Parliamo con Paola Ponzellini che fa queste opere materiche...collàge...c'è un po' di tutto nelle sue opere. Come nasce una sua opera? Da quello che ho sul tavolo! O da qualche cosa che vedo...che mi piace...e che di solito ha un'altra funzione ma la vedo da un altro punto di vista e poi comincio con delle idee generali, di solito , ma non faccio bozzetti; una volta che ho fatto un bozzetto, il bozzetto è rimasto il quadro...nel senso che non mi interessa più, mi piace nel farsi... mi piace cercare l'armonia, mi piace cercare un qualcosa da dire mentre faccio. Quindi lei praticamente parte... Prima le mani poi la testa. Quanto sono grandi le sue opere e che tecnica utilizza di solito? Le mie opere sono di qualsiasi dimensione...da piccolo grande, anche perchè faccio libri e scatole oltre che quadri, faccio anche sculture, faccio tutto quello che capita, basta che abbia un'idea per partire...e poi basta; insomma il discorso è che non diventano...non sono mai grandissime perchè mi innamoro subito delle mie cose. Senta quando io prima le chiedevo come nasce un'opera intendevo proprio, oltre al fatto che si trova così le cose sul tavolo come dice lei, intendevo proprio cosa la spinge a creare un'opera , cioè uno si sveglia la mattina e dice mo adesso faccio un'opera...perchè? No...perchè mi piace è una gioia...immensa mi sento felice, cioè è una ricerca ... no! non è una ricerca è aver trovato la felicità; non sempre ho voglia, non sempre felice... perchè le opere si fa fatica a farle e alle volte non vengono esattamente come uno le vorrebbe, però faccio tanti...uso tanto tempo anche per non far niente per stare a continuare a pensare , a scrivere idee robe diverse ma poi non fare niente e poi arriva il giorno in cui c'è qualcosa che può essere un oggetto...può essere un foglio di carta già scritto che può essere ... una foto che vedo sul giornale... che vado! Parto! Faccio! Ultimamente stiamo assistendo, soprattutto nella storia dell'arte contemporanea o se vuole nelle opere contemporanee degli artisti, ad un 'assenza di impegno sociale, le spiego meglio: precedentemente, fino agli anni settanta, avevamo...che ne so...prendiamo Picasso, Guernica, gli espressionisti... il quadro, comunque, l'opera di per sé rappresentava anche un momento, una critica sociale o un'appartenenza, un impegno... e tutto questo poi è venuto piano piano a mancare dopo gli anni settanta, ultimamente forse solo Botero, ad esempio ha fatto una trentina di opere dedicate... che so io...alle torture che sono avvenute in Iraq ad opera degli americani, appunto sugli iracheni...io non amo tantissimo Botero....però... Neanche io... ... ma tanto di cappello per il suo impegno...ecco... tutto questo viene a mancare, cioè se arrivasse un marziano e vedesse oggi le nostre opere contemporanee direbbe...boh!..mah!..perchè secondo lei manca questo impegno? Perchè non c'è impegno sociale, gli artisti riflettono esattamente la società in cui vivono. Il nostro impegno sociale sono ...come si chiamano... le maratone che fanno alla televisione per tirare fuori i soldi...e poi uno si sente perfettamente a posto. Come l'elemosina... Si. Come l'elemosina a quello che ti pulisce i vetri, che poi in realtà gli paghi un lavoro se lo vuoi, se non lo vuoi...non entriamo nel merito...di questa diatriba. Secondo me non c'è nessun...noi vediamo le torture di Abu Grahib alla televisione, mi sembrano delle cose spaventose, però quando abbiamo visto i campi di concentramento in Jugoslavia che erano a duecentocinquanta chilometri, non è che si è mossa tutta l'Italia per andare a portare aiuto a questi qui, che erano a duecento chilometri da noi. Abbiamo tutti detto che era una cosa riprovevole...e lo pensiamo! Perchè non è che siamo diventati...però siamo diventati impermeabili ...ormai...non dico tutti, ma siamo ... in Italia ... è il paese del Bengodi checchè si dica nessuno va a letto pensando che quel giorno lì ha trovato da mangiare, tutti vanno a letto più o meno sazi...perchè comunque qualcuno che gli dà da mangiare ... poi i problemi sono diventati solo problemi personali! Appunto, come si diceva, è per quello che sono venuti fuori: l'omofobia, il razzismo, e robe di questo genere perchè non si pensa più agli altri! Si pensa solo alla nostra vita, se è bella , se è brutta, di che qualità è, e di come si può aumentare la qulità! Stai dicendo "stronzo" a quello di fianco...