intervista allo scultore FRANCESCO VARESANO

di massimo d'andrea.

 

Parliamo con Francesco Varesano scultore che ci ha inviato queste venti immagini stupende dei suoi lavori tutte in legno. Prima di partire con qualsiasi domanda volevo chiedere perché questo accostamento tra il legno e il blu.

Per il mare, per il grosso amore per il mare ecco perché i miei lavori si richiamano spesso al blu proprio per un amore verso il mare e la natura in generale, la spiegazione e questa.

Come nasce una tua opera, cioè quale è lo spirito che genera i tuoi lavori.

E’ un bisogno del mio stato d’animo che determina questa ricerca costante e continua, intanto dei materiali, perché tutti i materiali che uso io li trovo, non compro niente,è la mia filosofia di lavoro, poi parliamo di scultura, ma io non mi sento scultore, i miei lavori li chiamo assemblaggi perché, per chi vedrà le immagini, i materiali che uso sono pezzi di legno che vengono montati, pertanto non vi è il fare scultorio del lavorare il legno.

Be insomma in alcune opere all’interno ci sono degli intarsi niente male,quelli non si trovano…

Si forse, ma l’immaginario collettivo pensa alla sgorbia che lavora il legno, ecco li io ancora non ci sono arrivato, non so forse ci arriverò. Però ecco più che altro è un assemblaggio artigiano, a me piace molto la parola artigiano, più che artista poiché lavora con le mani con i materiali e io ho un amore folle per i materiali, per il legno e in particolare per il legno che trovo sul mare, anche perché all’inizio lavoravo solo con materiali che trovavo sul mare, poi le esigenze sono cresciute anche per una mia ricerca personale del fare artistico per cui allora mi sono impegnato a trovare altri materiali tipo le casse per imballaggio, e li tutte le volte che le trovo prendo e faccio razzia; tant’è che ho il mio box/laboratorio che è pieno di questi materiali che poi logicamente man mano uso.

Senti, facevi riferimento all’artigiano, c’è una differenza enorme però tra artigiano e artista, allora la differenza consiste in questo, è una discussione che noi abbiamo spesso affrontato sia in studio che con i vari maestri/artisti di nostra conoscenza, che l’artigiano è anche riproduttore dello stesso lavoro, mentre l’artista, diciamo tra virgolette pur operando nella tecnica come un artigiano però segna soltanto un lavoro diciamo non ne fa altri.

Si è vero l’artista in più ha forse l’aspetto culturale che, senza togliere nulla all’artigiano, l’artigiano non ha, o non approfondisce, l’artista fa più ricerca, quindi sperimenta, quindi ha sensazioni differenti rispetto la soddisfazione dell’artigiano, però ecco io mi riferivo all’artigiano proprio per una questione di manualità di gestualità ecco in questo senso qua, poi certo, io non ci vedo un confine netto poi tra l’artigiano e l’artista, cioè artigianoartista insomma ecco, a me piacerebbe essere definito in questo senso qua, proprio per l’idea del lavoro del laboratorio, dei rumori degli attrezzi. Ho due immagini di artisti scultori, uno è Calder e l’altro è Moor che sono fotografati nel loro studio dove intorno hanno un caos della miseria, ecco in quel caos io mi ci riconosco, puoi avere intorno tutto il caos però tu stai facendo una cosa che ti richiede un impegno e uno sforzo enormi che alla fine è l’essenza diciamo di tutto quel caos che hai intorno, affascinante insomma.

Molto affascinante la descrizione, volevo appunto parlare con te, quali sono i maestri della storia dell’arte che più ti hanno colpito

Uno in particolare, forse dico l’ovvio ma è Picasso proprio per il suo stile il suo modo di vivere il suo modo di interpretare l’arte, forse anche trasgressivo, anche se ecco, come artista mi piace moltissimo, come uomo forse un po’ meno per il tipo di vita turbolento che ha fatto e per come trattava le persone, però il mio riferimento è Picasso , perché lui appunto lo immaginocome quell’essere umano completamente pervaso d’arte dalla mattina alla sera insomma, immagino il suo modo di vivere, si sveglia e pensa all’arte si addormenta e pensa all’arte la giornata completamente piena d’arte e tutto il resto che vive intorno a lui è secondario insomma, ecco comunque, il mio riferimento è lui.

Non ci sono stati altri scultori che ti piacciono insomma.

C’è Brancusi, come no c’è Calder, c’è Moor ci sono altri, però ecco lui diciamo come artista completo, anche come scultore forse in parte minore è un riferimento, poi certo però anche questi altri scultori sono nei miei pensieri.

Perché non fare scultura figurativa oggi.

