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Non voglio dire “trend” perché Moretti mi ucciderebbe! Diciamo che l’indirizzo, la moda, quello che sembrava servisse ad avere più lettori, era parlare bene dei giudici e male della Mafia, bene del pool mani pulite e male dei corrotti. Anche parlare bene dell’amministrazione di sinistra o di Bianco, è interpretabile in questa direzione […] quando Bianco ha cominciato a fare delle cose migliori rispetto al passato, perché io credo che Bianco abbia dei meriti oltre a dei demeriti, il giornale lo ha assecondato! Cioè quando ci sono state le elezioni e Bianco con la sua listina prendeva il 35%, il giornale non è che era tanto vicino a Forza Italia o alla destra! Io sono convinto…Forse sto sparando una cazzata…Ma dico, se a Catania il Partito Comunista avesse avuto il 40% dei voti e ci fosse come sindaco Fava o Orioles…Se ci fosse comunque un sindaco corretto, trasparente, limpido…Tutto quello che vuoi e avesse un largo consenso tra la popolazione…Ciancio lo appoggerebbe. Se diventasse potente Dino Guarrusso io sono convinto che a Ciancio conviene appoggiare Dino Giarrusso, se è potente Scapagnini, Scapagnini! Se è potente Bianco si va con Bianco. Sicuramente c’è all’interno del giornale e quindi anche all’interno della direzione del giornale comunque una tendenza conservatrice, ma non è l’unico motivo… Io ricordo che una volta discussi di politica con Mario Ciancio che mi disse “D’alema mi ha deluso moltissimo perché io pur non essendo un uomo di sinistra mi aspettavo che facesse di più al governo…” fra parentesi fu una delle poche volte in cui ero pienamente d’accordo con lui, delusissimo. Di li a poco D’Alema si dimise e andò Amato al governo. Ciancio mi ha fatto capire…Insomma se D’Alema fa delle cose che a me mi convengono mi sta bene D’Alema se me le fa Bertinotti, mi sta bene Bertinotti!”

 

Salvo: “ Questa è un po la posizione di Domenico Ciancio…”

 

Dino: “ Si, infatti. Io una volta discussi con Domenico Ciancio che era un mio amico…Questa è una cosa intima, forse non è giusto dirla ma la dico lo stesso. Siccome io sono sempre stato comunista e da ragazzino quando ero a scuola naturalmente contestavo Ciancio perché era schierato sicuramente dall’altra parte. Una volta quando parlammo con Domenico, avevamo diciannove - vent’anni, ed io gli dissi “Si, però perché tuo padre si è comportato così? Cioè a Catania sono state commesse delle porcate e lui non dico che le ha avallate ma sicuramente il giornale ha chiuso un occhio su certe cose mentre altri tipo Fava si ci buttavano su queste cose, ne parlavano!” e lui mi ha detto “Eh ma l’ha fatto per poter lavorare, sennò non poteva lavorare, tanto è vero che poi a Fava lo hanno ammazzato.”

 

Salvo: “Ma te l’ha detto lui o…?”

 

Dino: “ Lui. Ti parlo del ’93,’94, Domenico è mio coetaneo…Lui giustificò suo padre così, cioè dicendo l’unico modo per poter lavorare a Catania è questo, altrimenti ti sparano, ti fanno fallire…E’ una risposta che però non mi è piaciuta! Perché era come dire, non è che noi siamo cattivi, non è che noi siamo mafiosi, non è che noi siamo con i potenti, non è che noi siamo conservatori, a noi che ci interessa? Però per continuare a lavorare, ad essere ricchi…Dobbiamo stare con i potenti, a Catania i potenti sono la chiesa, la Dc, la mafia ecc…Noi siamo stati tra virgolette vicino a questi.

Questo discorso, che non mi piace, secondo me è piuttosto vero, non vedo in Ciancio uno…Anche per come ha educato i suoi figli…Ci sono figli dei ricchi che sono ragazzini sprezzanti, arroganti, con le macchinone, che fanno pesare il fatto di essere ricchi, loro non sono così. Da questo particolare punto di vista, ad esempio, io lo stimo ben più di altri imprenditori catanesi.”