è cosi! Si. Infatti. L'altra sera sono rimasto particolarmente colpito perchè stavo vedendo una trasmissione ignobile delle tante che mandano in Rai e in tv, e vedevo che praticamente parlava un padre dicendo "adesso io ho i miei figli quasi adulti...il problema è che il lavoro comincia a toccarmi" allora uno dice "mah ... dovevi attendere che i figli ti diventassero adulti per impegnarti su questo problema?" cioè non si riesce a pensare proprio oltre il proprio piatto insomma... Assolutamente! In più in Italia come tutti si affannano a dire, ormai da secoli, non esiste il senso dello stato, che non è un'idea cretina, dello sciovinismo dei francesi eccetera...è che...noi pensiamo...siamo sempre stati individualisti per cui ci sono tante associazioni di solidarietà che come ci sono in Italia non ci sono... ma sono tutte imprese individuali! Non c'è nessun...non so come dire... uno si occupa dei fatti suoi e poi può anche allargarsi alla solidarità con quelli che stanno peggio, ma quelli...non so ... uno si occupa di albanesi, dei bambini albanesi che stanno sulle strade a chiedere la carità, se c'è un bambino...(faccio l'assurdo)... ma dico se c'è un bambino che non è albanese non è compito suo! È proprio una mancanza istintiva nei confronti dell'altro. Parla una persona che è abbastanza...sta molto sulle sue...ho fatto il sessantotto di striscio perchè l'ho fatto tutto dalla facoltà di architettura di Milano ma quando c'erano le manifestazioni e cominciavano ad arrivare i poliziotti io scappavo, perchè avevo paura; quindi condividevo ma non mi mettevo in prima persona...non mi mettevo in gioco! Ho fatto forse male perchè è stato un periodo veramente creativo e importante al di là di quello...però non abbiamo imparato niente perchè adesso, per esempio, quello che ho capito io quando avevo vent'anni, all'università, era che la prima volta che è venuto uno a parlare, non mi ricordo più chi...non so chi avesse parlato di questa cosa, diceva che "è facile distruggere ma se non si sa che cosa costruire si fa il gioco di quelli che sanno costruire" per cui anche il sessantotto è stato poi mangiato da quelli che hanno saputo approfittarne...qualcosa è cambiato, ma poco rispetto a quello che ci aspettavamo noi. Io mi aspettavo che la mia vita sarebbe stata tutta una cosa fantastica di cose che avevo fatto io, che avrei potuto fare per gli altri eccetera; in realtà poi, ci sono stati quelli che non ti assumevano perchè avevi fatto il sessantotto, per cui disegnavi per sei mesi in uno studio di architettura perchè ti pagavano cinque mila lire all'ora e poi ne trovavano altri ottocentocinquanta quando dovevano assumerti e ti lasciavano a casa. Per cui ecco ... il discorso è che non si può più distruggere se non si sa che cosa costruire. Però è anche vero che nel ...ecco credo che nel sessantotto...appunto prima, davo come data gli anni settanta, perchè poi successivamente sono arrivati i tremendi anni ottanta, credo che fino agli anni settanta il concetto di ... cioè quello che poi ha riappiattito il tutto è stata proprio la paura di essere continuamente creativi, che è una fatica bestiale, a volte non si sa neanche quello che si sta facendo, però è proprio il pegno di essere creativi mentre la società dall'altra parte ti dà dei beni così detti consumistici o come si vogliono definire, però sono dei beni materiali, cioè facilmente raggiungibili: il telefonino, il televisore, la macchina sia a rate, come si vuole,.. il lavoro eccetera, sono tutte questioni che si possono raggiungere immediatamente se si ... supergiù; mentre la creatività è una fatica continua e allora, a quel punto, io credo che il sessantotto e gli anni settanta si siano...come dire... annichiliti che sono tornati ad essere ... a scendere a patti con quello che ... appunto chi come lei dice...progettava ... Si. Ma poi c'è anche da dire una cosa: secondo me quello che le avevo già detto l'altra volta c'è una mancanza di cultura spaventosa , di ricerca della cultura , perchè una volta, parlo per esempio dei miei genitori, quando raggiungevano uno stato sociale che non era più quello di mettere il pranzo con la cena, cercavano di copiare, o per lo meno, di fare qualcosa per essere all'altezza di quelli che avevano la cultura in mano, non so cercavano di elevarsi, di