BREVE COMMENTO

andiamo ragazzi - la provocazione e' alta e non bisogna caderci dentro. a FIRENZE NON AVETE FATTO NULLA ? - ma come era l'unico modo per dipingervi come dei mascalzoni, e invece nulla - niente di niente - cio' vuol dire che ci avete fatto saltare i servizi segreti - quelli che ci avvertivano di un complotto - attentati e terrorismo. INSOMMA avete smantellato i politici la camera che su di voi si e' fatta domande - avete ridicolizzato il parlamento - ma si fanno queste cose ? - per far vincere poi un piccolo sindaco di una piccola citta' ridimensionate la FALLACI - con le vostre manifestazioni pacifiste e dignitose. Ora l'Europa, come afferma Giulietto Chiesa, penna intelligente e geniale, potrebbe contare su di voi per la pace, potrebbe dire agli americani, no... non possiamo fare la guerra a dicembre, dopo il natale, tutti i giovani delle nostre nazioni ci contesterebbero con immense manifestazioni. cosa potevate attendervi - FIORI ? - ringraziamenti ? ma no no ... costano troppo a questo STATO DELLE COSE che si prepara ad aumentare il prezzo delle sigarette di 50 centesimi, cioe' mille lire... il piu' caro del prezzo, per chi ha deciso di morire in pace con i suoi problemi... - era logica la ritorsione - il sottolineare la vostra appartenenza. COSI' ORA REAGIRETE e ci saranno nuovi scontri nuove provocazioni nuovo terrore psicologico. NON CI CADETE - siate pronti a contestazioni pacifiche, perche' altrimenti si conduce un cattivo gioco - potete far scattare - LO VEDI CHE AVEVAMO RAGIONE - sovversivi ! delinquenti ! teppisti.... E L'ORCO SAREBBE DEVASTANTE.

con tutta la critica che ho da fare sul SOCIAL FORUM - ora mi avete nuovamente spezzato il cuore - e non rimane altro che sedermi dalla vostra parte - ma da domani - niente piu' politici - sui nostri banchi - niente piu' inchini e baci ad anelli di vescovi o preti - ragionare seriamente sulla pace significa analizzare bene il capitalismo, raggiungere almeno con la mente tutto il suo marcio che produce e smascherarlo con la sola parola - capire che con questo non ci si possono fare patti - ... altrimenti il futuro per noi sara' nero - solo nero - una perenne notte in cui ci accontenteremo di vedere un cerino acceso.

max max.

INTERVISTA A FRANCESCO CARUSO

FRANCA RAME E LA QUERELA

COMMENTO DI INFORMATION GUERRILLIA

SINISTRA GIOVANILE COMMENTO

INTERVENTO DI ANTONIO DI GENNARO

IL SOGNO CHE CONTINUA

intervento di luigi melilli

DAL SITO DELLA RIVISTA - CARTA - MODULO PER AUTODENUNCIARSI

LUCA VARRESE

Berlusconi non commenta, ma gli alleati attaccano
"Con i magistrati l'opposizione usa due pesi e due misure"

No global arrestati, il Polo
"La sinistra ora difenda i giudici"


ROMA - "Non so nulla, non ho ancora parlato con Roma". Non commenta l'arresto dei venti militanti del movimento anti-liberista il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier si limta a dire: "Ah sì? Ci sarà stato un mandato della magistratura... quindi non ho commenti da fare al riguardo. Non conosco la situazione".

Ma se Berlusconi è prudente, altri esponenti della maggioranza si sbilanciano e la vicenda diventa occasione di scontro politico. Ignazio La Russa di Alleanza nazionale: "Naturalmente auguro a Caruso e agli altri arrestati di dimostrare la propria innocenza. Ma sottolineo che le stesse persone che plaudivano ai magistrati che indagavano i poliziotti a Genova e a Napoli, oggi occupano le procure, si strappano le vesti e fanno i sit in".