Perché la scultura figurativa è ormai un po’ scontata, sinceramente a me annoia, vedere la figura umana scolpita non mi attrae più non mi dice più niente si mi annoia un pochino.

E’ solo una questione di noia o anche una questione di storia dell’arte di ricerca.

No, credo che abbia esaurito il modo di trasmettere emozioni, io quando vedo una mostra preferisco andare alla contemporaneità della scultura rispetto appunto a quella figurativa, non mi attira proprio è raro che mi stupisca qualche cosa di figurativo, il motivo è questo.

Allora nelle tue opere c’è il mare poi …

C’è il mare poi c’è l’essere umano con tutte le sue contraddizioni, con tutti i suoi dubbi con tutte le sue speranze anche se, insomma al momento ho una visione che declina verso il pessimismo, anche perché l’epoca che stiamo vivendo, anche se tutte le epoche sono uguali poi mi dicono, va bè però questa è la mia epoca, l’epoca in cui vivo e quindi la interpreto come la sento insomma. Quindi dicevo l’essere umano e la sua contraddizione che tende dove ? C’è una mia scultura che si chiama frattura celeste, lì io quella frattura la intendo proprio come un problema dell’anima di ognuno di noi no, che può essere più o meno grande più o meno devastante, però comunque sia c’è e questa frattura che ognuno si porta dentro è la frattura che prima o poi, se non si cura arriva a fare crollare l’edificio insomma, ecco.

La frattura è presente in quasi tutte le tue opere, c’è un taglio che ricorda Fontana …

si in parte si certo

… però poi all’interno troviamo tuttaltra cosa …

si la luce

…c’è la luce ci sono immagini bellissime, ci sono ritagli intarsi c’è il mare, perché questo taglio però dall’esterno verso l’interno dove appunto sembra che tu voglia dire che all’interno di noi c’è ancora qualche cosa di buono.

Certo infatti è la mia contraddizione la parte ambigua di me la parte che vede nero e la parte che vede blu appunto come il mare, quindi c’è questa speranza che comunque sia non muore o non dovrebbe morire, pertanto dobbiamo sempre , nonostante le difficoltà della vita andare avanti, anche perché comunque sia ci sono, se uno guarda bene nelle pieghe, ci sono le cose piacevoli no da scoprire, altrimenti il senso non lo capirei, ognuno si dà un senso rispetto la propria vita.

Senti Francesco volevo sapere la tecnica che utilizzi e i materiali. Allora il legno va bene, la luce ok e poi usi colori acrilici…

no i colori che uso sono semplici polveri che diluisco con colla vinilica e acqua creando le varie tonalità ma ecco…

non vogliamo sapere la tecnica nei particolari

…no certo, uso molto il gesso però ecco mi piace molto sperimentare, solo che i miei lavori richiedono molto tempo, sono lunghi insomma ci impiego un po’ a farli, per cui magari ho in mente dei progetti che non riesco a concretizzare proprio per mancanza di tempo, poi piano piano li farò tutti quanti però, mi ci vorrà un po’ di tempo.

Vivi di arte ?

No no assolutamente no, mi piacerebbe questo si è il mio sogno nel cassetto che ogni tanto apro poi lo richiudo ma mi piacerebbe vivere d’arte.

Si può campare d’arte, vivere di arte esattamente come fanno poi, musicisti, artisti, registi ecc.ecc., in un mondo dove si richiede la commercializzazione dell’arte.

Ecco sta diventando secondo me un po’ difficile adesso perchè, io sono convinto che esistono dei talenti nel paese che sono nascosti non riescono ad emergere proprio perché il mercato è un pochino falsato, perché è guidato da poche persone, e come al solito se non hai delle conoscenze degli agganci non vieni a galla e rimani ai margini, credo vi siano delle difficoltà o a meno che tu non sia un talento dichiarato, però pure i talenti devono poi appoggiarsi per forza al mercato credo no, e una volta però che sei un talento affermato poi sei tu ad affermare le regole, prima no ti devi adattare alle regole che ti impone il mercato e quindi non lo so lo trovo un po’difficile.

Ma anche talenti affermati poi non è detto che facciano cultura, possiamo parlare di tutta la musica leggera…

certo poi il mercato della musica chiaramente

… il mercato della musica ha imposto proprio ciò ,tu diventi talento se fai musica leggera se tu fai…

musica di ricerca

…qualche altra cosa di sperimentale è molto molto molto più difficile.

Perché l’aspetto culturale di questo paese è guidato da delle lobby che vogliono imporre al mercato solo un certo cliscè capito un certo ti po di musica …

il controllo della comunicazione

… e questo qui fa si che dopo uno rimane ai margini, però ecco io volevo sottolineare  una cosa, le cose che faccio le faccio per me stesso nel senso, va bè questo è ovvio, però il primo mio istinto è quello di trarne il piacere mio, poi dopo certo ti dicevo mi piacerebbe vivere d’arte in modo tale che uno si dedica completamente a questa cosa e tira fori tutto quello che ha da esprimere, adesso ci provo ma sono limitato perché poi ho altri impegni e non riesco completamente a darmi a questa cosa.

