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LAVORARE TRE ORE AL GIORNO

INTERVISTA AL REGISTA SILVANO AGOSTI.

di massimo d'andrea.

IL LIBRO DI SILVANO AGOSTI - EDIZIONE L'IMMAGINE

Caro Agosti posso farle la prima domanda ?

Noi siamo sempre pronti, c’e’ un bellissimo verso di Shakespeare che dice :

" essere pronti č tutto ".

Il segretario dei DS, Fassino, affermava recentemente che in politica esiste e deve esserci anche una questione morale, secondo lei la questione morale, esiste nella politica e nel cinema ?

Intanto nella politica come si compie in occidente, per parlare di questione morale, bisogna essere cinici, perche’ un politico che viene pagato per fare il politico sara’ inevitabilmente sempre corrotto. E mi riferisco a qualsiasi persona, chiunque sia, potrebbe essere anche Che Guevara. Cosi’ come una donna che viene pagata per fare l’amore, non dara’ mai amore, perche’ attraverso lo strumento del danaro non puo’ dare nulla. I politici, in vetrina mettono tutto ma in sostanza non fanno nulla.

Questo esiste anche nel cinema ? ricordiamo che il cinema e’ un’istituzione, un’industria con mille interessi.

Si appunto, io ho avuto sempre orrore dell’industria del cinema, alla quale imputo anche la colpa di aver addirittura bloccato l’evoluzione del cinema. Lo ha bloccato in tutti i punti di vista, ma soprattutto creativamente, perche’ nessuno autore puo’ essere libero se si esprime attraverso l’industria. Io avevo proposto, tanti anni fa, quando c’era ancora la lira, di fare la legge Fellini, che consisteva di tassare gli italiani di 250 lire, ripeto, 250 lire l’anno e Federico Fellini avrebbe avuto i suoi dieci miliardi per fare tutto quello che avrebbe desiderato creare.

Federico Fellini fu’ divorato dall’industria ?

Fellini e’ stato ucciso dall’industria, ma non solo lui, anche Kubrick, anche Kieslowski, insomma tutti, meno Charlie Chaplin, perche’ lui aveva capito l’antifona e si e’ prodotto da solo.

Silvano Agosti si salva da questo mostro dell’industria ?

Io mi salvo perche’ appunto opero nella clandestinitą, e questa e’ straordinaria perche’ e’ in contatto con la gente. Il capitale della clandestinitą sono gli esseri umani, quindi figurati che meraviglia. Pero’ posso dirti sinceramente che ho sempre un senso di compassione per i registi che operano nel territorio industriale, perche’ penso sempre che chi ha idee, amore, amici e creativita’, ha tutto. Chi non ha queste emozioni, deve avere i soldi per inventarsi di comprare l’amore, la creativita’ e gli amici.

Tornando alla domanda, possiamo concluderla affermando che sia nel cinema industriale che nella politica istituzionale, la questione morale non puo’ esistere.

Se un politico o un regista del cinema industriale, affronta il tema dell’etica o della morale, si esprime in un territorio di cinismo assoluto, oppure di ignoranza assoluta.

Che periodo storico stiamo attraversando ?

Noi non stiamo passando nessun periodo storico, il periodo storico reale lo abbiamo passato dal 1968 al 1978, ora stiamo passando una stagione di riflusso che io benedico, perche’ piu’ il riflusso e’ forte piu’ il flusso seguente sara’ positivo. Come le onde e questo riflusso e’ la risposta al flusso degli anni settanta, anni molto forti. Tutto quello che stiamo passando oggi, e’ talmente radicale, ha una sua profonda ottusita’, che non puo’ che annunciare un grande flusso straordinario verso altro, che forse sara’ l’arrivo dei tecnocrati e la sparizione dei burocrati.

Come mai la creativita’ degli anni settanta poi si e’ persa nel periodo storico odierno ?

Non si e’ persa, e’ stata usata malissimo, si e’ subito svenduta all’industria.

Quindi anche negli anni settanta la questione morale era bassa ?

