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Dino: “Questo credo sia in parte vero. Non proprio come te l’ha detto lui però…”

 

Salvo: “ Poi mi ha detto, per quanto riguarda i Co.Co.Co. la parzializzazione, l’esternalizzazione, la storia del lavoro a cottimo, del cosidetto “call job”…In Televisione (in Antenna Sicilia Ndr) non esiste, al giornale questa realtà è molto molto ridotta, al massimo ci sono degli stagisti, ma la maggior parte del giornale è fatto dalla redazione. Io non avendo possibilità di indagare…

 

Dino: “Premetto che non lavoro più ne “La Sicilia” dal 2000. […]In parte quello che dice Domenico Ciancio è vero. Premessa: in Italia in molti settori aderenti al giornalismo stanno prendendo piede i co.co.co o le partita iva…Io quando sono andato a Roma per nove mesi ho lavorato a My-tv emittente del “Corriere della sera” che allora era pompatissima perché allora c’era il periodo boom delle quotazioni in borsa…Mi pagavano 4 milioni al mese! Un signor stipendio! Dopodiche…Non è che ero assunto! Ogni mese facevo la fattura…Quindi non pensiamo che sia solo “La Sicilia” a fare cose del genere…In Italia lo fanno quasi tutti!”

 

Salvo: “ Questa cosa l’ha detta anche Benanti, purtroppo…”

 

Dino: “ Cosa grave, che forse Benanti non sa…Da un lato Ciancio(Domenico Ndr) ha ragione, perché la maggior parte degli articoli sono fatti da redattori interni al giornale, ma dall’altra ha torto, perché sono sì interni al giornale ma non assunti! Come quelli di cui ti ho accennato prima io! Non so se negli ultimi anni c’è gente che fa gli articoli, fa le foto e poi gli danno 20000 lire, può essere…Ma secondo me non gli danno neanche le 20000 lire.Se devo dire la mia…Può anche essere…Ma non è tanto questo il fatto secondo me…Il fatto è che la maggior parte della redazione non è assunta! E non piglia una lira oppure piglia X lire a caso!”

 

Salvo: “ Come campano?”

 

Dino: “Non lo so. Avranno i genitori…Non lo so. E’ vero quello che dice Ciancio, cioè che la maggior parte degli articoli è fatta da gente che sta all’interno del giornale, ma alcuni non prendono neanche i soldi…Perché sai che per fare il pubblicista servono 70 articoli pagati…40000 lire mi pare, ora non so bene in euro quant’è…Io non sono neanche pubblicista, proprio per non fare queste polemiche con Ciancio…”

 

Salvo: “Tu cosa sei?”

 

Dino : “Io sono un libero professionista, ora faccio l’aiuto regista, scrivo qualche volta ancora per qualcuno, ma gratis, ho guadagnato anche tanto facendo il giornalista ma sempre come collaboratore, come free – lance, mai assunto. “

 

Salvo: Sei mai stato praticante?”

 