 

Salvo: “ Domenico Ciancio aveva un grande senso della disciplina…”

 

Dino: “ Assolutamente. Loro sono persone con i piedi per terra. Ma questo è anche molto amaro. Da ragazzino, parlando con i miei ci chiedevamo di Domenico (che è cresciuto tra virgolette a casa mia), ci chiedevamo quando crescerà, quando sarà il suo turno, cosa farà? Secondo mia madre al giornale non ci avrebbe lavorato mai, perché lui è un buono, per essere li invece devi fare i compromessi e diventare un mezzo maiale ed invece non è andata così perché lui sta lavorando al giornale ed è già un potente ora, di fatto fa il segretario di redazione, ma alla fine è un pezzo grosso. Nel senso che è pur sempre il figlio del capo assoluto, l’unico figlio maschio, fra l’altro, quindi non è un semplice segretario di redazione. E’ un decisore. Non so se “decida” cose che in realtà ha già deciso il padre… comunque non è certo un semplice giornalista. Tra l’altro non è uno che scrive bene Domenico Ciancio quindi io mi auguro per lui che non farà il giornalista, ma detto questo che è sempre una mia opinione… Io credo che alla fine Domenico farà il direttore de La Sicilia. Se ne parlava già alle elementari, capisci, era predestinato a quel ruolo ed io credo che alla fine lo ricoprirà. Parlando di Mario, comunque, il fatto che abbia educato i figli in certo modo secondo me significa che non si tratta di un personaggio “cattivo” in se, ma fondamentalmente di un personaggio avido, cioè secondo me il grande peccato originale di Mario Ciancio è che lui è un imprenditore eccessivo: vorrebbe speculare su tutto!”

 

Salvo: ”E ci riesce?”

 

Dino: “ E ci riesce. Io guadagnavo dieci milioni l’anno e sono convinto che se camminavamo io e Mario Ciancio per strada e vedevo cinquantamila lire in terra e li raccoglievo, lui…Si sarebbe stressato che non li aveva visti prima di me e quindi non li aveva presi lui. Questa non è una battuta. E’ una mia personale convinzione. Mario Ciancio, questa è una critica che gli si può obiettivamente muovere secondo me, e che spiega molti dei suoi comportamenti, è che lui è un imprenditore che punta direttamente al guadagno e basta. La sua forma mentis, la sua filosofia di vita è spremere il più possibile da tutto. Questo lo porta ad avere dei comportamenti in vari settori, come in quello dell’informazione in cui si hanno anche responsabilità etiche, morali…Più che nel coltivare arance o pistacchi o nel fare le altre cose che fa. Questo lo porta ad avere dei comportamenti che a me non piacciono…Mi hanno deluso moltissimo e secondo me fanno male alla città.”

 

Salvo: “Quali?”

 

Dino: ”Diversi. Io ti faccio un esempio strano[…]Una persona che conosco io aveva un agrumeto confinante con la proprietà di Ciancio che non so se lo sai, è proprietario veramente di mezza sicilia! Cioè è un proprietario terriero…Forte! Ciancio gli aveva chiesto di vendere e lui non lo voleva vendere, questa cosa è durata degli anni. Ciancio aveva fatto un’offerta e quello aveva risposto ”No, a questo prezzo no!”. Un bel giorno a questa signora gli hanno bruciato tutto l’agrumeto!

A quel punto gli e l’ha venduto a Ciancio…Che non ha cambiato offerta. L’agrumeto vale di meno se è bruciato…

 

Salvo: “Ma gli e l’ha pagato lo stesso prezzo…”

 

Dino: ” Gli e l’ha pagato quanto aveva offerto prima. Ne più ne meno.  Questa cosa…Non è che l’agrumeto si è bruciato da solo… Io adesso voglio dire forte e a scanso di equivoci, che sono strasicuro che mai e poi mai Ciancio direbbe ad un suo dipendente “Vai a bruciare quell’agrumeto così poi me lo compro”. Sono sicuro! Forse farebbe qualcosa di peggiore se ha un interesse maggiore ma per una così scema non farebbe questa porcata…Questo è un mio convincimento. Sono altrettanto convinto però che non è un caso se si è bruciato quell’agrumeto… Perché se tu hai al tuo servizio centomila persone e di queste persone non ti interessa come sono ma che svolgano bene il loro lavoro…Può darsi che una di queste centomila persone ti faccia un favore senza neanche bisogno che gli e lo chiedi. Capisci? Questa è la mentalità di cui ti accennavo prima. La mentalità del guadagno in assoluto. Secondo me Ciancio è così.

