INTERVISTA all'artista ISABELLE FORDIN - di massimo d'andrea

La prima domanda che le faccio: Questi lavori stupendi fatti in tessuti in seta non so come, Come nascono, perché nascono?

È un lungo percorso che mi stai chiedendo.Prima di tutto sono tele di paracadute, recuperate ad un certo punto, quando stavo in Francia ma dopo un viaggio in Italia. Ho trovato in questo materiale il piacere di lavorare sulla morbidezza e sulla leggerezza. C’è un mixing fra qualcosa che parte da dentro, una ricerca sul soffio, sul respiro combinato ad un’influenza della storia dell’arte, Tutto questo mixing messo insieme mi ha fatto fare queste cose che vi ho mandato.

L’hai sviluppato in Italia o in Francia?

L’ho sviluppato qua, è il punto di partenza: sono qui e lì, però sono qui da 10 anni e adesso dunque puoi immaginartelo ?

Dunque hai visto questi paracadute in disuso, hai pensato al soffio

Alle cupole

Alle cupole di Roma

Alle cupole di Roma sì

E li hai tradotti in astratto, in movimento

In movimento sì

Fai anche delle performance con questi materiali oppure sono soltanto installazione?

Performance dove ci sono io in mezzo…

Si lei o chi per lei insomma

Diciamo che ho fatto delle collaborazioni con ballerini per esempio

Teatrali ?

Sì.

Che cosa hai fatto?

Spettacoli in strada a Roma e anche a Napoli.

A proposito di Roma lei adesso, lei parteciperà alla notte bianca di Roma giusto?

Si a San Lorenzo nella piazza dell’Immacolata, presenterò un gran Ventaglio ed alcuni elementi che vi ho mandato.

Senti Isabelle, perché ricorre quasi sempre la forma circolare? Il ricordo del paracadute oppure c’è un altro legame ad esempio con lo Zen, il cerchio etc.

Questo può essere.E diciamo che forse…c’è anche il triangolo…

Si ma è raro ….

Sul ventaglio per esempio.Sì ho ritagliato all’interno della massa del paracadute, prendono il vento anche queste forme, si appoggiano sull’aria, la circolarità magari aiuta quest’incontro.

(Emily Dickynson: " Dì tutta la verità ma dilla in modo obliquo. - / il successo è nel cerchio - /  sarebbe troppa luce  per la nostra / debole gioia / la superba sorpresa del vero -  //   Come il lampo è accettato dal bambino / se con dolci parole lo si attenua - / così la verità può gradualmente / illuminare - altrimenti ci accieca - "

Franz Kafka - a proposito del romanzo incompiuto Disperso - : " E' scritto a piccoli pezzi, più giustapposti che intrecciati, e procederà ancora a lungo in linea retta, prima di curvarsi nell'agognato cerchio."  )

Volevo sapere: è più importante l’artista o il critico?

Tutti due. Sono importanti le persone che fanno e le persone che guardano.Ma non soltanto il critico, c’è il pubblico.

Allora, il pubblico lo chiamiamo "fruitore" Volevo sapere l’artista ha bisogno del critico o il critico dell’artista?

Giusto…Io penso che l’artista fa, perché ha proprio bisogno di fare e anche se rimane da solo a fare le sue cose continua a farle. Poi c’è una storia di visibilità, di confronto con il mondo…Dunque quali sono le chiavi per entrare in contatto con le persone che hanno voglia di vedere? Dunque c’è tutta questa complessità e tutti questi intermedi che possono essere paragonati al circuito dal produttore di frutta nel suo campo, alla frutta che arriva nel supermercato: che cosa è successo nel frattempo?...Dunque sì il critico ha un buon rapporto con l’artista, sì c’è una fusione intellettuale, può essere interessante, perché è sempre interessante avere uno sguardo sul proprio lavoro con una persona. Però se il rapporto si limita ad un gioco di potere, di utilizzo, non va bene…

Allora oggi com’è questa storia? Oggi sono gli artisti che "fanno la fila" dei critici o viceversa?

Non sono una grande esperta di tutto questo, ancora. Non lo so, trovo che sia molto complesso arrivare ad entrare e ad avere una bella visibilità, a tutti i livelli, con una grande qualità.

