senza titolo.

Cominciò a mescolare il caffellatte col cucchiaino. Il liquido arrivava fino all'orlo, sollevato dall'azione violenta dell'utensile di alluminio. Il bicchiere era ordinario, il bar scadente, il cucchiaino opaco, consumato dall'uso: si udiva il rumore del metallo contro il vetro. Tin, tin, tin, tin. E il caffelatte girava e rigirava, con un gorgo nel mezzo. Io ero seduto di fronte. Il bar era affollato. L'uomo continuava a girare e rigirare, immobile, sorridente, e mi guardava. Qualcosa mi si rivoltava dentro. Lo guardai in modo tale che si sentì in obbligo di giustificarsi. -Lo zucchero non si é ancora sciolto. Per dimostrarmelo diede dei colpetti nel fondo del bicchiere. Subito riprese con rinnovata energia a mescolare metodicamente il beveraggio. Gira e rigira senza fermarsi mai e il rumore del cucchiaino sul bordo del vetro. Tan, tan, tan. Di seguito, di seguito, senza posa, eternamente. Gira e gira e gira e rigira. Mi guardava sorridendo. Fu allora che estrassi la pistola e sparai.

 

 

Antonello.