Intervista con PAOLO BOLOGNESI Francesco "baro"
Barilli Fonte: http://www.ecomancina.com/lastragedibologna.htm
26 settembre 2002
Bologna, ore 10 e 25 del 2 agosto 1980. L'esplosione di
una valigia piena di circa 20 chilogrammi di
"Compound B" (una miscela di tritolo e di
"T4"), piazzata vicino ad un muro portante
della sala d'attesa di seconda classe della stazione,
provoca la strage terroristica più terribile e
sanguinosa del dopoguerra italiano.
Lo squarcio è ancora lì. Parte da terra ed arriva fino
al solaio della sala d'attesa intitolata a Torquato
Secci, il primo Presidente dell'Associazione "2
agosto 1980". Sembra quasi il vezzo di qualche
architetto che ha voluto lasciare l'impronta del proprio
estro, della propria creatività... E invece è il
ricordo dello squarcio che aprì e demolì la stazione di
Bologna, quando quella valigia fu fatta esplodere. Appena
accanto a quello strappo nella parete c'è la targa con i
nomi delle 85 vittime, alla cui memoria vanno aggiunti
più di duecento feriti.
Una strage certamente non casuale: la scelta dello snodo
ferroviario più importante d'Italia, in uno dei giorni
di traffico più intenso, testimonia la lucida volontà
di provocare un eccidio di quelle dimensioni. Un eccidio
che si inserisce in quel periodo della storia italiana
definito "anni di piombo", in cui il Paese era
attraversato da tensioni sociali fortissime.
Per la strage di Bologna, dopo lunghi processi, furono
condannati quali esecutori materiali due noti esponenti
dell'estremismo neofascista, Francesca Mambro e Valerio
Fioravanti. Ma quei processi hanno anche delineato un
quadro inquietante circa il contesto in cui maturò la
strage, accertando l'esistenza di depistaggi da parte di
elementi dei servizi segreti; depistaggi che impedirono
fosse fatta piena luce su quanto successo.
Queste poche righe non riassumono certo né la dimensione
della tragedia, né i suoi presupposti, né quella lunga
serie di silenzi e depistaggi che hanno contrassegnato le
indagini. Non li riassumono e non pretendono di farlo; a
chi volesse approfondire la conoscenza dei fatti
consiglio la lettura di "Un attimo...
vent'anni" di Daniele Biacchessi (edizioni
Pendragon) e di "Bologna 1980, vent'anni per la
verità" di Fedora Raugei (Prospettiva Edizioni).
Paolo Bolognesi e l'Associazione 2 agosto 1980
rappresentano davvero una pagina della Storia d'Italia.
Una pagina piccola, forse, ma importante. E soprattutto
è quella scritta con il sangue degli innocenti.
Cerchiamo di evitare, per quanto ci è possibile, che sia
cancellata o, peggio, riscritta in modo distorto.
***
26 settembre 2002
Vivendo in un piccolo paese mi sono spesso reso conto che
il vivere "in provincia" avrà anche i suoi
pregi, ma su certe cose abbonda in difetti... La
disinformazione su certe questioni sconfina
nell'ignoranza (nel senso letterale del termine), nei
confronti di certi argomenti. Mi è capitato in più di
un'occasione di scoprire che anche persone vicine a me -
per sensibilità ed interessi - sapevano poco o nulla di
certi fatti che hanno segnato la vita del nostro Paese.
Scusa la divagazione personale, il cui senso è questo:
se, nel suo piccolo, Ecomancina può fare qualcosa per la
vostra Associazione è proprio cercare di fare arrivare a
più persone possibili informazioni sulla vostra
attività. Vorrei quindi che fossi tu a fare
l'introduzione, più che a questa intervista (entreremo
poi nei dettagli della vostra vicenda), a quelli che sono
la vostra storia ed i vostri obbiettivi.
PAOLO BOLOGNESI:
Su informazione e disinformazione quello che dici è
corretto; il punto è che tutto può essere utile per
arrivare alla verità. Vedi, in questi 22 anni noi
abbiamo perseguito innanzitutto proprio la ricerca della
verità. Ad un certo punto, quando i processi principali
si sono chiusi e le prime risposte sono arrivate,
l'opinione pubblica è sembrata influenzata più da una
corrente di pensiero che diceva "chiudiamo gli anni
di piombo, mandiamo a casa i terroristi" che non
dalla ricerca delle risposte che devono ancora arrivare,
su quei fatti. Allora noi abbiamo cercato di fare
un'operazione di chiarezza, puntando sulla difesa della
memoria. Perché, parliamoci chiaro, o di questi fatti
che sono successi - e che possono sempre ripetersi,
ricordiamolo... - resta la memoria, oppure non solo non
arrivano le risposte, ma sorge la possibilità che
vengano cambiate le carte in tavola. Memoria e
informazione sono i punti fondamentali affinchè la
verità
futura arrivi e quella acquisita non vada persa o
inquinata. E quando si parla di memoria non si parla solo
di astrazioni: per conservarla bisogna avere i documenti,
innanzitutto le carte processuali, custodirli, curarli,
fare in modo che la gente che vuole possa reperirli e
consultarli con calma. E' una cosa non sempre semplice:
l'utilizzo di internet è stato fondamentale in questo.
