Un racconto
extraterrestre di Jacopo Fo
Periodi
marziani.di jacopo fo'
Ero piuttosto preoccupato per la mia
sopravvivenza. Piu' che altro a livello fisico: cosa
avrebbero fatto di me?
"Decontaminazione" avevano detto. Ma, suvvia,
onestamente, chi crederebbe a gente che arriva da
un'altra galassia e ti rapisce? (Anche se gentilmente)
E poi il modo, non era stato certo dei piu' corretti.
Stavo tornando a casa, passando per le stradine strette
della citta' vecchia. Era gia' notte ma i muri di pietra
e il selciato ribollivano per il caldo torrido di questa
estate. I ben informati sostengono che sia la piu' calda
da 186 anni.
Comunque all'altezza di via della Viola sento un grido.
Mi giro a guardare e in quel budello di strada vedo
alcuni uomini che stanno cercando di immobilizzare una
donna.
Immaginatevi il sobbalzo emotivo dal quale sono stato
scosso. E non avevo neanche il cellulare per chiamare le
forze dell'ordine.
Non potendo fare altro mi avvicino e chiedo: "Potrei
sapere perche' vi comportate in modo cosi'
scomposto?"
Non e' che sono stupido, semplicemente ho studiato
psicologia, come dilettante, e so che generare stupore
comportandosi in modo non convenzionale e' la tattica
migliore per affrontare persone fuori di senno che
praticano la violenza.
La mia allocuzione ebbe il primo effetto di far girare
gli aggressori che mi guardavano come se fossi un
lombrico morto.
Uno di loro, che sfoggiava un bel paio di denti marci, mi
ringhio' contro: "Sparisci merda!!!"
Pensai che probabilmente conosceva insulti ben piu'
sostanziosi e che quindi la scelta di un improperio di
medio livello segnalava una possibilita' per la mia
strategia. Cercando di controllare il tremore della voce
continuai: "Suppongo che non siate informati sul
fatto che un orgasmo veramente soddisfacente abbisogna di
rilassamento e tenerezza?!?"
Mentre lo dicevo appurai che i miei avversari erano
quattro e pure ben messi. Le mie possibilita' di
abbatterli in rapida successione erano insignificanti. In
mezzo a loro la ragazza mi guardava con un briciolo di
speranza. Ma solo un briciolo.
"Fatti i cazzi tuoi." Insistette l'energumeno.
"Mia madre mi ha spiegato che la contrazione
muscolare e lo stress emotivo che accompagnano
invariabilmente uno stupro sono comportamenti inibenti
del piacere. L'esperienza orgasmica ne risulta
impoverita."
"Sparisci o ti ammazzo! Io non ho lo stress c'ho il
cazzo duro."
Considerai la sua risposta una vittoria: stava
rispondendo a quanto avevo detto sullo stress. Lo avevo
coinvolto. La cosa piu' difficile era fatta. Ora dovevo
solo sopravvivere ancora per un po'.
"Vorrei farvi un esempio." Continuai. "Vi
ricordate la sensazione meravigliosa di quando da bambini
ci facevamo la cacca addosso con il pannolino?"
Ovviamente questo li fece incazzare.
I veri maci odiano ricordarsi che sono stati dei cagoni
anche loro.
Uno resto' a trattenere la ragazza. Gli altri si
avvicinarono a me minacciosi.
Decisi che era ora di cambiare registro e iniziai a
urlare con tutto il fiato che avevo in gola. La paura era
improvvisamente sparita. Probabilmente mi avrebbero
ammazzato ma ci avrebbero impiegato un po' di tempo.
Forse la ragazza sarebbe scappata, forse sarebbe arrivata
la polizia, forse...
Comunque avevo fatto la cosa giusta ed era un modo
dignitoso per morire...
Iniziai a urlare e mi stupii io stesso della potenza
della mia voce: "Dio ama tutti gli uomini. Dio ama
tutte le donne. Dio ti chiama a se' e ti chiede in cambio
di tutto il suo amore solo la rinuncia all'orrore!"
Qualcuno si affaccio' alla finestra e grido':
"Deficiente ho chiamato la polizia sono le due di
notte! Hai rotto i coglioni."
Gli inviai un messaggio d'amore empatico. Forse ne uscivo
vivo.
A quel punto la bestia alla mia sinistra (che doveva
essere un patito dell'odontotecnica a differenza del suo
amico e aveva i denti che brillavano di luce propria)
tiro' fuori il coltello e mi sputo' addosso un:
"Adesso ti apro la pancia!"