Dino: “ Praticante e assunto sono la stessa cosa. Pensavo che questo tu lo sapessi…Il praticante lo devi assumere. Per diventare giornalista professionista devi fare per due anni il praticante, quando fai il praticante il tuo datore di lavoro ti da una cifra,e paga allo stato dei contributi[…]gli costa a lui fare sta cosa, abbastanza! Dopo due anni tu fai l’esame, se lo superi diventi giornalista professionista. Da giornalista professionista innanzitutto se sei disoccupato per due anni hai diritto a due milioni al mese, poi quando ti assumono non è che ti pagano quanto vogliono loro! Hai un minimo di stipendio che devono rispettare, se sei caporedattore un altro minimo, se sei vice capo servizio un altro ancora…[…]Anche nel cinema capita. Ti dicono “Io ti do un milione e mezzo a settimana , un milione ufficiale e mezzo milione in nero” perché poi il cinema paga un 10% in più di contributi di tutti gli altri settori per motivi che non ti sto qui a spiegare… Quindi quando io prima parlavo di praticante, volevo dire assunto. Attenzione! Assunzione vuol dire spesa per il giornale! La gente che lavora a “La Sicilia” è gente che si fa il culo li per anni senza essere assunti! Non hanno il praticantato, che è un prerequisito fondamentale per accedere all’esame che poi ti farà diventare giornalista professionista! Anche se sei pubblicista, se non sei assunto come praticante non potrai MAI diventare professionista. Ed essere professionista porta con se un sacco di vantaggi…Hai la cassa dei medici… Hai un sacco di cure e di attenzioni mussoliniane, bisogna dirlo…E’ uno dei pochi ordini fondato da Mussolini che ha mantenuto gli stessi privilegi di quando è stato creato, non è cambiato niente! Se sei giornalista professionista hai diritto ad uno psicologo pagato dall’ordine, tu e tua moglie, se sei sposato, tu e la tua compagna se non sei sposato, tu e il tuo compagno se sei omosessuale!”

 

Salvo: “Incredibile!”

 

Dino: “Si! Incredibile! E’ uno dei pochissimi casi in cui un omosessuale viene riconosciuto come tale. Se tua moglie partorisce ti pagano tutto! Puoi andare nella clinica che vuoi…In tutti i trasporti hai uno sconto…Prima era del 75%, ora l’hanno ridotto, prima era uno sconto mafiosissimo! Quindi ti dico…Essere professionista porta moltissimi vantaggi ma porta anche a delle spese per il giornale”

 

Salvo: “E questo non va bene…”

 

Dino: “No, questo non va bene[…]”

 

Salvo: “ Sostanzialmente hanno ragione sia Domenico Ciancio che Benanti…”

 

Dino: “ No, ha ragione in teoria Ciancio(Domenico Ndr) peccato che quella che lui chiama redazione non è una vera redazione perché molte persone della redazione sono collaboratori pagati così…Almeno fino a tre anni fa, ma non credo che in questo lasso di tempo le cose siano cambiate troppo…E’ vero che negli anni ’80 hanno assunto delle persone e non hanno licenziato granchè…Neanche adesso!Perché non assumendo non licenzi…Semmai, quelli nuovi non li assumi mai. Continui a fargli fare i collaboratori ecc…Io prendevo un discreto stipendio quando lavoravo al newspaper games, soprattutto per uno che era agli inizi…Ma non ero assunto, facevo la fattura ogni mese.

 

Salvo: “Un’altra cosa che mi ha detto Benanti che voglio verificare con te…Un’affermazione che è scritta nel mio lavoro…Sostanzialmente lui mi dice che all’interno de “La Sicilia” si perpetuano le generazioni

 

Dino: “ Verissimo”

 

Salvo: “ Io ad esempio sono Sciacca…”

 

Dino: “ Hai fatto un nome giusto! […] E’ vero. Ma è vero anche in molti altri settori. Non per sminuire il “Caso Ciancio” ma è vera e anche molto più drammatica nei notai, nei magistrati ecc…Il nepotismo in Italia c’è ovunque […] Ti potrei fare una marea di esempi. Ho preso prima l’esempio di Dino Lodato, proverino! Sicuramente non si è fatto i miliardi lavorando al giornale, ma comunque è stato facilitato dal fatto che il fratello era molto conosciuto all’interno del “Gruppo Ciancio”. Ti potrei fare l’esempio della figlia di Schillirò che è stata mia allieva ed ha iniziato a scrivere a diciott’anni che già secondo me è sbagliato, perché secondo me a diciott’anni non è all’altezza di scrivere. Comunque affari loro[…]Al giornale conviene perché la pagano poco, nel mentre lei si fa il nome, quindi è una sorta di “Do ut des”. Il problema è che per una ragazza di diciotto anni che ha sempre vissuto a Catania, e il cui padre è giornalista alla Sicilia, il massimo dei massimi è scrivere su quel giornale. E si sente privilegiata (in un certo senso lo è) perché ha questa opportunità. Ma così non imparerà niente, e sarà un’altra di quelle firme “annacquate” del giornale. Spero di sbagliarmi, naturalmente, ma temo di no…”

