Sacro e profano
LUIGI PINTOR


La Cia parlò al presidente degli Stati uniti del rischio di dirottamenti aerei in agosto. Circa un mese dopo, l'11 settembre, aerei dirottati furono fatti precipitare sulle Twin towers a New York e sul Pentagono a Washington. Che Bush sapesse, era già un sospetto. Ieri la Casa bianca ha ammesso di aver saputo. Ed è divampata la polemica. La rivelazione è stata fatta dalla Cbs. Secondo il network televisivo, all'inizio di giugno la Cia avrebbe informato la Casa bianca della possibilità di attacchi da parte di al Qaida, la rete di Osama bin Laden. Venne poi segnalata una data possibile per l'attacco, il 4 luglio. Un nuovo allarme per attacchi aerei scoppiò in coincidenza con il vertice di Genova, sempre in luglio. Infine, la prima settimana di agosto, la Cia informò la Casa Bianca che gli uomini di Osama avrebbero potuto mettere a segno dirottamenti aerei.

Ripresa dall'intera stampa americana, la notizia ha costretto il portavoce della Casa bianca Ari Fleischer ad ammettere, dopo otto mesi dalle stragi, che l'amministrazione Bush era a conoscenza del pericolo. Fleischer ha calibrato con cura le risposte: la segnalazione era molto generica, ha detto, avvertimmo la Federal aviation administration, non potevamo allarmare la popolazione, e poi pensavamo - come fosse un'eventualità meno terribile - che un dirottamento non arebbe avvenuto negli Stati uniti. «La colpa degli attacchi - ha concluso il portavoce - pesa sui terroristi, non sul presidente».

Dosando a loro volta le parole, i capi democratici hanno attaccato il presidente. Il leader di maggioranza del senato, il democratico Tom Daschle, ha chiesto «risposte agli interrogativi sollevati da queste rivelazioni», accennando alla necessità di costituire una commissione d'inchiesta. La Casa bianca ha annunciato che coopererà con ogni richiesta del Congresso.