un breve testo a
proposito del Crocefisso, di cui si è parlato in questi
ultimi tempi (se ne è parlato tanto per dire qualcosa;
per me il problema non sussiste: posso fornire indirizzi
di chiese nei paesi isalmici, nei quali il Crocifisso
svetta sulla cima del campanile e, naturalmente, orna
l'interno, le scuole, le aule, gli ospedali cristiani. In
Turchia e in ran sono molte le scuole salesiane). Ho
testi lunghi su vari argomenti (guerra e pace, eutanasia,
Gesù nell'Islàm, eccetera eccetera). Grazie,
cordialità, Mandel khàn Conoscete la mia versione del Corano,
or ora pubblicata dalla De Agostini? Due volumi in
formato 30x40 circa, rilegati in pieno cuoio. Primo
volume: testo arabo a destra, versione letterale
integrale a sinistra; secondo volume, il tafsir: seicento
colonne di apparati filologici, storici e teologici. Ogni
pagina con fregi e arabeschi a colori. Ne parla in questo
numero "Luoghi dell'Infinito", il mensile di
"Avvenire", pagina 81.
«Sul Crocefisso» - Dichiarazione in
Italia (Taryqa alJerrahiyya-Khalwatiyya
fy Îtaliyâ) Vicario generale per l'Italia: prof dott Gabriele Mandel Khân commendatore
al merito della Repubblica Italiana, Gran premio di
Cultura della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Laurea Honoris Causa in Scienze Islamiche
dell'Università Statale di Konya (Turchia) La nostra Confraternita sufi (Taryqa;
i Sufi sono i mistici dell'Îslâm) percorre un cammino
evolutivo suddiviso in parti di sette anni ciascuna. Il
sesto anno (e il sesto grado dell'evoluzione spirituale)
è simbolizzato dal Profeta Gesù, è posto sotto la sua
protezione, e l'argomento dell'anno è "il
simbolo". Ciò perché « Il sesto grado
(l'ispirazione) è appunto l'accoglimento in sé della
ispira-zione, ed è simbolizzato da Gesù, poiché fu
Gesù che annunciò il Nome» (Sarî Saqati, 769-867). Per l' Îslâm, mentre Maometto (D) è
considerato il sigillo dei profeti, il profeta Gesù è
considerato il sigillo di santità (Corano 3ª45). Così
il comportamento di Maometto (D), in partico-lare per i
musulmani sunniti, autorizzò i teologi ad assumere una
autorità derivata dalla perfetta conoscenza del Corano e
dei detti del Profeta (Âhadîth),
nonché della loro interpretazione; mentre la figura di
Gesù veniva proposta ai Sufi come quella di un Profeta
che aveva raggiunto il contatto con Dio, e partecipava
quindi dell' essenza divina. Entrambi i Profeti furono
perciò un modello da imitare, per quanto possibile,
nell' ascesa umana al divino trascendente. D' altronde il Corano stesso afferma che
Dio ha inviato un profeta ad ogni
popolo, e dichiara nel Versetto 136
della seconda Sûra: Dite: «Crediamo
in Dio, in ciò che ci ha rivelato, e in ciò che ha
rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe, alle
Tribù, e in quel che è stato dato a Mosè e a Gesù, e
in quel che è stato dato ai profeti dal Signore: non
facciamo nessuna differenza fra di loro. A Lui noi siamo
sottomessi. Dice ancora (29ª46): E
non disputate con le genti del Libro se non nel modo più
cortese, eccetto con quelli di loro che agiscono
ingiustamente, e dite: «Crediamo in ciò che è stato
fatto scendere a noi e in ciò che è stato fatto
scendere a voi; il Nostro [Dio] e il Vostro [Dio] sono
uno. A Lui noi siamo sottomessi.» Il Corano ripete poi per tre volte
(2ª62, 4ª124, 5ª69): Certo, quelli
che credono, gli Ebrei, i Sabei, i Cristiani, chiunque
crede in Dio, nel Giorno ultimo e compie opera buona,
nessun timore su di loro, e non verranno afflitti.
