Chirac furono fatti anche per conto degli Stati Uniti[1] (con cui Parigi aveva stipulato un accordo riservato di scambio dei dati) per sperimentare una carica a potenza variabile. Un mega-progetto per effettuare test nucleari virtuali, con l’uso dei più veloci super-computer, prevede un costo totale di 67 mld $ in 15 anni (quasi il triplo del Progetto Manhattan o del Progetto Apollo!): la spesa annua di 4,5 mld $ per le armi nucleari supera la spesa annua media di 3,7 mld $ degli anni della Guerra Fredda [2]. Un laboratorio governativo ha rivelato i particolari del più potente super-computer del mondo, lo “ASCI White[3], realizzato dall’IBM, che pesa come 17 grossi elefanti, assorbe per il raffreddamento quanto 765 abitazioni, ed esegue in un secondo 12,3 trilioni di operazioni, che ad un computer richiedono 10 milioni di anni: la simulazione di un’esplosione nucleare, prevista per il 2005, richiede l’esecuzione di 100 trilioni di operazioni al secondo. Un secondo progetto prevede la realizzazione nel 2003 della National Ignition Facility, in cui 192 laser dovrebbero simulare il calore generato da un’esplosione termonucleare: il progetto rischia di subire ritardi e quasi certamente sfonderà il costo previsto di 1,2 miliardi di dollari.

La proposta lanciata in marzo da Bush di realizzare una nuova generazione di testate nucleari di piccola potenza (low yeld), capaci di penetrare profondamente nel terreno (300 metri di granito) prima di esplodere, per distruggere bersagli rinforzati profondi non è affatto nuova: essa cominciò a circolare ufficialmente un paio di anni fa [4]; e già tre anni fa circolava in Russia la proposta di realizzare una nuova generazione di mini-nukes (0,4 kilotoni) da utilizzare sul campo di battaglia. Anche la Gran Bretagna progetta un impianto da più di 2 mld di £ (3 mld $) per realizzare nuove mini-testate tattiche da utilizzare preventivamente contro stati non-nucleari o gruppi terroristici[5]: è possibile che il progetto sia collegato a quelli di Washington. Questi progetti tendono a cancellare la distinzione tra armi nucleari e convenzionali, a legittimare l’uso di armi nucleari in un conflitto convenzionale, o ad abbassare la soglia di un conflitto nucleare. C’è da chiedersi con quale faccia tosta si presenteranno le potenze nucleari al rinnovo del Tnp nel 2005!

Ripresa dei test nucleari?

Intanto negli USA, soprattutto con la nuova amministrazione Bush, sembra consolidarsi l’opinione di non ratificare mai il CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty) e di lasciare anzi aperta la porta ad un’eventuale ripresa dei test nucleari. Da anni vengono eseguiti test nucleari sotterranei sub-critici con plutonio in Nevada, a Los Alamos ed al Livermore Laboratory, mentre il programma segreto “Appaloosa” prevede simulazioni a scala naturale di esplosioni nucleari in superficie usando plutonio 242 come surrogato del plutonio militare[6]. Ma si moltiplicano le pressioni per una ripresa dei test nucleari effettivi, in particolare per sviluppare le nuove testate “low-yield”. Il Vice Segretario alla Difesa, Wolfowitz, ha richiamato la possibilità di circostanze “in cui si dovrebbero contemplare” test nucleari[7]; l’amministrazione Bush ha chiesto agli scienziati che studiano testate nucleari di esaminare la possibilità che le esplosioni nucleari sotto il deserto del Nevada possano riprendere rapidamente qualora il governo decida di porre fine alla moratoria di nove anni dei test[8]. L’amministrazione Bush ha anche ridotto i finanziamenti per i programmi di nonproliferazione, compresi gli aiuti alla Russia per arrestare la diffusione di armi di distruzione di massa.

In Russia molti scienziati sono frustrati dal bando dei test nucleari, che viene rispettato mentre Washington boccia la ratifica del CTBT e ammoderna il proprio arsenale. Anche Mosca esegue test nucleari sub-critici a Novaya Zemlya[9] (e la CIA ha fatto sapere di non essere in grado di monitorare eventuali test russi di bassa intensità con la precisione sufficiente a garantire il rispetto del CTBT[10], aggiungendo così un ulteriore argomento agli oppositori della ratifica). Anche la Cina esegue test nucleari sub-critici: dietro l’incidente dell’aprile 2001 della collisione dell’aereo spia americano EP-3E con un intercettore cinese vi era il controllo che Pechino stesse preparando un test nucleare nel poligono di Lop Nur[11]; alcuni anni fa la Cina acquistò dalla Russia i dispositivi di contenimento che si utilizzano per mascherare gli effetti sismici di un’esplosione nucleare.



[1] Dominique Lorentz, op. cit., pp. 567-8.

[2] Christopher E. Paine, Scientific American, settembre 1999; John Barry, Newsweek, 20.08.01.

[3] Reuters, 16.08.01.

[4] FAS Public Interest Report, January/February 2001, Vol. 54, n. 1. Ben MacIntire, “The Times”, 16,04,2001; Julian Borger, “The Guardian”, 18.04.2001.

[5] “The Guardian”, 18.06.2002.

[6] http://www.lasg.org/appaloos/appaloos.htm

[7] Richard Butler, New York Times, 13.07.2001.

[8] Knight Ridder, Tribune News Service, 28.06.2001.

[9] Washington Times, 15.09.1999: anche se il Ministro per l'Energia Atomica lo ha negato (Itar Tass, 16.09.1999).

[10] Washington Post, 03.10.1999, p. A01.

[11] Bill Gertz, Washington Times, 09.04.2001. L’esecuzione del test sub-critico sarebbe poi stata confermata: Bill Gertz e Rowan Scarborough, Washington Times, 06.06.2001.