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il centrista Carlo Giovanardi, sottolinea invece che non bisogna generalizzare su un intero movimento responsabilità che devono rimanere personali. Ma poi aggiunge: "Rimango perplesso perché vedo che gli atteggiamenti anche della sinistra cambiano a seconda dell'area politica sulla quale intervengono i magistrati. I magistrati hanno sempre ragione quando perseguono personaggi politici del centro-destra, non appena i magistrati toccano un'area politica della sinistra improvvisamente i giudizi della sinistra cambiano".

Ancora più esplicito il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani: "I fatti contestati agli arrestati di oggi sono di una gravità inaudita. D'altra parte tutti hanno visto i 'sacchi' di Genova e Napoli. Sarebbe quindi meglio abbassare i toni, lasciando lavorare i giudici in un clima non esasperato. La sinistra, da sempre falsamente paladina dell'autonomia della magistratura, oggi esercita chiare pressioni sulla procura di Cosenza. Usa due pesi e due misure. Evidentemente l'Ulivo difende l'indipendenza delle toghe solo quando gli fa comodo. A questo punto ci aspettiamo che almeno l'Anm, sempre pronta a difendere certe famose Procure del Nord, batta un colpo anche a favore di una Procura periferica del Sud. Finora il suo silenzio è stato assordante".

(15 novembre 2002)

Tutte le componenti solidali con gli arrestati. Domani cortei a Roma
Napoli e Firenze. l'Fse: "Intasiamo i fax della procura autodenunciandoci"
Presidi e manifestazioni
la risposta del movimento
A Bologna i Disobbedienti irrompono in procura
e interrompono la conferenza del capo della polizia
di ANDREA DI NICOLA

BOLOGNA - In piazza in decine di città per chiedere la liberazione di "Francesco e degli altri compagni". Il movimento antiliberista dopo Firenze si sveglia choccato di fronte alle notizie degli arresti che rimbalzano da una parte all'altra d'Italia e senza bisogno di consulti decide di rispondere subito, immediatamente a quella che considerano "una provocazione". Sit in e presidi in decine di città, cortei previsti per domani a Firenze e Roma (piazza Esedra ore 15,30) e Napoli (ore 16 in piazza Garibaldi): tutti per chiedere la "libertà" degli arrestati in nome di tutto il movimento da Lilliput ai Disobbedienti, da Rifondazione all'Arci. Raffaella Bollini dell'Arci lo dice a chiare lettere: "Stanotte nessuno della nostra associazione ha dovuto subire quello che hanno subito i compagni arrestati, ma ci sentiamo colpiti nella stessa maniera". Gli organizzatori del Forum sociale europeo chiedono "a tutti i democratici" di autodenunciarsi alla magistratura di Cosenza e invitano "tutti coloro che hanno partecipato alle giornate di Napoli, Genova e Firenze a fare altrettanto, intasando i fax e i centralini della procura per dire 'Io c'ero'".

E così il movimento nella sua compattezza ha reagito. A Roma, davanti alla prefettura, un presidio di un centinaio di persone dietro uno striscione con su scritto "La disobbedienza non è reato: liberi tutti" ha manifestato il suo dissenso. C'erano Pietro Bernocchi dei Cobas, Anubi D'Avossa dei Disobbedienti, Raffaella Bollini dell'Arci, Nando Simeone del Roma Social Forum oltre ad alcuni deputati fra cui Paolo Cento e Ramon Mantovani. "Continueremo a reagire serenamente" assicura Piero Bernocchi. "Se no avessimo dei fratelli e delle sorelle sarebbe una farsa" mormora sconsolato D'Avossa che poi rilancia: "L'attacco è a tutto il movimento e noi chiediamo una mobilitazione democratica che ha un solo obiettivo immediato: la liberazione di tutti gli arrestati".

