TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI MILANO

Procedimento penale nei confronti di ROGNONI Giancarlo ed altri.-

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

In nome del Popolo italiano

Il Giudice Istruttore presso il Tribunale Civile e Penale di Milano, dr. Guido Salvini, ha pronunziato la seguente

S E N T E N Z A - O R D I N A N Z A

nel procedimento nei confronti di:

1) ROGNONI Giancarlo, nato a Milano il 27.8.1945 ed ivi residente in Via Brusuglio n°47;

(difeso di fiducia dall'avv. Benedetto Tusa, Corso Buenos Ayres n°10, Milano).

2) AZZI Nico, nato a Serravalle Po (MN) il 31.7.1951 e residente a Milano in Via Fratelli Ruffini n°1;

(difeso di fiducia dall'avv. Patrizia D'Elia, Via Cesare Battisti n°1, Milano).

3) BATTISTON Pietro, nato a Milano il 29.5.1958

elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia, avv. Antonella Pastore, Viale Caldara n°41, Milano.

4) DE MIN Francesco, nato a Milano il 31.3.1951 ed ivi residente in Via San Dionigi n°30;

(difeso d'ufficio dall'avv. Roberto Peccianti, Via Corridoni n°6, Milano).

5) SICILIANO Martino, nato a Padova il 31.8.1946, domiciliato presso il Servizio Centrale di Protezione.

(difeso d'ufficio dall'avv. Fausto Maniaci, Via Podgora n°12/b, Milano).

6) RICCI Mario, nato a San Sepolcro (AR) il 6.7.1949 e residente a Trento in Via Enrico Conci n°6;

(difeso di fiducia dall'avv. Diego Senter e dall'avv. Stefano Pietro Galli, entrambi del Foro di Trento ma domiciliati presso lo studio dell'avv. Carlo Rasini, Via Mameli n°10, Milano.

7) GUILLOU Yves Felix Marie alias GUERIN Serac, nato a Ploubezre (Francia) il 2.12.1926, I R R E P E R I B I L E;

(difeso d'ufficio dall'avv. Marino Vignali, Viale Regina Margherita n°30, Milano).

8) DELLE CHIAIE Stefano, nato a Caserta il 13.9.1936 e residente a Roma in Via Marco Dino Rossi n°35, ma elettivamente domiciliato presso lo studio dell'avv. Claudio Menicacci, Via Muzio Clementi n°18, Roma;

(difeso di fiducia dagli avv.ti Claudio Menicacci, Via Muzio Clementi n°18, Roma e Giuseppe Pisauro, Via Ezio n°12, Roma)

9) VINCIGUERRA Vincenzo, nato a Catania il 3.1.1949, attualmente detenuto per altra causa presso la Casa di Reclusione di Opera;

(difeso d'ufficio dall'avv. Franco Rossi Galante, Viale Montenero n°72, Milano).

10) SALBY Jay Simon alias CASTOR, nato a Philadelphia (Pennsylvania/U.S.A.) il 28.7.1937, I R R E P E R I B I L E;

(difeso d'ufficio dall'avv. Giovanni Beretta, Corso Venezia n°24, Milano).

11) CARMASSI Piero, nato a Massa Carrara il 23.4.1945 e residente a Roma in Via Papiria n°68

(difeso d'ufficio dall'avv. Ludovico della Penna, Via P. Calvi n°19 Milano).

12) ZORZI Delfo, nato ad Arzignano (VI) il 3.7.1947,

I R R E P E R I B I L E, ma elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia, avv. Gaetano Pecorella, Viale Majno n°9, Milano.

13) VENTURA Giovanni, nato a Piombino Dese il 2.11.1944 e residente a Buenos Ayres, Juncal 1675.

(difeso d'ufficio dall'avv. Marino Vignali, Viale Regina Margherita n°30, Milano).

14) MAGGI Carlo Maria, nato a Villanova del Ghebbo (RO) il 29.12.1934

elettivamente domiciliato presso lo studio dell'avv. Luciano Merlini, Via Fiamma n°27, Milano.

(difeso di fiducia dall'avv. Marcantonio Bezicheri del Foro di Bologna, domiciliato presso lo studio dell'avv. Luciano Merlini, Via Fiamma n°27, Milano, e dall'avv. Mauro Ronco, Corso Matteotti n°44, Torino).

15) DIGILIO Carlo, nato a Roma il 7.5.1937, domiciliato presso il Servizio Centrale di Protezione

(difeso di fiducia dall'avv. Giorgio Barbesti, Viale Alcide De Gasperi n°60, Crema).

16) VIANELLO Giancarlo, nato a Venezia il 1°.6.1948

elettivamente domiciliato presso il difensore d'ufficio, Avv. Massimo Monaco, Viale Piceno n°40, Milano.

17) FREDA Franco, nato a Padova l'11.2.1941 e domiciliato a Brindisi in Via Magaldi n°1.

(difeso di fiducia dall'avv. Clemente Manco, Via Saponea n°45, Brindisi).

18) POZZAN Marco, nato a Santorso il 23.4.1926 e residente a Limena (PD) in Via De Gasperi n°45.

(difeso di fiducia dall'avv. Edmondo Zappacosta, Via Lisbona n°20, Roma).

19) NEAMI Francesco, nato a Trieste il 5.4.1946 ed ivi residente in Via della Fornace n°8;

(difeso di fiducia dall'avv. Sergio Giacomelli, Via Filzi n°6, Triestee dall’avv. Roberto Petringa Nicolosi, Corso di Porta Vittoria n°50, Milano).

20) PORTOLAN Manlio, nato a Trieste l'8.7.1942 ed ivi residente in Via Manzoni 11/1; (difeso di fiducia dall'avv. Marcantonio Bezicheri, Via Marconi n°7, Bologna).

21) ANDREATTA Piero, nato a Venezia l'8.1.1949 e domiciliato a Mestre in Via Abruzzo n°12.

(difeso di fiducia dall'avv.prof. Marco Zanotti, Via d'Azeglio n°31, Bologna).

22) FREZZATO Giuseppe, nato a Udine il 26.2.1939, già residente a Preganziol (TV) in Via Schiavonia n°181. I R R E P E R I B I L E

(difeso d'ufficio dall'avv. Roberto Peccianti, Via Corridoni n°6, Milano).

23) MONTAGNER Piercarlo, nato a Venezia il 6.12.1947 e residente a Spinea (VE) in Via Abba n°15.

(difeso di fiducia dall'avv. Eugenio Vassallo, Via Carducci n°13, Mestre, e dall'avv. Roberto Losengo, Via Podgora n°13, Milano).

