storia di golpe e stragi fasciste.

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Al processo, iniziato a Latina il 30 giugno 1976, dei tre accusati fu presente solo Angelo Izzo. Gianni Guido rifiutò di assistere e Andrea Ghira era latitante. In aula c'era anche Donatella Colasanti. Il Pubblico Ministero Vito Giampietro, rifiutando ogni ipotesi di infermità mentale, chiese ed ottenne per tutti gli imputati il massimo della pena, l'ergastolo.

Nei quattro anni seguenti, prima del processo di appello, Gianni Guido ha chiesto perdono ai familiari di Rosaria Lopez e il padre ha offerto un risarcimento alle famiglie delle vittime, rifiutato da quella della Colasanti.

Nel gennaio del 1977 Gianni Guido e Angelo Izzo hanno tentato di evadere dal carcere di Latina prendendo in ostaggio una guardia carceraria, ottenendo solo di essere condannati ad altri sei anni di detenzione. Al processo di appello per il massacro del Circeo, nel 1980, convinta del sincero pentimento di Gianni Guido, la Corte d'Assise gli ha ridotto la pena dall'ergastolo a 30 anni, confermando le condanne inflitte in primo grado agli altri due imputati.

- MA COME AVEVA TENTATO DI FARE LA FUGA DAL CARCERE - E POI GLI SI CREDE SUL PENTIMENTO SINCERO ?

Nel 1981 la Corte di Cassazione ha confermato questa sentenza. Intanto Andrea Ghira è rimasto latitante. Nello stesso anno Gianni Guido è fuggito dal carcere di San Gimignano (Firenze). Per questa fuga sono stati rinviati a giudizio diversi impiegati dell'amministrazione carceraria e i genitori di Guido sono stati accusati di corruzione e concorso in evasione. Dopo due anni Gianni Guido, che viveva con la falsa identità di Andrea Mariani, è stato arrestato a Buenos Aires (Argentina).

ANCHE GIANNI GUIDO - NUOVO NOME E COGNOME - FUGA PER L'ARGENTINA NON NUOVA ALLA COPERTURA DI ESTREMISTI DI DESTRA E FASCISTI.

Prima dell'estradizione Gianni Guido ha ritentato l'evasione ferendosi alla colonna vertebrale. Ricoverato in ospedale, ha eluso la sorveglianza ed è scomparso nuovamente nell'aprile del 1985, finché non è stato nuovamente arrestato a Panama nel maggio del 1994 e riportato in Italia un mese dopo.

Nel 1985 Angelo Izzo ha fatto sapere agli inquirenti che era deciso a collaborare facendo dichiarazioni su attentati come la strage di Piazza Fontana e vari clamorosi omicidi di mafia. Nell'agosto del 1993, approfittando di un permesso di uscita, Izzo non è rientrato nel carcere di Alessandria e ha fatto perdere le sue tracce.

MAGNIFICA - FA DICHIARAZIONE SULLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA - E INVECE DI TENERLO SOTTO CUSTODIA A 55 LUCCHETTI - GLI DANNO UN PERMESSO D'USCITA - SENZA MAI AVER SENTITO CHE DICHIARAZIONI VOLESSE FARE NEL 1983 ?

Dopo quindici giorni è stato arrestato a Parigi ed estradato in Italia tre mesi dopo. Nel 1995 Angelo Izzo ha ricominciato a fare rivelazioni, confessando di aver assassinato, nel giugno del 1975, Amilcare Di Bendetto perché avrebbe fatto sparire il bottino di una rapina che avevano commesso insieme. Fino ad allora Di Benedetto, il cui corpo Izzo avrebbe gettato in mare al largo di Riccione, risultava ufficialmente scomparso da una casa famiglia l'1 febbraio 1975.

QUINDI ANGELO IZZO - IPOTETICAMENTE - NON DICE BALLE.

Nel 1997 Angelo Izzo ha raccontato che Andrea Ghira, all'epoca dei fatti del Circeo, faceva parte di un gruppo eversivo di estrema destra chiamato Drago

DIMENTICA - VOLONTARIAMENTE - DI AGGIUNGERE - DRAGO NERO

La squadra speciale della P.S., denominata "Drago Nero" - responsabile anche di una serie di rapine a banche, treni, uffici postali, per finanziare reversione nera - ha agito in stretta unità d'azione con i fascisti del Fronte Nazionale Rivoluzionario di Mario Tuti e con quelli di Ordine Nero .L'agente Bruno Cesca avrebbe procurato l'esplosivo per l'attentato all'Italicus, sottraendolo all'arsenale della caserma di Pubblica Sicurezza di Poggio Imperiale di cui era responsabile Filippo Cappadonna, come agente della Polfer, avrebbe invece scortato il fascista Luciano Franci, carrellista della stazione di Santa Maria Novella di Firenze e indiziato come colui che collocò la bomba sul "treno della morte". La cellula nera di poliziotti sarebbe implicata anche in altre azioni terroristiche. In particolare nella strage di Fiumicino del 17 dicembre 1973, quando un commando di arabi fece saltare in aria il Boeing 707 della "Pan Am" provocando 32 morti. Quel giorno l'agente Cesca era di stanza a Fiumicino

che stava organizzando un colpo di stato. Inoltre, sempre secondo Izzo, Ghira sarebbe stato implicato nell'omicidio di Giorgiana Masi, avvenuto a Roma il 12 maggio 1977. Molte delle presunte rivelazioni fatte da Angelo Izzo, come quelle riguardanti Giorgiana Masi, sono risultate false ai riscontri.