No il problema e’ questo, che la creativita’ non scompare, molte volte si muove sotto terra, nascosta insomma, e alcune volte emerge. Essa e’ l’unica che sfugge a qualsiasi elemento preordinato e a qualsiasi imposizione. Nel momento in cui la Rai, va a dire ai miei cari amici Tullio e Petraglia, guarda che noi vi facciamo fare il film : " La meglio gioventu’ " e vi diamo anche tanti soldi, pero’ dovete far sparire dal film le quattro stragi piu’ feroci che ci sono state in questo paese, e loro accettano, capisci che la creativita’ sfugge.

Il film : " La meglio gioventu’ " credo sia stato realmente un film e un’operazione volgare

Si,tanto piu’ che l’hanno fatta due persone che erano e spero tornino ad essere intelligenti. perche’ vedi, un conto e’ che questi tipi di operazioni vengono fatte da registucoli sconosciuti, un conto se la fanno gli unici elementi a cui riferirsi. Naturalmente non mi devi fraintendere, io non sono contro l’industria, sono contro un certo uso dell’industria. Cosi’ come non sono contro l’automobile, ma sono assolutamente contrario dell’uso che se ne fa. Non sono contro il lavoro, ma mi fa orrore pensare che la gente lavori piu’ di tre ore al giorno.

Pasolini era considerato l’ultimo dei neoralisti, lo possiamo dire anche di lei ?

Non credo che sia io che Pier Paolo Pasolini, siamo due ultimi, forse al contrario, siamo due primi. Non c’e’ nulla di ultimo in questo stupendo avanzare della storia, la storia e’ grande e’ universale e il nostro amico Tolstoj dice che la storia la fanno quelli che non sanno di farla, insomma non viene fatta dai napoleoni.

Il vecchio partito della Democrazia Cristiana, censuro’ prima Vittorio De Sica, e successivamente Pasolini, perche’ rappresentavano la realta’ sociale italiana nei propri film, lei ha subito le stesse pressioni ?

Dopo un feroce esordio con il mio primo film : " Il giardino di Alice " , che per poterlo fare uscire si e’ dovuto mutilare di 14 minuti.

Ho dovuto affrontare il Vaticano.

Cardinali, Vescovi, intellettuali cattolici, alla fine di tre ore di processo ho avuto la sensazione di essere piu’ importante di quanto in realta’ ero, mi sembravo di essere Giovanna D’Arco. Alla fine si e’ alzato un personaggio con una papalina viola e ha letto la sentenza, che io ricordero’ per tutta la vita, perche’ e’ quella che mi ha liberato per sempre da qualsiasi imposizione.

La sentenza era questa : " Silvano Agosti puo’ continuare a fare del cinema, purche’ affiancato da persona responsabile in fase di sceneggiatura ". Ho provato un senso di sconforto assoluto, perche’ mi sono chiesto chi erano quelle persone che volevano impedirmi di vivere, di respirare, creare, e ho dato una sola risposta, entrare in clandestinita’. Nel senso che da li’ ho deciso di non fare piu’ film per entrare nelle sale cinematografiche, che tra l’altro chiamo, sale di tolleranza, perche’ solo fuori hanno la scritta : " cinema " ma dentro non c’e’ niente. Esattamente come nella Democrazia Cristiana non c’era niente di democratico e niente di cristiano. Vedi io non giudico nessuno, ne mi interessa esprimere giudizi, ma descrivere posso. Mi piacerebbe che i miei film fossero visti, non quando non ci saro’ piu’ ma mentre sono qua’, perche’ mi piacerebbe spiegare quanto e’ affascinante e meravigliosa l’avventura di chi si muove nella liberta’.

Lei spesso nei suoi film vede il mondo attraverso gli occhi di bambini o di portatori di handicap. Perche’ questa scelta ?

Perche’ io sono un portatore di handicap, nel senso che questa problematica non e’ soltanto fisica. Il mio handicap e’ quello di essere libero in una societa’ dove nessuno lo e’. Piu’ provo ad essere libero e piu’ mi rendo conto di essere circondato da persone che non sono libere, per mille motivi sono sottomesse, o ad un datore di lavoro, o ad un rapporto familiare degenerato o a dei figli che sono cresciuti male perche’ i genitori non hanno mai avuto tempo di stare con loro. Insomma il mio handicap e’ la liberta’ e quindi capisco benissimo cosa significa essere portatore di handicap. Ti puo’ sembrare surreale quello che ti dico ma e’ cosi’.