24) MINETTO Sergio, nato a Verona il 4.5.1925 ed ivi residente in Via Campania n°29. (difeso di fiducia dall'avv. Giuseppe Pezzotta, Corso Monforte n°20, Milano).

25) BANDOLI Giovanni, nato a Pray (VI) il 24.2.1931 e residente a Negrar (VR) in Via dei Mandolri n°2.

(difeso di fiducia dall'avv. Giacomo Zanolini del Foro di Verona, domiciliato presso lo studio dell'avv. Gianfranco Del Popolo Cristaldi, Via Stresa n°16, Milano)

26) JONES Robert Edward, nato a Worcester (Massachussets - U.S.A.) il 19.8.1832 e residente a Maniago (PN) in Via Umberto Saba n°9/e.

(difeso d'ufficio dall'avv. Marco Boretti, Via Castelmorrone n°1, Milano).

27) MALCANGI Ettore, nato a Milano il 18.8.1949 e residente a Montemaggiore sul Metauro (PS) in Via Cave n°2.

(difeso d'ufficio dall'avv. Ettore Traini, Via Alessandro Volta n°17, Milano).

28) CARUSO Enrico, nato a Milano il 25.2.1956, attualmente detenuto per altro presso la Casa di Reclusione di Opera

(difeso di fiducia dall'avv. Manuel Sarno, Via Durini n°4, Milano).

29) PRUDENTE Lorenzo, nato a Torino il 22.1.1956 ed elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia, avv. Salvatore Stivala, Via Podgora 6, Milano.

30) CAVALLINI Gilberto, nato a Milano il 26.9.1952, attualmente detenuto per altro presso la Casa di Reclusione di Opera.

(difeso di fiducia dall'avv. Luciano Merlini, Via Fiamma n°27, Milano).

31) BALLAN Marco, nato a Milano il 16.4.1944 ed ivi residente in Via Lattanzio n°9, domiciliato a Sesto San Giovanni in Via Gramsci n°463

(difeso di fiducia dall'avv. Giuliano Artelli, Via Loderingo degli Andalò 3/2, Bologna).

32) COZZO Anna Maria, nata ad Ariano Irpino il 9.4.1946 e residente a Napoli in Via Francesco Cilea n°45.

(difesa di fiducia dall'avv. Marcantonio Bezicheri, Via Marconi n°7, Bologna, e dall'avv. Salvatore Maria Sergio, Via Salvator Rosa n°287, Napoli).

33) DEDEMO Marzio, nato a Venezia il 2.4.1946

domiciliato presso il Servizio Centrale di Protezione

(difeso di fiducia dall'avv. Giorgio Barbesti, Viale Alcide De Gasperi n°60, Crema).

I M P U T A Z I O N I

BANDA ARMATA E ASSOCIAZIONE SOVVERSIVA

ORDINE NUOVO / GRUPPO LA FENICE

BATTISTON

I M P U T A T O

1) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 270 I parte c.p. per avere, in concorso con ROGNONI e AZZI (organizzatori), con DI LORENZO, MARZORATI e DE MIN (semplici partecipanti) a Milano e con altre persone, fra cui SIGNORELLI Paolo, FACHINI Massimiliano e MELI Mauro, già giudicate a Roma nell'ambito del procedimento n.15/84 Reg.Gen. Corte d'Assise di Roma e tutte appartenenti alle strutture locali di Ordine Nuovo, e quindi in numero superiore a cinque, promosso, costituito ed organizzato un'associazione sovversiva volta a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali costituiti nello Stato, a sopprimere il sistema delle rappresentanze parlamentari nonchè a compiere atti di violenza.

In particolare i medesimi contribuivano a creare una struttura interamente clandestina, raccolta intorno alla rivista "La Fenice", che per il conseguimento dei fini indicati acquisiva notevoli quantitativi di armi, bombe a mano e altri esplosivi di provenienza militare, progettava e realizzava attentati di vario genere, predisponeva idonei rifugi per militanti colpiti da provvedimenti restrittivi, procacciava documenti di identità falsificati, addestrava i militanti all'uso delle armi, teneva i contatti con analoghe strutture operanti in lazio, in Veneto e a Roma e diffondeva pubblicazioni finalizzate alla denigrazione della democrazia ed alla propugnazione della sua soppressione con il ritorno, con metodi violenti, dei regimi fascista e nazista.

A Milano e in altri luoghi dal 1971 sino all'aprile 1973 per AZZI Nico e sino al febbraio 1977, data del suo arresto in Spagna, per ROGNONI Giancarlo e sino all'inizio del 1977 per DI LORENZO Cinzia e BATTISTON Pietro

2) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 306, I comma, c.p. per avere, in concorso con le medesime persone di cui al capo A), e quindi in numero superiore a cinque, al fine di commettere i reati di cui al medesimo capo, promosso, costituito ed organizzato una banda armata costituente il livello armato di Ordine Nuovo mediante l'acquisizione per gli associati, con forme e modalità diverse fra cui furti presso depositi militari e consegna da parte di militari ad essi legati, di ingenti quantitativi di armi, munizioni, esplosivi e bombe a mano.

A Milano e in altri luoghi dal 1971 sino all'aprile 1973 per AZZI Nico e sino al febbraio 1977, data del suo arresto in Spagna, per ROGNONI Giancarlo e sino all'inizio del 1977 per BATTISTON Pietro.

3) del reato di cui all'art.285 c.p. perchè, in concorso con gli altri dirigenti e attivisti del Circolo "La Fenice", facente parte dell'area di "Ordine Nuovo", allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, preparava un congegno esplosivo a tempo utilizzando un chilogrammo di tritolo, due detonatori, una pila e una sveglia; ordigno collocato materialmente da Nico AZZI nel cestino metallico posto nella ritirata di un vagone del treno direttissimo Torino-Roma gremito di persone; azione interrotta dal fatto che l'AZZI, accovacciato nella predetta ritirata, mentre ultimava il collegamento dei fili elettrici alla pila e metteva a punto l'orologio, provocava accidentalmente lo scoppio di uno dei detonatori; condotta diretta a cagionare un disastro ferroviario ed al fine di uccidere e tale da porre in pericolo la pubblica incolumità.

In Milano e Genova, il 7.4.1973 e nelle settimane immediatamente precedenti.