E il Corano è, per un musulmano, "parola
sacra", per cui non sono coranici e musulmani né le
intolleranze né gli integralismi. Ed ancora (5ª 68-69):
Di': «Genti del
Libro, siete sul nulla finché non vi conformate alla
Bibbia e al Vangelo e a ciò che è sceso su di voi da
parte del Signore.» Certo, ciò che è sceso su di te da
parte del Signore farà crescere in molti di loro la
ribellione e la miscredenza. Non affliggerti per i
miscredenti. Certo, quelli che credono, gli Ebrei, i
Sabei, i Cristiani, chiunque crede in Dio, nel Giorno
ultimo e compie opera buona, nessun timore su di loro, e
non verranno afflitti. Nel Corano Gesù è citato in 93
versetti distribuiti in quindici Sûre. La 19ª Sûra, di
diciannove versetti, si intitola Maria.
Ê la storia di Maria vergine, madre di Gesù. Di Gesù parlano con reverenza i più
grandi teologi ed esegeti musulmani, tra cui Mansûr âlHallâj
(853-922), Ghazâlî
(1058-1111), âlcArabî
(1165-1240), Jalâl âlDîn Rûmî (1207-1273).
âlNawavî (XIII° secolo) lo definisce: «Verbo di Dio e
Suo spirito.» Sono poi numerosi i passi (Rûmî,
Âttar, Îsgahanî, Ghazalî...)
in cui il Centesimo Nome di Dio è pronunciato da Gesù
per compiere miracoli meravigliosi. Sulle pareti dei
monumenti turchi dUzbekistan, dAnatolia, dIrân
e dei Turkestân troviamo calligrafate correntemente
anche alcune delle citazioni su Gesù dal Corano, dai Detti
del Profeta Maometto (D) e dagli scritti di maestri sufi. Anche oggi molti insigni musulmani hanno scritto su Gesù con reverenza estrema. Tra questi, Si Hamza Boubakeur, Gran Muftì di Francia, discendente diretto da Âbû Bakr (il califfo che successe al Profeta Maometto (D), Javad Nurbakhsh, attuale shaykh âlShuyukh dell'Ordine iraniano dei Nimatallahy (Nematollahi) in un libro, Gesù nell'Islam, che si trova tradotto anche in Italia; e fra gli scrittori minori il mio libro: Le parabole nel Corano e nei Vangeli, pubblicato dalle Edizioni Paoline; e un lungo capitolo nel mio libro: Una via alla ricerca di Dio: il Sufismo, pubblicato dalla Bompiani.Scrive Javad Nurbakhsh,:
«Gesù, come Profeta di Dio, ha manifestato le qualità
umane di sincerità, purezza, amore e carità. Nonostante
il fatto che il Profeta Maometto (D) si sia sempre
riferito a lui come a un fratello, e che il Corano faccia
ripetute menzioni di lui con le massime lodi, certi
esponenti musulmani e cristiani, per ragioni politiche o
per puro pregiudizio, hanno da sempre cercato di
trascurare questo impegno di fratellanza e lo hanno di
conseguenza dimenticato. «Soltanto i Sufi, grazie alla loro
assenza di pregiudizi e alla loro purezza interiore, sono
riusciti ad evitare l'influsso che fanatici ed estremisti
hanno tentato di imporre. I Sufi hanno cercato di tener
vivo il ricordo di Gesù, come egli fu veramente, vivo
nelle loro menti e nelle menti di altri, e di conservarlo
nei loro cuori. Nella letteratura Sufi, Gesù è modello
di virtù, un essere perfetto, esempio per eccellenza di
un Maestro vero. In effetti, lungo il corso dei secoli,
gli scrittori sufi, nella loro "essenza di
musulmani", hanno lodato sempre Gesù, lo hanno
presentato come modello sublime d'un Sufi perfetto, mosso
dalla sincerità più pura e dall'amore».
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