Gli italiani
ci rubano il lavoro! di dario fo e franca
rame
Tempo fa, nel bar
di un paesino vicino a Perugia, la barista reagi'
all'ingresso di due signori con la pelle molto abbronzata
dicendo con voce chiaramente udibile: "Questi
marocchini vengono qui a rubarci i soldi e il
lavoro".
Niente di particolarmente strano se non fosse che la
signora in questione aveva trascorso 17 anni della sua
vita in Belgio come immigrata. Ed e' un'amnesia
straordinaria aver scordato di essere stata, a sua volta,
trattata come una ladra di lavoro, forse anche
borseggiatrice e anche un po' puttana.
L'intolleranza verso gli immigrati, in Italia, e'
particolarmente odiosa perche' siamo un popolo di antichi
emigranti. Come ai tempi dell'antica Roma gli schiavi
liberati diventano i piu' ossessivi persecutori di chi
non e' un uomo libero.
A nulla serve parlare di popoli depredati di ogni
risorsa, di un terzo mondo affamato dallo sfruttamento
coloniale, di milioni di profughi creati da guerre
condotte o fomentate dal nostro ricco occidente.
E neppure otterreste risultati ricordando, a molti
italici che si professano cristiani, cattolici, credenti,
che si trovano a non sopportare persone che hanno lo
stesso colore della pelle, gli stessi occhi e gli stessi
capelli crespi di Gesu', oltre la stessa miseria.
Ricordare loro l'importanza dell'amore, della carita',
della pieta', delle quali in chiesa cantano laudi,
sarebbe tempo perso.
Mentre da alcune parti si invita a imparare a convivere
con la mafia, dall'altra si bombarda la platea televisiva
giocando sul terrore, sul pericolo imminente, costituito
da quegli intrusi pezzenti che arrivano stipati in
carrette del mare che si sfasciano sulle nostre coste.
E qui si raggiunge l'apice dell'incongruenza.
Infatti stiamo reagendo alla presenza di alcuni
malviventi senza scrupoli non colpendo questi, ma negando
diritti civili essenziali a centinaia di migliaia di
persone disperate, che vengono da noi alla ricerca di
un'onesta possibilita' di lavoro e di vita. E' l'ennesima
versione della sindrome afgana, come dice Sergio Frau:
"Per trovare l'ago nel pagliaio si da' fuoco al
pagliaio".
E non ci si rende conto che, cosi', al contrario, si
trascinano gli immigrati tra le braccia della
criminalita' organizzata.
Dovremmo rovesciare completamente la situazione: abbiamo
bisogno di centinaia di migliaia di immigrati per far si'
che il nostro sistema produttivo regga. Le industrie del
veneto non riescono a soddisfare le richieste di mercato
per mancanza di manodopera. La Coldiretti ha addirittura
annunciato che se non arrivano subito 20 mila nuovi
immigrati si dovranno abbandonare tonnellate di frutti
sulle piante. La situazione richiederebbe interventi
costruttivi, agevolare l'arrivo di lavoratori,
organizzare la loro accoglienza, case, servizi, aiuti dal
punto di vista burocratico. Invece non si predispone
nessun servizio e le leggi attuali rendono difficilissima
l'immigrazione legale. Chi ha provato a rendere possibile
l'ingresso di un lavoratore straniero sa quanto sia
difficile, anche disponendo di un'assunzione immediata. E
pure se si tratta di casi drammatici superare il muro
della cecita' burocratica e' complicatissimo. Noi abbiamo
toccato con mano la situazione. Sono nove mesi che
tentiamo di far entrare legalmente in Italia una donna
che vive, in Marocco, una situazione veramente drammatica
e non ci siamo ancora riusciti pur disponendo di un
contratto di assunzione.
Questa situazione da' opportunita' meravigliose a chi
invece della legge se ne infischia, ingrossa le file di
chi e' disposto a pagare la mafia delle immigrazioni
clandestine, restando poi in una situazione di ricatto e
di sudditanza verso queste bande criminali. Di sicuro e'
indispensabile dotarsi di sistemi certi di
identificazione di chi viene fermato senza documenti (e
piu' utile e semplice delle impronte digitali ci sembra
una fotografia) ma non abbiamo l'impressione che si stia
realmente agendo contro le centrali criminali. Un'amica
extracomunitaria, una rispettabile professionista, ci ha
raccontato costernata del percorso preferenziale che a
volte trovano presso la burocrazia i magnaccia quando
cercano permessi di soggiorno per le loro prostitute
schiave... O qualcuno puo' veramente credere che le
decine di migliaia di prostitute straniere presenti in
Italia siano tutte clandestine? Si e' intolleranti verso
i lavoratori stranieri e molto meno lo si e' verso i
banditi che sanno destreggiarsi tra leggi, avvocati e
mazzette. E contemporaneamente si alimenta, in modo
ottuso e stolto, il sospetto e l'insofferenza verso
l'immigrato. Anni fa un giornale di provincia titolo' in
prima pagina: "Marocchino accoltella un
italiano".
Leggendo nelle pagine interne si scopriva che, invece,
era stato il marocchino a finire all'ospedale con un
coltello piantato nello stomaco. Ma chissa' quanti
avranno avuto il tempo di leggere tutta la storia.
Una modesta proposta sarebbe che tutte le reti televisive
iniziassero a raccontare, ogni sera, la storia di un
immigrato che lavora e che cerca di ricostruirsi una
vita...
Ma, come si sa, l'extracomunitario onesto non fa
audience.
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