Lei dei suoi film ne cura anche il montaggio essendo in questo un grande maestro

Si diciamo che dopo 20 anni mi hanno promosso montatore per non dire che sono un autore, perche’ se lo dicono poi dovrebbero anche farli vedere i miei film. E’ come dire che Casanova era un : " accarezzatore " . il linguaggio del montaggio fa parte di chi fa il cinema ed io non voglio farlo fare ad un altro.

Cosa ne pensa dei nuovi mezzi cinematografici che tendono a sostituire la pellicola ?

Io non credo che l’evoluzione della storia della pittura avvenga per l’invenzione di pennelli piu’ grandi o piu’ piccoli. La genialita’ espressiva non tiene in conto l’evoluzione delle teconologie. Non e’ certo sufficiente dare un pennello a tutte le persone per avere dei Caravaggio o dei Leonardo. L’impotenza creativa dell’industria, spesso si nasconde dietro l’evoluzione delle tecnologie. Sono contento che oggi, tutti, in teoria, possono fare un film con dieci euro. Ma sono anche rattristato dal fatto che i centinaia di corti che vedo, sono la testimonianza dei disastri che l’esperienza scolastica ha prodotto, delle povere cose da guardare.

Come riproporre cultura ?

Sono convinto che bisogna ridare alle persone il tempo per vivere. Se gli esseri umani potessero lavorare tre ore al giorno con lo stesso stipendio, e avessero la possibilita’ di stare 21 ore con i loro bambini, con i loro amici, con i loro amori, con i loro pensieri, con i loro desideri e i loro bisogni, allora si che si potrebbe parlare nuovamente di cultura e cercarla scovarla proporre creativita’. Ti prego procurati il mio ultimo libro : " Lettere dalla Kirghisia ", lo trovi alla feltrinelli, perche’ descrivo il modo che chiunque desidera vivere. La creativita’ e’ una secrezione spontanea della vita, ma se uno non ha il tempo per vivere, cosa e puo’ creare ?

Secondo lei questa mancanza di tempo non e’ preordinata e voluta da un sistema sociale ?

Certo che si, e’ ampiamente ed evidentemente voluto. Un computer ha sostituito 40 impiegati e questi sono stati convinti a fare dei lavori assolutamente inutili pur di non liberarli, di dirgli, invece di lavorare 40 ore, lavorate un’ora ciascuno con lo stesso stipendio di prima.

Il lavoro e’ anche un metodo di controllo.

Si ma io non voglio dare l’impressione che il potere sia un mostro imbattibile. Il potere e’ una malattia dalla quale la societa’ e’ giusto che guarisca. E’ inutile urlare contro il cancro, molto meglio curarlo e prevenirlo.

Per fare cio’ ci vuole intelligenza, capacita’, cultura, non mi sembra che ci siano oggi.

No queste sono cose che ogni bambino che nasce ha, per fortuna, e sono molto affezionato al cinema, perche’ ad un certo punto lo schermo, alla fine di un film, torna ad essere bianco, immacolato. Qualsiasi porcheria gli venga proiettata sopra. E cosi’ accade all’essere umano, qualsiasi strazio venga fatto nei suoi confronti, quando nasce e’ intatto. E’ intelligente, sensibile, e’ capace di giocare, creativo. Fermati un attimo a guardare qualsiasi bambino dai 3 ai 5 anni e puoi capire cosa sarebbe l’essere umano se fosse lasciato in pace.

In quale film ha piu’ esposto e in modo evidente il suo concetto politico ?

Qualsiasi film che ho fatto, ha una fortissima carica politica, pero’ in due e’ piu’ espressa. Il primo e’ : " N.P.il segreto " del 1970. Proprio alla fine del film ho scritto : " questo film e’ stato realizzato nel 1970 ". Volevo che la gente sapesse che in quegli anni si poteva prevedere tutto quello che poi sarebbe successo. E in questo film appunto e’ previsto praticamente tutto, dall’affare Moro, al tradimento sindacale, al crollo del finto socialismo, non quello reale. E poi se vuoi anche nell’altro film : " uova di Garofano " del 1991, dove cerco di far capire che la cultura fascista non si cancella togliendo la camicia nera, si cancella cercando di bandire per sempre la menzogna e la mediocrita’. E non e’ un caso che la menzogna e la mediocrita’ oggi sono ancora affacciate al balcone, nella cronaca, perche’ esse non entrano nella storia.