Tutte le sentenze, tutto quello che abbiamo è stato
pubblicato sul nostro sito.
Certo, i tempi sono lunghi ma le cose principali sono
già tutte presenti, specialmente le sentenze. Adesso
stiamo pubblicando anche quella su Ciavardini (1).
Utilizziamo anche altri siti a noi collegati, come
"stragi80" (2) , proprio per mettere on line
altri documenti "pesanti", come il libro di
Biacchessi, in modo da mantenere il nostro sito il più
possibile leggero a livello di caricamento e
consultazione.
Tutto questo discorso per dirti che quando parliamo di
memoria effettivamente parliamo, come dicevi tu, di
informazione. Insomma, se un giornale una radio o un sito
internet locali diffondono i nostri comunicati e la
nostra voce, ne siamo ben contenti! In certi paesi conta
più un "foglio" locale che non un quotidiano a
tiratura nazionale.
Per quanto riguarda la nostra storia come Associazione:
siamo nati il primo giugno del 1981. Con uno Statuto
molto semplice e, in fondo, un solo obbiettivo: ottenere
con tutti i mezzi possibili la giustizia dovuta. Perché
da vent'anni a questa parte non stiamo chiedendo
l'elemosina, questa giustizia ci è dovuta!... E da
allora ci siamo comportati coerentemente; e questa
coerenza ci viene riconosciuta dalla gente comune,
perché quando si parla di "gente di potere" la
cosa cambia. Quelli sono più propensi a darci la pacca
sulla spalla, ma poi... La solidarietà va bene
all'inizio, ma poi da certe Istituzioni vuoi risposte...
Hai accennato alle proposte di "chiusura degli anni
di piombo", anticipando una domanda che
effettivamente volevo farti più avanti.
Ciclicamente torna ad affacciarsi sui media il discorso
di un indulto nei confronti dei protagonisti di quegli
anni, di quegli episodi. Ed è triste constatare che solo
in queste occasioni si torna a parlare di voi, familiari
delle vittime, e si riporta il vostro parere. Anche in
questa circostanza però mi sembra che voi siate
letteralmente presi in giro, ossia che si sfrutti la
vostra legittima indignazione per giustificare la
chiusura ad ipotesi di amnistia - grazia - indulto che
dir si voglia. Personalmente capisco la vostra chiusura,
ma credo che tutta questa storia non sia che un modo per
mantenere la cortina di fumo attorno a certe vicende.
Mi interessa quindi porti la domanda circa un
"indulto" nei termini che, a mia opinione,
sarebbero più corretti: fermo restando che "il
perdono" è tutt'altra cosa (ossia percorso morale
individuale della coscienza), se si arrivasse davvero
alla verità sulle stragi (e quindi se si conoscessero
non solo tutti gli esecutori materiali, ma anche i
mandanti ad ogni livello, e le strategie che sottendevano
quella stagione) voi sareste disposti a chiudere la
pagina degli anni di piombo? E, se sì, come?
PAOLO BOLOGNESI:
Tu hai parlato del perdono, e la cosa va di sicuro
approfondita. E' un discorso personale, tu dici, e questo
è sicuramente vero. E proprio in quanto personale
dovrebbe essere pure un percorso silenzioso e discreto.
Lo dico perché molti terroristi (specie quelli che hanno
ammazzato i nostri familiari) ogni tanto vengono fuori
con discorsi pubblici tipo "io non c'entro niente...
però molti dei familiari mi hanno perdonato" e
questo è paradossale... A me sembra però che il perdono
in questa società serva non a sottolineare un atto
nobile da parte di un individuo offeso, ma sia la scusa
per un ribaltamento dei ruoli. "Quelli mi hanno
perdonato, quelli sì che sono esseri umani nobili... Gli
altri sono dei Caino senza cuore".... Questa è
criminalizzazione delle vittime, un vergognoso
rovesciamento delle parti! Nelle storie di stragi le
parti offese sono le vittime e i loro familiari, non i
terroristi!
Quando parliamo di provvedimenti quali amnistia o di
indulto noi diciamo solo: 1) che chi ha sbagliato deve
pagare; 2) che non si chiudono gli anni di piombo
mandando a casa i terroristi, ma con la verità. Nel
momento in cui si arrivasse a conoscere sia i mandanti
sia gli ispiratori politici, ecco che si aprirebbe
un'altra fase di discussione. Ossia quella
"giustizia dovuta" di cui ti parlavo prima (e
intendo dovuta alle vittime, ai loro familiari, alla
società civile) sarebbe stata fatta fino in fondo! Da
questo punto si potrebbe parlare anche di come recuperare
i colpevoli nella società, si potrebbe cominciare a
distinguere con calma le posizioni individuali,
eccetera.. Ma adesso sarebbe follia pura! Adesso c'è
gente che è stata condannata, ma siccome per vent'anni
non s'è fatta neanche un giorno di galera allora non è
più possibile applicare la pena... Questi discorsi
quando vengono portati ai familiari delle vittime
disturbano
enormemente.
