1. BUSH CHIEDE A BERLUSCONI DI SCHIACCIARE IL CAMPO ANTIMPERIALISTA
2. Awni Al Kalemji sulle dichiarazioni di Prodi
3. CON LA PALESTINA NEL CUORE. VIAGGIO DI SOLIDARIETA’ - 14 agosto-28 agosto 2005
4. VENEZUELA: Costruiamo insieme il Campo Bolivariano Antimperialista
Appello ai movimenti popolari, antimperialisti e rivoluzionari

1. BUSH CHIEDE A BERLUSCONI DI SCHIACCIARE IL CAMPO ANTIMPERIALISTA


44 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inoltrato all’ambasciatore italiano a Washington, Sergio Vento, una formale nota di protesta affinche’ il governo italiano metta fuori legge il Campo Antimperialista

Il 1 luglio il provider americano oscurava il sito del Campo Antimperialista (lo stesso giorno, in Italia, veniva perquisita l’abitazione di Emanuele Fanesi, intestatario del conto corrente postale della campagna “Dieci Euro per la Resistenza irachena”). Sapevamo di forti pressioni politiche provenienti da ambienti della destra americana. Ora sappiamo che queste pressioni sono potenti e ad altissimo livello.

Il 27 luglio l’importante settimanale "USNews" informa che 44 membri del Congresso degli Stati Uniti, in data 28 giugno, hanno inoltrato all’Ambasciatore italiano a Washington, Sergio Vento, una formale nota di protesta in cui si chiede al governo italiano il pugno di ferro contro il Campo Antimperialista, sulla base dell’accusa che noi, essendo tenaci sostenitori della Resistenza irachena, saremmo dei “finanziatori del terrorismo internazionale".

E’ subito chiaro, leggendo la petizione sottoscritta dai parlamentari americani, cosa essi intendano per pugno di ferro: premere su e ricattare il governo Berlusconi affinche’ metta fuori legge il Campo facendo arrestare i suoi membri magari per farli trasferire a Guantanamo.

A nessuno puo’ sfuggire l’inaudita gravita’ di questo atto intimidatorio. Dando voce all’entourage Neocon raccolto attorno a Bush, si palesa la concezione imperiale americana per cui l’Italia e’ considerata poco piu’ di una colonia il cui governo non puo’ che eseguire gli ordini che arrivano da Washington.
Il Campo Antimperialista e’ cosi diventato il capro espiatorio per mettere alla prova il tasso di sudditanza a Bush non solo del governo Berlusconi ma anche del centro sinistra.
Nostro malgrado, a causa della determinazione con cui difendiamo la lotta di liberazione del popolo iracheno, siamo infine il banco di prova sul quale l'amministrazione americana vuole sperimentare l’imposizione al mondo di un unico spazio giuridico imperiale, stracciando lo Stato di diritto vigente negli altri paesi,  liquidando quindi, assieme alla nostra Costituzione, il principio inviolabile ad essa indissolubilmente connesso, della sovranita’ nazionale.
Nella nota di protesta i 44 parlamentari americani chiedono infine al governo italiano, con tono minaccioso, che esso impedisca in ogni modo la prevista Conferenza Internazionale per la pace e la Resistenza in Iraq prevista in Italia per i giorni 1 e 2 ottobre prossimi con la partecipazione di decine di delegazioni, dall’Íraq e da ogni continente.

Al governo diciamo che esso puo’ e deve respingere le pressioni provenienti da Washington; puo’ e deve farlo se non e’ un governo fantoccio degli Stati Uniti; se ha a cuore non solo la democrazia e la liberta’ di cui si fa vanto, ma pure lÎindipendenza del nostro paese.

Alle forze dell’opposizione parlamentare chiediamo di tenere fede alle loro affermazioni sul ritiro delle truppe d’occupazione in Iraq, chiedendo al governo non solo di respingere le pretese americane ma di presentarsi in Parlamento a riferire cosa esso abbia fatto e abbia intenzione di fare per rifiutare questa pesante ingerenza imperialistica nella politica italiana.

Al movimento contro la guerra, a tutti gli antagonisti, chiediamo di manifestare immediatamente la loro protesta contro le richieste nordamericane e, ove possono, di mobilitarsi a difesa della democrazia e della liberta’. Ovvero, oggiorno, anzitutto di potere sostenere il legittimo diritto del popolo iracheno a cacciare le truppe colonialiste d’occupazione.

