I MERCANTI D’ARMI: CHI SONO?

di raffaele bernardini

Un problema inquietante e drammatico non viene posto alla nostra attenzione ed a quella dell’opinione pubblica, un problema che non ha trovato e non trova risposte. E quelle sporadiche che sono state date, in termini assolutamente occasionali, non sono convincenti e precise.
Si tratta di un problema che direttamente riguarda il terrorismo e le sue attività criminali nei riguardi soprattutto di persone innocenti. Si parla tanto di terrorismo, ma nessuno o quasi si è chiesto da dove provengono le armi e gli esplosivi micidiali che hanno i terroristi, i loro mezzi di offesa che provocano vittime e distruzioni.
Proponiamo esplicitamente la domanda nel momento in cui il nostro Paese piange i suoi 19 Caduti:

da dove, da quali paesi provengono armi ed esplosivi che usano i terroristi? dove si trovano i mercanti di armi, complici diretti e responsabili anch’essi delle azioni terroristiche?


Le armi e gli esplosivi micidiali non “nascono da soli”, né i terroristi sono in grado di fabbricarli artigianalmente. Sono, infatti, mezzi di distruzione e di offesa altamente sofisticati, di elevata tecnologia e dunque vi sono fabbriche specifiche che li producono e li forniscono a chi decida di acquistarli (soprattutto terroristi e criminali di ogni specie).
Forse ci si dirà che è impossibile scoprire i Paesi ed i mercanti di armi e venire a capo del florido commercio che ne consegue. Ma allora i servizi d’intelligence, i servizi segreti civili o militari che siano, che cosa ci stanno a fare? Se servono a poco od a nulla sarebbe proprio il caso di smantellarli e trasferire i loro compiti ai normali servizi investigativi delle polizie.
È noto che i servizi d’intelligence hanno costi paurosi ed i loro bilanci sono rigorosamente “secretati”. Ma ci pare che spesso detti servizi fanno “flop”. Attentati terroristici ed i morti che provocano sono all’ordine del giorno e sembra certo che i servizi d’intelligence non riescano a scoprire un bel nulla e soprattutto da dove provengano armi ed esplosivi che servono a tali attentati.
Probabilmente i servizi in questione non sono vincolati nei riguardi dei Paesi che li hanno ad “obbligo di risultati”, ma i cittadini hanno invece il diritto di pretendere risultati concreti e positivi dall’attività, lautamente remunerata, dei loro tanti 007. Insomma cominciassero a scoprire

da dove provengono le armi e gli esplosivi per alimentare il terrorismo.


Mentre ci inchiniamo e piangiamo i nostri morti, i morti di tutti i Paesi, abbiamo il diritto di sapere. È una domanda che poniamo anche ai nostri parlamentari perché presentino al governo interpellanze ed interrogazioni, non demagogiche o strumentali, ma centrate su domande ed interrogativi specifici.