 

Salvo: “ Mi è venuto in mente un esempio sul fastidioso ambito che ci siamo lasciati alle spalle. Ercolano. Sia Orioles che Benanti mi hanno raccontato che una giornalista aveva scritto un articolo su Ercolano definendolo “noto boss”, poi Ciancio a distanza di una settimana l’ha chiamata nella sua stanza e l’ha rimproverata di questo…Facendogli trovare Ercolano li! Ascoltare la narrazione di quest’episodio mi ha raggelato…”

 

Dino: “ Non conoscevo quest’episodio…”

 

Salvo: “ No perché ripensavo alla tua posizione…Ciancio & i potenti, Ciancio & i cattivi…”

 

Salvo: “Tu perché hai lasciato “La Sicilia”? ”

 

Dino: “ Io l’ho lasciata per un caso fortuito. Ettore Scola mi ha chiamato e mi ha proposto di collaborare alla regia per un suo film. Io nella vita avevo due aspirazioni, la massima era quella di fare il regista, l’altra quella di fare il giornalista. Comunque mi piaceva fare il giornalista[…]Sono stato secondo me fortunato perché ho lasciato un attimo prima che quella piccola oasi che si era creata attorno a me sprofondasse…”

 

Salvo: “ Quella che era stata creata da Angela Ciancio?”

 

Dino: ” Quello che ti aveva accennato Orioles…E’ andata così: Escher ed un signore che si chiama Andrea Lombardo avevano creato il newspaper games. Idea meritoria a mio parere. Poi quest’iniziativa è diventata enorme, quindi c’ erano anche sponsor disposti a spendere tanto per questo. Siccome Mario Ciancio se n’è chiamato fuori…Diciamo che ha detto “se la fate gratis va bene”, e ha lasciato Angela a controllarci. Nel ’98 (o nel ’99 non ricordo bene) le cose sono andate benissimo per loro: addirittura Berlinguer, l’allora ministro dell’Istruzione è intervenuto a parlare di questa cosa, gli sponsor hanno cacciato un sacco di soldi quindi… Tanto che c’era una situazione paradossale: in tutto il palazzo c’erano piccoli uffici con computer sminchiati e vecchissimi…Da noi invece c’erano poltrone enormi, schermi 21 pollici, computer dell’ultima generazione…E guadagnavamo dei soldi, perché te l’ho detto, la maggior parte dei giovani guadagnano pochissimo o niente, noi eravamo pochi (tre-quattro ragazzi) però molto privilegiati… Contemporaneamente c’è stato il boom di Internet in borsa…Il Dottore Ciancio si è incominciato ad interessare ad Internet, lui non aveva mai neanche acceso un computer! La prima volta che ha visto un computer collegato ad Internet l’ha visto con me e con Ciccio Grasso, bravissimo informatico che lavorava lì con noi, uno di quei tre-quattro appunto. Questo per dirti che secondo me quando Mario Ciancio ha cominciato a subodorare che questi soldi erano troppi per noi e che con questi sponsor si poteva guadagnare molto e che questa cosa si stava allargando, se ne parlava troppo…(ed era una cosa di qualità, attenzione!) Ciancio nell’arco di un annetto ha messo le mani su questa cosa che…Infatti è un’altra cosa che è diventata moscia. Classica “anestesia ciancesca”.