Ma la tua domanda voglio rovesciarla: tu pensi che si
arriverà mai ai mandanti, agli ispiratori di quella
stagione? Pensi che ci si arriverà finchè esisterà in
Italia una legge che consente a gente come la Mambro e
Fioravanti, gente con 6 ergastoli a testa, di essere
fuori e di scrivere sui giornali, di diventare (come è
stata la Mambro) testimonial dell'8 marzo - la festa
delle donne -, di essere presente in Senato per dare
risalto ad una conferenza stampa sull'amnistia? E come
facciamo noi a pensare che sia possibile arrivare a quei
mandanti, a quegli ispiratori politici, quando ogni Legge
che questo Governo appoggia è un provvedimento che serve
ad allontanare quella possibilità?
Quando parliamo di rogatorie, di legittimo sospetto, non
c'è da fare tanta teoria: guarda Piazza Fontana: con la
storia del legittimo sospetto a quel processo hanno fatto
fare il giro d'Italia! Quando valutiamo le situazioni di
fatto abbiamo un conflitto di interessi anche nei
processi per strage: al processo per la Strage di Piazza
Fontana lo stato è costituito parte civile, l'On.
Pecorella difende il condannato in I° grado quale
esecutore della strage, Delfo Zorzi ed è Presidente
della Commissione Giustizia della Camera.
Insomma, la tua domanda può essere buona a futura
memoria; adesso come adesso è un vezzo intellettuale.
Adesso come adesso la cosa da fare è un'altra: anche nei
piccoli paesi (dove, come dici tu, c'è poca
informazione) ci sarebbe da andare a spiegare cos'è
davvero "il legittimo sospetto", a chi dice
"massì, cosa vuoi che sia...", e magari pensa
sia solo un tecnicismo. Il legittimo sospetto vuol dire
far ricominciare da capo un processo, magari complesso,
allungare i tempi, inquinare le acque, mescolare le carte
una volta di più...
Navigando in internet ho trovato un tuo commento al
disegno di legge che l'ex sindaco di Bologna, Walter
Vitali, ha presentato il 24 luglio 2002 per abolire il
segreto di Stato per i reati di strage e terrorismo.
Vorrei che fossi tu a spiegare i caratteri salienti di
questa proposta di legge.
PAOLO BOLOGNESI:
Allora, vediamo di fare un po' di storia: noi nel 1984
(come Unione delle vittime, quindi noi di Bologna assieme
ai familiari di Piazza Fontana, Piazza della Loggia,
treno Italicus, e poi si sono aggiunti i familiari del
rapido 904 e di Via Georgofili) abbiamo presentato una
proposta di Legge di iniziativa popolare, con la raccolta
di centomila firme. Un articolo unico (3) . Come dicevamo
nella relazione introduttiva, la proposta intendeva
attribuire alla magistratura la pienezza dei suoi poteri
di indagine, di accertamento e di decisione nei processi
penali concernenti i fatti criminosi maggiormente
pericolosi per l'ordine democratico.
Questa legge ha avuto un iter "particolare":
ogni volta che veniva messa in discussione, il Governo
del momento diceva: "stiamo studiando una Legge di
nostra iniziativa, che riguarda il riordino complessivo
dei Servizi Segreti; la vostra proposta verrà recepita
ed assorbita all'interno di questo provvedimento".
E, in questo modo, si passava di legislatura in
legislatura senza che nulla cambiasse. Allora noi ci
siamo resi conto che per portare avanti davvero la nostra
proposta di Legge dovevamo affrontare un problema di
prassi parlamentare. Ci siamo dunque riferiti a due
parlamentari, uno alla Camera e uno al Senato, e siamo
passati da una proposta di Legge di iniziativa popolare
ad una di iniziativa parlamentare. Vai pure a vedere il
testo proposto da Vitali e confrontalo con il nostro: è
lo stesso, cambia solo il preambolo, la fonte della
proposta (non più "popolare" ma
"parlamentare"). Le firme, invece che essere
raccolte in piazza, sono state
raccolte all'interno delle due camere (il primo
firmatario alla camera è Bielli, al Senato Vitali), ma a
tutti gli effetti questa proposta è la nostra.
Ti do anche un'anticipazione: il 9 ottobre le
associazioni riunite nell'Unione verranno ascoltate dalle
presidenze delle commissioni Difesa e Affari
Costituzionali del Senato. La faccenda del segreto di
Stato, dal nostro punto di vista, è semplicissima: noi
vogliamo affermare una cosa sola: quando un Magistrato
sta indagando su fatti relativi a stragi o terrorismo,
nessuno deve porre ostacoli di nessuna natura. Per farti
un esempio: quando un Magistrato sta indagando sulla
strage di Bologna, faccio per dire, e gli arriva
un'informativa interessante (dal Sisde, dal Sismi o enti
del genere) al Magistrato può nascere spontanea una
riflessione: "vorrei saperne di più. Da chi arriva
questa informativa? Vorrei ascoltare la fonte". Ecco
che scatta il "non si può! Segreto di Stato! Non è
possibile rivelare le fonti, l'informatore, ecc."...