Silvano, tra guerre non c’e’ differenza, esse sono sempre uguali, ma la guerra che hai vissuto puo’ farti parlare di quella che viviamo oggi ?

Oggi rivedo ancora le persone che venivano sepolte, braccia che escono dalle macerie, rivedo la testa di un tedesco sotto la jeep, rivedo i poveri contadini che venivano fucilati davanti ai nostri occhi con lo stupore sul volto perche’ non capivano cosa gli stavano facendo. Questi poveri mentecatti fascisti con il berretto nero, che sparavano a queste povere creature e li rivedo tutti, perche’ la guerra e’ sempre la stessa storia, non e’ che la guerra ha una evoluzione. La guerra e’ il momento unico per sempre, il momento in cui il mostro della prevaricazione e dell’arbitrio esce e si fa la sua passeggiata, ovviamente dove egli passa, lascia solo cadaveri. Per questa societa’, che comunque e’ una societa’ del decesso, la guerra e’ un aiuto. I telegiornali non sapevano piu’ che dire, e finalmente e’ arrivata la guerra, li vedi e ascolti ora, sono li’ tutte le sere a strombazzare sui cadaveri, anche oggi 40 uccisi a Baghdad e cosi’ via.

Quando dici che questa societa’ e’ una societa’ del decesso, fai riferimento solo a quella occidentale ?

Faccio riferimento a qualsiasi societa’ che impedisce agli esseri umani di avere tempo per vivere e quella occidentale e’ la principale.

Anche la burocrazia russa non scherzava nel controllare il tempo e gli operai.

Io ho vissuto due anni in Russia, nel periodo di Krusciov, 1963, e quello che c’era di interessante allora era la clandestinita’, era veramente pazzesca, enorme, praticata da molti, insomma come accade a me in Italia, vivo perche’ sono nella clandestinita’ e intendo dire che non sono agganciato a nessun tipo di istituzione. In Russia allora c’era una cosa che si chiamava : " Sotto il pavimento " e li’ in quei sotterranei si facevano mostre di pittura proibite all’esterno, si suonavano le sinfonie di Shostakovich, che erano proibite, si leggevano i versi di Pasternak, che erano proibiti, pero’ si faceva …capito ? qui’ in teoria non e’ proibito nulla ma non si fa niente.

Qui hanno divorato la mente pero’.

No no il cervello nessuno lo puo’ mangiare, divorare. Io sono pieno di ottimismo, perche’ penso che stia arrivando un’epoca veramente straordinaria. Immagina che il computer, internet, sono dei messaggi straordinari di modernizzazione e quindi di sconforto per la mediocrita’. Oggi il figlio del portinaio di un palazzo di Silvio Berlusconi, un quattordicenne qualsiasi, puo’ bloccare con il suo computer il Pentagono. La tecnologia insomma non puo’ piu’ essere assorbita, ed e’ questa la grande speranza. Un tempo il computer lo avrebbe avuto solo il principe, nel 600 anche se c’era solo l’umanesimo il computer lo avrebbe avuto solo il Re’ o il duca.

De Gregori afferma che devi essere bravo per non farti censurare, se non lo sei ti censurano, lei e’ stato bravo o no ?

Io sono stato fortemente censurato. E vorrei dire a De Gregori, tanta censura tanto onore. Anche io ho incontrato De Gregori sotto casa mia, e gli ho detto che nel 1968 ho seguito al Folk Studio un ragazzetto biondo che mi aveva molto colpito, perche’ suonva la chitarra e diceva che non avrebbe mai suonato per la televisione e lui mi ha detto, quel giorno che l’ho incontrato…si si lo so ero io.

Silvano, sei stato anche in Grecia nel periodo di Panagulis ?

Si sono stato in Grecia nel periodo dei colonnelli e 2000 soldati mi cercavano, ma non avevo fatto nulla, avevo solo filmato.

Panagulis era un grandissimo uomo, come puo’ oggi la Fallaci dire le cose che scrive ?