studiare, di leggere, di... adesso non esiste più...lei lo sente anche alla televisione parlano d'altro...cioè i problemi, non dico sociali, perchè noioso sentire parlare dei problemi sociali ... è tutto ... e lo si vede nell'arte contemporanea adesso, ripenso alla biennale di quest'anno : si potevano vedere quelli che copiavano, che facevano provocatoriamente quello che facevano vent'anni fa gli altri... ma non sapevano neanche che fossero esistiti quegli altri...e a un disfacimento culturale pazzesco, le gallerie d'arte o le mostre che fanno sempre degli stessi perchè sono quelli che ormai sono entrati nell'immaginario collettivo. Non c'è più la richiesta di qualcosa di nuovo. Basta che si vendano un gallerista adesso è difficile che si innamori come...anche solo quarant'anni fa di un artista... gli compri tutta la produzione... e lo spinga . No! adesso gli artisti sono...pietiscono per vivere con chiunque che sia un deficiente oppure no... pur che gli metta fuori le sue opere ... ma se queste non vengono messe fuori per convinzione non servono a niente! Nei momenti in cui i collezionisti,perchè quelli ci sono sempre, vanno a comprare le opere, vanno a comprare quello di cui sono sicuri perchè l'arte non è più diventato un piacere per chi ce l'ha ... adesso parlo in generale ovviamente ci sono sempre le eccezioni, però uno come Castelli, o uno come...anche in Italia...Mazzoleni, non ci sono più, sono tutti ormai dei commercianti...non spingono più il giovane a meno che questo non gli rompa le palle dalla mattina alla sera ma l'artista non deve stare a rompersi le palle con i galleristi, dovrebbero essere i galleristi a dover cercare gli artisti non viceversa...l'artista fa l'artista! Lei coglie la mia domanda che era quella appunto: se l'artista ha bisogno del critico, il critico ha bisogno dell'artista... L'artista non ha bisogno del critico, l'artista ha bisogno di una persona che voglia fare il critico e che si impegni a farlo e che quindi vada in giro a cercarlo e che poi sulle sue convinzioni lo porti avanti invece ormai è un mercato!... io non trovo neanche che sia completamente ...sbagliato il mondo è quello che è...io sono d'accordo con l'articolo della Vettese di una decina d'anni fa, che diceva che se un artista è bravo prima o poi viene fuori, ma non si sa se viene fuori dopo cent'anni...però è così ...adesso lei vede ... nelle città, quelle che ancora si occupano di arte, con delle robe che fanno ... orrore... oppure insignificanti, ... almeno una volta c'era il discorso sociale, si faceva...si tentava di intervenire, adesso non c'è più, adesso se una cosa piace ad un critico ... gli piace se la riesce a vendere, se non la riesce a vendere l'abbandona. Certo! Viene ad attaccare quello che prima era il motore dell'arte, no? Cioè comunque i critici cominciavano a fare ricerca ma erano forse anche più gli storici dell'arte diciamo che... uno che non ho mai sopportato, ma forse perchè costretto a studiarlo nei tempi in cui frequentavo appunto la scuola d'arte, Argan, però tanto di cappello perchè comunque... Argan era un divulgatore fantastico,magari anche noioso ma fantastico .... Non so ...non so se si possono fare nomi... ma... ci sono, adesso Milano è piena di Lodola...io lo trovo assolutamente insopportabile! Ma non è solo una questione di tecnica di quello che dice,... sono cose brutte sembrano le insegne luminose che si usavano all'inizio degli anni settanta perchè si era scoperto che il tubo di neon si poteva torcere, allora facevano "la fonte del materasso"...pittosto che...le scritte , si potevano comperare...si potevano disegnare poi c'eran quelli che ti facevano..."io ti amo" e uno se le metteva in casa, cioè quelle robe lì! Che cosa dice Lodola?...sono brutti! Di giorno le cose di Lodola sono orrende e di sera altrettanto! Quando poi manca la luce sono delle brutte forme...adesso dico Lodola ma ce no possono essere...