E solidarietà esprimono la Fiom, Legambiente, l'Università della Calabria dove lavoravano due degli arrestati, il Movimento Antagonista toscano, Rifondazione comunista che con Alfio Nicotra parla di "piano orchestrato per colpire il movimento". Ma è la Bolini ha lanciare la proposta più applaudita: "Tutti quelli che sono stati a Genova e Napoli da domani possono andare alle questure a denunciarsi". Appello subito raccolto da don Vitaliano della Sala e dal papà e la mamma di Carlo Giuliani. Una provocazione di consiglieri provinciali di An ha fatto alzare la tensione ma i giovani dopo aver lanciato qualche slogan hanno lasciato la piazza.

Intanto a Bologna un gruppo di giovani hanno fatto irruzione negli uffici della procura della Repubblica. I manifestanti ce l'avevano con Gianni De Gennaro, il capo della polizia che stava tenendo una conferenza stampa nell'edificio: "I torturatori di Bolzaneto sono qua dentro, hanno arrestato dei nostri compagni, e De Gennaro è qua che fa una conferenza stampa" hanno gridato i ragazzi e le ragazze entrati a forza nell'atrio del palazzo.
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"Francesco libero, liberi tutti", era scritto in un grande striscione mostrato dai Disobbedienti, mentre altre urla dicevano "Siete voi i responsabili di Genova". Intanto polizia, carabinieri e lo stesso capo della Digos di Bologna tentavano di spingere fuori i ragazzi dalla Procura.

"L' inchiesta della Procura di Cosenza di riporta agli anni '70 e riporta il paese in un clima di intimidazione degli attivisti politici. Questo è il nostro legittimo sospetto". Questa la critica all' inchiesta contro i disobbedienti, spiegata ai giornalisti, da Gianmarco De Pieri, del Social Forum di Bologna, fra i protagonisti del blitz dentro la Procura del capoluogo emiliano per manifestare contro l' arresto di Francesco Caruso. "Noi siamo il movimento del terzo millennio - ha continuato De Pieri - noi parliamo di democrazia, invece questa inchiesta del procuratore capo di Cosenza ci ricorda la teoria Calogero. Noi non siamo amici di Al Quaeda nè dei terroristi ceceni, ma non siamo neppure amici di Putin e Bush. Stiamo facendo qualcosa per tutti, con questa protesta pacifica".

E proteste ci sono state davanti al carcere di Trani dove è stato tradotto Francesco Caruso mentre presidi davanti ai tribunali di Padova e Venezia, e una manifestazione a Vicenza sono stati organizzati contro gli arresti della Procura di Cosenza dal movimento dei Disobbedienti, centri sociali e Rifondazione Comunista del Veneto. Nel pomeriggio toccherà a Firenze, Milano e Genova.

(15 novembre 2002)

Luca Casarini difende gli arrestati e annuncia proteste
Probabile manifestazione nazionale e cortei in molte città
"Vogliono tapparci la bocca
ma non ci riusciranno"

"Con queste accuse potrebbero arrestarci tutti"
"A Firenze gli è andata male e ci riprovano"
di ANDREA DI NICOLA

ROMA - "In base a quel teorema possono arrestarci in migliaia". Luca Casarini è già volato a Napoli, al centro sociale Ska, il "regno" di Francesco Caruso, per testimoniare in prima persona solidarietà al suo amico in prigione e per organizzare la risposta dei Disobbedienti agli arresti della notte scorsa. Casarini si sente parte in causa visto che proprio dall'unione fra le sue ex Tute Bianche e la rete Sud ribelle sono nati i Disobbedienti.

Casarini che giudizio date di quanto è avvenuto?


"E' una provocazione gravissima, l'inizio di una strategia pericolosa tesa a criminalizzare il movimento. Con quell'accusa potremmo essere arrestati in migliaia. Quella che chiamano un'associazione sovversiva è una rete pubblica, presente a tutte le manifestazioni. A Firenze gli è andato tutto male e adesso tentano di criminalizzarci".

Chi è che vuole criminalizzarvi?


"Sono quegli apparati dello Stato, tipo i Ros dei carabinieri che questa volta hanno trovato anche la complicità di un magistrato. Ci vogliono tappare la bocca ma non ci riusciranno".

Come intendete rispondere?


