quattro
anni fa su un quotidiano bolognese ipotizzavo la
categoria <fascismo democratico>. mi riferivo alle
evoluzioni di alleanza nazionale a cui la sinistra
abboccava nella speranza che il partito di fini si
trasformasse in una destra alla francese. come si
può constatare questo non è avvenuto. e oggi
rilancio la categoria applicandola più
complessivamente al berlusconismo di cui a.n. è parte
integrante. il principio da cui muove l'idea di <fascismo democratico> fa propria l'elaborazione di wilhem reich: il fascismo non nasce e non muore con hitler e mussolini, ma è generato dalla società di massa di tipo industriale. l'ossimoro è evidente e nella situazione italiana è preferibile al pur importante concetto di <post-democrazia> elaborato da colin crouch perchè quello che in italia si è potuto permettere, e ancora oggi si permette, il caimano grazie al suo impero mediatico è impensabile in qualsiasi altro paese occidentale. <fascismo democratico> significa, tra l'altro, che viviamo in una società dell'inganno. sul piano politico ciò vuol dire che viviamo in una dittatura mascherata da democrazia in cui: a) esistono libertà formali ma scarsissima possibilità di modificare decisioni già prese dall'élite al potere; b) la partecipazione popolare è ridotta a riti elettorali precedentemente condizionati da chi detiene il controllo dei mass-media; c) l'informazione è profondamente adulterata da poteri non elettivi e non è sottoposta a nessun controllo popolare. esempio di libertà formale e non sostanziale: in italia c'è libertà di stampa ma non libertà di informazione. quest'ultima è, de facto, in un regime di oligopolio che vede la compresenza di tre poteri: confindustria, vaticano, mediaset. sul piano elettorale mediaset la fa da padrona semplicemente perchè il suo proprietario è impegnato in politica in prima persona. ora che con colpevole ritardo anche liberali illuminati si stanno accorgendo che l'italia attraversa una nuova forma di fascismo proviamo a fare un passo avanti (sperando di non essere anche stavolta troppo in anticipo sui tempi). nell'italia post-industriale e post-moderna il nuovo partito nazionale fascista è mediaset. la rai e la quasi totalità dei media locali fiancheggiano. se domani ci fosse davvero la democrazia occorrerebbe annoverare come reato concetti quali <colpo di stato mediatico> (più volte fatto da berlusconi) ed elaborato da paul virilio. occorrerebbe, di conseguenza, una norimberga del giornalismo italiano. a cosa servono i mass-media? sostanzialmente a imporre il pensiero unico neoliberista di cui il berlusconismo costituisce la provinciale versione italiana. tramite il suo impero mediatico berlusconi ha modificato il senso comune degli italiani: a) educadoli al consumismo, all'utilitarismo, all'individualismo; b) uccidendo la realtà a favore di una ricostruzione di parte funzionale ai propri interessi; c) ha creato paure collettive finalizzate a deviare l'attenzione dai suoi metodi di arricchimento personale e di fare politica; d) ha prodotto capri espiatori su cui indirizzare la frustrazione di una società sempre più povera; e) ha impedito la formazione del pensiero critico a favore di un modo di pensare conformista che vede in veline e calciatori modelli da imitare; f) ha imposto nell'immaginario collettivo la figura del capo carismatico (lui, ovviamente). quando berlusconi lascerà la politica il testimone passerà ai <fascisti democratici> di a.n. e si sarà così concluso il disegno della p2. grazie al controllo totalizzante dei media il <fascismo democratico> rende accettabili: a) il dominio delle élite; b) disuguaglianze sociali sempre più abissali; c) parlamenti formati quasi esclusivamente da milionari; d) sempre più alti livelli di sfruttamento sul lavoro. per trasformare in dogmi queste contraddizioni i media danno sfogo a paure collettive e a sofferenze sociali sempre più intense tramite il nazionalismo e il razzismo. la politica editoriale