Il Titolo e': IL LABIRINTO


Perchè proprio lui? Perche la sfortuna si era accanita contro di lui?

Lui che non era nessuno,lui che aveva fatto fortuna come guerriero

nella Legione?

Da qualche tempo quella Legione era diventata il bersaglio di un

tizio, una strana persona capace di usare la magia.

Ma la sua magia non era del tipo convenzionale, niente palle di fuoco,

niente incantesimi, ma solo sparizioni. Uno dopo l'altro i suoi

compagni erano spariti, giorno per giorno lui si era ritrovato sempre

più solo, finchè anche lui era diventato il bersaglio del giorno.

Il losco figuro era arrivato di notte, l'aveva sorpreso nel sonno, gli

aveva agitato le mani davanti agli occhi e... PUFF Kirrag non era più

nella sua tenda, non era più sdraiato sul materasso improvvisato fatto

di foglie, ma era immerso nel buio più totale; il tentativo di

avanzare aveva dato come unico esito un bernoccolo in testa visto che

aveva sbattuto contro una parete liscia.

Aveva così deciso di attendere il giorno e si era addormentato senza

troppe difficoltà, ma il risveglio era stato molto traumatico, si

trovava in mezzo al nulla più totale, per terra c'era solo terra e la

vista si perdeva in tutte le direzioni senza incontrare ostacoli, il

sole era appena spuntato ma non sapeva dire se quello era l'Est.

Kirrag aveva provato ad avanzare di nuovo, ma era andato nuovamente a

sbattere contro... l'aria. E finalmente capi', era rinchiuso nel

Labirinto, tutti ne parlavano perche' un solo essere umano, Noreb, ne

era uscito e piu' di millecinquecento persone si stimava che fossero

state rinchiuse in quel luogo dall'inizio dei tempi. Il Labirinto era

una prigione, una prigione mortale per tutti coloro che avevano ucciso

degli innocenti e non erano stati catturati dalle forze dell'ordine

entro un anno dai delitti... eppure lui era entrato da poco piu' di un

anno nella Legione, possibile che tutte quelle persone che avevano

avuto l'ordine di uccidere fossero state innocenti? Chi c'era dietro a

tutto questo? Chi aveva dato loro gli ordini? Kirrag non lo sapeva.

Purtoppo pero' nessuno sapeva nemmeno come aveva fatto Noreb ad uscire

e Kirrag non l'aveva mai incontrato di persona.

Questo pero' lo aveva confortato, Kirrag era una persona che non si

perdeva d'animo e sapere che una possibilità di uscire c'era, lo

spronava a cercarla, anche se non sapeva perche' permettessero ai

detenuti di uscire, forse chi ne usciva veniva magicamente indotto a

riparare i torti causati... ma tutto questo sfuggiva alla comprensione

limitata di Kirrag riguardo alle magie. Decise perciò che avrebbe

seguito con le mani il perimetro dei corridoi e preso le diramazioni

che gli si presentavano, ma siccome non voleva girare in tondo avrebbe

lasciato una traccia con la punta dello stivale. Era intelligente lui.

 

Ormai erano giorni che peregrinava senza sosta, aveva percorso molti

chilometri ma dell'uscita non c'era traccia, era sempre circondato da

mura e corridoi; non aveva mai preso due volte la stessa strada se non

per brevi tratti eppure non era arrivato alla conclusione del

Labirinto; ormai era stanco, debole, aveva la vista appannata, ormai

il segno dello stivale non era più netto e preciso ma era tremolante e

aveva fame perche' aveva finito le razioni contenute nello zaino che

era stato trasportato con lui. E proprio poche ore dopo era accaduto

l'inevitabile, si era accasciato al suolo incapace di muoversi ancora,

stremato dalla fatica, dalla fame e dalla sete.

Ancora un pensiero, alla moglie che aveva lasciato e al figlio

diciassettenne, e poi era morto, incarcerato senza un motivo

tangibile, lasciato morire come una bestia.

L'uscita? Tre metri piu' avanti, a destra....

MICHELE FURNO.