10 febb 2000.

 

E' un invito, quello di scrivere, che accetto volentieri, come tutti quelli che amano la scrittura. Casualità vuole anche che io con la scrittura abbia lavorato a lungo, prima come free-lance per mensili come Cosmopolitan (quattro anni, ora fallito) e poi con Moda. A settembre 1999, ho firmato il mio primo contratto con una Casa Editrice Tedesca!!!!! e sto finendo di scrivere il mio vero primo romanzo per loro. Scrivere per la Germania è stata una delle tante stranezze della mia vita, ho conosciuto lo scorso anno uno scrittore piuttosto noto appunto tedesco, che vive in Italia con la famiglia, da molti anni. A lui è piaciuto il mio lavoro e abbiamo proposto questo libro a quattro mani, andare in Germania è stata per me anche l'occasione, di visitare il campo di concentramento di Dachau, dove mio nonno è morto dopo esservi stato deportato, proprio nel 1945. Questo per farvi rendere conto di come posso vivere il rapporto con tutto ciò che toglie la libertà, con ciò che è costrizione, tortura, orrore. La follia, i deliri di potere mi hanno sempre spaventato, soprattutto quelli ben nascosti sotto abiti grigi, spezzati eleganti, facce dagli occhi determinati, parole tranquillizzanti. Per quanto riguarda l'iimigrazione, sono più che sicura che occorrano leggi chiare, regole che tutelino il più possibile gli interessi di tutti. Ma voglio alzare ancora il mio urlo di protesta verso quello che accade in Austria, nessuno ha bisogno di nuovo terrore, non vogliamo persone esaltate al potere, fanatici con l'idea di mettere tutto a posto. Non sarà mai tutto a posto, lo è forse stato dopo lo sterminio degli ebrei? Sento ancora chiaramente l'emozione sconvolgente che ho provato nel visitare Dachau..... il filo spinato, i grossi casermoni e il grande campo nel centro desolatamente vuoto, indifeso sotto le luci invasive dei riflettori. Era primavera, ma lì c'era solo e ancora, orrore e paura e guardando fuori con il viso attaccato ai vetri, vicino alle stanze della tortura, mi sembrava di vedere i prigionieri in mezzo al campo, di sentire i loro cuori battere nelle tempie e mi chiedevo "c'è ancora posto per la rabbia quando si prova tanta paura senza che ci sia motivazione? c'è ancora, chiedo a voi" Pensavo a mio nonno, che scriveva lettere commoventi rimpiangendo l'unica bambina di cinque anni che aveva lasciato e che non avrebbe mai più rivisto.....mia madre. Spero che adesso siano insieme e spero per tutti che non ci siano più fili spinati a dividere le vite delle persone. Le uniche cose scritte che sento ancora molto mie e che a tutt'oggi ho voglia di scrivere soltanto per il piacere di farlo, sono delle poesie. Ve ne invio un paio, comunque voglio complimentarmi calorosamente con l'ideatore o l'ideatori di questa iniziativa e con la Biblioteche di Roma. In un periodo dove la cultura è soprattutto massmediologia, trovare il tempo di dar luce alle tante voci nascoste, è come trovare il tempo e i lusso per sognare, un tempo che pochi sembrano volersi concedere. Bravi.....comunque vada.

SCHEGGIA PER SCHEGGIA

La fame si affloscia/
diventa poesia/

potere/

Paludi irrisorie
rinchiusi/ saltuari pasti di felicità/

Scheggia per scheggia
costruisco/ intricato mosaico parlante/
Il drago
con la testa di fuoco/ ammicca verso la nebbia/

Frantumo un'idea con i piedi
occhi leucemici
appassiti sguardi di sconosciuti/
L'alba è un'amara irritante consolazione/

Un abbraccio Silva Gentilini