Io una volta mi sono permesso di fare un articolo molto forte, un reportage con tanto di foto, schierato dalla parte dei centri sociali contro lo sgombero dell’Auro. Io sono riuscito a farla uscire in internet, senza nessuna censura: immagina la libertà che avevo acquisito al giornale! E Ciancio era proprio la controparte dell’Auro, l’uomo contro cui il Centro sociale si era scagliato spessissimo. Credo di aver potuto godere di tanta libertà perché il direttore non aveva grande dimestichezza con il mezzo internet, quando l’ha iniziata ad avere e quando ha cominciato a capire che ci potevano girare molti soldi… la festa è finita. Nel frattempo però quel gruppo era cresciuto ed ha potuto fare cose importanti. Il gruppo si chiamava La Sicilia Multimedia. Grazie a questa “protezione” io ho potuto fare (insieme a altri ragazzi che avevano molta voglia di fare) un programma che si chiamava “Reporter per un giorno” uno spazietto alla fine del telegiornale di tre minuti in cui i ragazzini potevano fare i reporter, potevano mostrare un inchiesta che avevano svolto sul loro territorio o un’intervista ad un personaggio famoso…Questa cosa è andata veramente bene, le scuole si sono entusiasmate, ho fatto montare tutto in digitale, fuori dal giornale…Era una cosa che si consegnava al giornale a scatola chiusa, il programma costava 40 milioni ed a loro sono entrati 75 milioni quindi i soldi sono comunque entrati. Ma a tal proposito ti dico solo una cosa che racconta molto dell’atmosfera che si respira a “La Sicilia”, e che è più significativa di ore e ore di parole che posso dirti io: nella prima puntata noi abbiamo mandato in onda un servizio fatto da una scuola di un quartiere molto disagiato di Catania: S. Cristoforo. La professoressa d’Italiano che si chiamava Motta, molto brava,  che ci teneva a far recuperare questi ragazzi che andavano lì, ignoranti, spesso figli di delinquenti che non sapevano neanche parlare in italiano. Hanno fatto un servizio sulle terme di S.Cristoforo che sono sempre chiuse. Ed è un peccato perché è una risorsa non sfruttata della nostra città. Loro si sono impegnati molto e noi proprio per premiare il fatto che i ragazzi di un quartiere popolare avessero fatto una cosa così, l’abbiamo mandato in onda per primo. Ebbene appena finito il servizio è arrivata la telefonata di un giornalista, mi sembra che allora fosse il direttore del telegiornale, che ha detto: “Ma che m’avete fatto mandare in onda? Manco in Italiano sapevano parlare questi!” Quest’episodio  rappresenta la mentalità del giornale. Perché lui non è che ha pensato alla tematica sociale… alla bellezza del fatto che ragazzi completamente fuori da ogni possibilità di aggregazione e di creatività si fossero impegnati in quel servizio, no! Lui ha pensato all’accento catanese che avevano alcuni di quei ragazzi. E poi secondo me era stressato perché noi avevamo fatto un programma per i cazzi nostri senza chiedere soldi a nessuno, anzi facendo guadagnare soldi al giornale…E fatto bene! Pulito, montato in digitale, con belle musiche…Tu pensa che nella prima settimana alla fine, nei titoli di coda c’era scritto…Questo è vero, puoi andarlo a vedere nelle vhs non mi sto inventando niente! C’era scritto: “Reporter per un giorno, un programma di Dino Giarrusso…” dopo una settimana mi hanno fatto cambiare i titoli di coda.”

 

Salvo: “Cosa ti hanno fatto mettere?”

 

Dino: “ Un programma a cura di Domenico Tempio, realizzato dalla redazione della Sicilia Multimedia […] Inutile dire che Tempio non sapeva assolutamente NULLA del nostro programma, non era mai venuto nemmeno ad una riunione, non conosceva nessuno di noi. Però bisognava mettere il suo nome. Non si poteva mettere il nome di uno, altrimenti “Chi è questo?” Le invidie all’interno del giornale, proteste, lamentele. Quelli non sapevano parlare Italiano?! Invece di andare a rubare quei bambini si erano impegnati a fare una cosa di gran pregio! E tu…Questa fu una cosa che m’intristì molto…”