Assisi, 4 agosto
Per messaggi immediati di solidarieta’ campoantimperialista@tiscali.it

DOCUMENTI ALLEGATI
Letter by members of the US Congress to the Italian ambassador
http://images.usnews.com/usnews/news/articles/050727/10euros.pdf

National Security Watch: Eurolefties fund Iraq insurgency  Part II
http://www.usnews.com/usnews/news/articles/050727/27natsec.htm

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2. Awni Al Kalemji (portavoce dell’Alleanza Patriottica Irachena) sulle dichiarazioni di Prodi
Intervista rilasciata a Il Giornale del 2 agosto

Come commentate la dichiarazione di Romano Prodi sull'immediato ritiro delle truppe italiane qualora dovesse diventare premier?


La resistenza irachena saluta con soddisfazione le affermazioni di colui che e’ considerato il prossimo premier di un paese a noi caro come l’Italia.
Il ritiro delle truppe italiane va incontro non solo ai sentimenti del popolo dell’Iraq ma di tutti i popoli che amano la pace. Non siamo noi che abbiamo voluto la guerra, l’ha voluta Bush, e fino a quando egli occupera’ il nostro paese noi abbiamo il diritto di lottare per ripristinare la nostra sovranita’ nazionale.

Cosa pensate del fatto che per la prima volta un leader politico ha parlato esplicitamente di "truppe di occupazione"? La frase di Prodi è stata: "I militari italiani saranno ritirati come truppe di occupazione".

Non mi risulta che Prodi sia il primo. Altri leader europei lo hanno detto. Comunque queste affermazioni sono il risultato dei successi della Resistenza irachena che avendo messo gli americani in difensiva ha conquistato sul campo la sua legittimita’ politica, dato che quella formale e’ assicurata dalla stessa Carta delle Nazioni Unite e da tutte le convenzioni internazionali.

Qual è la posizione della resistenza irachena su queste dichiarazioni? Cosa rispondete a Prodi?

Ci auguriamo che Prodi, una volta Premier, tenga fede alla sua promessa e che l’Italia ritorni ad essere un paese amico della nazione araba.

Gradireste un cambio di guida politica nel governo italiano?

Ovviamente si, ma non sta a noi mettere il naso negli affari interni dell’Italia. Le ingerenze le lasciamo agli Stati Uniti.

Ritenete che la presenza italiana in Iraq sia legata al rischio attentati in Italia di cui si parla in questi giorni?

La Resistenza irachena opera in Iraq, si batte per cacciare gli eserciti invasori. Non e’ nell’interesse del popolo dell’Iraq uccidere civili  innocenti, ne’ considera l’Europa teatro di guerra.

Cosa pensate degli attentati di Londra?

Li deprechiamo. Noi sappiamo cosa significhi il terrore, abbiamo subito per vent’anni la politica americana che si e’ accanita anzitutto sui civili innocenti. Non dimenticheremo il massacro indiscriminato di Falluja. Siamo decisi a cacciare questi criminali di guerra dal nostro paese, anche per questo non combattiamo come loro e non ci faremo accecare dall’odio.

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3. CON LA PALESTINA NEL CUORE. VIAGGIO DI SOLIDARIETA’ - 14 agosto-28 agosto 2005

Per informazioni e adesioni contattaci al nostro indirizzo: campoantimperialista@tiscali.it

Il viaggio e’ organizzato dal Campo Antimperialista Europa assieme ai compagni palestinesi di Abna al Balaad (organizzazione palestinese sorella). Siccome ci sono gia’ piu’ di quaranta iscritti preghiamo
chiunque fosse interessato prender parte al viaggio di contattarci entro e non oltre la meta’ di giugno inviandoci, assieme alla richiesta una breve scheda personale.

Programma preliminare

Prima parte della visita:
- Arrivo al aeroporto e trasferimento a Beit Sahour- incontro di orientamento con rappresentanti di ONG e discussioni
Betlemme e dintorni: visita degli insediamenti, dei campi profughi, del muro. Incontro con un rappresentante del FPLP.
Hebron: visita del centro città e degli insediamenti israeliani. Incontro politico con i rappresentanti della resistenza locale. Sera: Incontro politico con un rappresentante di Fatah.
Gerusalemme: tour negli insediamenti israeliani con l’Alternative Information Center e visita del centro storico della città con il Nidal Center. Incontro con un responsabile di ICAHD. Sera: Incontro con il Dott. Majed NASSAR sulla drammatica situazione sanitaria in Palestina.
Nablus: visita della città e delle distruzioni. Visita al Campo profughi di Balata e incontro con I rifugiati. Incontro con Ghassan SHAKAA (ex-sindaco della città che ha perso due gambe durante un attaco israeliano negli anni 70)
Jenin: visita del campo profughi e discussioni con i profughi.
Qalqilia: tour del muro e incontro con il sindaco. Viaggio  a Nazareth.
Nazareth: Incontro con la Arab Human Rights association, incontro con Abna el balad, incontro con Ilan Pape (professore israeliano anti-sionista). Ritorno a Beit Sahour.
Gaza – visita alla citta’ (nel caso lo consentisssero le autorita’ sioniste)

