di Lidea di considerare la società umana come una sorta di organismo vivente affascinò fin dal suo nascere la sociologia delletà moderna. La società veniva studiata come un organsimo nel quale sussistevano complesse componenti tutte tra loro correlate da una serie sofisticata di relazioni. Tra queste anche quelle forme definite patologiche e cioè nocive alla sussistenza della società stessa. Il pensiero umano tentò e indicò varie risposte sul come e il perché esistessero queste componenti e su come vi si potesse porre rimedio.
La filosia, la teologia e la scienza non sembravano dare esaurienti risposte alla nuova costituzione della società. Così qualcuno ne attribuì le cause a complesse dinamiche economiche che la nascita della nuova classe sociale (la borghesia) aveva generato; altri cercarono di organizzare nuove interpretazioni attraverso metodiche euristiche e principi verificabili contribuendo alla formazione di due nuove discipline pseudoscientifiche: la sociologia e la psicologia; altri organizzarono e fondarono varie congregazioni religiose in modo da affrontare il problema secondo nuove dinamiche sociali. Da Comte in poi la sociologia si dotò di una serie di strumentazioni e tecniche, quali la matematica e la statistica, in grado di rilevare e percepire la società nel suo complesso e nelle sue specificità. Ma queste applicazioni scientifiche davano a queste due nuove branche del sapere una impronta pseudoscientifica perché le conclusioni, si basavano poi su una serie di interpretazioni e di analisi soggettive. Il tentativo di superare la concezione romantica del mondo rientrava dalla finestra di una interpretazione romantica della scienza.
Si consolidavano talune forme basate sullantropomorfismo e cominciavano a serpeggiare i primi germi di quella etnologia ed antropologia che sarebbero state il riferimento successivo di alcune teorie ed ideologie razziste. Ldea della società come un organismo è una di queste perché presuppone una serie di regole e di discipline in grado di conservarla e di conservarla in salute. Cosa poi si intenda per salute è da riferirsi a modelli e valori che la nuova classe emergente andava imponendo. Si identificarono perciò tutti quegli elementi patogeni (povertà, proletariato e sotto proletariato, ebrei, zingari, indios) che ne potevano compromettere la intergità e si intervenne su di essi come fossero virus.
Lidea delle impronte digitali del ministro Maroni non è nuova e rimanda a queste concezioni.
Se Lumbroso avesse potuto corredare alla sua teoria antropomorfica del criminale le attuali rilevazioni dattiloscopiche e statistiche forse, per onestà intellettuale e scientifica, avrebbe potuto correggere le sue intenzioni. Ma anche lui, come lattuale ministro, rappresentava e perseguiva altri intenti e scopi. Prendere le impronte dei bambini rom è come somministrare il vaccino contro il morbillo, con lassurda differenza che se per arrivare ad un vaccino, (fatti salvi ed esclusi gli interessi di chi il vaccino, efficace o meno, lo produce,) se per arrivare ad un vaccino occorrono serie e certe applicazioni scientifiche e perciò mediche e statistiche (ed oggi lOMS è in grado di farlo) per applicare la teoria pseudolumbrosiana delle impronte digitali ai bambini rom si ricorre solo ad interpretazioni che sono, e non possono che esserlo, di carattere ideologico perciò relativo e strumentale, né più e né meno come le teorie pseudoscientifiche della sociologia. Se la rilevazione delle impronte ai piccoli rom fosse come la somministrazione della Sabin allora è ingiusto privare altri bambini, quelli non rom, di questa somministrazione. Ma poiche questa rilevazione è comunque una pratica inutile e demagogica, non si può non dedurne il carattere dannoso per lintera società nella quale anche i rom fanno parte. Così le impronte sono la diffusione non di un vaccino, ma di una epidemia le cui conseguenze non sono difficili da ipotizzare. Ci saranno bambini con quelle piccole macchie indelebili sulle dita e bambini che non le avranno e questa differenza non potrà essere semplicemente cancellata dalla omologazione di grembiulini, tutti dello stesso colore.
Lunedì 7 luglio a piazza Esquilino cerano persone che sicuramente sarebbero stati presenti il giorno dopo a piazza Navona. Ma in quel contesto, a due passi dal Viminale, il significato simbolico era evidente.
Tuttavia la donazione libera e spontanea di impronte, fatta con la consapevole indignazione di chi non accetta nessun tipo di criminalizzazione e di discriminazione, è cosa ben diversa da quella acquisita coattamente in situazioni e condizioni ben diverse.
Dalle 4 o le 6
di mattina sono generalmente le ore ideali per i blitz.
Concorrono tutte le componenti repressive altrimenti
conosciute come forze dellordine per attuare una
coordinata e combinata operazione di pulizia e polizia.
(Nel recente linguaggio sociologico-poliziesco si chiama
bonifica)Ultimamente ai nuclei operativi comunemente
preposti ed alle squadre speciali si accompagnano nuove
risorse: dalla forestale al nucleo della protezione
animale. Gli uni per individuare coltivazioni sospette e
proibite (manco fossimo nella serra amazzonica), gli
altri per sgomberare pollai abusivi e censire cani e
gatti. Solo dopo ed occasionalmente intervengono quelle
unità che potrebbero definirsi laiche cioè
non armate e non militarizzate: sono le assistenti
sociali, lambulanza dei misericordiosi volontari,
qualche operatore sociale che conosce la realtà del
campo e maltollerati perché spesso unici testimoni,
amici e fotografi amici di qualche famiglia.