DETENZIONE E PORTO DI ESPLOSIVI

APPARTENENTI ALLA DOTAZIONE LOGISTICA

DEL GRUPPO LA FENICE

ED OCCULTATI A CELLE LIGURE

(1972)

ROGNONI - AZZI - DE MIN

I M P U T A T I

4) dei reati di cui agli artt.110 c.p., 2 e 4 Legge 2.10.1967 n.895 per avere detenuto e portato in luogo pubblico detonatori al fulminato di mercurio e bombe a mano SRCM, provenienti dalla caserma di Imperia ove Azzi svolgeva il servizio militare, nonchè esplosivo tipo ANFO e munizioni varie, materiale appartenente alla dotazione logistica del gruppo "La Fenice" ed attualmente occultato in località Sanda, nella zona di Celle Ligure, non lontano dall'abitazione già appartenente a Rognoni e non reperibile a causa della situazione del luogo.

A Milano e Celle Ligure, nel corso del 1972 sino a data imprecisata.

BALLAN - ROGNONI

I M P U T A T I

5) del delitto di cui all'art.270 c.p. per avere, in concorso tra loro, con ESPOSTI Giancarlo (deceduto) e con altri, costituito, promosso, organizzato e diretto un'associazione volta a sovvertire violentemente gli ordinamenti sociali costituiti dallo Stato attraverso un programma che prevedeva reiterati attentati a linee ferroviarie, centrali elettriche, infrastrutture e persone e in particolare, e fra l'altro, almeno quattro delitti di strage che nella prospettazione degli associati avrebbe dovuto determinare, oltre agli esiti immediati di tali delitti, il panico diffuco fra la popolazione ed in tal modo creare le condizioni politiche per il sovvertimento violento delle istituzioni.

Associazione operante in Milano, Ascoli Piceno, Silvi Marina, San Benedetto Val di Sambro ed altre località dell'Italia centrale e settentrionale almeno sino al 4.8.1974.

6) del delitto di cui all'art.306 c.p. per avere promosso, costituito e organizzato una banda armata finalizzata alla consumazione del delitto di cui al capo che precede nonchè di almeno quattro delitti di strage previsti dall'art.285 c.p.

Associazione operante in Milano, Ascoli Piceno, Silvi Marina, San Benedetto Val di Sambro ed altre località dell'Italia centrale e settentrionale almeno sino al 4.8.1974.

ed altresì

ROGNONI

I N D I Z I A T O

7) del reato di cui agli artt.10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 e 3 e 23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere detenuto una pistola Beretta cal.7,65 con canna filettata, facente parte della dotazione logistica del gruppo, nonchè alcuni silenziatori per tale arma provenienti dalla dotazione del gruppo di Mestre/Venezia di Ordine Nuovo e fabbricati da Carlo DIGILIO.

A Milano e a Lecco dal 1970 sino a data imprecisata (ma comunque collocabile alla metà degli anni '70).

CESSIONE DI DOCUMENTI E DETENZIONE DI ARMI

DA PARTE DI MARZIO DEDEMO

DEDEMO

I M P U T A T O

8) dei reati di cui agli artt.81, 648, 477 - 482 c.p. per avere ricevuto e portato in Spagna circa 15 patenti di guida e 15 carte di identità italiane di provenienza furtiva nonchè 7 passaporti italiani e timbri componobili per la falsificazione degli stessi, documenti tutti portati da DEDEMO in Spagna su disposizione del dr. Carlo Maria MAGGI e consegnati, in occasione di più viaggi, a Giancarlo ROGNONI unitamente al passaporto e alla patente di guida dello stesso DEDEMO (di cui lo stesso aveva falsamente denunciato il furto), utilizzati in seguito da questi ultimi per approntare falsi documenti dell’ordinovista genovese Mauro MELI, anch’egli latitante a Madrid,

A Venezia, Milano e in Spagna tra l’ottobre 1975 e il 1977.

9) dei reati di cui agli artt.10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 per avere detenuto varie armi (tra cui una pistola Browning bifilare e una pistola Franchi-Llama mod.Phyton) consegnategli dal dr. Varlo Maria MAGGI in occasione di servizi di "tutela" armata a Venezia in favore del MAGGI stesso e a Padova in favore di altri due esponenti di destra (uno dei quali probabilmente Paolo SIGNORELLI), in due diverse occasioni, in una delle quali unitamente a Martino SICILIANO.

A Venezia e Padova tra il 1972 e il 1973.

BANDA ARMATA

AGINTER-PRESS / ORDRE ET TRADITION / O.A.C.I.

GUILLOU alias GUERIN Serac - DELLE CHIAIE

I M P U T A T I

10) del reato di cui all'art.306 I comma c.p. perchè, in concorso con Robert Leroy, deceduto, ed altre persone nella veste di partecipanti fra cui Vincenzo VINCIGUERRA, Mario RICCI e Piero CARMASSI, promuovevano ed organizzavano una banda armata che agiva sotto la denominazione "AGINTER PRESS" (ed anche sotto le sigle "ORDRE ET TRADITION" e "O.A.C.I."), con sede prima a Lisbona e poi a Madrid, costituita per commettere i reati di cui agli artt.270 e 283 c.p. e con specifiche finalità anti-comuniste e di mutamento, con mezzi non consentiti, degli ordinamenti costituzionali degli Stati in cui operava.

Banda armata formata da cittadini francesi, già aderenti all'O.A.S., e da spagnoli, portoghesi, italiani ed americani addestrati nelle tecniche di disinformazione, infiltrazione, guerra psicologica e sabotaggio, nelle tecniche di pedinamento, sequestro, interrogatorio e schedatura di avversari politici, all'approntamento di basi in cui ospitare latitanti di varie nazionalità e all'approntamento di documenti falsi.

Addestrati altresì all'uso delle armi, fra cui mitragliette ricevute dai Servizi Speciali spagnoli e al confezionamento, trasporto ed uso di esplosivi, fra cui esplosivi francesi di provenienza militare.

Stefano DELLE CHIAIE organizzando altresì, con la partecipazione di RICCI, CARMASSI, VINCIGUERRA, CICUTTINI ed altre persone, il sequestro e l'interrogatorio di Gaetano Orlando a Madrid nel giugno 1974 ed organizzando inoltre la presenza con armi di numerosi italiani (fra cui CAUCHI, CALZONA, RICCI, CARMASSI, CICUTTINI ed altri), inquadrati militarmente, alla manifestazione di Montejurra (Navarra) del 9.5.1976 e la partecipazione degli stessi alla sparatoria conclusasi con l'omicidio di due militanti carlisti seguaci del Principe Carlos Hugo.