La seconda parte della visita  sara’ dedicata a un programma di lavoro volontario in una struttura sociale: la proposta è quella di lavorare sui campi dei contadini vicino a Betlemme per prevenire violenze e soprusi da parte dei coloni israeliani che vivono in insediamenti nei dintorni. Una possibilità alternativa sarebbe quella di lavorare in asili ed altre strutture per bambini. Il volontariato darà la possibilità ai partecipanti del viaggio di solidarietà ad entrare in contatto con la popolazione ed a conoscere la vita quotidiana sotto l’occupazione.



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4. Costruiamo insieme il Campo Bolivariano Antimperialista
Appello ai movimenti popolari, antimperialisti e rivoluzionari

13 febbraio 2005
Repubblica Bolivariana del Venezuela

Dalla terra di Simón Bolívar, Simon Rodríguez e Ezequiel Zamora, che oggi insorge contro l’imperialismo statunitense, riteniamo che sia giunto il momento di compiere uno sforzo per approfondire l’unità nella lotta contro le molte ingiustizie perpetrate contro i popoli del mondo e per avanzare verso superiori livelli di coordinamento antimperialista e di resistenza contro l’imperialismo statunitense.

Invitiamo pertanto, in occasione del Forum Sociale delle Americhe che si terrà in Venezuela, a confluire in un Campo Bolivariano Antimperialista internazionale di carattere popolare e rivoluzionario. L’incontro si svolgerà nei quartieri poveri della città e nella campagna sfruttata del Venezuela, nel terreno stesso della lotta popolare, perché soltanto dalle basi popolari organizzate che soffrono sotto il dominio imperialista e capitalista e che con esso si scontrano, nascerà la forza per un foro di resistenza antimperialista.

Sotto l’egemonia statunitense, l’imperialismo si struttura oggi come un vero e proprio impero con la sua guerra permanente e globale contro i popoli e le classi povere. Tuttavia, questo dominio totalitario in campo militare, economico, politico e culturale si scontra ogni giorno di più con nuovi fuochi di resistenza. In Iraq, Palestina, Venezuela e Colombia nascono oggi i nuovi Vietnam del secolo XXI, dove apertamente viene sfidato il futuro dell’impero. La liberazione dei popoli passa attraverso la rottura del mondo unipolare statunitense. Protagonista di questa rottura possono soltanto essere i popoli in lotta contro le oligarchie e le élites sottomesse e integrate nell’architettura imperiale.
Il nostro è il tempo della resistenza popolare contro l’impero – tanto la resistenza diretta contro le guerre di aggressione, le occupazioni e gli interventi statunitensi, quanto la resistenza contro le classi dominanti che servono l’impero come garante del saccheggio dei propri popoli; è il concreto esercizio del diritto democratico all’autodeterminazione che comprende tutte le forme di lotta.

Quando i popoli insorgono per liberarsi dal dominio imperiale, essi non possono che scontrarsi con il vecchio Stato, il cui sovrano non è il popolo ma il capitalismo imperiale con la sua falsa democrazia in mano ai partiti delle élite e alle sue caste burocratiche.

Non c’è riforma dello Stato oligarchico che possa garantire il protagonismo democratico del popolo. Contro il riformismo garante della continuità antidemocratica, proponiamo il salto in avanti fino al potere popolare.

Porre fine all’imperialismo è l’obiettivo che ci unisce. Rafforzare i punti di rottura il compito che ci proponiamo perché questi saranno la stella polare per i nostri popoli affinchè resistano. Costruire l’alternativa bolivariana e antimperialista, più che promuovere la cooperazione tra i paesi del sud significa unire le nostre resistenze rivoluzionarie in un fronte antimperialista internazionale per poter rispondere alla strategia globale dell’impero.

Invitiamo le organizzazioni popolari, i movimenti di liberazione, i partiti rivoluzionari e tutti gli antimperialisti a promuovere e costruire un Campo Bolivariano Antimperialista internazionale il …. in … Venezuela, per rafforzare insieme la base per la nostra resistenza organizzata e antimperialista.


Promotori:
MBP, Movimento di Basi Popolari - CSB, Coordinadora Simón Bolivar - Utopia - FNCEZ, Fronte Nazionale Contadino Ezequiel Zamora - Patria Giovane - UFI, Unione di Forze Indipendenti - Municipio di Paez, Apure - Municipio di Guacara, Carabobo - Campo Antimperialista