D’altro canto però hai la possibilità di continuare a dire quello che ti pare.

Esatto e questa e la libertà che nessuno mi tocca che ti aiuta sicuramente, poi dopo se ti impongono delle cose va bè non so se è più arte perde tutto il suo fascino

S enti volevo sapere, ultimamente fino agli anni settanta, a poi volevo farti una domanda sull’arte povera che secondo me centra un tantino nelle tue opere, però fino agli anni sessanta/settanta avveniva che i critici cercavano gli artisti e comunque c’era , ma anche grandi mecenati possiamo ricordare l’arte povera in Italia come è nata, gente che si interessava, anche avendo e mettendo in campo il proprio denaro le proprie risorse economiche ma che comunque o non ci dimentichiamo  la Gughenaim, una miliardaria che però andava in giro a fare opera di ricerca e faceva cose di un livello tale che insomma tanto di cappello no a persone che utilizzano in questo modo il proprio denaro, però c’era il critico che comunque andava alla ricerca dell’artista, oggi facciamo, noi artisti la fila dal critico …

esatto

… abbiamo bisogno di critici ?

Dunque, i critici di oggi secondo me si sono montati la testa, mi sembrano personaggi diventati importanti un po anche grazie ai mass-media che li pubblicizza continuamente e quindi si sono secondo me, appunto come dicevo prima, montati la testa ed ecco perché forse c’e questo pellegrinaggio nei loro confronti, proprio per poi riuscire a entrare in questo mondo dorato ovattato poi non lo so dopo, i guadagni crescono. Di critici certo che c’è bisogno però, dovrebbero essere un pochino più umili forse, un pochino più vicini alla gente che fa arte comunque, no?, e invece mi sembra proprio  il contrario uno li và a cercare invece dovrebbe essere un loro lavoro no cercare talenti in giro che ne so promuovendo iniziative, non lo so io lo vedo pure nelle piccole cose a cui riesco a partecipare  non c’è tutto questo interesse, e poi la spocchia che un po mi infastidisce come se uno appartenesse ad un altro mondo, io posso capire che l’artista in se stesso  è un personaggio che tende per sua natura a isolarsi , ciò non toglie però che poi dopo deve in qualche modo comunicare qualcosa  agli altri no?, è ovvio, anche se io non voglio comunicare poi  chi vede le mie opere qualcosa  riceve che ne so positiva o negativa, poi mi interessa?, si mi interessa, poi ognuno decide per il proprio gusto e per la propria bellezza ecco, però quel discorso dei critici bo a me preoccupa un pochino perché li vedo un po distanti rispetto a …….  

Abbiamo lo stesso problema sulle gallerie dove bisogna pagare per esporre

...esatto, leggevo che solo in Italia si paga, in Spagna non si paga, in Spagna tutti i concorsi che uno fa li fanno gratuiti, che ne so qui devi pagare le spese di segreteria la mettono così va bè …..

però a prescindere le spese di segreteria che possono essere 10 – 15 euro….

certo va be certo

…il problema grosso è che proprio per appendere un quadro bisogna pagare. Allora ultimamente c’è la moda delle collettive perché le gallerie in realtà non hanno pubblico, allora mettendo insieme 50-60 opere accozzate una peggio dell’altra….

comunque sia 50 artisti portano gente

… esatto, questi invitano parenti,cugini, nipoti

fanno movimento

….e alla fine fanno movimento esatto, però tutto questo non è arte. Senti volevo parlare con te di un’ultima cosa che credo sia fondamentale, ultimamente c’è anche una crisi del riportare il sociale cioè quello che noi viviamo all’interno dell’operazione culturale dell’opera, perché avviene questo cioè se noi torniamo indietro di poco tempo, possiamo anche agganciarsi ad una serie di movimenti dadaisti, futuristi ecc. ecc. , comunque criticavano, avevano una forte critica rispetto al sociale, oggi manca tutto questo,perché manca questo nelle opere anche le più belle come le sue insomma, che comunque hanno un richiamo naturalistico…

un aggancio nel sociale dici che manca nelle opere

…si nelle opere di tutti gli artisti non solo le tue

Ma credo sia un segno di dove và la società dell’individualismo sfrenato e credo che anche nelle opere prevalga questo qua, provo a spiegarmi meglio, mi sembra che la solidarietà stia andando appunto verso lidi più abbandonati, non mi sembra che le persone, la gente comunque stia attenta al sociale proprio  perché sta prevalendo l’individualismo in maniera preoccupante, forse l’artista è condizionato da questo aspetto, anche se invece dovrebbe fare da cemento verso il sociale, quindi promuovere la solidarietà e quantaltro  insomma . Io lo ritengo un segno dei tempi, un segno dei tempi assolutamente negativo, un pò per la politica che si fa nel nostro paese, un po’ per l’aspetto economico che tutto  sommato non soddisfa più, parlo del ceto medio logicamente, mbe quindi l’arte pure segue il sociale e logico non è che è estranea

visto l’ultima biennale ?