FALSE PERCHE' NON HANNO INDAGATO COME SI DEVE - VISTO CHE GHIRA POTEVA FAR PARTE O COLLABORARE CON IL REPARTO - DRAGO NERO -

Dieci giorni dopo l'arresto di Angelo Izzo e Gianni Guido, Andrea Ghira si è fatto vivo dalla sua latitanza con una lettera indirizzata ai suoi complici: "...Vi assicuro che quella bastarda la faccio fuori, per voi non c'è pericolo a fine anno 1976 uscirete tutti per libertà provvisoria. Anche se sanno tutto, questi bastardi, faranno una brutta fine anche loro. Comunque non vi preoccupate per la mia latitanza ho circa 13 milioni di lire, forse andrò via da Roma. Per quanto riguarda quella stronzetta farà la fine della Lopez. State calmi. A presto. Berenguer Ghira".

NEL 1976 - 13 MILIONI DI LIRE ERANO UN SACCO DI SOLDI.Ghira aveva avuto una adolescenza agitata e violenta: al Giulio Cesare, storico liceo 'nero' di Roma, aveva fondato un gruppo estremista che teorizzava il crimine come mezzo di affermazione sociale. Lui si ispirava a Jacques Berenguer, un criminale marsigliese che aveva messo a segno a Roma una serie di sequestri a scopo di estorsione. E Jacques si faceva chiamare dagli amici.
Già dal 1970 Andrea Ghira cominciò ad avere guai con la giustizia: prima denunciato per manifestazione sediziosa, poi, nel 1972, per minaccia a mano armata e lesioni aggravate. Nel 1973 fu arrestato per rapina aggravata e violazione di domicilio e venne condannato a cinque anni. Quando, il 30 settembre 1975, con Izzo e Guido, Ghira mise in atto il massacro del Circeo, era uscito di prigione solo da tre mesi.

Almeno fino al Natale del 1975, Andrea Ghira sarebbe rimasto in Italia, tra Roma e il Circeo.

EPPURE - NEI DOCUMENTI RECENTEMENTE PUBBLICATI SI AFFERMA CHE NEL 1974 ERA ARRUOLATO NELLA LEGIONE STRANIERA.

A dicembre di quell'anno un giovane vittima di un sequestro, Ezio Matacchioni, ha indicato Ghira tra i malviventi che lo hanno tenuto prigioniero in una villetta di Tor San Lorenzo. Il 6 febbraio 1982 un testimone ha dichiarato, con assoluta certezza, di aver visto Ghira ad Aprilia, ma le ricerche in zona non hanno dato alcun risultato.

sottolineamo

Nel marzo del 1985 un settimanale ha scritto che Andrea Ghira si sarebbe trovato a Malindi, in Kenia. Pino Buongiorno, oggi vicedirettore di Panorama, intervenuto in studio durante la trasmissione, ha raccontato che nel 1985, a seguito di alcuni articoli del Kenia Times che parlavano della presenza sul territorio keniota di alcuni boss mafiosi italiani, è stato incaricato di fare un'inchiesta tra Mombasa e Malindi. Una volta sul posto ha appreso che la presenza di Andrea Ghira a Malindi era di dominio pubblico, che sembrava si facesse chiamare Lorenzo, che uscisse solo di sera con una jeep. Nel suo articolo Pino Buongiorno ha raccontato la storia di una donna che ogni due mesi faceva la spola tra Roma e Malindi per portare dei soldi ad Andrea Ghira. Buongiorno ha riferito che, quando l'inchiesta è stata pubblicata, una donna lo chiamò accusandolo di aver rovinato un giovane che stava cercando di rifarsi una vita e che era costretto a scappare perché la polizia keniota lo stava cercando su richiesta di quella italiana. La stessa donna gli promise di farsi viva e di metterlo in contatto con Ghira, ma da quel momento non si è fatta più viva. Dopo qualche tempo la polizia keniota fermò un italiano di nome Lorenzo che aveva avuto problemi con la legge ma che non era Andrea Ghira. A quel punto uscì la notizia che l'inchiesta giornalistica aveva confuso Andrea Ghira con questo Lorenzo, dando l'impressione di un depistaggio.

RIPETIAMO CHE NEL 1985 - RISULTA CHE ANDREA GHIRA FACEVA PARTE DELL'ESERCITO DELLA LEGIONE STRANIERA DI MELILLA - COME RISULTA DAGLI ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI... MENTRE VENIVA IN REALTA' SEGNALATO IN ALTRI LUOGHI.