E noi diciamo no! Il Magistrato in questi casi deve poter
andare fino in fondo. Nella strage di Bologna i
risultati più importanti sono arrivati prendendo
in mano proprio i depistaggi, e cercando di capire la
loro provenienza. Da lì si è risalito, navigato... e
arrivati spesso in alto...
Teniamo presente che i risultati processuali relativi al
2 agosto 1980 fanno paura ancora adesso, perché ci
troviamo non solo i 2 - 3 esecutori materiali, ma anche
il Gran Maestro della loggia massonica P2, e poi
Musumeci, Belmonte, Pazienza... Ci sono questi 4 che ti
danno già l'idea di dove puoi arrivare... E se uno
queste cose non le capisce e dice: "Sulla strage di
Bologna non si è ancora arrivati a niente...",
rispondo: Ancora niente?! Leggete le carte processuali, e
capirete anche perché gli attacchi a questo processo in
questi anni sono stati costanti, metodici...
Adesso ti dò una notizia in anteprima.
(NOTA DI F.B.)
(Paolo mi passa un comunicato dell'Associazione, fresco
di stampa, che riassumo brevemente: Il latitante dei NAR,
Pasquale Belsito è stato arrestato a Madrid il 30 giugno
2001. Belsito era uno snodo della rete dei latitanti neri
in Spagna. Ecco un estratto del suo
"curriculum":
- Sette anni di reclusione per concorso nell'omicidio del
sostituto procuratore Mario Amato (4) avvenuto poco prima
la strage alla stazione di Bologna.
- Ergastolo per il conflitto a fuoco dove persero la vita
l'agente di polizia Ciro Capobianco e il terrorista
Alessandro Alibrandi (Roma, 1981)
- Ergastolo per gli omicidi degli estremisti di destra
Luca Perucci e Mauro Menucci
Dopo il suo arresto Belsito fece filtrare dal carcere la
volontà di collaborare con la Magistratura circa alcuni
episodi relativi al terrorismo nero.. Il 2 luglio 2001 la
Spagna evidenziò la possibilità che l'estradizione di
Belsito potesse avvenire in tempi rapidissimi, in virtù
dei trattati fra Spagna ed Italia. Il Ministro della
Giustizia italiano sostiene di aver chiesto
l'estradizione il 31 luglio 2001, ma alla data odierna
Belsito non è stato ancora estradato. L'Associazione
chiede al Guardasigilli On. Roberto Castelli quali siano
gli impedimenti burocratici che non permettono la
consegna di Belsito alle autorità italiane.)
Sai perché non sembra ci sia molta voglia di farlo
rientrare, questo signore? Se Belsito si mette a parlare
per molti potrebbero essere guai seri...
Hai parlato di sviamenti e depistaggi, ma hai pure
accennato agli esecutori materiali della strage... E
forse è venuto il momento per parlare di una pagina
fondamentale nella vostra vicenda (ossia di Francesca
Mambro e Valerio Fioravanti (5) ) e di una scomoda, ossia
delle tesi del Comitato "E se fossero
innocenti?".
PAOLO BOLOGNESI:
Nel 1994 fu emessa la seconda sentenza della corte di
Appello, quella che condannò Mambro e Fioravanti come
esecutori materiali della strage. Poco tempo dopo sul
Corriere della Sera apparve un'intervista ai due
terroristi, dal titolo "Loro al governo, noi
all'ergastolo" (6) . Leggila bene. Sembra quasi un
avviso ai naviganti......
Un mese dopo a Roma, nella sede dell'Arci, nasce il
Comitato "e se fossero innocenti?".
Le tesi di questo comitato non portano nessun elemento
nuovo. Sono tesi che nei processi sono state già
smentite, demolite, si sono rivelate degli espedienti.
Mambro e Fioravanti, che si dicono innocenti, hanno
cambiato più volte le loro stesse versioni dei fatti.
Negli anni '90 hanno pure riscritto la storia del proprio
comportamento processuale, dichiarando di aver cercato,
durante i processi, "un dialogo approfondito con i
Magistrati". Noi abbiamo seguito tutte le udienze, e
posso garantirti che entrambi hanno dimostrato disprezzo
ed arroganza sia verso i magistrati, sia verso i
familiari delle vittime. Questa voglia di collaborare,
poi, la dimostrarono rifiutandosi di rispondere agli
avvocati di parte civile... Poi sono anni che annunciano
che chiederanno la revisione del processo, ma questa
richiesta non la si è mai vista, e io ho la sensazione
che sia solo un'iniziativa propagandistica, null'altro
che fumo negli occhi.
Insomma, noi abbiamo seguito tutti i processi, udienza
dopo udienza, e a convincerci della colpevolezza di
Mambro e Fioravanti sono prove certe, e di sicuro non il
fatto che noi cercassimo qualcuno con cui placare la
nostra voglia di giustizia, come ha sostenuto qualcuno.
Volevamo i colpevoli, non certo dei capri espiatori. Non
avremmo nessun interesse ad accusare Francesca Mambro e
Valerio Fioravanti, se ci fosse in noi anche solo un
minimo dubbio che siano estranei alla strage.