Questo è molto difficile da trovare però, nel senso che oramai il critico non fa più ricerca sui pittori, si è molto distaccato. Sta accadendo il contrario, sta accadendo. Accade che gli artisti fanno la fila dei critici per entrare in queste benedette scuderie: oramai siamo come cavalli.Però insomma la risposta l’hai data: hai detto benissimo che l’artista può fare a meno del critico perché ha un esigenza propria di creatività.

Sì.

Senti volevo sapere: quali sono stati i pittori e le pittrici della storia dell’arte che t’hanno comunque appassionata?

Gli uomini preistorici…

Ah! Proprio i primi dipinti!

Si. Non avevano critici !…

Certo ah. Ah ! per carità…Noi parlavamo però di storia dell’arte, e nella storia dell’arte in generale.

Potrei citare tantissime persone

Qualcuno che ti passa adesso in testa….

Io posso parlare di Giotto….Degli affreschi….

E poi diciamo però che il cerchio non c’entra niente.Gli affreschi di Giotto che erano incredibili.Molto umani molto, un taglio con tutti i canoni, con tutti i canoni che nella storia dell’arte erano presenti prima, precedentemente, soprattutto i canoni. Quindi parliamo di un rivoluzionario. Oggi nella pittura perché manca il sociale? Viviamo guerre, viviamo momenti drammatici e tutto questo non c’è nell’arte?

Tutto questo non c’è nell’arte…

No.

Io, come dirti, penso che abbiamo una grossa responsabilità in questo momento.Magari parlare del rispetto per la vita e della bellezza anche, perché se non diamo noi un po’ di speranza, anche no? Non lo so chi lo farà.Perché la situazione è molto grave, a tutti livelli.Dunque io spero che noi possiamo ancora comunicare qualcosa che ci fa comunicare fra esseri umani.

Pensi che sia soltanto questo oppure c’è anche una fuga dalla realtà, nel senso che comunque prima gli espressionisti, Picasso Guernica i Dadaisti s’impegnavano molto socialmente. C’era comunque un riportare nelle proprie opere i drammi sociali. Oggi è soltanto perché si vuole parlare di bellezza oppure c’è una fuga un’incomprensione, una mancanza degli intellettuali?

Non trovi tu che ci sono tanti artisti che fanno, che riflettono, che fanno uno specchio di questo mondo? Io trovo che ci sono tanti.Non hai questa "sensazione"?

Non ho questa sensazione forte.Io vedo nelle tue opere, trovo bellissimo Disordine calcolato. Perché Disordine calcolato?

Perché calcolato? Perché devi sempre fare un lavoro di composizione, quando fai qualcosa…Però essendo in mezzo a questi elementi, ero come all’interno di un mare, era enorme lo spazio dunque alla fine era un caos perché tutto era in movimento, in più all’interno di questo spazio, tutto si muoveva.

Allora come diceva Kandisky…Punto linea e superficie tutto è calcolato nello spazio…

Sì…

Volevo chiederti, ognuno di noi anzi di voi, passa dei momenti belli nell’arte ed alcuni momenti brutti. Quali sono i tuoi belli e brutti momenti nell’arte ?

Ollalà…!Bei momenti nell’arte? Quando vivi un incontro ….Stai esponendo le tue cose… cammini e vedi un po’ di attenzione da parte delle persone che stanno là in mezzo alle tue cose. Questo è bellissimo trovo. Quando hai un pubblico che è attento. Che fa silenzio un po’ e sta là a guardare quello che hai fatto.Questo è secondo se puoi arrivare a creare un po’ di attenzione per alcuni secondi, questo è bellissimo.

Momenti brutti?

Momenti brutti è sempre perché devi credere e continuare sempre a trovare delle situazioni dove potrai uno produrre delle cose nuove due trovare gli spazzi dove farle vedere e continuare sempre, questo è la grossa difficoltà alla fine.

Senti mi chiedevo come mai le donne nella storia dell’arte sono cosi poche? Trovi le stesse difficoltà?

Sono poche perché forse quelle che sono state, se ne parla di meno forse di quelle che erano presenti e poi è vero che abbiamo un grosso combattimento noi ancora da fare. Essere Donne Artista e anche avere il dritto di essere madre perché no? Dunque tutte queste cose messe insieme, è un grosso lavoro.

