Il documento di Bruno D’Orta si invia per opportuna lettura

LICIO AL DOVERE

Bananas del 22/7/05 di Marco Trvaglio

segnalato da cimarellina


Ma di che han paura? Cosa temono che venga ancora scoperto, su mafia e politica, dopo le sentenze Andreotti (mafioso fino al 1980, secondo la Cassazione: reato commesso ma prescritto) e Dell'Utri (mafioso dal 1973 a oggi, secondo il Tribunale di Palermo: 9 anni di reclusione)? Che cos'altro
sanno che noi non sappiamo e non dobbiamo sapere? Chi ha occhi per vedere non può non porsi queste domande, all'indomani dell'ordinamento giudiziario ideato da Licio Gelli, firmato dall'incolpevole Castelli e approvato dal centrodestra. La controriforma rischia una seconda bocciatura di Ciampi perchè, all'ultimo momento, le hanno aggiunto l'emendamento anti-Caselli.
Senza l'aggiunta, sarebbe blindata. Con l'aggiunta, è di nuovo a rischio.
Dunque impedire a Caselli di diventare procuratore antimafia è più importante e urgente dell'ordinamento giudiziario. Ma perché? Perché anticipa qui e ora quel che la controriforma provocherà in futuro: le nomine governative dei magistrati. Nemmeno il fascismo aveva osato tanto. Questa della Dna è la prima nomina governativa, con un concorso truccato che toglie di mezzo uno dei due concorrenti, Caselli, lasciando in campo l'altro, Piero Grasso.

Cosa si teme che scopra, di nuovo, Caselli? Il senatore di An Luigi Bobbio confessa che l'emendamento «impedisce a un pm propenso a coltivare trame investigative sconfessate dai tribunali di andare alla Dna».

Viva la sincerità. Ora, Bobbio sa bene che quelle «trame» sono indagini confermate da tribunali (Dell'Utri) e Cassazione (Andreotti). Dunque è questo che si vuole impedire? Che Caselli riprenda in mano il filo rosso mafia-politica? E che c'è di nuovo, più terribile di quel che già è emerso su Andreotti e Dell'Utri, da scoprire? Le Corti che condannano mandanti ed esecutori delle stragi del 1992-'93 (Pa/CS>lermo, Roma, Milano,Firenze)parlano di «mandanti esterni» che suggerirono a Cosa Nostra di eliminare Falcone e Borsellino e di esportare il tritolo nel continente contro obiettivi artistici, culturali e religiosi.

Esistono complicità e connivenze che il sistema non riesce ad individuare e a portare alla luce» (I grado Firenze, 6/6/98). «L'esistenza di eventuali quanto non improbabili mandanti occulti costituisce il principale enigma di questo processo... È necessario indagare per individuare gli eventuali convergenti interessi di chi all'epoca era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa Nostra... e le reciproche influenze con gli eventi politico-istituzionali» (appello Falcone, 7/4/2000). «Il dato certo che emerge... sulle connessioni fra le iniziative mafiose e "suggeritori", "mandanti", "coordinatori", "istigatori", "supporti" esterni, è che Cosa nostra è stata comunque il braccio esecutivo di un progetto, eventualmente più ampio... Chi aveva interesse alla consumazione delle stragi fuori da Coa Nostra non aveva da faticare molto per "indurre", "agevolare", "sollecitare" l'organizzazione... a commettere le stragi per trattare da posizioni di forza e mantenere il proprio potere contrattuale con lo Stato» (appello Borsellino-bis, 18-3-2002). Per mesi Cosa Nostra attaccò frontalmente lo Stato, mentre in segreto intrecciava trattative con carabinieri e politici vecchi e nuovi. Poi, nell'autunno '93, la guerra finì. Tredici anni di pax mafiosa (la convivenza di Lunardi). Segno che Cosa Nostra aveva ottenuto ciò che voleva. Ecco: se dietro quelle quinte insanguinate va a scavare un magistrato come Caselli, il rischio (per il regime) o la speranza (per gli italiani onesti) è che quei mandanti li smascheri. Questa è la partita aperta, la posta in gioco. Il rischio (per il regime) e la speranza (per gli italiani onesti) è che il Csm reagisca al sopruso subito, senz'aspettare il sì o il no di Ciampi, con un atto di estrema dignità: nominare all'unanimità Gian Carlo Caselli procuratore nazionale antimafia.


-----------Provate ad immaginare dove potete vedere scritte queste cose-----------


Questo è uno dei motivi per i quali leggo una certa stampa che alcuni definiscono di partito ma io invece definisco libera perché libera lo è e non è di REGIME. SALUTI .