Il comitato "e se fossero innocenti" avrebbe
fatto bene a leggersi le carte processuali, invece che
muoversi sulla base di suggestioni.
Nell'agosto scorso si è tornato a parlare della stagione
delle stragi per un'altra questione, a dire il vero non
direttamente connessa con la strage di Bologna. Tu la
conosci di certo bene e l'hai già menzionata in
precedenza, ma riassumiamola per chi ci sta leggendo:
l'Avvocato Gaetano Pecorella (onorevole di Forza Italia e
presidente della Commissione Giustizia della Camera,
nonché legale di Silvio Berlusconi nel processo IMI SIR
- Lodo Mondadori a Milano) è stato iscritto nel registro
degli indagati dalla procura di Brescia, che sta
indagando sulla strage di Piazza della Loggia del 1974.
Il reato ipotizzato è quello di favoreggiamento.
Pecorella è infatti difensore di Delfo Zorzi, già
condannato all'ergastolo come esecutore materiale della
strage di Piazza Fontana(7). Gli atti contro Pecorella
nascerebbero dalle dichiarazioni rese dal pentito Martino
Siciliano, testimone chiave nei processi sullo stragismo
nero, che nell'aprile
scorso ha ritrattato tutte le proprie accuse nei
confronti di Zorzi, sia per Piazza della Loggia sia per
Piazza Fontana. La ritrattazione di Siciliano però,
nella ricostruzione della Procura di Brescia, avrebbe
avuto origine da un'offerta consistente di denaro,
offerta alla quale non sarebbero stati estranei (sempre
secondo l'ipotesi accusatoria) i legali dello stesso
Zorzi.
Delfo Zorzi, 54 anni, vive dal 1974 in Giappone, ed è
cittadino giapponese dal 1989. Oggetto di un mandato di
cattura internazionale del 1997, non è mai stato
estradato in Italia per mancanza di un accordo fra Italia
e Giappone.
Dunque l'Avvocato Pecorella, difensore di Zorzi, in
qualità di presidente della Commissione Giustizia della
Camera dovrebbe esaminare l'eventuale richiesta di
estradizione DEL SUO ASSISTITO...
Come giudichi l'atteggiamento di questo Governo, che da
un lato si pone quale strenuo avversario del terrorismo
internazionale (dopo l'11 settembre), mentre dall'altro
lato sembra provare fastidio se solo gli si ricordano gli
episodi di terrorismo "nostrano" che ancora
attendono giustizia e verità?
PAOLO BOLOGNESI:
Questo fervore antiterroristico si manifesta perché il
"nuovo nemico" è straniero. Magari ne dovremo
subire le conseguenze pure in Italia, ma le matrici, le
persone, le "cause" di questi personaggi ci
sono totalmente estranee. Ricordiamoci poi che la prassi
che seguiva ogni episodio stragista in Italia era:
"cerchiamo di addossare le colpe all'estero,
cerchiamo le piste extra-nazionali".
Questo fervore, mi convince poco... Quando vedo Gasparri,
Fini, Storace, che politicamente hanno pascolato negli
stessi ambienti di Mambro e Fioravanti, quando abbiamo un
Presidente del Consiglio che è iscritto alla Loggia
Massonica P2, loggia massonica coinvolta, come sappiamo,
nella stagione delle stragi di casa nostra... La patente
di grande nemico del terrorismo a questa gente io non la
riconosco di certo! E non la otterranno mandando gli
alpini in Afghanistan... Questa gente dimostrerà di
essere contro il terrorismo quando avrà abolito il
segreto di Stato, quando avrà fatto di tutto per cercare
i mandanti e gli ispiratori politici della stagione delle
stragi italiane.
Per quanto riguarda Pecorella, ne ho parlato durante il
discorso del 2 agosto scorso, sottolineando che la
commistione tra funzione istituzionale e ruolo
professionale pone in discussione nei fatti la
credibilità dell'impegno del Governo Italiano in materia
di antiterrorismo. Non ci sono dubbi: qui occorre una
scelta che evidenzi la volontà politica di conseguire
senza indugi l'obiettivo della consegna dello Zorzi
all'autorità Giudiziaria Italiana.
Tu sei, oltre che Presidente della "Associazione tra
i familiari delle vittime della strage di Bologna",
Presidente della "Unione familiari vittime per
stragi", che riunisce sotto la propria tutela i
parenti delle vittime di Piazza Fontana, Piazza della
Loggia, treno Italicus, rapido 904 e di Via Georgofili.
Una domanda prettamente tecnica: quali sono i rapporti e
le interazioni fra le varie associazioni?
PAOLO BOLOGNESI:
Beh, è chiaro che ogni Associazione è autonoma. Ognuna
compie le varie attività sul territorio autonomamente da
quella degli altri anche per motivi di distanza. Però
operiamo con grande sintonia e in certe operazioni
operiamo congiuntamente. Abbiamo già citato il fatto che
nel discorso dell'ultimo 2 agosto ho parlato di
Pecorella, per sottolineare un fatto che con noi non
c'entrava nulla, ma nel quadro complessivo di quelli che
sono gli obbiettivi dell'Unione Familiari contava,
eccome! Come ho già detto, per la proposta del Segreto
di Stato andremo tutti insieme all'audizione al Senato
del 9 ottobre; siamo insieme nell'Osservatorio delle
Vittime, eccetera.