Ma il motivo per cui noi siamo qui a fare quest’intervista è un altro: parlare del giornale “La Sicilia” e parlare della situazione dell’informazione a Catania che è dominata da questa famiglia”

 

Salvo: ” Inizialmente il lavoro è nato come inchiesta sociologica su Antenna Sicilia. Era un compito di scuola diciamo…[…] Poi parlando con Benanti…Lui mi ha stupito, mi ha detto un sacco di cose di cui non ero a conoscenza e quindi ho pensato che mi sarebbe piaciuto approfondire, capire bene e quindi…”

 

Dino: “ La cosa da cui parte tutto è che in Sicilia non c’è pluralità di informazione, Ciancio domina tutta l’informazione. Questo di per se è un male. Se Ciancio fosse più comunista di me, se fosse il veicolo di una informazione limpida, comunista, pluralistica…Sarebbe un male lo stesso quando fosse in una situazione di monopolio. Il monopolio è male, sempre, anche in economia[…]E’ un peccato gravissimo soprattutto quando è un monopolio di informazione, fa male sempre ma a Catania ha prodotto una serie di aberrazioni allucinanti sulle quali mi piacerebbe dirti quello che ne penso.

Il monopolio di informazione ha prodotto problemi simili in diversi campi. Fondamentalmente in due.

 

1)     Qualità dell’informazione: la qualità media dei programmi televisivi e del giornale è penosa. Questa è una precisa volonta di Ciancio. Su questo potrei parlare a lungo perché su questo ho delle pezze di appoggio, delle cose pratiche che sostengono la mia tesi

 

 

2)     La completezza dell’informazione. L’informazione influenza l’opinione della gente, il voto, i comportamenti sociali delle persone, comportamenti di acquisto ma non solo…Se non ci fossero le veline molte ragazze vivrebbero in maniera diversa ad esempio[…]

 

 Questi due problemi sono talmente abnormi a Catania, perché talmente potente è questo monopolio dell’informazione che io azzarderei un ipotesi. Un’ipotesi che non so se Orioles o Benanti ti ha fatto.

L’ipotesi è questa: Il vero potente a Catania è Ciancio. Non sono i politici. Che si chiamino Bianco, Scapagnini, Graci, Drago, Costanzo…”

 

Salvo: “ Benanti ha detto le stesse parole”

 

Dino: “ Arriveremo al punto che non sarà più l’informazione, l’imprenditore che farà un favore al politico per poi ottenere qualcosa da lui…Ma esattamente il contrario. E questo è un caso che credo si riscontra solamente a Catania. In Italia c’è un solo altro personaggio monopolista, devastante che è Berlusconi, ma in quel caso il potere mediatico coincide con quello politico quindi […] siamo a livelli gravi veramente!

Ma a livello locale Ciancio è il più forte, il meno contrastato in Italia. Questa è una cosa sulla quale riflettere. Non so se sai ad esempio…Che Ciancio ha fatto una grande lotta per battere la concessionaria pubblicitaria dei fratelli Accetta. Al di là del fatto che Accetta ha fatto casini, è finito sotto inchiesta per storie di tangenti ecc…Ma a parte questo, la lotta è stata senza quartiere. Ciancio decide di “impadronirsi” di un settore, e può farlo perché ha una tale potenza economica che è quasi impossibile resistergli. Come uno che si siede ad un banco di chemin fra ragazzi che giocano un euro ed ha un milione di euro sul tavolo: è chiaro che vincerà tutto. Solo che non è lo chemin, è la nostra vita, capisci, anche la mia e la tua. Con quella storia dell’aeroporto, della concessione per i cartelloni pubblicitari pagati ad un prezzo ridicolo… Anche lì lui ha vinto. E, io credo, per lui vincere significa soprattutto guadagnare. E’ un imprenditore che vuole solo guadagnare e d’altro canto i politici…Sospetto, immagino, ipotizzo…Che ci siano dei politici che gli fanno favori senza che neanche lui lo sappia! […]

Cambiando discorso, mi sembra assurdo quello che leggevo dall’intervista che hai fatto a Domenico Ciancio, che diceva che il direttore – editore è un segno di indipendenza…Mi sembra una troiata mondiale! Mi dispiace per il caro amico Mimmo Ciancio ma questa sua tesi mi sembra proprio indifendibile!”