"Sono già partiti molti presidi spontanei, fra oggi edomani faremo dei "sit in" davanti alle questure e ai tribunali in tutta Italia, ma stiamo pensando anche ad una grande manifestazione centrale. Una delegazione di parlamentari cercherà di parlare con Francesco a Trani e gli altri compagni che sono stati rinchiusi a Latina. L'importante è non farsi spaventare dai terroristi che vogliono fermare il movimento".

Vi aspettavate un qualcosa del genere?


"Avevamo capito di dare fastidio a coloro che a Genova hanno compiuto quelle efferratezze. Ma noi smonteremo il teorema e li costringeremo a liberare i nostri compagni".

(15 novembre 2002)

L'operazione partita dalla Procura di Cosenza
Sono accusati di associazione sovversiva. Altri 22 indagati
Napoli, arrestati Caruso
e venti leader No global
Tra le imputazioni, anche collegamenti con gruppi "Black blok"
Avrebbero costituito una "Rete del Sud ribelle". Proteste

NAPOLI - Il leader del No Global di Napoli, Francesco Caruso è stato arrestato nella notte dalla Digos di Benevento. E' accusato di associazione sovversiva finalizzata al sovvertimento dell'ordine costituzionale e propaganda sovversiva. L'arresto è avvenuto in casa della fidanzata, a Fisciano, vicino a Salerno.

Nell'operazione, condotta anche dai carabinieri dei Ros, sono state arrestate venti persone (sette sono agli arresti domiciliari, tredici in carcere) in base ad altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica. Oltre a Caruso sono stati arrestati Francesco Cirillo e Giuseppe Fonzino, capi dei movimenti "no global" di Cosenza e Taranto. Altre 22 persone risultano indagate. L'inchiesta interessa almeno cinque regioni: Calabria, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia.

Stando alle accuse, Caruso, Cirillo e Fonzino sarebbero i capi di un'organizzazione sovversiva denominata, "Rete meridionale del sud ribelle". L'organizzazione avrebbe avuto come finalità la messa in atto di azioni sovversive e di devastazione in occasione di appuntamenti internazionali come quelli di Genova, in occasione del G8, e di Napoli. Secondo la Digos, sarebbero emersi collegamenti con gruppi "Black blok". Collegamenti che, sempre stando a fonti dell'inchiesta" sarebbero stati confermati dal ritrovamento nelle abitazioni di alcune delle persone arrestate di mazze di ferro, bastoni, maschere e passamontagna utilizzati durante manifestazioni "no global". In particolare, dicono fonti delle indagini, dopo gli scontri accaduti a Genova nel corso del G8, era stato progettato che il gruppo facente capo alla "Rete meridionale" si sarebbe dovuto organizzare formando un "blocco rosso" da porsi dietro i "Black blok".

I capi d'imputazione, si diceva, sono numerosi e piuttosto roboanti: cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio delle funzioni di governo, effettuare propaganda sovversiva e sovvertire violentemente l' ordinamento economico costituito nello Stato. Agli arrestati vengono contestati, inoltre, l'attentato contro gli organi costituzionali, il porto di oggetto atti ad offendere, la propaganda sovversiva, l'istigazione a disobbedire alle leggi dell'ordine pubblico, l'invasione di edifici e la resistenza a pubblici ufficiali.

L'arresto di Caruso è stato confermato da fonti del Movimento. Davanti alla Questura di Benevento si sono radunati diversi giovani dei movimenti campani, in attesa di notizie. "Non ho potuto vedere Caruso - racconta Carmine Malinconico, il legale del leader No global - perchè è stato trasferito in tutta fretta nel carcere di massima sicurezza di Trani. Da quello che mi è stato riferito, l'inchiesta della magistratura di Cosenza è una ricostruzione dell'attività di 20 esponenti meridionali del movimento dei No Global, con particolare riferimento a quanto accaduto nel marzo 2001 a Napoli, in occasione del Global Forum e nel luglio 2001 a Genova, quando si svolse il G8"

"Appena possibile - ha anche detto il legale - faremo ricorso al Tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione di Caruso. Occorrerà prima leggere con attenzione le carte. E non sarà cosa da poco. Mi risulta che l'ordinanza di custodia cautelare sia di 360 pagine". Secondo l'avvocato si tratta di "una vicenda molto ridondante che si sgonfierà non appena Caruso sarà davanti a un giudice".