Secondo Pino Buongiorno all'epoca Andrea Ghira godeva di protezioni molto forti che probabilmente ancora oggi gli consentono di sfuggire alla giustizia italiana e muoversi per il mondo, non solo a Londra o in Sud Africa, dove è stato segnalato, ma anche in zone del Sud America come quella al confine tra Brasile, Argentina e Paraguay dove trovano rifugio latitanti del terrorismo internazionale e della criminalità comune.

E LA DOMANDA E' QUESTA - POSSIBILE CHE UN CRIMINALE COME GHIRA VENGA COSI' METODICAMENTE COPERTO ?

NON C'ENTRA NULLA IL FATTO DI AVER COLLABORATO O ADDIRITTURA FATTO PARTE DEL GRUPPO - DRAGO NERO - E con quel GRUPPO AVER UCCISO GIORGIANA MASI ?

COSSIGA ALLORA ERA PRESIDENTE

L’uccisione di Giorgiana Masi risale al 12 maggio 1977. A Roma, durante una manifestazione organizzata dal Partito radicale per l’ anniversario della vittoria elettorale nel referendum sul divorzio, vietata dalle autorita’, quella che doveva essere una giornata di festa si trasforma in tragedia. Sull’asfalto di ponte Garibaldi, Giorgiana Masi, una ragazza di 19 anni, viene uccisa da un colpo di pistola. L’inchiesta sull’ uccisione di Giorgiana Masi venne chiusa il 9 maggio del 1981 dal giudice Claudio D’ Angelo con la dichiarazione di non doversi procedere per essere rimasti ignoti i responsabili del reato. La riapertura del caso e’ stata sollecitata piu’ volte.

Le foto dimostreranno il fatto, smentito in un primo tempo, che nelle strade erano presenti agenti delle forze dell’ ordine in borghese. L’ allora ministro dell’ Interno Francesco Cossiga affermo’ poi:"Fu un momento drammatico in cui tra l’ altro chiesi scusa al Parlamento, perche’ mi era stato detto che non vi erano in piazza appartenenti alla Polizia o all’ Arma dei carabinieri in borghese. Io affermai questo. Avendo appreso il contrario, quando gli amici de ‘L’ Espresso’ mi diedero la documentazione fotografica, rimossi dal suo incarico uno che era mio amico e che mi aveva fornito, non per colpa sua, queste informazioni. E poi andai davanti al Parlamento e chiesi scusa".

Si parlera’ in seguito anche della possibile responsabilita’ di personaggi dell’ estrema destra o dell’ estrema sinistra. Il pentito di destra Angelo Izzo disse nel 1997 che a sparare fu Andrea Ghira, usando le armi che avevano in dotazione nel gruppo eversivo di cui faceva parte, chiamato "Drago".

L’ anno dopo un quotidiano parla di un rapporto della Digos secondo cui il colpo mortale potrebbe essere stato sparato da una pistola calibro 22 poi trovata in un covo delle Br. Ma non si sapra’ mai con sicurezza chi ha sparato il colpo mortale.

Nel 2001, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga disse:"Non vorrei essere frainteso ma io le dico con estrema onesta’ che come sia morta Giorgiana Masi non lo so".

Nel 2003, a "Report", Cossiga confermo’ di non conoscere chi ha ucciso Giorgiana Masi, ma fa capire di sapere qualcosa e dice testualmente: "non l’ho mai detto all’autorita’ giudiziaria e non lo diro’ mai, e’ un dubbio che un magistrato e funzionari di polizia mi insinuarono. Se avessi preso per buono cio’ che mi avevano detto sarebbe stata una cosa tragica. Ecco, io credo che questo non lo diro’ mai se mi dovessero chiamare davanti all’ autorita’ giudiziaria perche’ sarebbe una cosa molto dolorosa". E in quegli stessi giorni, l’ex presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino, parlando della vicenda Giorgiana Masi, ha ricordato che "Pannella venne a trovarmi e mi diede una traccia, che io purtroppo non ho potuto seguire fino in fondo. La vicenda di Giorgiana Masi rimase un po’ fuori dai nostri accertamenti". Ma "le affermazioni di Cossiga - ha proseguito Pellegrino - confermano il quadro che ci ha fatto Pannella. Io credo che gia’ allora si volesse determinare una situazione che poi si determino’ in Italia nel 1992-1993".

IN ITALIA NEL 1992 - 1993 - CADDE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA E TANTI ALTRI PARTITI AD ESSA REFERENTI. CADDE IL PARTITO SOCIALISTA -INSOMMA SONO GLI ANNI DI MANI PULITE - E TANGENTOPOLI.

PELLEGRINO VUOLE DIRE CHE NEL 1992 - 1993 - CI FU LA FINE DELLA PRIMA REPUBBLICA E CHE NEGLI ANNI SETTANTA - IL TENTATIVO DI ELIMINARE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA SI POTESSE FARE SOLTANTO ATTRAVERSO UN GOLPE DI STATO - NE PARLAVA IZZO -

ECCO DI COSA SI VERGOGNA COSSIGA E SOPRATTUTTO

COSA SANNO COSSIGA E PANNELLA CHE NON DIRANNO MAI ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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