Le stragi non guardano in faccia nessuno: uccidono senza
fare distinzioni di età, sesso, ceto sociale e
convinzioni politiche... Scusa la domanda, forse banale
ma assolutamente non provocatoria: le diverse opinioni
politiche all'interno dell'Associazione hanno mai
influenzato e/o portato a contrasti interni?
PAOLO BOLOGNESI:
No, mai. Perché in queste faccende riesci ad arrivare a
certi obbiettivi solo con una grande coerenza. Al nostro
interno abbiamo pure persone impegnate politicamente,
faccio per dire, in Alleanza Nazionale, ma sono sempre
state con noi, fino in fondo. Del resto anche all'inizio
di questa intervista abbiamo detto quali sono i nostri
obbiettivi: Giustizia e verità... Se questi sono i tuoi
obbiettivi non conta nulla l'appartenenza personale a
questo o a quel partito. Qui a Bologna c'è un sacco di
gente che è simpatizzante per il polo di centro destra,
ma con noi è sempre stata solidale.
Una curiosità prettamente "tecnica": nei vari
processi sulla strage di Bologna, l'Associazione non si
è mai costituita parte civile, preferendo la
costituzione individuale dei singoli familiari. Volevo
sapere se i motivi che sottendevano questa scelta erano
personali o "tecnico-giuridici".
Solo tecnico-giuridici. Normalmente, per costituirsi
parte civile l'Associazione avrebbe dovuto essere
esistente già nel momento in cui era successo il fatto.
A questo punto il riconoscimento dell'associazione
diventava problematica, ed abbiamo puntato alla massa
individuale di costituzioni quali parti civili, anche per
dimostrare la grande compattezza con cui portavamo avanti
le nostre ragioni.
Ho già avuto modo di trattare casi di persone ferite
dallo Stato. Si trattasse di ferite "direttamente
inflitte" o di ferite rese più dolorose da silenzi,
inefficienza, depistaggi, poco conta: vedo un filo comune
nel caso Pinelli, nel caso Giuliani e nel vostro:
l'inefficienza (naturale o voluta...) degli apparati
dello Stato.
Questo mi ha portato ad una riflessione quasi
paradossale, ad un'altra cosa che mi sembra accomunare le
vostre vicende: lo Stato vi ha deluso tutti, sì, ma vi
ha deluso nella misura in cui voi vi aspettavate qualcosa
di importante dalle Istituzioni. Mi sembra che voi,
familiari delle "vittime di Stato" (e scusami
per la definizione) abbiate sviluppato un senso delle
Istituzioni più alto di quello che hanno quanti
dovrebbero incarnare quelle stesse Istituzioni....
Io non ho un gran senso dello Stato; non lo dico con
vanto, ma più mi interesso ai casi di questa Repubblica
e più quel poco senso se ne va... Quindi perdonami la
domanda, per certi versi addirittura ridicola: cos'è
(per te, per voi dell'Associazione) lo Stato? Com'è
cambiata (se è cambiata) la tua concezione di Stato,
prima e dopo la tragedia che ti ha colpito personalmente?
PAOLO BOLOGNESI:
Indubbiamente lo Stato nella faccenda della strage di
Bologna ha fatto di tutto per comportarsi in maniera
indegna o peggio. Ti dirò di più: dal dopoguerra fino
al 1981 tutti i capi dei servizi segreti sono stati
implicati in qualche modo, per depistaggi o altro, negli
episodi di stragi. E i servizi segreti sono organi
esecutivi, "eseguono ordini", come si dice; i
loro vertici sono nominati politicamente, ma nessuno dei
Ministri implicati nella scelta di questi vertici ha mai
pagato politicamente per le azioni dei servizi o per le
protezioni fornite a questi personaggi. Pertanto quando
si parla di "schegge impazzite" o di
"servizi deviati" a me sembrano fesserie:
questi signori facevano esattamente quello che
"dall'alto" gli dicevano di fare.
Insomma, stiamo parlando di uno Stato che ha al suo
interno una serie vastissima di "agganci
avvelenati", è un dato di fatto... Ma è pure vero
che se nell'ambito della strage di Bologna siamo riusciti
ad arrivare a dei risultati è perché nella polizia, fra
i carabinieri, nella magistratura, e negli stessi servizi
segreti abbiamo trovato uomini davvero all'altezza dello
Stato, che hanno tenuto in grande considerazione quelle
che dovrebbero essere le caratteristiche salienti di uno
Stato. Credo che un'Associazione come la nostra dimostri
di essere attaccata allo Stato proprio criticandolo,
senza fargli mai sconti. Credo che criticando con
coerenza le malefatte di certi personaggi, si indichi
quella che dovrebbe essere la strada da seguire per
essere davvero qualcosa che tuteli (e non che opprima) i
cittadini. Che poi questa nostra coerenza sia stata poco
premiata è tutto un altro paio di maniche.