è il primo che mi è venuto in mente perchè a Milano ce ne sono un sacco di robe sue. Però... perchè entrano nel giro di...vengono venduti, in più noi siamo... stati sempre...fino all'inizio del secolo scorso, l'Europa è sempre stata un motore dell'arte ...no?..gli americani scopiazzavano...gli americani, gli australiani, tutti quanti hanno sempre scopiazzata l'arte europea perchè era qui che nasceva; loro hanno inventato il mercato invece adesso noi... gli artisti, anche italiani, viviamo su quello che dice L'America! Si. Gli corrono dietro... Gli corrono dietro ! Oppure non gli corrono affatto , perchè Roma e Milano...quanti artisti italiani espongono,o europei espongono o grandi nomi o non ci sono spazi proprio ... praticamente tutti occupati da queste opere viste e straviste, appunto fatte da noi anche negli anni settanta, come neon usava benissimo anche l'arte povera. Ma certo! Infatti quando è che ha finito...cioè adesso io non ...è un periodo in cui sono contraria all'arte contemporanea perchè ho deciso che faccio i cazzi miei! E buona notte...perchè sono stata talmente...io però vado a tutte le mostre...ma sono sempre più delusa, mentre le prime...mentre quando ero una ragazzina andavo nei musei, andavo alla biennale eccetera e mi sembrava di andare in un mondo straordinario...di idee...di cose che io avrei voluto fare ...io quando ho visto la mostra di Rauschemberg, vent'anni fa, a New York, ho scoperto che Rauschemberg, che faceva le cose che piacevano a me quando io sono nata ... per cui ho cercato anche di ...(quello)...di continuare un discorso che fosse mio il particolare eccetera. Ma perchè? Perchè sapevo che c'era già stato lui. Invece adesso l'arte degli europei è diventata come in america , una cosa che si vende e che si compra, e che si rivende e che si ricompra... se si vuole, se no è meglio la macchina, è meglio ... perchè un vestito di Armani non è un'opera d'arte? La più bella mostra che ho visto negli ultimi quattro anni è stata la mostra di Armani che han fatto alla triennale...era una meraviglia del creato! Come tutte le cose che si creano hanno anche loro la loro storia quella che noi chiamiamo storia dell'arte poi può essere anche storia del vestito , storia del... Di qualcosa di nuovo...di qualcosa che vada avanti, di qualcosa che faccia in modo che un uomo sia uomo e non un platelminta (n.d.a. Una delle tre specie di vermi). Di qualcosa che uno non ha mai detto...io tutte le volte che prendo in mano una matita, raramente, ma diciamo un pennarello... la sensazione...che io faccio un segno e quel segno li non l'ha mai fatto nessuno , è quello che mi spinge a fare, che mi da una sensazione di libertà fantastica, però subito dopo voglio fare qualcosa che veramente non abbia mai fatto nessuno. Bisogna conoscere la storia dell'arte...credo che...siano in pochi a conoscerla ...realmente...insomma... Ma non è solo la storia dell'arte, è la storia! Bisogna conoscere la storia ... una volta serviva conoscere l'anatomia, una... io adoro i collage ma non perchè non sappia disegnare ma perchè se io taglio una fotografia dove c'è una donna fantastica fotografata in un modo meraviglioso, non capisco perchè io mi debba mettere a copiarla quando c'è già o quando prendo un pezzo di un quadro di Raffaello e lo metto insieme a...questa donna , Raffaello lo ha già fatto meglio di quanto potessi farlo io, non è che mi metta a fare quelli che riprendono la pittura del quattrocento, del cinquecento, del seicento, o fanno gli espressionisti adesso. Ieri guardavo un libro di Soutine ma... non è che tutto mi piacesse, ma c'erano delle invenzioni tali che erano fatte...che erano del suo periodo, inutile farle adesso. Certo! Senta quali sono i pittori che l'hanno comunque influenzata nella storia dell'arte? Hu...tanti! Quello che mi ha fatto decidere di fare... di smettere ...non dico smettere perchè bisogna pur vivere ma... poi a me fare l'architetto piace, ma la mia scoperta eccezionale è stato Cornell...e faceva queste scatole magiche ,...poi Melotti, poi questi che usavano i materiali per farli diventare qualcosa di diverso poi naturalmente Rauschemberg e poi...non so ...tanti del passato...uno è Raffaello che è stato però un amore di quando ero una bambina e che poi ho riscoperto perchè comunque è Raffaello. L'altra sera Dario Fo gli ha dedicato molto, non so se lei l'ha visto... Si l'ho visto...e mi è piaciuto da matti...mi è piaciuto da matti perchè lui mi è un po' antipatico , anzi mi è molto antipatico, però ho pensato che anche così bisogna operare anche se non era tutto vero quello che diceva ... ma il fatto di riscoprire un artista, non se ha sposato quello o ha sposato quell'altro, ma il suo flusso vitale, poi io non sono neanche convinta che lui avesse conosciuto cani