CASA DELLE LETTERATURE

CONVEGNO "CARLO BERNARI"

Da martedì 22 ottobre 2002, presso la Casa delle Letterature, Piazza dell'Orologio 3, l'Assessore alle Politiche Culturali, Gianni Borgna, apre il convegno sullo scrittore napoletano Carlo Bernari.

Carlo Bernari, pseudonimo di Carlo Bernard, nacque a Napoli nel 1909, in una famiglia di origine francese. Frequentando la tintoria di proprietà dei genitori, entrò sin da piccolo a contatto con la classe popolare ed operaia, che frequentò poi assiduamente quando, espulso dalla scuola a tredici anni, fu mandato dal padre a lavorare come sarto. Contemporaneamente riuscì a studiare da autodidatta e si formò nell’ambiente liberale e socialista dei caffè letterari napoletani, avvicinandosi alle idee dell’avanguardia e dell’antifascismo. Con un gruppo di giovani intellettuali - fra cui G. Pierce e P. Ricci -, a cui era legato da un forte legame d’amicizia e da un comune spirito anticonformista, visse un’esperienza d’avanguardia, testimoniata dai manifesti del «circumvisionismo» e dell’«udaismo» (da U.D.A. - Unione Distruttivisti Attivisti). A Parigi, dove si recò nel 1930, entrò in contatto con il gruppo dei surrealisti e con italiani in esilio, coniugando così ad una vocazione intellettuale già in fase di maturazione, un impegno civile che rimarrà costante per tutta la vita. Ritornato in Italia lavorò ad un romanzo iniziato in Francia, dal titolo Tempo passato, che diventò successivamente Tre operai, il romanzo con cui esordì nel 1934, nella collana «I giovani», diretta da Cesare Zavattini, presso Rizzoli. Considerata un antecedente del neorealismo, l’opera, insolita per forma e contenuti, fu osteggiata dalla censura fascista. Successivamente, vivendo tra Milano e Roma, lo scrittore lavorò come libraio antiquario e come redattore capo di «Circoli», dal 1937 al 1938, e di «Tempo», rivista fondata nel 1939 con Arnoldo Mondadori e Cesare Zavattini. Nel 1943, a Roma, partecipò alla Resistenza e, dopo la guerra, continuò l’attività di giornalista dirigendo «La Settimana» e lavorando come curatore della collana «La commedia umana» della casa editrice «La nuova Biblioteca» di Milano. Svolse conferenze  in varie università degli Stati Uniti e, in seguito ad un viaggio in Cina, scrisse il volume Il gigante Cina, edito nel 1957.

Nell’attività narrativa lo scrittore indagò il rapporto tra individuo e società, cercando di individuare le ragioni storiche dei conflitti: dalla Napoli industriale di Tre operai, in cui si intreccia analisi sociale ed esistenziale della classe operaia, al contesto storico successivo all’Unità d’Italia in Quasi un secolo, alla realtà tra le due guerre nella Napoli di Prologo alle tenebre, alla crisi del dopoguerra, sempre nella città partenopea, in Speranzella - con cui ottenne nel 1949 il Premio Viareggio - e in Vesuvio e pane. La condizione sociale ed esistenziale del Meridione diviene materia del successivo Domani e poi domani - ambientato in Puglia - e di Era l’anno del sole quieto - specchio della fase di industrializzazione del Sud agli inizi degli anni Sessanta - e dei successivi romanzi e racconti.

È morto a Roma nel 1992.