 

Salvo: “La stessa cosa che ha detto Orioles…”

 

Dino: “E certo! Non è affatto “puro”! Il direttore – editore è quello che fa quello che vuole. E’ l’unico caso! E’ come se De benedetti facesse il direttore del ”La Repubblica”! L’indipendenza dei giornalisti…Viviamo in un’Italia in cui alcune cose sono talmente inattuate che si stanno dimenticando, noi arriveremo al punto in cui uno prende una tangente va a Canale 5 e dice orgoglioso “Io ho preso una tangente” e tutti gli applaudono…Sull’informazione siamo allo stesso punto, è talmente netto il fatto che Berlusconi piazza i suoi uomini a Rai uno, Rai due… Quasi diventa normale il fatto che il direttore del giornale debba fare ciò che vuole l’editore ed è esattamente il contrario: Il direttore del giornale dev’essere I N D I P E N D E N T E. Il direttore di un giornale deve, dal punto di vista deontologico…Dovrebbe fare un giornale in cui ci sono a suo parere i fatti più rilevanti del giorno se è un quotidiano, della settimana se è un settimanale ecc…E gli approfondimenti, l’inchiesta, le opinioni, i commenti. Mi piace quando dicono “I fatti separati dalle opinioni”, d’accordo! Ma i fatti ci devono essere! Ma non puoi dire che l’editore puro è quello che è anche il direttore del giornale! Quello è l’unica impurità onesta, “Sono talmente impuro che faccio quello che più piace a me!” però non dirmi che è un editore puro! E’ sovietico! Mi sembra una cosa da regime! E’ come dire “Qua si fa tutto quello che voglio io! Perché non solo decido io a chi do lo stipendio, ma decido anche chi scrive cosa, cosa si scrive e cosa non si scrive…!” Anziché “La Sicilia” si dovrebbe chiamare “Mario Ciancio”!Quindi Domenico non può dire…Cos’ha detto di preciso?”

 

Salvo: “ L’editore ed il direttore devono lavorare molto in simbiosi quindi è inutile avere due figure separate perché spesso entrano in conflitto”

 

Dino: “ Non sono d’accordo per due ragioni:

 

1)     L’editore può essere anche un semplice imprenditore.

 

2)     I giornali hanno un orientamento politico ecc…Ma credo che la libertà di stampa si fondi soprattutto sulla libertà da parte dei redattori, e quindi anche del direttore, di interpretare a proprio modo gli accadimenti e quindi avere una linea che può essere anche distante dall’editore del giornale.

 

Talvolta questo capita in alcuni giornali come “l’Unità”, l’editore di riferimento sono i Ds e Furio Colombo fa incazzare Fassino.”

 

Salvo: “ Meno male…”

 

Dino: “ Meno male tra l’altro!Se tu chiedi l’opinione a Dino Giarrusso è una se tu chiedi un’opinione…Al di là, filtrata da quello che io vorrei…Io ti dico che tra Fassino e Colombo c’è uno scontro. Non so se lo sai questo, io lo so, quando Colombo ha dato una rubrica a Marco Travaglio, Fassino s’è incazzato! Perché odia Marco Travaglio!”

 

Salvo: “Cavolo!”

 

Dino: “ Il che è demenziale però è un dato di fatto…Comunque, il fatto che sia un bene che Mario Ciancio sia direttore – editore con tutto il rispetto per Domenico Ciancio…Penso sia una baggianata. L’editore “puro” è quello che non ha alcun altro interesse che la casa editrice. Quindi, in teoria, non può farsi influenzare in niente perché il suo unico scopo è vendere (giornali, libri, etc.) Ciancio –oltre ad essere direttore del suo stesso giornale- ha interessi in TUTTI, praticamente, i settori dell’economia siciliana e meridionale. Dunque è uno fra i più impuri in assoluto…

 

Salvo: “ Tu ne hai mai risentito di questa fusione tra il ruolo del direttore e quello dell’editore, quando lavoravi li?”

 

Dino: “ Allora…Apriamo il capitolo Escher, Angela Ciancio…Io sono stato una figura molto anomala…Sono stato, perché non lavoro più la e non faccio più neanche il giornalista di professione…Sono stato una figura molto anomala nel palazzo de “La Sicilia” e ti spiego il perché.

 

Abbiamo parlato prima di monopolio, monopolio per me significa qualità bassa. Perché? In soldoni, se uno vuole fare il giornalista a Catania o fa come Benanti che è il più bravo! Poi ce ne saranno seimila come lui, ma lui è il più bravo e non guadagna, guadagna poco, si deve arrabbattare o se vuoi guadagnare dei soldi devi andare da Ciancio. Non è una cosa da poco quella che ho detto in tre secondi! E’ una cosa enorme! E’ una cosa che ha una serie di conseguenze infinita…”