della stampa italiana degli ultimi venti anni può essere osservata attraverso questa lente. i <fascisti democratici> di a.n. hanno capito che si può creare una dittatura senza ricorrere ai metodi del ventennio nero ma, come gli ha insegnato il berlusconi, attraverso il controllo dei mass-media e la manipolazione dell'opinione pubblica. i loro valori di fondo restano quelli degli anni '30 del secolo scorso. il che fa ritenere che concetti quali <partiti post-ideologici>, <tramonto delle ideologie> e oggi <superamento dei concetti di destra e sinsitra> siano in realtà prodotti di campagne propagandistiche funzionali a riportare al potere la destra (con la sua ideologia). nuovi gerarchi e squadristi sono i berlusconiani (politici, giornalisti, personaggi dello spettacolo ecc.) che da decenni imperversano quotidianamente sui mass-media e in particolare sulla tv generalista. ognuno recita la propria parte. per questo sono lautamente premiati dal loro padrone. poi se occorre ci sono le forze repressive (vedi il g8 di genova 2001; recenti leggi speciali contro poveri, immigrati, rom; campagna populista contro i fannulloni; risposta poliziesca e addirittura militare ai problemi sociali ecc.). le responsabilità maggiori per l'ascesa del <fascismo democratico> sono dei partiti della sinistra e del centro-sinistra. a causa di molta arroganza (umana e intellettuale) è mancata loro la capacità di comprendere: a) l'avvento di un modo di produzione fondato sulla comunicazione; b) la forza politica dei mass-media. il punto è che sul piano culturale il berlusconismo ha coinvolto anche i gruppi dirigenti della sinistra e del centrosinistra (vedi corsa alle poltrone a fini di arricchimento personale; vedi il narcisismo di tanti esponenti ecc.). nel <fascismo democratico> lo spazio di manovra dei partiti è particolamente esiguo perchè la politica si fa soprattutto fuori dai partiti occupando i mass-media. esempi: a) pubblicità e intrattenimento televisivo fanno quotidianamente politica a favore dell'ideologia berlusconiana fornendo al pubblico significati, modi d'essere, di vivere e di sentire; b) gli inascoltabili e inguardabili tg italiani sono casi da manuale di controllo <democraticamente fascista> dell'informazione. in altre parole: il berlusconismo resta al potere anche quando il berlusconi politico è all'opposizione. mediaset e il sistema nazionale dei media hanno educato quasi due generazioni di italiani al <fascismo democratico> provocando una vera e propria mutazione antropologica, oggi definitivamente compiuta. per questo berlusconi può affermare: <la gente è con me> e finire di devastare quel poco che resta della democrazia italiana a favore di un autoritarismo plebiscitario tanto caro alla destra. politicamente e soprattutto culturalmente siamo in pieno regime. ormai in nome del principio maggioritario gli elettori mandano avventurieri alla guida delle istituzioni (locali e nazionali) e parole come libertà sono del tutto svuotate di contenuto. anzi pienamente adoperate dal <fascismo democratico> per consolidare il proprio regime. al momento i gruppi dirigenti della sinistra e del centro-sinistra che hanno lasciato trionfare il <fascismo democratico> non sembrano in grado di fare un'efficace opposizione anche perchè restano prigionieri di una visione politico-parlamentare del berlsuconismo senza comprendere che la sua forza risiede altrove. in primis nella produzione della cultura di massa. allo stesso tempo gli spazi aperti di internet non sono sufficienti ad arginare la quotidiana marea di berlusconismo che viene riversata nella coscienza collettiva degli italiani dal piccolo schermo e da un esercito di giornalisti prezzolati. infine, i prossimi attacchi dell'attuale governo a scuola e sindacato travolgeranno le ormai deboli resistenze di questi corpi sociali. il quadro è nero. ma essere consapevoli della situazione è già un buon punto di partenza. patrizio paolinelli giugno 2008 |