Banda armata operante in Spagna, nei confronti degli avversari politici, in Portogallo (sotto il nome di E.L.P.), in America Centrale, nelle Azzorre, in Angola, in Italia, in Francia, in Germania e in Gran Bretagna (con riferimento agli attentati contro Ambasciate d'Algeria commessi nella primavera-estate del 1975) e con sede, dalla metà degli anni '60, a Lisbona e, a partire dalla metà del 1974 quantomeno sino alla prima metà del 1977, a Madrid.

ed altresì:

VINCIGUERRA - RICCI - CARMASSI

I N D I Z I A T I

11) del medesimo reato di cui al capo 10) con il ruolo di semplici partecipanti alla banda armata (art.306, II comma, c.p.).

ATTENTATI ALLE AMBASCIATE D'ALGERIA

IN FRANCIA, GRAN BRETAGNA, GERMANIA FEDERALE, ITALIA

(estate 1975)

GUILLOU alias GUERIN SERAC - DELLE CHIAIE - VINCIGUERRA

SALBY - RICCI - CARMASSI

I M P U T A T I

12) dei reati di cui agli artt.81 cpv., 110, 112 nn.1 e 2 c.p., 10, 12 e 13 Legge 14.10.1974 n.497 e art.635 c.p. in relazione alla commissione dei seguenti attentati:

- attentato in danno dell'Amicale des Algeriens en Europe, Rue Louis Le Grand, Parigi in data 27.7.1975, commesso con la collocazione di un ordigno composto con amatolo;

- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Roma in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno composto con polvere da mina;

- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Bonn in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno non esploso, costituito da un timer elettronico ed esplosivo militare del tipo C4;

- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Londra, Hyde Park Gate 6, in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno non esploso, costituito da un detonatore elettrico di fabbricazione spagnola, da un orologio quale timer e da esplosivo del tipo gelignite.

Campagna di attentati (tutti rivendicati con la sigla "S.O.A.- SOLDATI dell'OPPOSIZIONE ALGERINA) promossa ed organizzata a Madrid da GUERIN SERAC e da DELLE CHIAIE Stefano e da VINCIGUERRA Vincenzo a Parigi con particolare riferimento all'attentato commesso a Bonn.

Attentati commessi, sotto il profilo dell'esecuzione materiale, a Londra da SALBY e a Bonn da RICCI e CARMASSI in concorso con altri italiani nonchè a Parigi e a Roma da militanti non identificati ma comunque appartenenti alla struttura eversiva, formata da italiani e stranieri, con base a Madrid.

BANDA ARMATA ORDINE NUOVO

CELLULA DI MESTRE-VENEZIA

(1968 - 1975 circa)

SICILIANO - MONTAGNER

I M P U T A T I

13) del reato di cui agli artt.110 e 306, I comma, c.p. in relazione all'art.270 c.p. per avere promosso ed organizzato, in concorso con MAGGI Carlo Maria e ZORZI Delfo (separatamente giudicati), SICILIANO Martino ed altre persone, una banda armata costituitasi a Mestre a partire dalla metà degli anni '60 ed operante in seguito sotto la copertura del Circolo Ezra Pound con sede a Mestre in Via Mestrina.

Banda armata che agiva quale struttura occulta di Ordine Nuovo in raccordo con la cellula padovana di FREDA e VENTURA, con la cellula veronese di SOFFIATI e BESUTTI, con la cellula triestina di PORTOLAN e NEAMI nonchè, a partire dalla metà del 1969, con il gruppo milanese "La Fenice", facente capo a ROGNONI Giancarlo, ed altresì in raccordo con alti esponenti militari i quali intendevano convogliare la struttura occulta di Ordine Nuovo, con funzioni di appoggio, in un progetto di colpo di Stato che doveva realizzarsi entro il 1973 sotto la direzione di strutture militari istruite alle tecniche della guerra non ortodossa.

Banda armata che, a partire dalla metà degli anni '60 e quantomeno sino al 1982, aveva costituito una dotazione logistica di armi ed esplosivi custoditi in varie basi, aveva istruito i suoi componenti all'utilizzo di tali materiali e alla preparazione di inneschi per ordigni esplosivi ed era finalizzata, secondo una ben precisa progressione criminosa, a compiere prima attentati dimostrativi e poi episodi di strage (alcuni dei quali realizzati) destinati a facilitare il mutamento violento dell'Ordinamento dello Stato.

In particolare MONTAGNER agendo in una prima fase, anche in ragione delle sue cognizioni tecniche, all'interno del gruppo operativo e in seguito, e sino a data recentissima, quale raccordo informativo finalizzato a tenere i contatti fra i componenti del gruppo e a proteggerli da possibili iniziative giudiziarie.

Banda armata promossa verosimilmente a Roma ed operante a Venezia, padova, Verona, Trieste, Milano, in Spagna ed altri luoghi dalla metà degli anni '60, con l'assetto ora indicato, sino al 1977 (momento del definitivo arresto di ROGNONI Giancarlo) e in seguito, sino a data imprecisata ma comunque collocabile almeno sino al 1982 (data dell'arresto di BRESSAN Claudio di Verona) con il principale apporto operativo del gruppo di Venezia, facente capo a MAGGI e DIGILIO, e del gruppo veronese sino a quel momento non toccati dalle investigazioni dell'Autorità Giudiziaria.

FURTO DI ESPLOSIVO IN UNA CAVA DI MARMO

NEL VICENTINO

(1966)

ZORZI - SICILIANO - MONTAGNER - MAGGI

I M P U T A T I

14) dei reati di cui agli artt. 110, 624, 625, nn.2, 5, e 7, c.p. e 1 e 2 Legge 2.10.1967 n.895 per avere sottratto, sfondando la porta di un casotto in una cava di marmo ad Arzignano del Chiampo, 30/40 chilogrammi di esplosivo del tipo ammonal nonchè detonatori e miccia sia detonante sia a lenta combustione.

Furto materialmente commesso da Zorzi, Siciliano e Montagner con il supporto di Maggi che aveva fornito l'autovettura Fiat 500 usata per raggiungere Arzignano e ritornare a Venezia con il materiale.

Materiale in seguito detenuto da Delfo Zorzi a Venezia in luogo ignoto e poi custodito dallo stesso nel casolare di Paese (TV) di cui al capo che segue.

Ad Arzignano del Chiampo (VI) nella prima metà del 1966 e nel periodo successivo.