e porci come... si accennava che evesse conosciuto nel senso...da Piero Della Francesca ai Veneziani io non sono neanche tanto convinta che lui sia mai stato a Venezia, però questo fatto di essere dentro con la stampa di Guttemberg e quindi con le cose di Durer che arrivavano eccetera...io ho trovato che fosse meraviglioso parlare di un artista così, perchè gli artisti come Raffaello erano artisti a tempo pieno più che uomini a tempo pieno, perchè ha fatto dell'architettura fantastica Raffaello, perchè allora voleva dirsi infilarsi dentro nella vita e fare tutto! Adesso si passa tre quarti d'ora...tre quarti d'ora...si passano tre ore davanti al computer a fare il giochino, io per esempio, è vero che continuo a pensare, però non è che la voglia metter giù tanto dura, è anche vero che ho... Lo fa anche Guccini che dice sempre che passa due, tre ore davanti ai giochini poi però l'importante è riuscire a creare, non è quello il problema. Io non avrei paura così tanto delle tecnologie, anzi, le tecnologie nuove bisogna conoscerle il problema grosso è che poi bisogna essere creativi in tutto cioè anche gestendo la radio. Ecco, ma lei guardi per dire, i video, no? Se lei a Venezia fosse andato a vedere Bill Viola, io ci ho mandato mia sorella, che fa tutt'altro mestiere, e che non...non le piacciono neanche le mie cose, quindi peggio di così si muore, però è rimasta affascinata, perchè Bill Viola usa il video come...Caravaggio usava nel seicento .. .il pennello. Usa il video, ma quando io vedo questi artisti che fanno delle foto brutte! senza saper usare la macchina fografica solo perchè la fanno diventare grande quattro metri e mezzo diventano delle...sono spaventose! Cioè... ma imparate ad usare il mezzo!...io non ho mica niente ne contro la videoartista nè...nessuna tecnica,... per me tutte le tecniche vanno bene, basta che abbiano un significato, la tecnica non è una roba ... Però torniamo alla domanda che le ho fatto circa dieci minuti fa è che era appunto: che ormai questa società manca di significato e quindi l'artista inevitabilmente...difficile oggi trovare l'artista che ne abbia. Tant'è vero che Roma e Milano sono, per l'arte contemporanea sono vuote , a prescindere da quella bruttissima esposizione fatta sui gay e immediatamente chiusa. Lasciamo perdere, ma quella è come dicevo all'inizio il senso di questa realtà, di ignoranza bestiale, che sfocia poi in queste cose ... perchè l'opera che ha smosso tutto e che come le dicevo è di un mio amico, gli hanno dato dei simboli... lui ha sempre fatto cose così...ed è un artista bravissimo , artista , ma era dentro in un coacervo di gentaglia che aveva solo...di gentaglia lo dico in senso buono...ma che artisticamente non valeva un cacchio! Qual'è l'opera...scusi così...lo facciamo capire anche agli altri... Quella di Papa Ratzinger... Infatti l'attenzione era per quella e anche per quell'altra di Sircana travestito... Si! Quella lì è volgarità e basta! Il Paolo ha fatto sempre delle cose così, perchè io lo conosco dalla prima scultura , il Paolo è uno assolutamente apolitico, ma è uno che ha sempre sentito questa morbosità...beh adesso non è che voglia fare la critica sua...ma insomma è uno che ha sempre...è un individualista spaventoso. Ha assorbito la figura di questo Papa in quella maniera lì è così l'ha fatta. Certo! Ma tanto quella esposizione doveva essere, secondo me, non censurata, lasciata aperta per chi...ma chi ci sarebbe andato, era bruttissima! Infatti.No infatti.Ci sarebbero andati i gay di Milano avrebbero detto che era brutta , avrebbero riso davanti a qualcosa, e la cosa sarebbe finita lì! Come per altro tutte le mostre che ci sono in giro adesso a Milano che non c'è andato nessuno perchè sono tutte spaventose. Eppure gli artisti metterebbero firme...farebbero carte false per farsi fare una critica da Sgarbi... A beh certo! A beh ma perchè vendono,... perchè vendono... Vabbè...