Poi, certo, vedere la direzione che sta prendendo oggi,
lo Stato... Beh, sta andando in una direzione che
distrugge quel po' di etica che esisteva fino ad oggi.
Nella strage del 2 agosto 1980 tu hai perso la madre di
tua moglie ed hai rischiato di perdere tuo figlio, che
all'epoca aveva 6 anni. Ti capita mai di parlare con lui
di quei fatti? Partecipa anche lui alle attività
dell'Associazione? E, a tale proposito, un'altra cosa mi
incuriosiva, senza scendere in dettagli personali: le
stragi spesso vengono viste come qualcosa di terribile,
certo, ma anche come un'isola a sé stante, una vicenda
che ha un inizio e una fine: i morti vengono pianti dai
parenti, e poi il dolore lentamente passa. I feriti
vengono curati, poi tornano alla vita, chi segnato nel
corpo, chi nell'anima, chi in tutti e due... Invece credo
che le cose siano molto più complesse. Lo Stato almeno
in questo vi è stato vicino, a livello di esigenze
pratiche?
PAOLO BOLOGNESI:
Tieni presente che il 2 agosto io ho riconosciuto mio
figlio da una "voglia" che aveva sulla pancia.
Immaginati come poteva essere ridotto... Ha subito 14
operazioni, fra Italia e estero. Noi come famiglia
abbiamo cercato di far sì che, in seguito, non pensasse
a se stesso come ad una vittima. Che la sua coscienza non
fosse segnata da quelle ferite; doveva avere la forza di
superarle, di andare avanti. E direi che ci siamo
riusciti. Mio figlio si è laureato, vive a Londra. Ha
una forte vena artistica (che sicuramente lo ha aiutato a
superare l'esperienza): ha girato dei cortometraggi per
l'Associazione, che hanno vinto pure dei premi... (8)
Bologna ha avuto la medaglia d'oro al valore civile per
quanto concerne i soccorsi, e fu un riconoscimento
pienamente meritato. I soccorsi furono immediati, un
esempio di "iniziativa posta a servizio della
necessità". I carrelli per le valigie messi a
disposizione per il trasporto dei feriti, i taxi... Hanno
salvato tanta di quella gente... Per fortuna poco tempo
prima della strage era stata attivata la struttura della
Protezione Civile, per cui c'era gente fresca di
conoscenze e di formazione nel campo della gestione delle
emergenze.
Ma molte famiglie non si sono mai riprese, e non si
riprenderanno più... E' una cosa che ti scombussola
totalmente. Anche quelli che non sono fra gli 85 morti o
fra i 200 feriti, ma che erano lì ed hanno visto
tutto...
Per quanto riguarda gli aiuti "pratici": a
Bologna subito dopo la strage il "Resto del
Carlino" ed il Comune fecero una sottoscrizione. E
la gente si dimostrò davvero solidale. Con i soldi
raccolti furono esaudite le necessità delle varie
famiglie coinvolte. Per farti un esempio, i rimborsi per
i feriti, per altre stragi, sono arrivati dopo 5 - 6
anni. Quindi quelli che hanno dovuto affrontare le cure,
le operazioni o le visite specialistiche hanno dovuto
affrontare la cosa, anche a livello finanziario,
completamente da soli, sperando nel rimborso successivo.
Pensa che oggi noi come Associazione siamo diventati un
punto di riferimento, qui a Bologna, anche per persone
coinvolte in incidenti stradali e cose del genere, nel
senso che abbiamo sviluppato conoscenze ed un bagaglio di
esperienze notevole, in questo campo. Vengono da noi a
chiederci consulenze, l'indirizzo di questo o quello
specialista, in campo oculistico, ortopedico,
dermatologico... E noi quando possiamo diamo una mano ben
volentieri, è chiaro. Ma il mio discorso era questo: noi
questa esperienza ce la siamo fatta sulla nostra pelle;
vent'anni fa ci siamo trovati a brancolare da un ospedale
all'altro, da uno specialista all'altro, con ben poche
sicurezze e ben poche indicazioni. E non a tutti è
andata bene...
Un'ultima domanda "personale", che mi appare
però doverosa: nel libro di Daniele Biacchessi che ho
citato nell'introduzione ("Un attimo...
vent'anni") appare più volte la figura di Torquato
Secci, scomparso il 24 aprile 1996. Un uomo che voi tutti
avete conosciuto bene, e traspare dal libro di Biacchessi
il grande affetto, il grande rispetto che avete portato
verso di lui. Ma Torquato Secci (ossia il primo
Presidente dell'Associazione, che reagì alla morte del
figlio Sergio alla stazione di Bologna con lucidità,
determinazione e grande impegno civile) per "l'uomo
della strada" (sempre per
quell'ignoranza/indifferenza - solo in parte incolpevole
- di cui abbiamo già discusso) è un "signor
nessuno"...
Anche per me, che non l'ho conosciuto personalmente,
sembra doveroso chiudere questa intervista facendo
ricordare proprio a te la sua figura.
