RINTINTIN VA ALLA GUERRA!

Con la notizia, circolata oggi 26 maggio 05, dell’attacco "suicida" di un cane-bomba contro un convoglio militare americano a Kirkuk (nord di Baghdad), possiamo affermare che siamo giunti alla fase più inumana di questa sporca guerra, quella in cui uomini ed animali sono chiamati a dare il loro contributo di sangue affinché il petrolio continui ad alimentare le fornaci dell’economia capitalista nell’era della Globalizzazione.

Qualche tempo fa si è avuta notizia di un fallito attentato di un asino bomba, ma precedentemente dobbiamo annoverare a questo nobile animale l’aver trainato un carrettino dotato di un micidiale lanciarazzi che colpì una struttura che ospitava personalità americane, in pieno centro di Baghdad. Si narra che il povero animale fu ritrovato che vagava per strada, reso sordo dall’esplosione dei razzi, con attaccato quel che rimaneva del carretto lanciamissili.

Qualche giorno fa c’è stato il ritrovamento di una mucca-bomba, che indossava sulla schiena un ordigno inesploso per qualche problema tecnico. Oggi infine la prematura morte di un cane-bomba che è saltato in aria prima che raggiungesse il suo bersaglio, il solito convoglio americano.

Come ho già anticipato su un mio commento, a queste notizie circolato in rete, episodi che coinvolsero animali durante precedenti guerre di liberazione/ guerriglie ve ne sono ed uno in particolare è statore riportato in film storici sulla guerra d’Algeria e che personalmente ho potuto verificare intervistando un exsottufficiale della Legione Straniera che prese parte all’ultima guerra coloniale francese.

Si tratta dell’uso dei cammelli come trasportatori di bombe per i combattenti algerini all’inizio degli anni 60.

Siamo storicamente alla fase due della rivolta algerina, quella che vedeva una parte della Legione dare la caccia ai ribelli tra le gole degli UADI, tra le montagne, nel deserto e contemporaneamente impegnati nell’impedire che armi ed esplosivi giungessero alle cellule dell’ELN. l’esercito di liberazione di Ben Bella e Boumedienne, nascosti in Algeri, Orano e le altre città algerine.

Un astuto (e crudele) sotterfugio fu quello dell’utilizzare i cammelli, animali dall’aspetto pacifico come staffette per i " dinamitardi" algerini.

Il metodo era semplice: inserire attraverso il "didietro" dei cammelli i candelotti di dinamite e poi farli passare indisturbati attraverso i checkpoint della Legione.

Una volta giunti a destinazione il destino del cammello"dinamitardo" era segnato: squartato vivo era liberato del suo fardello d’esplosivo, ma anche della sua miserabile esistenza.

Quest’espediente colse di sorpresa i francesi che per molto tempo non riuscirono a comprendere come i guerriglieri algerini delle città si rifornissero dell’esplosivo. Fu grazie ad una soffiata o forse sotto tortura che i legionari seppero dei cammelli-bomba e così in molte città i poveri animali poterono entrare solo preventivamente squartati dai francesi, non avendo quest'ultimi né apparecchiature a raggi X o cani antiesplosivo a sufficienza per controllarli tutti.

Insomma quella Guerra d’Algeria fu proprio una vitaccia da cammello!

Notizie di questo genere a noi spettatori delle guerre ipertecnologiche dove la morte è elargita tramite missili e bombe intelligenti trasportati da aerei invisibili o UAV robotici, ci danno un certo senso di fastidio, ritenendo un inutile crudeltà coinvolgere nei nostri giochi di guerra i nostri fedeli amici a quattro zampe.

"Roba da incivili, sottosviluppati come solo certi popoli possono essere !"- direbbe qualche radical-chic all’Oriana.

Purtroppo non è così o meglio tutto ciò avviene quando la Guerra diviene così Totale che coinvolge tutti gli esseri viventi coabitanti il territorio in guerra, animali compresi.

In questo caso anche quelli che noi definiamo i nostri migliori amici sono coinvolti ed il caso dei cani è emblematico!.

Il cane bomba, ovvero il RITORNO DI RINTINTIN!

Sì, perché di ritorno bisogna parlare, poiché il cane bomba non è un invenzione del fondamentalismo mussulmano come qualcuno fra poco ci racconterà, bensì invece frutto d’accurati progetti, selezioni ed esperimenti tenutisi nel cuore dell’Europa, durante lo scontro tra la Germania hitleriana e la Russia sovietica durante la seconda guerra mondiale.

Come ricorda nelle sue memorie il Maresciallo russo Zukov, fu il generale Panfilov (poi morto nella difesa di Mosca) ad avere l’idea dei cani-bomba. Questi cani poliziotto, che indossavano una forte carica d’esplosivo munita di un detonatore, condotti da soldati Kirghisi furono addestrati nel salire sui carri armati tedeschi per poi farsi esplodere. Zukov racconta di una brigata di trecento cani anticarro che si sacrificò in un assalto sul fronte di Leningrado, morti tutti dopo però esser riusciti a far saltare in aria una decina di Panzer tedeschi.

Quest’idea piacque tanto ai tedeschi che la fecero propria e crearono vere e proprie scuole di guerra per cani bomba che avrebbero dovuto contrastare le sterminate divisioni di carri armati Stalin T-33 che ormai nel 45 dilagavano verso la Germania. Cani muniti di mine magnetiche che come i loro colleghi russi con un balzo avrebbero terminato gloriosamente finire la loro esistenza. Fu in un campo, ormai vuoto, fu trovato dai soldati americani il piccolo cucciolo di pastore tedesco che divenne famoso per il pubblico televisivo (in bianco e nero) degli anni cinquanta e che noi ricordiamo come Rintintin, la cui mamma indossando una mina magnetica nazista era morta nel Secondo Macello mondiale

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi osservatoriobrindisi@libero.it

Brindisi 26 maggio 2005

 

 

 

 

 

 

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