La vernice

 

Bianco, beige, grigio; colore .e nuovo toni neutri. . Alpifrancesi: nel cielo blu-violetto ,ancora poco illuminato dalla luce dell'alba, si alzano montagne innevate , tanto nitide che si potrebbero ritagliare. Nuvole leggere di umidità… ingombrano il fondo valle ;si intravede solo, in basso una striscia d' acqua, arancione al primo sole ,che si avvolge con movimenti di serpente.

Livia memorizzo' ogni dettaglio, poi chiuse gli occhi e fece il bianco dentro di se‚. Si concentro' e cerco' disperatamente di ricordare: rumore di neve appena caduta, leggera sotto le scarpe ;vento teso e gelido su un crinale. Inutile: passi, risatine nervose ,,voci confuse ,odori di vernice, di vol-au-vente , dolciastri profumi femminili ripresero il sopravvento.

Spalanco' gli occhi e di colpo si trovo' sbalzata in mezzo a quella buona societa'… brillante e presenzialista che affollava l'inaugurazione della prima personale italiana di Paul Delvaux, "maestro delle ombre" : "un' occasione veramente irrinunciabile" ; come scrisse qualcuno il giorno dopo.

Undici anni ,capelli rossi ,un viso minuto picchiettato di lentiggini: quanto bastava a Lidia per sentirsi facile preda di quella varia fauna eccentrica ed elegante.

La madre ,figura sottile slanciata ,era stata intercettata quasi subito, all' ingresso della galleria d' arte da un gruppo vociante di signore "un po' troppo": troppo truccate, troppo abbronzate, decisamente troppo compresse nei loro tailleurini pastello.

Attesa, sorrisi stucchevoli per i molti "macomeseigrande" , "macomeseibella" ,carezze ungulate .Segni di impazienza. Rimproveri.

Poi, incurante delle proteste, la madre l'aveva pilotata davanti ad un enorme vecchio , dagli occhi sottili e accesi che parlava con tutti una lingua arrotolata facendo buffi gesti.

-Je suis hereux ,madame de vous voir ici, molto contento di vedervi.- aveva detto ;poi si era chinato sulla bambina e bisbigliando aveva afferrato nelle sue mani enormi quelle ossute di lei : -Enchant‚ Mademoiselle".-

Livia era intimidita, stanca, annoiata ; il vecchio gigante se ne accorse e ammiccando le fece cenno di andare.

Libera, finalmente libera. Si era immersa nelle sale affollate , sbirciando ogni foto: ritratti, primi piani catturati per strada : visi tristi, giovani ,seri ,allegri, vecchi, assorti ...E ancora nuvole, acqua ,cielo, terra , paesaggi estivi, vedute invernali...Poi ,stanca ,si era fermata

Guardo' ancora una volta quel fosco sonnacchioso risveglio della valle alpina, alla parete: nulla .quelle immagini patinate alla sua immaginazione non offrivano granche' . Non le piacevano.

Avanzo' di qualche passo :"Estate", colline andaluse gialle di grano emergono da un cielo bianco, lattiginoso. La linea polverosa della strada si insinua nell' oro maturo: In fondo una piccola casa e un uomo a cavallo .

Dove vanno a finire le strade del mondo? Qual'Š la meta di tutti i viaggiatori?Livia ne fu incuriosita .

Acciambellata su un divanetto lì vicino, osservava. Osserva con tutto il volto: la fronte corrucciata in una posa pensosa e infantile, gli occhi vasti e spalancati, la bocca semiaperta, per raccontare di quel frammento di Spagna, che certo racchiude un tesoro nascosto.

"Ritratto di giovane donna davanti a un campo di grano", ecco il manifesto della prossima personale del "maestro di immagini", in autunno a New York : un attimo di vita rubato ad una undicenne ossuta e spigolosa .

di Benedetta Dalla Rovere - Bologna