L'inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza ha preso avvio da indagini di carabinieri e polizia su ambienti delle organizzazioni "no global" di Cosenza.

(15 novembre 2002)

SCHEDA -- Ha 28 anni ed è nativo di Benevento
Ha studiato Scienze Politiche a Bologna
Caruspo, da studente
a leader No global


NAPOLI - Quando si dice No Global si pensa subito anche a lui. Con Vittorio Agnoletto e Luca Casarini, Francesco Caruso, arrestato in nottata su disposizione della magistratura di Cosenza, è riconosciuto unanimemente come uno dei leader italiani del Movimento.

Nato a Benevento, 28 anni, Caruso ha cominciato la sua attività come studente contestatore. Dopo gli studi liceali nella sua città, si trasferì a Bologna, iscritto alla facoltà di Scienze Politiche. Durante il corso di studi cominciò nel capoluogo emiliano ad entrare nella galassia della contestazione giovanile studentesca, avvicinandosi all' Antagonismo bolognese.

Dopo la laurea, Caruso si trasferì nuovamente in Campania, tornando a vivere a Benevento, sua città di origine. I rapporti che aveva intrapreso a Bologna durante gli studi universitari, li mantenne a Napoli dove entrò a far parte del centro sociale Officina '99, che ha sede in un ex capannone industriale occupato di Gianturco, alla periferia della citta'.

A mano a mano che in tutta Italia andava assumendo un rilievo sempre maggiore e contorni più definiti il movimento dei No Global, Caruso, grazie anche ai rapporti con i Centri del nord Italia avuti durante gli studi universitari, si andò affermando come leader, non sono a Napoli ed in Campania, ma in tutto il meridione d' Italia. Per un certo periodo di tempo fece del Laboratorio Okkupato Ska, alla Calata Trinità Maggiore, nel centro storico di Napoli, il motore dell' intero Movimento di cui, a partire dal 2000, aveva finito per diventare ormai il leader indiscusso.

Caruso ha partecipato a tutte le più grandi manifestazioni mondiali dei No Global degli ultimi anni. Dopo Seattle, non è mancato praticamente a nessun appuntamento. Era a Praga nel 2000, a Nizza nel 2001, a Barcellona quest' anno. Ma non solo, a gennaio di quest' anno ha partecipato al World Social Forum di Porto Alegre, in Brasile dove ha intensificato ancor di più i rapporti con i più importanti esponenti internazionali del Movimento No Global.

In Italia il volto di Caruso diventa noto soprattutto a seguito delle manifestazioni di piazza di Napoli (marzo 2001) e Genova (luglio 2001). Quella di Napoli, conclusasi con gli scontri tra manifestanti e forze dell' ordine in Piazza del Municipio, fu una manifestazione, contro lo svolgimento dei lavori del Global Forum, a palazzo Reale, in cui Caruso ebbe il ruolo di organizzatore.


(15 novembre 2002)

L'esponente Ds, che sarà a Porto Alegre, parla dei No global
"C'è un terreno comune, ma non con gli estremisti"


Folena: "Dobbiamo dialogare
la sinistra non può disertare"


di MATTEO TONELLI

ROMA - Pietro Folena, ex coordinatore della segreteria Ds, andrà a Porto Alegre a fine gennaio per il Forum Sociale Mondiale. "Quando c'è una generazione che protesta, la sinistra ci deve essere" è, in sintesi, la conclusione del suo ragionamento.

Onorevole Folena dove erano i Ds quando il movimento No global scendeva in piazza?