è un pianto insomma... Ma no! Non è un pianto, è un momento, io... Speriamo... ...io sono dell'idea che in fondo se uno... io ne conosco tanti di artisti bravi e non bravi ma...la cosa comune è che: chi sente di avere talento ha un piacere, magari non ce l'ha, ma insomma chi sente di voler fare questa strada, che è la strada più difficile, perche non ci sono categorie come in architettura, se fai un ponte e quello crolla vuol dire che sei un cretino, invece in pittura uno può fare, come si vede, qualsiasi cosa e siccome non ha nessuna categoria dicono: un'opera d'arte.No? Così! Non avendo nessuna categoria da seguire, perchè adesso non serve più saper dipingere, non serve più sapere allestire, non serve...queste cose qui non servono più, non serve più neanche saper scolpire come si faceva allora. Allora il discorso è proprio così... che non...uno però è felice! È felice! Io quando faccio qualcosa, alle volte sono anche tristissima perchè non mi viene quello che voglio, però questo voler fare qualcosa che mi sta riempiendo lo studio che non so dove sbattere e robe del genere... però è una sensazione meravigliosa e anche i miei amici lo fanno perchè non possono farne a meno...questo forse sarà l'unico lato romantico che è rimasto all'arte. L'altra cosa che mi fa molto piacere che lei ha anche molti amici artisti mentre ormai gli artisti sono praticamente tutti appunto delle schegge pazze , senza contatti con altri artisti... Perchè a me non me ne frega niente di vendere potendo non venderle, non so come spiegarle, gli altri crepano se non riescono a vendere, per cui anche questi miei amici artisti se faccio una mostra, e dicono che le mie cose sono bellissime, se loro fanno una mostra, una collettiva a cui io potrei essere invitata perchè faccio le stesse... (perchè faccio delle) cose...nel senso che...fanno...(non so..fiori)...e io ne faccio tanti e allora...fanno finta di niente! cioè sono terrorizzati all'idea che qualcun'altro venda, diciamo che loro hanno trovato il critico che li spinge e non vogliono che ci sia un altro che gli porti via il posto. Questo... Questo succede anche al ministero! Ma stiamo parlando di ministero però, non di arte. No. Ma succede perchè è per tutti così , anche per l'architetto, anche per... cioè non... soltanto che per l'arte queste cose qui sono sempre state un po' più libere, no? nel senso che uno fa delle cose diverse da un altro e quindi dice: se questa cosa piece a me... e questa cosa che faccio io piace a lui magari quella cosa che fa lei piace ad un altro. No! Invece adesso siamo alla ricerca spasmodica di vendere, di essere conosciuti, perchè poi...poi lo si vede , no,...se lei vede un artista di vent'anni fa ... che è diventato...riconoscibile per fare una certa cosa nella stragrande maggioranza dei casi vedrà che dopo vent'anni fa esattamente la stessa cosa che faceva vent'anni prima; perchè è riconoscibile così... Perchè la vende! P- Perchè è riconoscibile così, cioè i Burri, i Melotti, questa gente qui che cambiava ogni stagione, i Vedova che ha cominciato in una certa maniera e ha finito in un'altra...erano talmente sicuri di loro ,oppure erano altri tempi, hanno continuato a cambiare , hanno continuato ad evolversi, hanno continuato...perchè si invecchia, perchè si hanno altre esperienze...perchè...invece ci sono quelli che hanno comimciato facendo una cosa e sono andata avanti fino a ...e continuano ad andare avanti facendo le stesse cose ... Certo, certo viene a mancare, appunto, la ricerca da parte dell'artista di... dell'evoluzione, del comprendere di quel che accade... Si certo. Di vivere il proprio tempo, il...io adesso per fare un caso personale, mi sono buttata moltissimo sulle parole, che ritaglio dai giornali e robe del genere..perchè trovo che una delle cose meravigliose della lingua italiana , che ormai è sparita, è l'onomatopeia e quando uno legge una parola bella...non so: pioggia e che vede le gocce che vengono giù ...è bellissimo che uno la possa vedere dentro un quadro, perchè nel momento in cui istintivamente la legge ha questa sensazione ... della pioggia...ecco io trovo le poesie, ...io trovo che è ... prima le parole non le usavo assolutamente ...usavo solo le immagini . E questa è una evoluzione insomma ... Questa è un'evoluzione! È un'evoluzione perchè poi sostanzialmente come le dicevo l'altra volta io vorrei che i miei quadri ogni volta che si guardano dicessero qualcosa in più o raccontassero una storia diversa a seconda di chi li guarda...che sicuramente non è certo quella che ho scritto io...ma il quadro dovrebbe essere un tramite...per quello le dicevo che non mi piace tanto parlare di me perchè vorrei che fossero le mie cose che parlassero . E allora su questi noi ci lasciamo e la ringrazio di tutto. P- Grazie! |