DEPOSITO DI ARMI ED ESPLOSIVI IN UN CASOLARE

DOTAZIONE LOGISTICA DELLA STRUTTURA

VENETA DI ORDINE NUOVO

(anni 1967/1969)

ZORZI - VENTURA - FREDA - POZZAN

I M P U T A T I

15) dei reati di cui agli artt. 110 c.p., 1 e 2 Legge 2.10.1967 n.895 per avere detenuto. in concorso fra loro e con altre persone appartenenti alla struttura veneta di Ordine Nuovo, in un casolare di Paese (TV), una quarantina di armi lunghe prevalentemente da guerra fra cui alcuni moschetti MAUSER, alcuni M.A.B., alcuni STEN, una machine pistol SCHMEISSER MP40, un fucile THOMPSON 45, una mitragliatrice MG42 e alcune cassette di munizioni per dette armi, una baionetta nonchè numerosi candelotti di tritolo custoditi in due cassette militari e circa 30 chilogrammi di esplosivo in scaglie non meglio identificato (comunque a base di nitrato di ammonio) nonchè inneschi costituiti da fiammiferi antivento, detonatori e circuiti elettrici atti ad attivare ordigni esplosivi, materiale tutto costituente parte della dotazione logistica delle cellule di Ordine Nuovo del Veneto.

A Treviso e provincia, dal 1967 e negli anni successivi.

DETENZIONE DI ARMI ED ESPLOSIVI

APPARTENENTI ALLA STRUTTURA LOGISTICA

DEL GRUPPO DI ORDINE NUOVO

DI VENEZIA E MESTRE

(1968 - 1975 circa)

MAGGI - ZORZI - SICILIANO - VIANELLO

I M P U T A T I

16) dei reati di cui agli artt.110, 112 n.1 c.p., 2 e 4 Legge 2.10.1967 n.895 per avere detenuto e portato in luogo pubblico numerose armi corte e lunghe, anche da guerra, fra cui pistole cal.7,65 e cal.9 di fabbricazione italiana e tedesca, revolvers di fabbricazione americana, fucili mitragliatori MAB e STEN, fucili mitragliatori di fabbricazione tedesca originari della seconda guerra mondiale nonchè alcuni silenziatori per pistole semiautomatiche e numerosi chilogrammi di esplosivo del tipo gelignite con relativi detonatori, materiale costituente la dotazione logistica della cellula di Ordine Nuovo di Mestre- Venezia.

A Venezia e a Mestre, dal 1968 circa sino alla metà degli anni '70.

DANNEGGIAMENTO E INCENDIO

DELLA SEDE DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO

DI CAMPALTO

(1968)

ZORZI - SICILIANO - MONTAGNER

I M P U T A T I

17) dei reati di cui agli artt.110 - 635, I e II comma n.3 - 424 - 624-625, nn.1, 2 e 5, - 292 c.p. perchè, in concorso con altre persone non potute identificare, ma comunque appartenenti all'area di estrema destra di Mestre, si introducevano, forzandone la porta, nella sezione del P.C.I. di Campalto danneggiando il mobilio, distruggendo il materiale propagandistico ivi presente ed una bandiera italiana ed appiccando un incendio dopo avere sparso della benzina sul pavimento.

Asportando altresì la bandiera del Partito custodita nella sezione.

A Campalto, nelle prime ore del 9.10.1968.

DETENZIONE DI CANDELOTTI DI GELIGNITE

FREZZATO

I M P U T A T O

18) dei reati di cui agli artt.2 e 4 Legge 2.10.1967 n.895 perchè illegalmente deteneva e portava in luogo pubblico almeno otto o nove candelotti di esplosivo del tipo gelignite appartenenti alla struttura logistica di Ordine Nuovo di Mestre-Venezia.

A Mestre, nel 1968/1969.

ATTENTATO AL CIPPO DI CONFINE ITALO-JUGOSLAVO

IN LOCALITA' MONTESANTO DI GORIZIA

(4.10.1969)

ZORZI-SICILIANO-VIANELLO-NEAMI-PORTOLAN-MAGGI-COZZO

I N D I Z I A T I

19) dei delitti di cui agli artt.110, 112, n.1, 56-635, I e II comma, c.p. 2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere, in concorso tra loro e con un'altra persona non identificata, deposto sulla linea di confine italo-jugoslavo un ordigno costituito da sei candelotti di gelignite, contenuti in una cassetta metallica portamunizioni e collegati ad una sveglia, una batteria e un detonatore, ordigno finalizzato a protestare contro la politica del governo italiano nei confronti della Jugoslavia e non esploso per ragioni indipendenti dalla volontà degli attentatori (difetto nell'innesco).

In particolare Zorzi, Siciliano e Vianello deponendo materialmente l'ordigno nei pressi del cippo e della rete metallica di confine, Neami e Portolan accompagnando i tre veneziani sulla strada per Gorizia dopo il contemporaneo attentato in danno della Scuola Slovena di Trieste e Maggi fornendo l'autovettura utilizzata per il viaggio a Trieste e a Gorizia nella piena consapevolezza degli attentati che stavano per essere compiuti.

A Venezia, Trieste e Gorizia, fra il 3 e il 4 ottobre 1969.

ATTENTATO IN DANNO DELLA

SCUOLA SLOVENA DI TRIESTE

(3.10.1969)

ZORZI-SICILIANO-VIANELLO-NEAMI-PORTOLAN-MAGGI-COZZO

I M P U T A T I

20) dei reati di cui agli artt.110, 112, n.1, 56-635, I e II comma, c.p. e 2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere, in concorso tra loro e con un'altra persona non identificata, deposto un ordigno costituito da Kg.5,700 di gelignite, contenuti in una cassetta metallica portamunizioni e collegati ad un orologio per l'innesco a tempo, su un davanzale della Scuola elementare Slovena del rione San Giovanni di Trieste, con l'intenzione di danneggiare gravemente l'edificio e di influire in tal modo sull'orientamento politico del governo italiano nei rapporti con la Jugoslavia, non riuscendo nell'intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà e connesse al mancato funzionamento dell'innesco.

In particolare Zorzi, Siciliano e Vianello portando da Venezia e deponendo materialmente l'ordigno, Neami e Portolan fornendo appoggio logistico a Trieste per l'approntamento definitivo dell'ordigno stesso e conducendo i veneziani sul luogo dell'attentato e Maggi fornendo l'autovettura utilizzata per raggiungere Trieste nella piena consapevolezza dell'attentato che stava per essere compiuto.

A Venezia e Trieste fra il 3 e il 4 ottobre 1969.

DIGILIO

I M P U T A T O

21) dei reati di cui agli artt.2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere forniro al gruppo di ZORZI Delfo i candelotti di gelignite utilizzati per gli attentati di Gorizia e di Trieste di cui ai due capi che precedono e avere fornito allo stesso consulenze per la preparazione dell'innesco del congegno esplosivo.

A Venezia, nell'autunno 1969.