Ma questo grosso lavoro, perché è venuta a mancare l’altra metà che comunque si è appropriata? o non si appropria e nega questo lavoro, o per anche altre condizioni sociali?

Si è lento il cambiamento nella società, molto lento.

Volevo sapere nelle tue opere parli anche di rinascita del libro. Cosa stai leggendo?

Non dell’uomo libero, forse non si vede bene.

Non c’è anche scritto "la lunga rinascita del libro"?

Non dell’uomo libero.

A allora c’è un errore.Perché c’è anche la lunga rinascita del quadro.

(Io pensavo a Malevitch quando l’ho fatto, sì mi piace la tua idea della rinascita del quadro.) Ci sono due opere dedicate. Comunque a prescindere dedicate……….

Non so se hai scritto male o se vedo male o non leggo bene.

Sì perché tutto è nell’ombra questa cosa: una scrittura bianca su perplex che si riflette con una lampadina…

Esatto…

sulla pittura bianca dietro.

Volevo sapere che libri stai leggendo.

Sto leggendo Bachelard "L’air et les songes", per rimanere in alto…

E per essere legata al soffio delle tue opere. Volevo sapere come mai conosciamo pochissima arte europea, cosa si può fare per conoscerne di più? Lei è francese, vive in Italia, quali sono le difficoltà per fare conoscere…Però noi non sappiamo niente ad esempio dell’arte olandese, di quella francese adesso, non sappiamo niente di quella tedesca, cosa si può fare? Qual è il problema dell’arte?

Dobbiamo viaggiare.

Noi? O l’arte?

Non l’arte, sì tutto.

(Gino di Dominicis: "Il pubblico anziché abbonarsi ad Internet o riempirsi le case di cataloghi o di libri, farebbe meglio ad abbonarsi alle linee aeree o ferroviare e andare a vedere le opere d’arte dal vero")

Certo se arrivassero più esposizioni in Italia noi vorremmo vederle no? Perché ci sono pochi spazi per i giovani artisti?

E la storia di prendere dei rischi…Sulle persone nuove, ci sono alcuni che hanno il piacere di fare queste cose e altri forse hanno paura perché come tutto è legato forse ad un mercato, no? Io non sono esperta di tutto quello che succede nelle gallerie perché non ho una galleria.

E ancora cosi libera lei non ha…

Non ho una galleria perché ho avuto uno strano percorso …dovrei avere una galleria, non lo so?!

Chiudiamo questa bellissima intervista con una domanda? Che cosa pensa di lasciare attraverso le suo opere alle generazioni future? E abbiamo bisogno della diversità?

Allora a me piacerebbe di parlare di quelle presenti già. Non mi proietto cosi tanto nelle future, la cosa che penso che mi interessa è il presente.

Ma io penso che bastano due anni per parlare di differenza e parlare di generazioni future!

Non lo so, arrivare a vivere delle situazioni dove puoi incontrare ed entrare in contatto ed avere dei ritorni, l’amplitudine di contatto è relativa. La tua visibilità…..Fisicamente anche non virtualmente tramite computer il rapporto fisico reale con un opera,questo non può toccare miliardi di persone E’ proprio piccola, piccola la tua possibilità. Dunque in quell’ istante lì è importante di avere….che succede qualcosa…che succede qualcosa.

E questo vuole lasciare lei attraverso le sue opere alle generazioni future…E la diversità, ne abbiamo bisogno?

La diversità si, comunque è un principio di base, siamo tutti diversi come nelle nostre produzioni artistiche, però siamo uguali nel fatto che siamo degli essere umani. No?

Sì come no : la natura non ha fatto niente uguale.

Nelle produzioni artistiche, e questo è bello, hai di tutto.E però arrivare ad entrare in contatto con altri essere umani, per lasciare… la cosa che m’ interessa è di parlare dell’importanza nella vita del fatto di essere là adesso e di saperlo apprezzare.Perché così magari apprezzandola fai più attenzione al valore della vita ed a quello che ti circonda, la "natura" etc…..

E su queste domande ci lasciamo sperando che come un soffio nel vento ci rincontreremo presto.

Sì. Ti invito a San Lorenzo.

Ok verrò volentieri.