Io risposi: "Ma cosi' sara' veramente
schifoso!"
Affondo' il coltello e io mi chiesi se non sarebbe
convenuto sputargli in faccia per farlo incazzare ancora
di piu' e ottenere una morte rapida, che e' sempre meglio
di niente. Ma forse fu il semplice desiderio di togliermi
la soddisfazione quel che mi spinse a centrarlo con uno
scaracchio impietoso. Poi mi disposi nello stato d'animo
adatto a cercare di evitare il suo affondo gastrico. E se
fossi riuscito a pestargli un piede e fratturargli un
paio di dita non mi sarebbe dispiaciuto.
Ma, un attimo prima che la lama mi sfiorasse, il pazzo si
immobilizzo' come se fosse restato improvvisamente
pietrificato.
Guardai i suoi soci pronto a schivare ma anche loro erano
immobili come manichini.
La ragazza invece mi sorrideva e si stava avvicinando. Mi
abbraccio' e mi mormoro': "Grazie! Sei un terrestre
veramente coraggioso!"
Ebbi la sensazione di essere finito in una trasmissione
televisiva a base di scherzi idioti. Ma la situazione era
piu' complessa.
La ragazza ci mise un po' a spiegarmela.
"Veniamo dalla galassia che noi chiamiamo "Dei
Fiori lucenti" e stavamo cercando un umano capace di
coraggio e razionalita'. E ti abbiamo trovato. Vorremmo
studiarti e sintetizzare l'elemento del tuo Dna che ti
rende cosi' positivo, produrlo in quantita' enormi e
vaporizzarlo sul tuo pianeta. Cosi' si otterra' di
migliorare la tua razza, fermare le guerre, rendere
questo pianeta un paradiso..."
Una parte di me era lusingata. L'altra parte si chiedeva
quale truffa malefica stessero cercando di architettare
ai miei danni.
Provai a fare obiezione: "E se non volessi essere
studiato da esseri provenienti da un'altra galassia? Cosa
fai, mi fai immobilizzare dai tuoi finti
aggressori?"
"Sono solo robot... E comunque non ho bisogno della
loro violenza. Noi siamo un popolo civile. Comunque ora
devi fare una decontaminazione." Tocco' la collana
di perle che adornava la sua scollatura e tutto
scomparve.
E' cosi' che mi trovai in questa specie di cella in
plastica indeformabile.
Passai un paio d'ore in quella sgradevole situazione di
costrizione. Poi la porta si apri' scorrendo
lateralmente. Apparve un giovane alieno vestito con una
tutina aderente d'argento tipo ballerino. Teneva la mano
su una spilla che gli pendeva sopra il petto. Intuii che
poteva attivare qualche marchingegno in grado di
neutralizzarmi se avessi tentato una reazione. Ma
generalmente non tento azioni disperate quando sono solo,
disarmato e prigioniero di misteriosi extraterrestri.
Il giovane ballerino mi guido' attraverso lunghi corridoi
fino a una sala circolare dove mi aspettavano una decina
di persone.
Una donna anziana mi parlo' con
voce gentile ma determinata. "Ci complimentiamo per
il tuo coraggio, durante la decontaminazione abbiamo
prelevato un tuo capello. In questo momento stiamo
processando la tua sequenza genetica. Entro domani
mattina la nostra astronave iniziera' a sorvolare il tuo
pianeta e a spargere un aerosol in grado di migliorare
l'indole dei tuoi simili.
Fra poco ti ritroverai nella tua citta'. Ma prima
volevamo ringraziarti."
"E il vostro ringraziamento in cosa
consisterebbe?" Chiesi io.
La donna scambio' occhiate interrogative con gli altri
individui e in particolare con la ragazza che mi aveva
rapito.
Poi l'anziana donna rispose: "Ti ringraziamo. In
questo consiste il nostro ringraziamento. Esprimiamo la
nostra ammirazione per la tua persona e ti diciamo grazie
perche' ci hai aiutati a salvare la tua specie
dall'autodistruzione.
Evidentemente avevano sottovalutato le qualita'
dell'intelligenza umana.
E anche la mia conoscenza intuitiva dei principi generali
che regolano TUTTE le grandi organizzazioni sociali a
prescindere dalla loro provenienza galattica.