I cani antidroga sono in orgasmico
fermento: i loro nasi catturano sensazioni ed odori che
gli umani non individuerebbero. I nuclei abitativi
vengono fatti uscire dai miseri o dignitosi alloggi nelle
esatte condizioni in cui sono stati brutalmente strappati
al sonno. La confusione regna sovrana in un via vai di
defender, pulmini, pattuglie e macchine di vario genere e
colore. Si cercano quei vigili o quegli ispettori che
hanno sempre dimostrato umanità, comprensione e
affidabilità, ma sembrano circondati da altri solerti e
più neutrali colleghi.
Le abitazioni, misere o dignitose,
sono perquisite, frugate, messe a soqquadro esattamente
come i corpi che seminudi attendono alladiaccio
spesso con le gambe allargate e le mani in alto. Vengono
chiesti, con brutale e sbrigativa efficienza, documenti e
permessi e controllati passaporti mentre aleggia
inevitabile qualche salace battuta sopportata e
malvissuta dai malcapitati con poco senso dellumorismo.
La perquisizione del donne non sempre è effettuata da
personale di genere e questo è vissuto come lennesimo,
intollerabile affronto.. Gli inadempienti vengono
accompagnati negli appositi pulman e furgoni e portati a
destinazione. Se linadempiente è un genitore, la
loro prole viene affidata momentaneamente ai familiari
presenti. Poi dagli accertamenti successivi si deciderà
il destino o la destinazione dei minori. Dovunque si
strilla, si piange e si domanda. I bambini, spesso
terrorizzati, cercano conforto e sicurezza, si aggrappano
alle madri scarmigliate ed ai padri gonfi di rabbia,
sonno e paura. I cani individuano, magari nei pannolini
dei bimbi, magari dentro i loro miseri vestitini, uno dei
tanti motivi di tanto efficace spiegamento. Qualcuno
viene condotto direttamente a destinazione con la
macchina, gazzella o pantera, del destinatario.
Il tutto spesso senza la presenza di
difensori civici che vengono convocati successivamente ed
a conclusione, in altra sede. Un blitz è un blitz: non
si preannuncia con squilli di tromba, perché altrimenti
non sarebbe un blitz. Gli avvocati delle parti in causa
non potrebbero essere convocati prima perché in questo
caso avrebbero lobbligo di informare anzitempo i
loro assistiti. Perciò tutto avviene allimprovviso.
Chi garantisce la corretta procedura delle operazioni?
Chi garantisce i più elementari diritti? Chi tutela i
minori?
Non ci sono risposte, non cè
soluzione perché un blitz non prevede lesatta
certezza dei diritti, la correttezza e la tutela delle
più elementari norme di rispetto. Tutto questo grande spiegamento non potrebbe essere fatto in un altro modo, meglio e prima? Perché è noto al mondo che dietro le discariche del nostro benessere, oltre i muri marci e sdruciti che recintano i campi più o meno abusivi non si stendono piantagioni e piantagioni di papaveri colorati. Qualcuno, non zingaro, nella parte non zingara della città per bene, ha già provveduto affinché altri pusher, altri distributori, altri spacciatori sostituiscano quelli che sono caduti.
Ma le forze dellordine, almeno
quelle del territorio sanno, o dvrebbero sapere, chi nel
campo si mescola e si nasconde tra chi non ha altra
risorsa che la questua, il parcheggio abusivo, le rose
Non accade anche altrove che i bambini vengano utilizzati per portare pacchetti, pizzini e stabilire contatti? Le impronte non vaccinano i bambini contro sé stessi, ma il mondo, quello di Maroni, contro di loro e li condannano per sempre ad una realtà che non si vuole migliorare o cambiare, ma solo distruggere. Ma loro, i bambini, che siano figli di gerarchi nazisti o di capi mafia, che respirino laria profumata di palazzi cardinalizzi o il tanfo acre delle zeribe, i bambini che colpa ne hanno? Chi si occupa di loro e ne tutela la momentanea condizione e ne prepara in maniera dignitosa lavvenire?
Nella guerra tra le forze del bene e quelle del male, i rom ed i poliziotti di Pasolini sono solo dei piccoli, sostituibili soldati utilizzati spesso dalla propaganda mediatica.
E gli uni e gli altri hanno bambini, bambini che a torto o a ragione li ameranno, li temeranno e qualcuno di loro li piangerà. I bambini rom sono già abituati (così piccoli e già zingari! per parafrasare il titolo di un libro curato da Moni Ovadia) alla violenza, allabuso ed alla cattiveria degli adulti, quegli adulti che spesso rappresentano il mondo ostile dellautorità, della legge, della chiesa o del finto benefattore. Già da piccoli diffidano e diffidano e diffidano e sanno che devono crescere in fretta e spesso da soli per potersi meglio organizzare.
Non accade solo nei paesi del terzo mondo, nel sud del mondo.
Lidea tanto cara a Maroni assomiglia non solo ad un vaccino portatore di virus, ma anche a quella sorta di acqua lustrale che dovrebbe rendere immuni o cancellare la grande colpa di essere nati, nati umani, ma rom: con le impronte si avrà un battesimo che li renderà tutti immuni al male originario. Ma presto, anche in questa epoca, avremo i conversos, i gagizzati, i marrani, che abbandoneranno le tradizioni e la cultura millenaria dei loro avi per convertirsi, come noi, ad una società senza origini, senza radici e senza infanzia, fatta solo di cose già cresciute.
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