"Eravamo al governo e avevamo una lettura ristretta e poco consapevole dei cambiamenti che si stavano registrando. Eravamo distratti, provinciali, egoisti e inconsapevoli. Non bisogna però dimenticare che eravamo anche a lavorare per fare l'Euro, un fenomeno di globalizzazione democratica. Tuttavia ci sarebbe stato bisogno di avere più consapevolezza del fatto che la globalizzazione aveva bisogno di strumenti di regolazione democratica, di una capacità di lettura critica, della consapevolezza degli incredibili giacimenti di odio che ha prodotto".

Nel frattempo quella lettura critica è arrivata dai No global.


"Trovo singolare che una generazione che critica un mondo che non gli piace non incontri la sinistra. E questa colpa riguarda noi, l'internazionale socialista, il partito del socialismo europeo. Una colpa che in Italia si avverte in modo più accentuato".

Poi è arrivata Genova. Il tira e molla della Quercia sulla partecipazione al corteo. Secondo lei avreste dovuto partecipare?


"Si. L'errore è stato frutto della mancanza di una leadership politica dei Ds, di una fragilità culturale e politica, di una riformismo debole".

Carlo Giuliani è una vittima, un eroe o uno che è andato a cercarsela?


"Una vittima di un modo sbagliato di governare il rapporto con la violenza che alcune parti del movimento hanno avuto, ma anche una vittima che
che pesa anche sulla sinistra. Mi chiedo quanto abbiamo fatto per rispondere alla domanda di senso che viene fuori dalle nuove generazioni e che Giuliani interpretava".

Un merito che riconosce al movimento?


"Quello di aver fatto svegliare la sinistra da un torpore".

Un limite?


"Avere al proprio interno componenti, residuali, che resistono alla globalizzazione da posizioni egoistiche, localistiche e che rimpiangono un mondo superato più ingiusto di quello di oggi".

Il dialogo con questo movimento passa però anche attraverso alcuni personaggi che hanno visto affermare la propria leadership. Agnoletto e Casarini per esempio, che nei vostri confronti sono critici.


"Io penso che nessuno possa mettersi sul pulpito e dare lezioni. Non credo che si possa dire che Agnoletto è il leader di questo movimento. Ci sono organismi come la Tavola della Pace, i frati di Assisi, l'Arci, tanta gente che ci tiene meno ad apparire in televisione ed ha meno disegni politici con Bertinotti: loro mi interessano di più".

Guardiamo al futuro. Come pensate di recuperare il terreno perso sul tema della globalizzazione?


"Individuare alcune battaglie simboliche e concrete che possano dare il segno di una globalizzazione più giusta. La prima delle quali è la Tobin Tax. Noi presentammo a Genova una proposta di legge, aderiamo alla raccolta di firme per la raccolta di firma per la legge sulla Tobin Tax. Un'iniziativa che apre il capitolo per avere un sistema fiscale che possa avere un carattere sovranazionale e possa essere la leva con cui operare una grande ridistribuzione. Il compito del socialismo deve essere quello di ridisegnare un riformismo mondiale come fu il welfare state che ha permesso di diminuire la povertà. Oggi dobbiamo costruire una teoria e una pratica di un welfare mondiale".

Pensate di trovare disponibilità negli altri partiti del socialismo europeo?


"Solo i socialisti francesi, che saranno a Porto Alegre, hanno cominciato ad interrogarsi sul problema. Qualche apertura è arrivata dalla socialdemocrazia tedesca, con Blair, che pure è un leader di primissimo piano, c'è ancora qualche difficoltà".

Lei disegna una prospettiva impegnativa. Vede nell'attuale leadership dei Ds la convinzione e la forza necessaria?


"A oggi no. Servono atti chiari, inutile fare annunci e poi non avere il coraggio di venire nelle manifestazioni".

Lei andrà a Porto Alegre, si aspetta contestazioni?


"Sicuramente si. Ma credo di avere delle cose da dire e che tanta parte del movimento sia contenta di avere delle interlocuzioni politiche. Oggi ci sono dei ragazzi che criticano il mondo: tocca a noi rispondere e ridare fascino alle idee del socialismo. Non sarà una cosa breve e la strada deve essere imboccata al più presto".

(18 gennaio 2002)