ATTENTATO IN DANNO DEI MAGAZZINI

COIN DI MESTRE

(1970)

SICILIANO - ANDREATTA - ZORZI

I N D I Z I A T I

22) dei reati di cui agli artt. 110 c.p. e 2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere fatto esplodere, in concorso tra loro, un ordigno composto da circa 200 grammi di gelignite, miccia a lenta combustione e una capsula detonante presso una vetrina dei magazzini COIN di Mestre siti in Piazza Barche, in particolare ANDREATTA deponendo materialmente l'ordigno e SICILIANO collaborando al suo confezionamento nella sede di Ordine Nuovo di Via Mestrina.

A Mestre, il 27.3.1970.

CESSIONE DI UNA BOMBA DA MORTAIO

E DI UNA PISTOLA CAL.6,35

(1971)

FREZZATO

I M P U T A T O

23) dei reati di cui agli artt.1, 2 e 7 Legge 2.10.1967 n.895 per avere detenuto a ceduto a Siciliano Martino una bomba da mortaio da questi usata per commettere l'attentato all'Università Cattolica di Milano del 15.10.1971 nonchè per avere detenuto e ceduto allo stesso una pistola cal.6,35 sequestrata al Siciliano a Mestre in data 27.10.1971.

A Venezia e a Milano, rispettivamente nei periodi immediatamente precedenti il 15.10.1971 e il 27.10.1971.

DETENZIONE DI MINE ANTICARRO

DA PARTE DELLA CELLULA DI ORDINE NUOVO

DI VENEZIA

(inizio anni '70)

MAGGI - DIGILIO

I M P U T A T O

24) del reato di cui agli artt. 110 c.p., 1 e 2 Legge 2.10.1967 n.895, 9, 10 e 12 Legge 14.10.1974, n.497 per avere detenuto, MAGGI in concorso con MONTAVOCI Giampietro, deceduto, e con altre persone appartenenti alla cellula veneziana di Ordine Nuovo, due mine anticarro di provenienza bellica contenenti esplosivo T4;

per avere altresì il dr. MAGGI concorso a detenere , nella sua veste di responsabile sul piano decisionale ed organizzativo della struttura occulta della cellula di Mestre/Venezia di Ordine Nuovo, circa mezzo chilo di acido picrico e circa 12 chili di tritolo, contenuti in una granata, e alcune mine anticarro di provenienza bellica, autorizzando Carlo DIGILIO ad estrarre l’esplosivo dai contenitori metallici e a suddividerlo in cilindretti e a riconsegnarlo a Roberto RAHO che doveva portarlo alla struttura romana di Ordine Nuovo.

A Venezia e Mestre, a partire dal 1971 e quantomeno sino al 1979.

FAVOREGGIAMENTO NEI CONFRONTI

DI MILITANTI DEL GRUPPO "LA FENICE"

(1974)

MAGGI - DIGILIO

I M P U T A T I

25) del reato di cui agli artt.110, 378 c.p. per avere, in concorso tra loro, aiutato BATTISTON Piero e ZAFFONI Francesco a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità conoscendone la situazione di latitanti in relazione a provvedimenti restrittivi emessi dall'Autorità Giudiziaria di Milano.

In particolare dando ospitalità presso l'abitazione di MAGGI alla Giudecca, presso l'abitazione dei gestori della trattoria Lo Scalinetto, presso le abitazioni di Giampietro Montavoci e Giorgio Boffelli, presso il Circolo "Il Quadrato", locale nella disponibilità dell'avv. Giampietro Carlet, persone tutte legate al gruppo di Ordine Nuovo di Venezia.

A Venezia, in relazione a ZAFFONI per circa dieci giorni nel gennaio 1974 e in relazione a BATTISTON per circa sei mesi dal gennaio al giugno 1974, sino alla partenza di questi per la Grecia.

GESTIONE DELLA DOTAZIONE LOGISTICA

DEL GRUPPO DI ORDINE NUOVO DI MESTRE/VENEZIA

(1965 - 1982)

DIGILIO - MAGGI

I M P U T A T I

26) dei reati di cui agli artt.9, 10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 e art.23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere DIGILIO nei confronti di MAGGI curato la manutenzione e la modifica delle armi comuni e da guerra appartenenti alla dotazione logistica del gruppo di Ordine Nuovo di Mestre/Venezia, con particolare riferimento alla modifica delle canne e di altre parti di armi e alla fabbricazione di silenziatori.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito per finalità di terrorismo.

Fatti avvenuti a Mestre, Venezia e altre città del Veneto dal 1965 quantomeno sino alla fine del 1982.

RAPPORTI IN MATERIA DI ARMI

FRA IL GRUPPO DI ORDINE NUOVO DI VENEZIA

E GILBERTO CAVALLINI

(1978 - 1982)

MAGGI - DIGILIO - CAVALLINI

I M P U T A T I

27) dei reati di cui agli artt.110 c.p., 9, 10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 e 23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere, in concorso tra loro, detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni da sparo e da guerra, parte delle quali clandestine in quanto silenziate e con matricole abrase o comunque alterate.

In particolare Carlo Maria MAGGI presentando inizialmente Gilberto CAVALLINI a Carlo DIGILIO affinchè quest'ultimo verificasse il funzionamento delle armi portate da Milano dal Cavallini all'interno dell'automobile nella sua disponibilità, ricevendo MAGGI una somma dal CAVALLINI quale compenso per la consulenza prestata dal gruppo di Ordine Nuovo di Venezia.

In tempi successivi, DIGILIO effettuando, nella sua abitazione di Venezia a Sant'Elena, attività di manutenzione e di riparazione di armi portate dal CAVALLINI, attività compiute grazie alle attrezzature di cui DIGILIO disponeva.

In tempi ancora successivi (fra il 1979 e il 1982) Carlo Maria MAGGI e Carlo DIGILIO fornendo a Gilberto CAVALLINI numerose armi comuni da sparo e armi da guerra, comprese armi lunghe, in parte originarie della seconda guerra mondiale e provenienti dalla precedente dotazione di Delfo ZORZI e del gruppo di Mestre, in parte acquistate illegalmente tramite l'armiere milanese Giovanni TORTA e fornendo altresì a CAVALLINI alcuni silenziatori fabbricati da Carlo DIGILIO.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito per finalità di terrorismo.

A Milano e Venezia dal 1978 quantomeno sino alla fine del 1982.

FAVOREGGIAMENTO

E CESSIONE DI MODULI PER CARTE DI IDENTITA'

NEI CONFRONTI DI CARLO DIGILIO

(1984)

MALCANGI - PRUDENTE

I M P U T A T I

MALCANGI

28) del reato di cui agli artt.476, 479, 648 c.p. per avere fornito due libretti per passaporto e un modulo per carta di identità, di provenienza furtiva, a Carlo DIGILIO affinchè questi li utilizzasse per espatriare a Santo Domingo.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.