Se leggi nel mio sito, www.silvanoagosti.com nel mio ultimo diario, ho scritto una ventina di righe sulla Fallaci, ed ho un senso di grande tenerezza leggendo le sue cose, penso che lei sia fuori di se’.

Ma come si puo’ cambiare cosi’ ? lei e’ stata la donna di Panagulis.

Ma lei non e’ stata la donna di Panagulis, si ha scritto : " un uomo " , pero’, voglio dire, io l’ho incontrata proprio in casa di Alekos la signorina Fallaci. Come puo’ avvenire che i miei amici Rulli e Petraglia scrivano la sceneggiatura di un film come quello li’.

Il danaro compra tutti ?

No non e’ vero, io non sono in vendita, ma non perche’ sono piu’ intelligente di altri, solo perche’ mi piace piu’ l’universo che avere altro. Sai come ti ho detto all’inizio di questa intervista, il danaro e’ una protesi. Io capisco che chi non ha amici, non ha idee, non ha amore, utilizza questa protesi.

Ma in questi casi come la Fallaci, Tullio e Pettraglia, non c’e’ bisogno di danaro, si sta vendendo altro, per questo ci si domanda… cosa accade ?

Si vendono l’onore in un certo senso. Pero’ io credo che bisogna avere un senso di compassione per chi si vende non un senso di sdegno. Perche’ secondo te un bambino che e’ un assoluto capolavoro quando ha 4 anni viene trasformato in un ragioniere o in un papa o in un marito o in quello che vuoi te ?

Ma perche’ viene trasformato ? perche’ non viene lasciato in pace ? perche’ la Fallaci non scopre la sua vera preziosita’ e non agisce di conseguenza ? perche’ la Fallaci non ha neanche la possibilita’ di riflettere che per Islam si intendono alcuni milioni di persone, centinaia di stati, migliaia di etnie, centinaia di migliaia di confessioni, c’e’ tutto un’universo nell’Islam. Non si puo’ dire come ha detto lei, una cosa che mi ha dato un senso di grande malinconia, il corano e’ il nostro nemico perche’ e’ un libro che insegna ad odiare. Non si possono dire quelle robe li’ nel 2005 si potevano dire nel 1300, quando si era convinti che le donne fornicassero con il diavolo.

Quando la chiesa non solo predicava ma si muoveva con eserciti…

Si secondo me ognuno e’ premiato e punito per cio’ che e’, quindi se la chiesa ha fatto delle porcherie le paghera’ se non le ha fatte sara’ meglio cosi’.

Tornando al suo ultimo libro : " Lettere dalla Kirghisia " ci puo’ raccontare qualcosa ?

Io non ti cito nessun altro libro, pur avendone scritti una decina, pero’ a questo sono molto legato. Ti dico una cosa molto curiosa, tra le tante che me ne sono accadute nella vita, un industriale di Milano, un mese fa mi ha telefonato e mi ha detto che sua figlia di 14 anni gli si e’ presentata con il libro in mano e gli ha detto : " papa’ ma te non hai capito niente, guarda come si fa a vivere " . E allora ha letto il libro e mi ha detto di fargli un piacere, di mandargliene 160 copie, perche’ le voleva regalare a tutti gli operai, a tutti gli impiegati e a tutti i dirigenti, sottolineando il fatto che c’era un problema, che nel libro teorizzo che la gente dovrebbe lavorare tre ore al giorno, mentre i suoi operai lavorano nove ore al giorno. Gli ho detto che e’ un problema suo, non mio. Quindi successivamente mi ha mandato i nomi di 160 persone e io tre domeniche fa sono stato a fare 160 dediche, ed ero imbarazzato perche’ mi chiedevo cosa scrivere ad un operaio o ad un impiegato, e mi sono detto che non esistono gli operai e gli impiegati, esistono solo esseri umani costretti a fare l’operaio e costretti a fare l’impiegato, e cosi’ mi e’ venuta fuori la possibilita’ di parlare con questi esseri umani.

Quindi lei ad ogni persona che ha inviato il suo libro, ha scritto una dedica diversa ?

Ad ogni persona a cui ho inviato il mio libro, ho scritto una dedica diversa.