 

Salvo: “Penso avesse schifato chiunque”

 

Dino: “ Questo programma è stata un’altra delle cose che una volta che io me ne andai, morì, non si rifece più.. Giuseppe Coco, un ragazzo che io avevo portato là, l’anno dopo tentò di rifarla, ma senza successo. Ed è stato un peccato. Delle volte i servizi dei bambini erano fatti meglio di quelli del telegiornale! Perché alcuni bambini veramente…Una volta alcuni bambini dell’elementare hanno fatto un servizio su un corso di scacchi…Ma fenomenale! Stupendo! Un’altra volta dei ragazzini di Riposto, a Riposto c’è l’istituto nautico, hanno fatto un servizio su come potrebbe essere il nuovo porto, la nuova mappa…Una cosa che già per me è stata interessantissima!

Io credo che se fossi rimasto a “La Sicilia” sarei una persona molto frustrata.[…] Escher stesso è stato buttato fuori. Non è vero quello che ti ha detto Orioles, ovvero che si è messo in mezzo Domenico Ciancio, è una sciocchezza. Spero che non verrò querelato per quello che dico, ma la verità è che Angela Ciancio ha preso “in amicizia” Andrea Lombardo che si è “pulito” l’altro socio. Non so se fa altro all’interno del giornale perché lui non è un giornalista, è una specie di esperto di Marketing… una persona che ha molto fascino, specie all’inizio, sa trascinarti.

 

Salvo: “Quindi non c’entra tanto Domenico Ciancio, Mario Ciancio…”

 

Dino: “ Sì, Mario sì! Nel senso che Angela è rimasta alla Sicilia Multimedia comunque…”

 

Salvo: “Cos’è cambiato?”

 

Dino: “ E’ cambiato che il direttore ha capito che in quella cosa giravano soldi e quindi…[…] Dev’essere una cosa morbidina, piccolina…Come tutte le cose che sono al giornale…Ti faccio un esempio…Perché dai miei esempi vorrei che trasparisse la mentalità rincoglionita della maggior parte delle gente che lavora li al giornale, anche gente di talento che lavora li è ammorbata… Questo comunque si ricollega al danno che fa il monopolio, argomento trattato prima…E non ho accennato al fatto che Ciancio stampa gli altri giornali eh? Questo è fondamentale. Per capire perché Repubblica o il Corriere della Sera non hanno una edizione catanese…Ci vorrebbe solo un privato che rompe il monopolio ed il privato non c’è. Ora che ha comprato anche videotre e telecolor il monopolio è completo. Diciamo che anche se ne abbiamo parlato, abbiamo parlato poco dei danni politici, sociali, comunicativi che il monopolio causa a Catania.[…] Sono abbastanza convinto del fatto che le tv locali così gestite ed il giornale così gestito non solo non aiutino lo sviluppo culturale…I ragazzi non hanno idea di niente. Io quando sono andato fuori da Catania, ero una persona molto più superficiale di adesso… Umanamente, dico, perché adesso ho conosciuto altra gente, ho avuto buoni professori a Siena…Qui ti dicono una marea di puttanate, vivi in un mondo chiuso, vivi in una specie di recinto…E’ un recintino in cui non si sposta niente, bruchi, bevi l’acqua e muori…Ad ogni livello… Ci sono certo menti brillanti, professori bravi, c’è l’università… ma sono poche oasi e tanti “vorrei ma non posso”. E poi comunque –parlando di comunicazione- c’è Ciancio che è come un collo di bottiglia strettissimo, strozzato. Da lì non passa nulla. Anche le cose buone fatte da Bianco, sono durate meno di ciò che immaginavo e speravo. E’ durato poco, perché poi anche lui per conservare il potere si è adeguato ai modi di fare catanesi, almeno in parte, non in tutto. A Catania la novità è male in sè, la qualità è quasi altrettanto male in sè.