Cosi' iniziai a inchiodarli con i loro stessi chiodi. Una
strategia antica, gia' citata dal libro dei 36
stratagemmi. La uso' il duca di Zheng secoli prima della
nascita di Gesu'. Ma evidentemente gli extraterrestri
della galassia Dei Fiori Lucenti non si erano occupati di
studiare attentamente i saggi taoisti dell'antichita'.
Iniziai a spiegare il mio punto di vista con estrema
calma. Parlavo lentamente perche' sospettavo che i loro
traduttori simultanei lavorassero meglio a basso regime.
"Signore, signori, voi siete una civilta' evoluta e
potete certo comprendere che per quanto sia stato bello
da parte vostra salvare l'umanita' questo non vi
esonerava dal comportarvi civilmente nei miei confronti.
Invece mi avete trattato come una cavia priva di valore.
Mi avete messo contro quattro robot violenti e avete
provocato un grave shock emotivo alla mia mente. Inoltre
mi avete sequestrato senza una mia autorizzazione, tenuto
prigioniero in una cella.
E vi siete impossessati di un
mio capello senza chiedere il mio consenso. Quindi posso
concludere che ho subito un grave danno. E posso anche
intuire che voi siete una missione che e' vincolata da
precise regole e che avete, ad esempio, videoregistrato
tutto quanto e' successo. E certamente dovrete rendere
conto a un'autorita' di controllo che potrebbe notare che
il vostro comportamento ha violato almeno una decina di
regole fondamentali che dovevate rispettare durante i
vostri contatti con gli abitanti del nostro pianeta. O
volete farmi credere che siete una nazione di barbari che
danno a una missione il potere di distribuire angherie
indiscriminate alle razze che si trovano a livelli di
sviluppo tecnologico inferiore? Tutto questo mi puzza di
razzismo, sciovinismo, presunzione, abuso d'autorita' e
abuso di mezzi coercitivi."
Alle mie parole seguirono facce scandalizzate e frasi
mormorate tra i denti. Avevo fatto centro.
Me ne stavo zitto in attesa che incassassero il colpo
fino in fondo. Poi lanciai l'affondo: "Vi chiedo
quindi di poter esporre una protesta ufficiale alla
vostra autorita' di controllo. Io protesto per il
trattamento al quale sono stato ingiustamente e
illegalmente sottoposto da questa unita'."
L'anziana donna, che ormai ero certo comandasse la
missione, era paonazza ma riusci' a controllarsi e dopo
alcuni secondi ritrovo' la capacita' di ragionare:
"Potreste spiegarmi quale tipo di ringraziamento
considerereste congruo per ripagare la vostra
sofferenza?"
Avevo fatto centro. Erano veramente un popolo evoluto,
civile e pacifico. Ma la loro superiorita' culturale non
li aveva salvati dal peccato della presunzione. E io ero
la cura.
Non avevano mai immaginato che avrei potuto minacciare di
citarli per danni. Probabilmente non si erano mai neanche
letti un legal thriller.
"Credo che sarei soddisfatto se versaste sul mio
conto bancario un paio di miliardi di euro, li accetto
anche in dollari se preferite. E poi vorrei trascorrere
un paio di mesi in un'isola tropicale a bere latte di
cocco con un centinaio di giovani figlie del popolo dei
Fiori Lucenti per approfondire le conoscenze reciproche
dei rispettivi cerimoniali di accoppiamento. E mi farebbe
piacere se tra le ragazze ci fosse lei." Conclusi
indicando la ragazza che mi aveva rapito.
Provarono a contrattare ma senza convinzione.
Cosi' conobbi le delizie di Hulun, isola lussureggiante
sul pianeta Honk.
E devo dire che anche le pratiche sessuali di quelle
parti sono molto lussureggianti. Specie quando si
praticano con un rapporto maschi-femmine di uno a cento.
D'altra parte era necessario mettere le cose in chiaro
fin dal principio.
Senno' finisce che gli alieni venuti a migliorare il
nostro stile di vita si montano la testa e decidono di
trattarci come una colonia di selvaggi.
Come diceva il saggio Zao: "Chi si fa pulcino
l'aquila se lo mangia!"
Per inciso la spruzzata col mio codice genetico
autoimplementante ha funzionato.
Tanto per darvi un'idea di quanto le cose vadano meglio
adesso Beppe Grillo e' il presidente degli Stati Uniti
d'America e Daniele Luttazzi lo hanno fatto Papa.
Non ci sono piu' ne' fame ne' inquinamento ne' guerre e
si scopa molto piu' di prima.
E tutti mi trovano estremamente simpatico.
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