Terra.
Uno,due,quasi tre giri completi tra le lenzuola ormai le voci del giorno le
sento, sono vicinissime,pure lei è qui vicino,provo un leggero fastidio che è
banale invidia perché riesce ancora a dormire, con calma,con molta calma cerco
le cose, allungo la mano sul comodino e cadono i libri,i fogli, gli appunti
,manco di poco la sveglia e mi ritrovo tra le mani le mutande che
casino............. le calze, la camicia, le scarpe quelle comode sono sotto il
letto e tutto il resto? Che ora è? Perché la sveglia non ha suonato? Quante
domande quando inizia un giorno e mai nessuna certezza al tramonto del sole.
Faccio piano senza fare altri rumori. La luce buca gli occhi, che strazio , ma
ecco il caffè, in cucina trovo pure una vecchia galletta. Un dolore alla
schiena mi ricorda che la forza di gravità è sopra di noi ,sempre là a
spingerti giù a terra e con il tempo alla fine vince sempre lei questa guerra,
stamattina mi godo questa piccola battaglia vinta: che palle,uno sforzo e
via,sono in piedi, ci siamo.
Apro la finestra come nella pubblicità aaah è domenica, che bello....fuori è
tutto di colore azzurro. E' domenica adesso capisco perché la sveglia non ha
suonato avevo tolto la suoneria. Nel giardino i cani, hanno capito tutto, e
ascoltano attenti i rumori inconsueti, i passi lenti,diversi e abbaiano. Sono
tre e abbaiano, forse tradotto è un dire buongiorno ? In un attimo di
incertezza ,rispondo e abbaio anch'io, chissà che ho detto, perché
all'improvviso l'abbaiare dei cani diventa un ululato all'unisono,penso alla
luna sparita,ormai da un pezzo nella luce,non capisco la ragione e intanto
si incazza il vicino che, purtroppo non capisce niente del
"dialogo",provo a calmarlo, ma è ormai inutile,se svegliata pure lei
e allora meglio andare via, prima di altre domande . Oggi ho voglia di vedere un
po' di facce nuove,in fondo è un po' come partire,perché tutti i giorni vedo
sempre le stesse e se non parti per altri posti,cosa puoi fare quando abiti
vicino Roma?
Vai al mercato di Porta Portese a perderti nella gente del mondo.
Là nel mercato cerco valigie di cartone o di cuoio, quelle di vecchi
viaggiatori con o senza gli stemmini dei luoghi,degli hotel appiccicati, poi le
più piccole, ripulite, le metto in libreria accatastate una sull'altra
riempendole di appunti e ricordi di viaggio,sarò un romantico, ma vi assicuro
che questi "ricordi" non trovano posto altrove in casa e andrebbero
persi. Sono sporche ,consumate, spesso con le chiusure e i ganci arrugginiti,ma
con calma vengono recuperate, ripulite e rimesse in bellavista,
danno l'idea della partenza quasi fossero là pronte a rivivere per questo,e
ricordando il loro contenuto o riaprendole di tanto in tanto il pensiero prende
il volo: cartine geografiche,appunti,pezzi di carta, mappe,stradari,vecchie
fotografie istanti di vita,articoli di giornali,guide,anche un ramoscello di
mirto conservato profumava come quando lo sentii sull'isola, souvenir di Caprera
in Sardegna,quegli arbusti li trovi anche vicino alla casa di Garibaldi e sono
padroni di molto spazio sopra quella terra,è la loro terra. Poi i passaporti
pieni di timbri,non restituiti,perché anche loro sono testimoni di passaggi
attraverso frontiere vere ma sempre inutili , immaginarie di questo mondo,
Paul Morand viaggiatore e scrittore disse "quando morirò
voglio che la mia pelle diventi una valigia".