C'è chi tenta di liberare spazi per una sinistra di classe unita... e chi di occuparli... e avanzano idee confuse di sinistre altre e movimenti che rifiutano i partiti e i meccanismi borghesi mentre li abbracciano e li condividono...   Dopo l'intervista al "Corriere della Sera" del segretario del PRC che apre ai movimenti per un nuovo percorso elettorale... ecco un'altra perla...   UNA SVOLTA ISTITUZIONALE PER IL MOVIMENTO CHE DISTINGUE MOVIMENTISTI,
CATTOLICI E COMUNISTI


I no global si candidano divisi per tre
Casarini: «Serve un vento forte contro i vecchi partiti»

su La Stampa, 10 maggio 2002, pagina 8

ROMA Quel nome inganna. Si chiama «Altra marca», sembra una delle tante liste civiche e invece dietro quella sigla anonima c´è il primo tentativo dei no-global di gareggiare alle elezioni, di infilarsi nelle istituzioni.
Con un regista che non ti immagini: Luca Casarini, il capo delle Tute bianche. L´appuntamento è fissato per il 26 maggio nell´opulenta Treviso alle elezioni per la presidenza della Provincia correrà anche Sergio
Zulian, portavoce del movimento M21. Altri due liste no-
global correrranno anche a Cosenza e a Jesi e dunque sono tre gli esperimenti che serviranno a misurare
un´ambizione nuova: quella di far nascere un «partito» dei no-global, una «Lista Porto Alegre» in grado di poter correre alle elezioni europee del 2004 e magari far eleggere al Parlamento di Strasburgo proprio il
ribelle Casarini. «Perché no?», dice il leader delle Tute bianche, «serve un vento forte, un vento nuovo per abbattere le logiche dei vecchi partiti, nessuno
dei quali è capace di rappresentare il movimento». Ma la decisione di Casarini - d´accordo con l´ala movimentista dei Verdi di Paolo Cento - di correre alle elezioni amministrative segna una grossa novità
all´interno dell´arcipelago no-global e dà l´avvio ad una diaspora, ad una divisione in almeno tre aree: i movimentisti, i cattolici e i comunisti. Accanto
alla «corrente» Casarini, anche i cattolici no-global si stanno riorganizzando e si preparano a raccogliersi - e anche questa è una grossa novità - attorno
ad un personaggio carismatico come padre Alex Zanotelli, appena rientrato in Italia dall´Africa. E chi, come Fausto Bertinotti, ha capito per primo, in
Italia, la novità no-global? Vittorio Agnoletto, vicinissimo al sub-comandante Fausto, guarda con estremo sospetto le ambizioni di Casarini: «Il movimento non deve trasformarsi in partito». Ma intanto a Genova,
si presenterà come indipendente nelle liste di Rifondazione Laura Tartarini, avvocato del Genoa Social Forum. La novità che ha sparigliato i giochi è
stata proprio la decisione di Casarini, d´accordo con i verdi movimentisti, di promuovere liste locali no-global. «Intendiamoci bene - dice il deputato verde Paolo Cento- sono personalmente impegnato al successo delle liste del "Sole che ride" alle prossime amministrative, ma le liste civiche in campo sono esperimenti interessanti, perché in questo paese esiste un´area politica e sociale che non si riconosce in una rappresentanza politica
tradizionale». E così, ecco «Altra Marca» a Treviso, nata da un appello firmato da diversi soggetti del mondo del volontariato, del sindacato di base e dei centri sociali. E a Treviso, caso unico, i Verdi non si presentano ma partecipano con propri esponenti alla lista no-global.
Gli altri due esperimenti a Cosenza, con i ragazzi di «Radio Ciroma» e a Jesi con una lista fatta di giovanissimi. Tranne uno: Luciano Taglianini,
un ex partigiano di 73 anni. Ma anche sul versante cattolico stanno fermentando diverse novità. Prima del G8 di Genova un arcipelago assai vasto
(Acli, Azione Cattolica, Fuci, scout, Pax Christi, persino il cardinale di Genova Tettamanzi) si era accostato con interesse al movimento no-global, ma la
deriva violenta ha via via allontanato i cattolici dalle altre anime, quella comunista di Agnoletto e quella movimentista di Casarini. «Dopo Genova tanti
compagni di strada si sono allontanati, spaventati dalla violenza della repressione ma anche diffidenti verso i meccanismi di rappresentanza del movimento, tanto informali da sembrare poco trasparenti», ha scritto
padre Zanotelli, in polemica indiretta con Agnoletto. E subito dopo questa polemica la Rete Lilliput, il più esteso network no-global, ha lasciato il Social Forum. Difficilissimo etichettare padre Zanotelli, ma da tempo
il prete comboniano (che conosce e stima Walter Veltroni) frequenta gli stessi «luoghi» di un certo cattolicesimo democratico vicino al cardinal
Martini e a Romano Prodi. Pochi giorni fa, in una conferenza dai gesuiti di San Roberto Bellarmino a Roma, in prima fila ad ascoltare padre Zanotelli
c´era Pietro Scoppola.
    DP aveva esattamente un anno fa annunciato che si stava lavorando in questa direzione... basta consultare i siti e le vecchie riviste. Fummo attaccati e accusati di voler inquinare i sani principi del movimento che era fuori da logiche partitiche ed elettorali... fummo indicati come elemento di rottura... lanciammo allora pubblicamente e attraverso la rivista l'idea di costruire un unitario polo alternativo, mentre denunciavamo i rischi di militarizzazione e di attacco alle conquiste popolari e, al tempo stesso (indicando i limiti del movimento in un appiattimento e/o strumentalizzazione verso lo stesso) ci attivammo in iniziative e lotte, per quanto modeste e possibili, con lo scopo di uscire dalla logica del bipolarismo. Centinaia furono le risposte e diversi anche dal PRC (alla base) i consensi... Ora, invece, Bertinotti insegue il movimento genericamente e il movimento rischia di essere un osso da spolpare dai suoi "inventati" leaders, per questo o quel fine elettorale mascherato di "se io sono eletto per te... si apre questa o quella possibilità..." Non casualmente un'analisi di classe non è stata mai portata avanti... e se qualcuno ci ha provato è stato "massacrato" insieme alla storia del comunismo... Insistiamo: gli accadimenti di questi giorni in Italia e oltre ci impongono la costruzione di un fronte amplio, di classe per evitare appunto una politica del giorno per giorno che ormai è difficile definire tradeunionista... Noi siamo disponibili a confonderci con chiunque abbia identiche intenzioni per un "manifesto" (programma e progetto) "per una sisnistra alternativa, anticapitalista e contro il neo-imperialismo e le nefandezze della società neoliberale "per mutare - davvero - lo stato di cose presente"... Ora comprendiamo perchè mentre proponevamo lotte unitarie contro il governo non arrivavano risposte o critiche nonostante quanto sta realizzando il governo delle destre, i fatti di Napoli e Genova, le limitazioni alla libertà, l'impunità politica e giudiziaria, l'attacco ad ogni conquista del mondo del lavoro e della stessa Carta Costituzionale, la morte della stessa informazione plurale, i drammi del panorama internazionale (dall'ambiente alle guerre ecc.) ecc. Ciò che è normale per un centrosinistra asservito e ingabbiato da idee di alternanza dentro un identico sistema si allarga oltre misura... Il tutto appare incredibilmente paradossale e guai a non rifletterci sopra... Compagni: "su la testa!" Perchè non darci un appuntamento per iniziare a costruire... a proporre, ad unire quello che questo terreno "padronale" divide?

DP