di Venezia

…si…

si l’ho seguita in parte,si

…allora abbiamo la biennale, la mostra censurata di Sgarbi sui gay, che cosa ne pensate è una domanda che volevo fare un po’ a tutti , perché…

ma il fatto che Sgarbi abbia censurato la mostra sui gay, forse ha avuto pressioni politiche, perché lui mi sembra anche uno coraggioso tutto sommato rispetto alcune scelte abbastanza radicali, il fatto che abbia fatto questa scelta mi ha stupito, cioè Sgarbi non è una figura simpaticissima, per come si propone per il suo modo di, poi potrà essere pure competente ma proprio per il suo modo di porsi un po’ arrogante, quindi pensavo che non indietreggiasse…

l’esposizione l’avete vista voi

…no,no non l’ho vista

Era una pacchianata mostruosa, dove regnava il figurativo…

…si adesso ricordo ho visto alcune immagini in effetti

… era una cosa vergognosa, sarebbe stata da censurare da sola insomma non valeva assolutamente niente, però il fatto che c’era un dipinto del papa che assomigliava al papa e un dipinto sull’ultimo scandalo politico del portavoce di Prodi, che stava praticamente rimorchiando questo transessuale, a portato alla chiusura dell’esposizione. Adesso io mi dico e domando anche a te, ma siamo nel 2007  o nel 1800,1 600,1 400 sempre più indietro andiamoi, la stessa cosa accade poi se andiamo a vedere alla biennale, che hai detto di aver visto, insomma mancano i contenuti, però se si tira fuori qualche cosina anche scema un paio di tette oggi siamo a questi livelli arriva la mannaia. In questo mondo che continua a censurare i giornalisti i mezzi di comunicazione, chiunque dice qualcosa di diverso come, quale soluzione trovare per poter comunicare poi...

Ma se il potere lo gestisce chi è bigotto no, è normale che poi a caduta succedono queste cose, noi abbiamo una situazione politica che fa riflettere rispetto poi altri paesi più illuminati che abbiamo in Europa no, la nostra storia la dice lunga, noi siamo un paese che ha la storia giovane rispetto che ne so la Francia, la Spagna, l’Inghilterra , paesi che sono stati nazione da sempre, noi siamo  giovani, siamo sempre stati succubi, siamo sempre stati conquistati, secondo me questa parte di storia pesa ancora proprio sulla gente, sul popolo italiano, cioè il fatto stesso poi, mi allargo un pochino, di non essere nazionalisti buoni, perchè a me sembra che il popolo italiano tutto questo interesse verso l’unità il paese la sente fino ad un certo punto, cosa che invece non succede negli altri paesi, bè questa cosa qua va poi a pesare su tutto…

nazionalisti buoni, cioè nel senso?

…che crede nel paese, nella crescita culturale del paese, no nel termine brutto che si intende ci mancherebbe, io stesso insomma quando penso a chi dirige tra virgolette  politicamente questo paese bè insomma sai, mi viene da riflettere un pochino, veramente come diceva il buon/cattivo Indro Montaneli turiamoci il naso.

Senti cosa stai preparando adesso

Ho in cantiere tre lavori, uno lo sto finendo quando mi hai chiamato stavo lavorando a quella cosa lì, sono una serie di ferite, sempre assemblaggi in legno con illuminazione interna con un rosso forte che viene fuori, forse vi ho mandato qualche cosa…

no a noi ci hai mandato delle opere stupende sul mare, comunque queste ferite che ci sono sempre su tutte le tue opere ma non c’è il rosso

adesso sono sul rosso, sono passato al rosso…

allora lo vedi cominciate a prendere la piega un pò…

giusta ?

si. Senti un’ultima domanda e chiudiamo, perché si uccidono i  poeti ?

si uccidono i poeti perché dicono la verità, e la verità fa male, brucia, la poesia è il motore del mondo per chi la sa capire per chi la sa interpretare e chi non la sa interpretare uccide il poeta.

Su questo chiudiamo, grazie a Francesco Varesano, grazie soprattutto  per le opere che fa…

grazie a voi

…ci sentiamo un abbraccio