certo: non un movimento qualunque, uno dei tanti, ma "il" successore del vecchio movimento operaio e socialista che per tante generazioni ci ha accompagnato, che avrà avuto i suoi errori ma che, nel complesso, ha incivilito e umanizzato il Paese. La nuova bandiera rossa, adesso è la bandiera della pace: non perché essa sia di un partito (chi ha voglia di partiti, adesso?) ma proprio perché non lo è. Come la vecchia bandiera rossa del primo movimento operaio, essa non esprime affatto un partito preciso, un'organizzazione, una setta: ma un'ansia di cambiamento, una gioventù speranzosa, dei valori, che non sono "di" sinistra ma sono "la" sinistra stessa. E come tali, a un certo momento (*questo* momento) vengono riconosciuti spontaneamente da tutti. E' lì che cambia la storia, che termina il libro vecchio e se ne apre un altro da scrivere, tutto nuovo. A questa nuova bandiera auguriamo di raccogliere tanti dolori, tante speranze e tanta umanità sulla sua strada quanti ne raccolse - nel suo cammino lunghissimo - la vecchia; ma, a differenza di quest'ultima, di non essere mai sporcata da nessuno. * * * Abbiamo tanto parlato male dell'America, nei discorsi da bar di questi tempi, che ci siamo scordati degli americani in carne e ossa, quelli veri. E' stata un'americana, una ragazza di ventitrè anni che si chiamava Rachele, la prima a morire lottando in questa guerra. Lottava dalla parte giusta, non contro altri esseri umani ma per difendere delle persone; e non aveva armi, ma il suo semplice corpo vivente. L'ha interposto fra i bulldozer di un esercito e le povere case e vite che esso voleva sgretolare, a Gaza, dentro un ghetto: ed è morta così, difendendo. Pensiamo alla ragazza Rachele, quando parliamo dell'America, in questi giorni. Perché l'America è lei, non i fantasmi sanguinosi che ora vanno in giro a mietere con la falce. ________________________________________ Bugie di guerra. C'è un osservatorio che le registra. Si chiama Mediawatch ed è promosso da un gruppo di media indipendenti: Altreconomia, Azione Nonviolenta, Buone Nuove, Guerre & Pace, Information Guerrilla, Informazione senza frontiere, PeaceLink, Terre di Mezzo, Unimondo, Vita, Volontari per lo sviluppo. Bookmark: http://www.peacelink.it/mediawatch ________________________________________ Elenco. In calce a non so che comunicato vedo - tutti in fila - un elenco di nomi: don Ciotti, Gino Strada, Terzani, padre Zanotelli e altri. Improvvisamente viene in mente che l'anno prossimo dovremo fare la lista del *nostro* governo. ________________________________________ Maschere. La guerra strappa le maschere, e a volte quel che c'è sotto è migliore. Ho visto il vecchio politico marpione parlare di sè bambino orfano di guerra; un ministro che cercava disperatamente di convincere che non belligeranza vuol dire proprio non-guerra; e persino il padrone in capo, per una volta non sorridente, spiegare imbarazzato che in realtà lui non voleva schernire i pacifisti ma solo prendersela coi propri avversari di partito. Ciascuno di loro, in quel preciso momento, sembrava - controvoglia - non insincero. La guerra, le sofferenze degli uomini, evidentemente incutevano rispetto persino a loro. L'unico che è rimasto se stesso è stato il capo dei barbari, il sacerdote del Dio Bottegaio. A lui, per primo istinto, è venuto da dire "I profughi? Non rompano il cazzo. Se arrivano, li cacceremo a pedate". E poi, trucemente, ha sorriso. ________________________________________ Banche armate. La legge 185 elimina la trasparenza bancaria sul commercio delle armi: ti impedisce cioè di sapere se la tua banca, coi tuoi risparmi, finanzia industrie di guerra. Ne stanno accelerando l'iter - denuncia un parlamentare diessino - proprio in questi giorni. ________________________________________ Cronaca. Roma. Distrutta da ignoti stronzi la lapide al vecchio leader israeliano, quello che voleva fare la pace coi palestinesi e fu ammazzato per questo. ________________________________________ Marinella M. wrote: < Bellissima la frase di Fava: "A che serve vivere se non c'è il coraggio di lottare?". Troppo spesso anch'io dimentico di chiedermelo, specie ora che voglio cambiare lavoro e non trovo il coraggio per questo "salto nel vuoto". Marinella > * * * Giovanna P. wrote: < Io cerco il coraggio di lottare ogni giorno nella mia vita quotidiana, non sono sicura di riuscirci, ma la voglia di vivere ancora c'è > ________________________________________ |
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