Genova
i Pm Vittorio Ranieri Miniati e Patrizia
Petruzziello stanno concludono la requisitoria
al processo per le violenze
nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova. Gli
imputati sono 45,
appartenenti al personale della polizia penitenziaria,
polizia di stato,
carabinieri e medici. Le parti offese sono 205, tutti
manifestanti che nei
giorni 19-20-21 luglio del 2001 si trovarono per le
strade, le piazze di
Genova, alla scuola Diaz, convinti o inconsapevoli di
esercitare un loro
diritto, previsto dalla Costituzione Italiana, quello di
manifestare il loro
pensiero e la loro contrarietà al vertice dei G8.Nella caserma di Bolzaneto
furono inflitti alle persone fermate "almeno
quattro" delle cinque tecniche di interrogatorio
che, secondo la Corte
Europea sui diritti dell'uomo configurano
"trattamenti inumani e
degradanti". Dei cinque trattamenti esaminati dalla
Corte Europea e ritenuti
inumani ben quattro furono sicuramente inflitti a
Bolzaneto (non risultano
casi di incapppucciamento). Gli arrestati furono
costretti a stare in piedi
per ore, anche in posizioni disagevoli, picchiati,
insultati, minacciati di
morte e stupro, privati di cibo e acqua. Il pm ha citato la
convenzione Onu
che vieta sia la tortura sia il trattamento inumano,
crudele o degradante.
Si tratta di una norma contro la tortura che l'Italia ha
ratificato nel 1989
ma non ha ancora tradotto in una legge penale.
Quello che avvenne a
Bolzaneto fu un comportamento inumano e degradante ma,
non esistendo una norma penale per la quale l'Italia e'
inadempiente
rispetto all'obbligo di adeguare il proprio ordinamento
alla convenzione, i
pm sono stati costretti a contestare agli imputati l'art.
323 (abuso
d'ufficio). Altri reati contestati a vario titolo sono:
violazione della
convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e
delle liberta'
fondamentali, abuso di autorita' nei confronti di persone
arrestate o
detenute, minacce, ingiurie, lesioni.
Purtroppo per il reato di
tortura e per il trattamento inumano e degradante
sarebbe prevista l'imprescrittibilita' e le pene
varierebbero da 4 a 10
anni. Per le violenze e le torture di Bolzaneto, invece,
i reati si
prescrivono nel 2009. Quindi nessuno degli imputati si
farà nemmeno un
giorno da detenuto, nessuno di loro proverà
lesperienza di trovarsi
dallaltra parte quella che almeno 205
persone, grazie a loro, hanno
sperimentato sulla loro pelle.
A Bolzaneto gli arrestati
sono stati costretti a stare in piedi per ore o a
fare la posizione del cigno e della ballerina, ad
abbaiare come cani per poi
essere insultati con minacce a sfondo politico e
sessuale. Molti hanno
ricevuto schiaffi a mano aperta e colpi alla nuca, lo
strappo di piercing
anche dalle parti intime, ragazze tenute nude fatte
girare su se stesse o in
tondo con commenti brutali da parte di agenti presenti
anche in infermeria.
Minacce, indirizzate verso donne a sfondo sessuale
"entro stasera vi
facciamo tutte" "bisogna fare come in
Kosovo".
Perché cosa è successo
in Kosovo???
Il racconto continua con
l´etichettatura sulla guancia, a mo´ di marchio,
per i ragazzi arrestati alla Diaz nel piazzale al momento
dell'arrivo a
Bolzaneto, con quello di una ragazza privata delle
necessarie cure
(manganellata alla scuola Diaz, con i denti rotti e
frattura della
mascella). Quello di un ragazzo che nella scuola Diaz per
il terrore non è
riuscito a trattenere le sue deiezioni e al quale non è
consentito di
lavarsi. Quello inflitto ad una ragazza col capo spinto
verso la tazza del
water, lo strappo della mano e la sutura senza anestesia
ad un altro. Le
ustioni con sigaretta sul dorso del piede, le percosse
tra l´altro sui
genitali con un grosso salame. Le percosse con lo stesso
grosso salame sul
collo di un altro. Lo spruzzo in cella di spray
urticante. Il malore di un
altro cui verrà riscontrata la rottura della milza. Il
pestaggio di una
persona con arto artificiale. Gli insulti ad un arrestato
per la sua bassa
statura, ad un altro per il colore della sua pelle. Due
arrestati vengono
legati insieme e le loro teste vengono fatte sbattere
l´una contro l´altra.
L´accanimento gratuito su persone già private della
loro libertà e quindi
incapaci di nuocere ad alcuno. Gli insulti, le
umiliazioni, le botte. I
capelli tagliati a colpi di forbice, gli sputi, i volti
marchiati, le dita
spezzate.
I responsabili di tutto
questo sono uomini dello Stato. Quello che ci
dovrebbero proteggere dai criminali. Ma quando i
criminali sono loro? Quando
i criminali nonostante le accuse pesantissime sono sempre
al loro posto e,
in molti casi, sono stati promossi?
Art. 13 della Costituzione
della Repubblica Italiana:
La libertà personale è
inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di
detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né
qualsiasi altra
restrizione della libertà personale, se non per atto
motivato dallautorità
giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
.
E punita ogni
violenza fisica e morale sulle persone comunque
sottoposte a
restrizioni di libertà.
Nerys Lee, funzionario del
segretariato internazionale di Amnesty
International, ha dichiarato:
Nel luglio del 2001
ci fu in Italia una violazione dei diritti umani di
proporzioni mai viste in Europa nella storia più
recente, una breve ma
intensa parentesi della democrazia.
Perché lItalia non
ha ancora approvato una legge contro il reato di tortura
e qualcuno se ne ricorderà almeno nella prossima
legislatura? Perché i
media, i partiti, la società civile (cosiddetta) non si
occupano del
processo di Bolzaneto? Le torture fanno più audience se
si tratta di Abu
Grahib e di Guantanamo?
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it
info@veritagiustizia.it
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