In Milano e Villa d'Adda, nell'autunno del 1984.

PRUDENTE

29) del reato di cui agli artt.476, 479 c.p. per avere fornito a Carlo DIGILIO, in procinto di partire per Santo Domingo, i dati di una persona coinvolta in un incidente, la cui pratica era trattata dalla società di assicurazioni in cui egli operava, affinchè DIGILIO li utilizzasse per approntare i documenti falsi di cui al capo che precede, necessari per la fuga a Santo Domingo.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.

In Milano e Villa d'Adda, nell'autunno del 1984.

30) del reato di cui all'art.378 c.p. per avere, nella sua qualità di persona componente del gruppo di Gilberto CAVALLINI, aiutato Carlo DIGILIO a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità, conoscendone la situazione di persona latitante in relazione ad un provvedimento restrittivo emesso dall'Autorità Giudiziaria di Venezia.

In particolare accompagnando DIGILIO, con la propria autovettura, sino al confine di Chiasso e poi sino all'aereoporto di Zurigo affinchè questi si imbarcasse su un aereo diretto a Santo Domingo.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.

In Milano, Villa d'Adda e valico di Chiasso, nella primavera del 1985.

CESSIONE DI DOCUMENTI ARGENTINI

DA ETTORE MALCANGI A CARLO DIGILIO

E DA QUESTI A ENRICO CARUSO

(1985)

MALCANGI - DIGILIO - CARUSO

I M P U T A T I

31) del reato di cui agli artt.476, 479, 648 c.p. per avere MALCANGI detenuto due documenti argentini, già appartenenti ad oppositori politici del Governo esistente a quell'epoca in tale Paese e provenienti dai servizi segreti uruguayani, e averli ceduti a DIGILIO nell'imminenza della partenza di questi per Santo Domingo; DIGILIO per averne invece ceduto uno a CARUSO dopo avervi applicato la fotografia di quest'ultimo, ricevendolo in seguito in restituzione dallo stesso CARUSO a Santo Domingo.

Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.

A Villa d'Adda e Santo Domingo, nell'autunno del 1984 in relazione a MALCANGI e a partire dal gennaio 1985 sino al 1986 in relazione a DIGILIO e CARUSO.

SPIONAGGIO POLITICO-MILITARE

IN FAVORE DI STRUTTURE STATUNITENSI

(1966/1985)

MINETTO - DIGILIO

I M P U T A T I

32) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 257 c.p. per avere svolto, in concorso fra loro e unitamente a cittadini italiani e stranieri, in numero superiore a cinque, attività di spionaggio facendo parte, con un ruolo intermedio fra i responsabili americani e gli informatori, di una rete informativa dipendente dal Comando FTASE di Verona ed operante in tutto il Veneto.

In particolare, acquisendo senza alcuna autorizzazione o accreditamento presso i Servizi di sicurezza italiani, notizie riguardanti non solo la sicurezza e la protezione delle basi e degli interessi statunitensi, ma anche eventi concernenti la sicurezza interna del nostro Paese, notizie che come tali potevano essere raccolte solo a seguito di specifiche intese o comunque riferite alle competenti strutture italiane non appena acquisite.

In particolare, MINETTO inviando il suo informatore, Carlo DIGILIO, (al posto di Marcello SOFFIATI, non idoneo alla missione poichè troppo conosciuto negli ambienti di estrema destra) a Vittorio Veneto e a Treviso affinchè, con l'aiuto di un altro dipendente della rete informativa, controllasse e seguisse personalmente le attività eversive del gruppo facente capo a Franco FREDA, Giovanni VENTURA e Delfo ZORZI e si recasse insieme a questi nel casolare di Paese (TV) di cui al capo 15) ove era custodito il deposito di armi ed esplosivo del gruppo e ove venivano preparati gli inneschi per gli ordigni da utilizzarsi in attentati.

Attività svolta, secondo gli ordini ricevuti, dal Digilio e dall'altro informatore, Prof. LINO FRANCO, che si erano presentati nella veste di consulenti ed esperti di armi ed esplosivi e regolarmente riferita al MINETTO che aveva poi relazionato i suoi superiori.

Attività, questa, che aveva messo in pericolo sia sotto il profilo commissivo (consulenza in favore del gruppo FREDA/VENTURA) sia sotto il profilo omissivo (mancata informazione delle nostre Autorità di sicurezza o di polizia giudiziaria) la sicurezza e gli interessi politici del nostro Paese in quanto il gruppo eversivo oggetto dell'azione di osservazione stava progettando attentati finalizzati a mutare con la violenza gli assetti istituzionali dello Stato italiano.

Svolgendo altresì il MINETTO, negli anni successivi, analoghe azioni di controllo e di osservazione nei confronti di addestramenti illegali con armi, svolti da nuclei misti di civili e di militari in Veneto e in Alto Adige e nei confronti degli esponenti del Fronte Nazionale che stavano preparando il tentativo di golpe noto come "golpe Borghese", nonchè azioni di raccordo informativo e operativo fra la struttura informativa statunitense e la struttura occulta di Ordine Nuovo.

Sergio MINETTO, inoltre, nei primi mesi del 1972, insieme a Carlo DIGILIO e allo stesso SOFFIATI, all'interno dell'appartamento di Via Stella a Verona nella disponibilità del Soffiati, sovrintendendo al "controllo" dell'avv. Gabriele FORZIATI, ivi portato dal dr. Carlo Maria MAGGI e sorvegliato da Francesco NEAMI e da un altro militante triestino di Ordine Nuovo, affinchè fosse convinto a non rivelare all'A.G. di Milano, che lo aveva convocato, quanto a sua conoscenza in merito all'attentato alla Scuola Slovena del 3/4 ottobre 1969 e affinchè fosse convinto ad allontanarsi dall'Italia raggiungendo un rifugio sicuro prima in Grecia e poi in Spagna.

Sergio MINETTO, ancora, nei primi mesi del 1973, insieme a Carlo DIGILIO e a Marcello SOFFIATI, nel medesimo appartamento di Via Stella, sovrintendendo alla presenza di Gianfranco BERTOLI, ivi condotto dal dr. Carlo Maria MAGGI e "sorvegliato" anche da Francesco NEAMI, affichè fosse definitivamente indotto a compiere un attentato a Milano contro l'on. Mariano RUMOR e fosse rifornito del denaro e della bomba a mano necessaria per l'esecuzione dell'attentato, poi effettivamente commesso a Milano dinanzi alla Questura Centrale in Via Fatenebefratelli il 17.5.1973.

