TRUPPE USA IN ISRAELE: SCUDI UMANI CONTRO L'IRAN?

di Maurizio Blondet 1/06/05

Vari osservatori segnalano un massiccio afflusso di soldati americani in Israele.
"Migliaia", con mezzi meccanici pesanti, a volte camuffati in modo da apparire israeliani.
A chi fa domande viene risposto, non ufficialmente, così: gli americani sono qui per assistere il governo Sharon nell'abbandono della striscia di Gaza, a cui i coloni fanatici si oppongono; e i fanatici hanno forti appoggi nell'armata d'Israele, che è divenuta insicura per questa operazione.


Ma il motivo più probabile è un altro: le truppe Usa sono lì per proteggere Israele, in vista dell'attacco israeliano alle installazioni nucleari dell'Iran.
L'Iran ha già fatto sapere che, se Israele aggredisce, risponderà con i suoi missili, capaci di raggiungere il territorio israeliano in 15 minuti.
La presenza degli americani dovrebbe agire da deterrente: se tira i missili e colpisce
"i nostri ragazzi", Teheran si troverà in guerra anche con gli Usa.


Fin dalle prime ore della rielezione di Bush, Dick Cheney ha annunciato che "l'Iran è in testa alla nostra lista", lasciando però intendere che l'operazione verrà condotta da Israele: "gli israeliani possono decidere un attacco preventivo, e poi lasciare che sia il resto del mondo a ripulire il disastro diplomatico che ne seguirà", disse in una intervista alla MSNBC nel gennaio 2005.
E' stato in seguito a questa dichiarazione che Teheran ha annunciato la rappresaglia missilistica (CNN, 8 febbraio 2005).
Il fatto è che una vasta operazione congiunta contro l'Iran è in preparazione ormai da mesi. Non solo israelo-americana ma, come appare, con la partecipazione della Turchia e persino della Nato.
Come si sa, Israele ha ricevuto dagli Usa 5000 bombe
"intelligenti", fra cui 500 BLU-109 buster bunker, da usare contro installazioni sotterranee.
E' meno noto che fra esse, ci sono le più potenti BLU-113, che prevedono una versione nucleare (B61-11).
Proprio da poche settimane il Senato Usa ha autorizzato l'uso di bombe tattiche nucleari, dichiarate
"sicure per i civili" (sic).
Del resto, già dal 2003, Israele rivolge le sue testate nucleari, che equipaggiano i missili Usa Harpoon dei suoi sottomarini
"Dolphin" (regalo della Germania), contro Teheran.


Come per l'Irak, a determinare l'attacco all'Iran è la convergenza di due gruppi d'interesse: la lobby ebraica, che vuole eliminare un avversario potenziale d' Israele, e la lobby petrolifera americana.
L'Iran detiene il 10% delle riserve mondiali.
Gli Usa già controllano quelle dell'Irak (11%) e dell'Arabia Saudita (25%), più le risorse africane (9%).
Il comando centrale strategico Usa (USCENTCOM) ha detto chiaramente che la sua strategia è
"proteggere gli interessi vitali degli Stati Uniti, ossia il sicuro acceso degli Usa e degli alleati al Golfo Persico".


Gli alleati?
Certo: anche la NATO (a nostra insaputa) si prepara ad appoggiare Israele nella sua aggressione.
Novembre 2004, Bruxelles: viene firmato il protocollo fra la NATO e Israele, alla presenza di generali di sei paesi mediterranei e islamici (Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco, Mauritania. Giordania).
Questa sub-alleanza militare occulta costituisce la scusa per associare Israele (che fa parte della sub-alleanza) alla NATO.
Israele infatti ha accettato di partecipare con questi "alleati" islamici (o piuttosto servi terrorizzati del potere mondiale) a
"manovre congiunte anti-terrorismo".


Gennaio 2005: Israele e Turchia tengono manovre congiunte davanti alle coste della Siria.
La Turchia, che confina con Iran e Siria, è l'alleato necessario per l'imminente attacco.
Febbraio 2005: hanno luogo esercitazioni congiunte fra la Nato e Israele, le prime nella storia.
Nello stesso mese, guarda caso, l'assassinio del libanese Hariri: ne viene incolpata la Siria, che deve abbandonare il Libano sotto la pressione internazionale.
Così Israele ha uno spazio per il dispiegamento delle sue forze (la sua potenza militare è tale, che non basta il territorio israeliano per spiegarla completamente).
Nello stesso mese, Sharon sostituisce il capo di Stato Maggiore israeliano, Moshe Yaalon, con Dan Halutz.
E' un generale dell'Aviazione, ed è la prima volta nella storia che un pilota viene elevato al comando supremo.
L'uomo giusto al posto giusto, in vista di un bombardamento strategico dell'Iran.
Marzo 2005: il segretario generale della NATO va a Gerusalemme.
Lo scopo:
"accrescere la deterrenza di Israele riguardo a potenziali nemici, come Iran e Siria".
Il povero, piccolo, indifeso Stato ebraico (terza potenza mondiale militare) deve farsi proteggere dagli europei.
A loro insaputa.
Infatti, pochi giorni, dopo il povero, indifeso e debole Sharon dà una
"autorizzazione iniziale" per l'attacco alle installazioni nucleari iraniane di Natanz.
Aprile2005: grandi esercitazioni congiunte Usa-Israele specificamente intese a mettere a punto la difesa coi missili Patriot.


Nello stesso mese, Donald Rumsfeld compie visite ufficiali in Pakistan, Kirgizistan, Azerbaigian.
E qui, a Baku (la capitale), si accorda per un dispiegamento di truppe Usa al confine dell'Azerbaigian con l'Iran. L'America sta pagando (con 100 milioni di dollari) un sistema detto
"Caspian Watch", che costringe i suoi nuovi alleati asiatici a pattugliare il Caspio in funzione anti-iraniana.
Basta guardare una mappa e si vede che, con il Pakistan, il Kirghizistan e l'Azerbaigian nell'orbita Usa, l'Iran è praticamente accerchiato da basi militari nemiche. E soprattutto da basi aeree poste a breve distanza dal suo territorio: poiché le installazioni atomiche iraniane sono sparse nel territorio, ci vorranno numerosi attacchi mirati da varie direzioni.
Aprile2005: Teheran firma un trattato di cooperazione militare col Tagikistan, l'unico pseudo-Stato dell'area non
"alleato" agli Usa.
Questo Stato fa parte dell'alleanza militare detta
"Shangai Five", che comprende anche Russia e Cina.
Nello stesso aprile, Sharon incontra Bush in Texas: per dare gli ultimi ordini al servo noachita americano.
Fine aprile: il premier turco Erdogan è in visita ad Israele, anche lui costretto a piegarsi al padrone del mondo.
Lo accompagna il ministro della difesa turco, Vecdi Gonul, che accede ad un accordo di cooperazione militare con lo Stato giudaico, fra cui la produzione congiunta di missili Arrow II e Popeye.

Come si vede tutto è pronto, non solo per l'attacco aereo (e non provocato) contro l'Iran.
Ma anche per un possibile e imprevedibile ampliamento del conflitto su scala mondiale, e con l'uso di armi atomiche.

Da: http://www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=467&parametro=esteri In: http://www.effedieffe.com/fdf/giornale/giornale.php

 

 

 

 

 

 

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