PAOLO BOLOGNESI:
Torquato Secci è stato un grande! Anche per il suo
passato; è stato un ex partigiano, non è che la sua
storia, quella che me lo fa definire "un
grande" cominci a Bologna il 2 agosto 1980...
Io l'ho conosciuto il 2 agosto, davanti al reparto di
rianimazione; eravamo entrambi lì per i nostri figli;
poi il mio ce l'ha fatta, il suo Sergio è morto il 7
agosto, in seguito alle ferite riportate nell'esplosione.
Nel marzo 1981, dopo il Processo di Appello sulla strage
di Piazza Fontana, quando furono assolti tutti gli
imputati, decidemmo di fondare l'Associazione, e abbiamo
cominciato a lavorare insieme. Abbiamo vissuto insieme i
processi, la raccolta delle firme per l'abolizione del
segreto di Stato, le speranze e le amarezze... Molte
persone si sono stupite quando conoscevano gente
dell'Associazione, pensando di trovare persone chiuse nel
proprio mondo e afflitte, e constatando invece quanta
dinamicità e quanta caparbietà mettevamo nelle nostre
azioni, con cui cercavamo - e cerchiamo - di creare punti
fermi, come diceva Torquato, soprattutto per le giovani
generazioni.
La coerenza, la tenacia, la caparbietà di Torquato erano
più che eccezionali. E ha cambiato anche il mio modo di
affrontare queste cose. Per me è stato un maestro di
vita, davvero... Sulla tomba di mio padre ho voluto far
scrivere "sei stato un bell'esempio di vita". E
quando è morto Torquato e ho fatto una breve orazione
funebre in sua memoria gli ho voluto dedicare quelle
stesse parole: "sei stato un bell'esempio di
vita"...
Francesco "baro" Barilli
***
NOTE:
(1) Il 9 marzo 2002 Luigi Ciavardini è stato condannato
quale terzo esecutore materiale della strage (come già
riportato, i primi due esecutori, già condannati con
sentenza passata in giudicato, furono Francesca Mambro e
Valerio Fioravanti). Nel 2004 la Corte di Cassazione ha
però parzialmente rivisto il quadro della situazione,
confermando le responsabilità di Mambro e Fioravanti e
confermando pure la condanna di Ciavardini per banda
armata, ma rinviando alla sezione minorenni della corte
di appello di Bologna il compito di rivalutare le
eventuali responsabilità di Ciavardini circa il suo
coinvolgimento nell'esecuzione materiale della strage
(ricordo che all'epoca dei fatti Ciavardini era
minorenne).
(2) http://www.stragi80.com/ : sito molto bello e molto documentato,
che vi consiglio vivamente.
(3) Estratto dalla proposta di Legge: "Alla legge 24
ottobre 1977, n. 801, è aggiunto l'art. 15 bis, del
seguente tenore: "Il segreto di Stato non può
essere opposto in alcuna forma nel corso dei procedimenti
penali relativi:
a) - ai reati complessi per finalità di terrorismo o di
eversione dell'ordine democratico;
b) - ai delitti di strage previsti dagli artt. 285 e 422
del codice penale."
(4) Mario Amato, Sostituto Procuratore della Repubblica
di Roma, titolare delle inchieste sui gruppi terroristi
di destra, fu ucciso a Roma il 23 giugno 1980 (meno di
due mesi prima della strage di Bologna). Il Magistrato
aveva raccolto molte informazioni circa le attività
eversive neofasciste, anche grazie ad un dossier
realizzato da un giovane esponente romano dell'autonomia
operaia, Valerio Verbano (ucciso anch'egli il 22 febbraio
1980). Per l'omicidio Amato sono stati riconosciuti
colpevoli e condannati Fioravanti, Mambro e Gilberto
Cavallini (anche quest'ultimo, come i primi due,
esponente dei NAR)
(5) Per identificare Mambro e Fioravanti e sapere
qualcosa di più sulla loro lunga lista di crimini, vi
rimando a questo link: http://www.stragi80.com/bologna/mambrofioravanti/chisono.html
(6) "Loro al governo, noi all'ergastolo" -
Corriere della Sera 12 giugno 1994 - articolo di Gian
Antonio Stella: http://www.stragi80.com/bologna/mambrofioravanti/stella.html
(7) Nel 2004 la sentenza di appello (poi confermata in
Cassazione) ha assolto Delfo Zorzi (così come Carlo
Maria Maggi e Giancarlo Rognoni) per la strage di piazza
Fontana. La domanda in cui è inserita questa nota e la
conseguente risposta vanno lette alla luce di quelle che
erano le conoscenze e le carte processuali al momento
dell'intervista.
(8) Vi invito a visitare, sul sito ufficiale della
Associazione fra i parenti delle Vittime della strage di
Bologna, la sezione "frammenti di un ricordo" (http://www.stragi.it/index.php?pagina=associazione&par=frammenti), dove potete trovare alcuni collage
realizzati da Marco Bolognesi tratti da "Frammenti
di un ricordo" pubblicato dall'Associazione 2 agosto
'80.
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