Fatti commessi a Verona, Venezia e in altre città del Veneto e in altre Regioni del Nord-Italia dal 1966 quantomeno fino al 1985.

ed altresì:

BANDOLI - JONES

I N D I Z I A T I

33) del medesimo reato di cui al capo 32)

DETENZIONE DELLA DOTAZIONE

DI ARMI, BOMBE A MANO ED ESPLOSIVO

GIA' APPARTENUTA AL PROF.LINO FRANCO

(1969 - 1975)

MINETTO

I M P U T A T O

34) dei reati di cui agli artt.110 c.p. e 9, 10, e 12 Legge 14.10.1974 n.497 per avere detenuto e portato in luogo pubblico la dotazione logistica di LINO FRANCO, dopo la morte di questi, costituita da armi da guerra fra cui bombe a mano e un fucile mitragliatore MACHINENGEVERT 15 di fabbricazione tedesca, rilevando tale dotazione dallo stesso LINO FRANCO, consegnandola in custodia a MARCELLO SOFFIATI e facendola così entrare nel patrimonio della banda armata Ordine Nuovo.

In Vittorio Veneto, Verona e Colognola ai Colli, dall'estate 1969 sino a data imprecisata, ma comunque collocabile quantomeno alla metà degli anni '70.

P A R T E P R I M A

LE LINEE GENERALI DELLA SECONDA ISTRUTTORIA

1

P R E M E S S A

Anche questa seconda parte dell’istruttoria e i risultati che ha conseguito sono largamente dovuti al costante, mai venuto meno anche nei momenti più difficili, impegno degli Ufficiali e del personale del Reparto Eversione del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, che hanno effettuato buona parte dell’attività di ricerca e di accertamento con esiti molto significativi, nonostante la lontananza nel tempo dei fatti, e raccolto e analizzato il quadro delle testimonianze e degli altri elementi raccolti in tre ampie annotazioni conclusive dedicate, le prime due, alle attività di interferenza di strutture di intelligence straniere nella c.d. strategia della tensione e, la terza, alle attività dell’AGINTER PRESS anche in relazione alla situazione italiana.

Prezioso è stato anche il contributo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione che ha messo a disposizione il suo personale nell’attività di ricerca affidata al perito nominato da questo Ufficio, attività che ha consentito il recupero di molto materiale non protocollato e sinora mai esaminato dall’Autorità Giudiziaria, fonte di molti spunti investigativi.

Un sincero ringraziamento deve essere rivolto all’Assistente Giudiziaria, Sig.ra Gaetana Izzo, e al maresciallo capo della Guardia di Finanza, Antonio Russo, addetti a questa XX Sezione dell’Ufficio Istruzione di Milano, che hanno partecipato al compimento di centinaia di atti istruttori e hanno assolto per anni un lavoro estremamente impegnativo, determinato anche dalla concomitanza dell’intero lavoro riguardante, quale Sezione G.I.P., i procedimenti in corso con il rito vigente.

Un particolare ringraziamento va inoltre al conducente automezzi speciali, Antonio Liguori, che ha sempre curato l’aspetto organizzativo e logistico dell’attività anche nel corso delle numerose trasferte che si sono rese necessarie per compiere i più importanti atti istruttori.

L’attività di indagine si è svolta anche grazie alla collaborazione con altri Colleghi titolari di indagini in tema di reati di strage e di eversione con i quali continuo è stato il confronto fra le rispettive linee di investigazione e lo scambio di atti e di informazioni.

Fra questi, in particolare, il dr. Francesco Piantoni e il dr. Roberto Di Martino, titolari del procedimento, molto contiguo a questa istruttoria per soggetti e situazioni toccate, relativo alla strage di Piazza della Loggia a Brescia, e il Giudice Istruttore dr. Carlo Mastelloni, titolare del procedimento relativo alla caduta dell’aereo Argo 16, e il dr. Enzo Calia della Procura di Pavia, titolare dell’inchiesta sulla morte di Enrico Mattei.

Costante è stato anche il rapporto con la Commissiona parlamentare d’inchiesta sulla mancata individuazione degli autori delle stragi e sul terrorismo, cui sono stati man mano inviati, allorchè i progressi delle indagini lo consentivano, gli atti e gli accertamenti istruttori più importanti per i suoi lavori e l’elaborazione della sua relazione finale e che, in occasione di diverse audizioni di questo Giudice, ha stimolato, tramite le domande poste dal Presidente e dai componenti della Commissione, riflessioni e linee di interpretazione.

Purtroppo il lavoro di indagine è stato contrassegnato da ostacoli e incomprensioni che ne hanno ostacolato per lunghi tratti lo svolgimento e in certi momenti messo addirittura in pericolo la sua conclusione.

Scarsissimo è stato il sostegno dei dirigenti del Tribunale di Milano, nelle sue varie articolazioni, in ordine agli sviluppi dell’indagine e alla necessità di garantire le condizioni obiettive che ne consentissero la prosecuzione con i migliori risultati.

A fronte di decine di segnalazioni scritte di questo Ufficio vi è stato soltanto silenzio, come se la presente istruttoria non esistesse e a questo Ufficio, che ha sempre svolto in forma integrale anche l’attività come G.I.P., non dovesse essere affidato un carico complessivo di lavoro che tenesse conto, almeno in parte, delle due funzioni svolte contemporaneamente per anni e consentisse la prosecuzione di un’istruttoria così importante, in sè e per le altre indagini collegate in corso, con il raggiungimento dei massimi risultati.

Soprattutto, nella parte centrale e più delicata dell’istruttoria, una delle più imponenti e articolate macchine di attacco che sia mossa, in questa materia, contro un singolo magistrato e una singola indagine (riconducibile solo in minima parte all’ambiente degli indiziati) ha lanciato una campagna di disinformazione e di discredito che ha avuto solo l’obiettivo di ridurre i risultati potenzialmente ottenibili ed è stata caratterizzata da iniziative, apparentemente legali o come tali camuffate, tali da giungere sino ai limiti dell’aperta intimidazione.

Fortunatamente un ristretto numero di Colleghi, di esponenti del mondo istituzionale, di studiosi e di appartenenti al mondo della Stampa, talvolta sfidando pressioni e censure, non è caduto nel tranello ed ha costruito intorno a questa istruttoria un argine di sostegno, solidarietà e onesta informazione che ne ha consentito, anche nell’interesse di chi aveva inteso fermarla, la conclusione.

A tutti coloro che sono rimasti sul campo della verità e dell’onore va il mio più profondo ringraziamento.

 

 

 

 

 

per tornare in namir - www.namir.it